Roma, un fine settimana all’insegna dei fumetti: a Testaccio arriva ARF

Dal 24 al 26 maggio 2019, la quinta edizione del “Festival di storie, segni e disegni

ARF! “Festival di storie, segni e disegni” compie un lustro, conquistando tutti gli spazi espositivi dell’ex Mattatoio di Roma: il Festival, ideato e organizzato da Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano “S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi quest’anno si estenderà infatti su più di 10.000 mq, tutti dedicati al fumetto e ai suoi protagonisti!

Oltre all’ampliamento degli spazi, le altre due grandi novità di questa edizione sono la mangARF!, un’area interamente dedicata ai fumetti giapponesi che vedrà la presenza delle case editrici specializzate, un bookshop, una mostra sui trent’anni del manga in Italia e il MANGA CAFE’, uno spazio attrezzato per la lettura dei grandi classici e delle ultima novità e la rafforzata alleanza con il COMICON di Napoli che diventa co-organizzatore e co-produttore della manifestazione.

Tanti gli ospiti internazionali, come Frank Quitely, José Muñoz, Stephane Fert, Bertrand e Hubert Gatignol, Timothé Le Boucher, Stefan Boonen e Melvin e quelli italiani, tra i quali Riccardo Mannelli, Sara Pichelli, Licia Troisi, Casty, Stefano Disegni, Francesco Artibani, Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua, Davide Toffolo, Leo Ortolani, Angelo Stano, LRZN, Gipi, Michela Murgia…

Come sempre non mancheranno mostre di grandissimo prestigio, incontri e confronti con professionisti del settore, Masterclass, Lectio Magistralis e anteprime assolute.

La grande esposizione della quinta edizione di ARF!, destinata agli appassionati di ogni età, è dedicata al mito di TEX e ai suoi settant’anni di imprese memorabili, storie epiche e sfide indimenticabili!

Nell’intenso weekend di attività del 24, 25 e 26 maggio, dalle 10 alle 20, sarà possibile inoltre visitare le mostre esclusive di Giuseppe Palumbo (autore del manifesto di ARF!2019, conosciuto dal grande pubblico per Diabolik e Ramarro), dello scozzese Frank Quitely (uno dei disegnatori più amati del mondo grazie alle sue interpretazioni di personaggi iconici come Superman, Batman e gli X-Men), di Attilio Micheluzzi (tra i più incisivi e originali Maestri del fumetto degli anni ‘70 e ‘80) e di Kalina Muhova e Vinci Cardona, vincitori del Premio Bartoli 2018, il concorso dedicato alle giovani promesse del fumetto italiano, istituito sin dalla prima edizione di ARF!, in memoria dello sceneggiatore Lorenzo Bartoli prematuramente scomparso nel 2014.

Parallelamente, in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Roma, ARF! co-produce anche la mostra “Beyond Blacksad” di Juanjo Guarnido in programma dal 16 maggio al 29 giugno 2019 presso la Sala Dalì al civico 91 di piazza Navona.

Tra le sezioni del Festival, troveremo l’area dedicata alle opportunità professionali – la Job ARF! – uno spazio dove poter mostrare a editor e case editrici il proprio portfolio con idee, progetti e creatività. Anche quest’anno, la call per gli aspiranti autori ha realizzato un incredibile successo: i lavori inviati per essere sottoposti all’attenzione degli addetti al settore sono state infatti più di 4000.

Per i più piccoli non mancherà la ARF! Kids, il luogo dedicato all’immaginario dei bambini (a ingresso gratuito fino ai 12 anni) con un ricco programma di laboratori creativi curati da alcuni dei più rinomati illustratori italiani e internazionali, letture ad alta voce, disegni, giochi e tanti libri a disposizione di tutti.

Confermate le Masterclass, vere e proprie classi “a numero chiuso” per tutti coloro che vogliono imparare a scrivere, disegnare e colorare con le superstar del fumetto italiano e internazionale come Gabriele Dell’Otto (talento pittorico tutto italiano della Marvel), Yoshiyasu Tamura (maestro giapponese del Manga), Casty (uno dei più importanti autori contemporanei della Disney), Stefano Disegni (uno dei più popolari autori-disegnatori satirici italiani), Katja Centomo (la disegnatrice di W.I.T.C.H e Monster Allegy), Davide Toffolo (fumettista, e voce e chitarra del gruppo Tre allegri ragazzi morti).

Imperdibili le Lectio Magistralis tenute da tre Maestri del fumetto d’autore: tre appuntamenti in tre giorni (dalle 14.30 alle 16), tre pietre miliari della storia del fumetto si racconteranno mentre disegneranno dal vivo nella Sala Talk.

José Muñoz (la leggenda del fumetto argentino, il creatore di Alack Sinner e altri indimenticabili personaggi), Angelo Stano (il disegnatore di Dylan Dog, l’autore dell’indimenticabile numero 1 ma anche degli albi più amati della serie dell’indagatore dell’Incubo), Riccardo Mannelli (fumettista, illustratore, pittore, disegnatore satirico, insegnante, un Maestro dell’arte visiva al servizio di un talento che ha pochi eguali nel mondo della nona arte), accompagnati rispettivamente da Laura Scarpa, Paulonia Zumo e Adriano Ercolani.

Self ARF! è un vero e proprio Festival nel Festival, una caccia ai tesori underground, un appuntamento imperdibile per immergersi nel mondo delle etichette indipendenti in cui sperimentazione e libera creazione artistica sono le parole d’ordine. In quest’area ad accesso gratuito saranno presenti una selezione di autrici e autori, collettivi e microeditori che scelgono di produrre autonomamente i loro lavori al di fuori delle logiche del mercato editoriale tradizionale con linguaggi e segni grafici estremamente diversi. La Self ARF! è coordinata da Francesca Protopapa & Rita Petruccioli e in questa quinta edizione presenta l’esclusiva mostra di Gloria Pizzilli e Tommy Gun Moretti

L’ARFist Alley è un luogo di incontro fra gli artisti e il pubblico, differente dalle dinamiche delle signing session agli stand delle case editrici o dei negozi. E come la Self Arf!, quest’anno anche l’Alley sarà una “piazza aperta” ad ingresso gratuito, dove incontrare i professionisti del panorama italiano e internazionale, per ammirare e acquistare tavole originali, stampe esclusive, sketchbook e richiedere commission agli autori!

Sin dalla prima edizione ARF! è anche sinonimo di solidarietà: dopo Emergency, Cesvi, Dynamo Camp e Amnesty International, quest’anno il partner solidale del Festival sarà l’UNCHR (L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati).

ARF! è promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale e Azienda Speciale PalaExpo con il sostegno della Regione Lazio e il patrocinio di Biblioteche di Roma, ed è gemellato con il Treviso Comic Book Festival e Lucca Comics & Games.




“Five”, il nuovo libro di Carmelo Lavorino: cinque casi di omicidio camuffati da suicidio [Recensione]

Lo scorso Giovedì alle ore 17,30, presso la libreria Medichini di Roma, il noto criminologo Carmelo Lavorino ha presentato la sua ultima fatica letteraria. Il libro, di circa 360 pagine, si intitola “FIVE”, e riguarda cinque casi di omicidio camuffati da suicidio.

“FIVE” sarà ripresentato giovedì 23 maggio, alle ore 17,00 a Ronciglione (VT), presso la chiesa della “Provvidenza”, al borgo antico, nell’ambito del CUBOFESTIVAL, la manifestazione culturale che tutti gli anni si svolge a Ronciglione.

Il primo caso trattato, intitolato ”Carabiniere suicida per forza, azione esecutiva”, riguarda la morte del brigadiere dei carabinieri Salvatore Incorvaia, risalente al 16 giugno del 1994

Il brigadiere Incorvaia venne ucciso nella zona di Monza, e ritrovato all’interno della sua vettura Audi 80, al posto di guida, nel comune di Vimercate, in campagna. Aveva il cranio trapassato da un proiettile, e fra le mani, appoggiata in grembo, la sua pistola d’ordinanza Beretta 92 SB calibro 9 parabellum. Il brigadiere era in appostamento notturno in borghese in una zona che era notoriamente zona di spaccio di stupefacenti. Nonostante inizialmente si fosse attribuita ad un suicidio, la morte del brigadiere non convinse il padre Giuseppe, ex appuntato dei CC in pensione, né la sorella del brigadiere, Sabrina. Tramite il loro legale, il caso fu affidato al professor Lavorino e al suo team.

Il secondo caso, che Lavorino ha intitolato “Il suicidio del Crocifisso”, riguarda la morte del giovane rappresentante di commercio Mario Natali, del 14 luglio del 1998.

Natali fu ucciso all’interno della sua villa di Valentano, in provincia di Viterbo, da qualcuno che vi si era introdotto rompendo il vetro di una finestra. Natali, notata la finestra rotta, aveva subito chiamato i carabinieri di Tuscania, competenti per territorio, denunziando il fatto e chiedendo un intervento immediato, precisando, al cellulare, che sarebbe entrato nella villa. Purtroppo la pattuglia inviata sul posto non riuscì a trovare la villa, e rientrò in caserma. Natali entrò in casa, ed evidentemente si armò di un fucile da caccia sovrapposto, preso dalla vetrinetta in cui ne erano custoditi altri due, caricandolo con una palla da cinghiale. Nel pomeriggio il padre di Mario Natali, preoccupato per il suo silenzio, andò alla villa. Trovò il figlio cadavere, steso nel corridoio in un lago di sangue, il capo scoperchiato da una palla di fucile cal. 12 da cinghiale, e frammenti di osso e materia cerebrale sparsi tutto intorno. Il cadavere giaceva di fronte ad una porta interna sulla quale era appeso un crocifisso. Per questo motivo, uno degli investigatori di Polizia Giudiziaria elaborò la teoria secondo la quale il suicidio era evidente, dato che il Natali si era sparato in fronte, guardando il crocifisso, quasi per chiedere perdono a Dio per il suo gesto.

Il terzo caso, “Il suicidio per ubiquità”, riguarda la morte del fisico ascolano Rodolfo Manno, scomparso il 14 febbraio 2002 a S. Benedetto del Tronto, e ritrovato cadavere nel mare Adriatico una settimana dopo al largo di Ortona (Chieti).

In una spiaggia di Civitanova Marche vennero ritrovati i suoi effetti personali e una drammatica lettera che annunciava il suicidio. Le cause della morte sono ancora ignote. Questo caso è stato oggetto di depistaggi molteplici e sofisticati, da giallo di Agatha Christie. Da qui il titolo “Il suicidio per ubiquità”. Qualcuno ha voluto far apparire il Manno dove non era, ma nel suo zelo ha addirittura strafatto, rendendo poco plausibili le prove da lui fabbricate e fatte ritrovare.

Il quarto caso, “Il giallo della Lungara”, racconta della morte di Claudia Agostini, professoressa d’inglese, scoperto la mattina del 13 ottobre 2003 a Roma, in via della Lungara, nei pressi della Casa Circondariale Regina Coeli.

Il cadavere era disposto fra due auto parcheggiate, con le mani incrociate sul petto. La donna indossava una tuta e calzava scarpe da ginnastica. Inizialmente gli inquirenti ipotizzarono un incidente stradale, poi un malore, infine il suicidio messo in atto con precipitazione dal terrazzo della casa in cui abitava con il suo convivente. Successivamente le indagini condotte dal professor Lavorino accertarono che la tesi del suicidio con precipitazione dal terrazzo era incongruente, e che certamente la donna era caduta in strada da un finestrino prospiciente via Orti d’Alibert, una via adiacente, non per sua volontà. Anche questo caso ha subito tentativi maldestri di depistaggio, descritti nel libro.

Il quinto caso, “Il delitto della camera chiusa”, richiama un tema caro ai più raffinati scrittori di racconti gialli. Umberto Cocco, giovane problematico e consumatore di droga, la mattina del 6 settembre 2009 veniva svegliato dalla madre, che abitava a Roma, in via Pieve di Cadore, nello stabile dirimpetto.

Ambedue dovevano andare all’aeroporto. Dopo circa dieci minuti, la madre udì un forte rumore all’esterno. Corse a casa del figlio, ma trovò la porta chiusa, e bussò invano. Tornò quindi a casa, prese la sua chiave ed entrò. Umberto Cocco era a terra, seminudo, in una pozza di sangue, il capo devastato da un colpo di revolver calibro 357 magnum. Per terra, l’arma, una Smith & Wesson a canna corta, risultata rubata. La polizia repertò un video, girato da Umberto qualche ora prima, in cui spiegava i motivi del suicidio, e nel quale lo si vedeva impugnare l’arma che lo avrebbe ucciso. Anche in questo caso la madre, nonostante le apparenti evidenze, non volle accettare la tesi del suicidio. L’intervento di Carmelo Lavorino mostrò le evidenti incongruenze con le conclusioni degli investigatori. A tutt’oggi, nessuno è stato indagato per questo omicidio, nonostante siano state identificate due persone, due giovani che erano stati presenti in casa del Cocco fino a poco tempo prima, e che si trovarono fotografate nel suo cellulare.

Il libro di Lavorino prende per mano il lettore, e gli impartisce una lezione di criminologia e di investigazione, coinvolgendolo nei fatti e negli eventi investigativi/tecnici, con una meticolosità quasi pedante. Certamente un appassionato del genere giallo/noir ne sarà conquistato. Con la differenza che in questo caso nulla è inventato, e il colpevole il più delle volte la fa franca, e non per colpa di chi ha investigato con tutti i crismi. Si capisce anche perché in alcuni casi anche eclatanti si commettano errori giudiziari. Tutti questi casi, secondo Lavorino, – che non risparmia critiche a chi secondo lui si è comportato con leggerezza – vanno riaperti, con buone probabilità di trovare i colpevoli, nonostante il tempo trascorso.




Napoli, un fine settimana all’insegna delle porcellane d’epoca

Anche Napoli, nell’ambito della manifestazione “Buongiorno Ceramica” in programma oggi e domani, aderirà all’iniziativa, due giorni di eventi aperti al pubblico insieme ad oltre duecento iniziative nelle 40 principali città italiane di affermata tradizione ceramica.

L’Associazione Italiana Città della Ceramica nata nel 1999 ha lo scopo di valorizzare la ceramica artistica e artigianale italiana, importanti enti appartenenti alla città partenopea aderiranno all’iniziativa organizzando tantissimi appuntamenti per gli amanti dell’arte ed anche per bambini.

Un appuntamento che offrirà ai viaggiatori un immersion nel mondo della ceramica, offrendo un ulteriore arricchimento culturale, un fine settimana napoletano dedicato interamente alle porcellane d’epoca, e alle nuove sensibilità.

Due giorni dedicati interamente alla scoperta della manifattura artistica e artigianale italiana, un percorso tra le antiche tradizioni e le nuove tecniche, per l’iniziativa “Buongiorno Ceramica” ci saranno aperture straordinarie di botteghe ceramiche, musei, studi e atelier, visite guidate, mostre, forni, laboratori, attività per bambini, performances, un percorso nel mondo dell’artigianato ed artistico a tutto tondo.

Parteciperanno all’iniziativa del capoluogo campano il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Polo Museale della Campania ed il Museo della Ceramica Duca di Martina, l’Istituto ad indirizzo raro G. Caselli- De Sanctis- Real fabbrica di Capodimonte, e il Comune di Napoli con il patrocinio dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania in collaborazione con le associazioni Amici di Capodimonte onlus, Pandora Artiste-Ceramiste organizzatrice del Matres Festival, Gres.Po, Città della Ceramica, il gruppo europeo AeuCC e la tv Chanel.

Una manifestazione che ha come centralizzazione la Traditio e l’innovazione, insieme per costruire una comunità ed una sinergia per incontrare il mercato internazionale e creare nuove strategie. “Buongiorno Ceramica” farà conoscere ai visitatori la storia e le tecniche di lavorazioni delle porcellane napoletane fin dalle sue origini ai giorni nostri, il fine dell’iniziativa è di recuperare la memoria storica e di far (ri)scoprire il meraviglioso mondo delle porcellane custodite.

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, sabato 18 e domenica 19 alla scoperta delle porcellane e delle maioliche, per la manifestazione prevede ben due visite guidate alla mostra “Depositi” e alla collezione “Mario De Ciccio”, il Real Museo conserva ben oltre 6.500 pezzi di ceramica, e per una buona parte di provenienza borbonica. I pezzi di ceramica nel Real sito vennero radunati da Annibale Sacco, egli era curatore e conservatore della Reggia di Capodimonte per incarico dei nuovi regnanti Savoia, la collezione del Museo di Capodimonte comprende pezzi di porcellana di notevole importanza, come il Salottino di porcellana della regina Maria Amalia, proveniente dalla Reggia di Portici, e la Caduta dei Giganti, il più grande gruppo in “Biscuit” mai realizzato. In esposizione pezzi provenienti da tutta Europa, le porcellane provenienti da Vienna, portate dalla moglie di Ferdinando, Maria Carolina d’Austria, oppure donati dalla corte imperiale asburgica, di Berlino, di Sèvres, di Dagoty, ed ancora terraglie “all’uso inglese” delle Manifatture napoletane di Del Vecchio e Giustiniani e siciliani del Barone Malvica, in particolare il Servito da tavola con uccelli, da poco esposto in una Sala dell’appartamento Reale insieme ad altri arredi provenienti dal Real Sito di Carditiello.

Altro appuntamento da non perdere per la prestigiosa manifestazione è il Museo della Ceramica Duca di Martina nella Villa Floridiana di Napoli, il sito apre le porte ad iniziative espositive che riguardano l’arte della ceramica contemporanea. Il Museo delle Ceramiche, sede dal 1931 ha una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative e comprende oltre ben 6.000 opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, la collezione è stata costituita nella metà dell’Ottocento da Placido de Sangro, duca di Martina, e venne successivamente donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi.

La mostra dal titolo “Matres Week in Floridiana” promossa dall’Associazione Pandora Artiste Ceramiste, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Ceramica, il museo che da tre anni partecipa attivamente all’iniziativa anche con i nuovi linguaggi creativi e le moderne tecniche artistiche, ed al recupero di opere custodite nei depositi. Quest’anno la mostra si presta a promuovere soprattutto creazioni di matrice femminile, in continuità con il “Progetto Ceramica Donna” e patrocinata anche dal gruppo europeo AEuCC che favorisce la cooperazione fra paesi membri per lo sviluppo di progetti relativi al settore della ceramica.

Hanno partecipato alla conferenza avvenuta il giorno 14 maggio nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo Comune di Napoli, il Vicesindaco di Napoli con delega alle Attività Produttive, Enrico Panini, l’Assessore al Lavoro, Monica Buonanno, Luisa Ambrosio, Direttrice del “Museo Duca di Martina” nella Villa Floridiana di Napoli, Valter Luca de Bartolomeis, Dirigente Scolastico dell’Istituto ad indirizzo Raro per la Porcellana di Capodimonte G.Caselli – De Sanctis e Real Fabbrica di Capodimonte, Paola Giusti, Curatrice e delle porcellane del Museo di Capodimonte. Maggiori informazioni sul sito: www.buongiornoceramica.it




Le leggende napoletane raccolte in un libro a fumetti

La presentazione del volume alla libreria Raffaello il 21 maggio 2019 alle ore 18

NAPOLI – Con gli autori dialogherà l’artista illustratore e docente alla scuola italiana di Comix, Paco Desiato, e la rappresentante dell’Iplac per la Campania, la scrittrice Nunzia Gionfriddo

Leggende napoletane, scritto da Emanuele Pellecchia e Francesco Saverio Tisi, con le illustrazioni di Gianluca Testaverde, è un libro a fumetto ˗ il primo di una serie ˗ che ha come protagonista la Napoli ammantata di mistero. Sono tante, sparse nei secoli, le leggende che affollano le sue strade, i vicoli, i palazzi e i sotterranei, e che accompagnano i cittadini come ombre silenziose. In questa prima raccolta si incontrano gli appassionati e maledetti amanti Stefano Mariconda e Catarinella Frezza, dal cui amore, breve e osteggiato, ha tratto origine la storia del “Munaciello”; poi, all’interno dei Girolamini, si viene a conoscenza del novizio Carlo Maria Vulcano, perseguitato dal diavolo; infine, con un salto nei pressi di Capodichino, s’incrocia una dolce ragazza con un segreto inquietante.
Il volume sarà presentato a Napoli martedì 21 maggio alle ore 18 alla libreria di via Kerbaker 35. Con gli autori dialogherà l’artista illustratore e docente alla scuola italiana di Comix, Paco Desiato, e la rappresentante dell’Iplac per la Campania, la scrittrice Nunzia Gionfriddo.
La Phoenix Publishing, sita a via Morghen a Napoli, è diretta da Emanuele Pellecchia. Gli altri membri sono Gianluca Testaverde, editor e illustratore; Luna Cecilia Kwok, vice editor, grafica e art director; Francesco Saverio Tisi, sceneggiatore.

“Il processo di scrittura, per me, è stato lungo e articolato”, precisa Tisi. “Essendo la mia una formazione prevalentemente teatrale, ho dovuto innanzitutto imparare a governare i metodi di scrittura dapprima cinematografica e in seguito fumettistica. Inoltre, era fondamentale che i testi risultassero fedeli alle storie originali, ma fruibili a tutte le fasce di pubblico”.

“Il mio tratto è decisamente realistico e dettagliato”, aggiunge Testaverde, “e pretendo molto da me stesso in termini di qualità, anche se il tempo a volte non lo consente (ma ci provo lo stesso). Di conseguenza, ho cercato di riprodurre in maniera fedele tutte le strade di Napoli, affinché fossero riconoscibili dal lettore, così da farlo sentire ancora più immerso nella lettura e coinvolgerlo maggiormente”.

Ma come è nato questo volume? Lo si legge nella misteriosa prefazione al testo, firmata Anonimo napoletano: “Per comprendere le peculiarità alla base del progetto, bisogna fare un salto indietro nel tempo, a quel giorno freddo e piovoso di metà novembre 2016 in cui Emanuele Pellecchia telefonò a Francesco Saverio Tisi. All’epoca il progetto era fatto di pochi appunti scritti a penna su un taccuino. Mentre Emanuele descriveva la sua idea con passione, Francesco sentiva un brivido percorrergli la schiena. A partire dal giorno dopo, i due appassionati autori passarono pomeriggi a scrivere, pensare, ideare, e in poco tempo buttarono giù l’ossatura di una web serie, da sviluppare in cinque o sei episodi, ciascuno imperniato su una leggenda specifica. La prima sceneggiatura fu basata sulla storia tragica e arcana del Munaciello di cui esistono, tra l’altro, svariate versioni. Dopo qualche mese impiegato tra riprese dei primi episodi e revisioni di sceneggiatura, il progetto fu convertito in un cortometraggio comprendente due leggende principali e vari elementi di altre storie, con inserti in motion comics ideati e realizzati da Gianluca Testaverde, amico di vecchia data di Emanuele. Il contributo, fondamentale, del talento di Gianluca, fece maturare gradualmente la determinazione di ampliare il concept di “Leggende Napoletane”, introducendo l’idea di un albo a fumetti”.

“La Phoenix Publishing ˗ racconta Pellecchia ˗ nasce dalla volontà di realizzare sogni anche su carta, infatti, è una costola della Phoenix Production Srls., già azienda di produzione e noleggio video”.
Leggende Napoletane risulta più di un fumetto, è un viaggio, una guida verso un mondo di misteri, di storie tramandate di generazione in generazione. Uno sguardo innovativo nei confronti di una tradizione che sopravvive nei secoli e per questo da non perdere di vista.
“La Phoenix si propone di mantenere un’identità dal sapore originale, cinematografico e, spesso, anche controcorrente ˗ continua il direttore ˗. Il suo tratto distintivo è sicuramente quello di riuscire ad unire diversi tipi di espressione artistica, dalla narrativa alla saggistica passando per il fumetto fino al cinema”.

Qualche piccola anticipazione su progetti futuri?
“Ne abbiamo in serbo molti, e non distoglieremo l’attenzione da opere ricche di Storia e di mistero, sia in campo editoriale che cinematografico”.




Castel Gandolfo, Focolarini: successo di presenze per l’evento sull’educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità

Grande successo di presenze per la cerimonia di premiazione del Progetto di Educazione alla Cittadinanza attiva e alla Legalità presso il Centro Mariapoli dei Focolarini a Castelgandolfo.

Il progetto rivolto alle scuole secondarie di secondo grado delle città metropolitana di Roma, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Velletri, dall’Associazione Vittime del Dovere in collaborazione con la Polizia di Stato e la Fondazione dell’Avvocatura Veliterna .

La Giornata Finale si è tenuta presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. L’interessante iniziativa giunta alla sua terza edizione, nasce dalla collaborazione tra la Polizia di Stato, l’Ordine Forense di Velletri, la Fondazione dell’Avvocatura Veliterna e l’Associazione Vittime del Dovere Onlus, che promuove da oltre un decennio la cultura della legalità nelle scuole e avvicina i ragazzi alla conoscenza delle varie amministrazioni di cui è composto il nostro Stato.

Anche questa edizione è stata un vero successo: oltre 2.000 studenti, 14 lezioni svolte, 8 Istituti Scolastici Superiori dei Castelli e Litorale aderenti e 8 comuni coinvolti.

L’incontro tra i ragazzi e la Polizia di Stato si è rivelata un’esperienza ricca di significato, con importanti momenti di confronto e dialogo ed è stato possibile grazie al prezioso sostegno della Questura di Roma e alla fattiva collaborazione del Programma Scuole Sicure della Polizia di Stato, nonché dei Commissariati di Albano Laziale, Genzano di Roma, Frascati, Marino e Roma Lido, che hanno accettato questo grande e sentito impegno per contribuire alla formazione delle nuove generazioni, per rendere manifesto ai giovani la disponibilità all’ascolto e all’intervento necessario e per rendere sempre vivo il ricordo dei moltissimi colleghi, caduti in servizio.

Anche i temi affrontati sono stati molteplici e su richiesta di alcune scuole inoltre si è tenuta una simulazione di processo, connessa all’argomento prescelto : Vittime del Dovere: patrimonio etico della Nazione – Bullismo e Cyberbullismo – La Sicurezza in Rete – Reati informatici-Violenza di genere-Contrasto alle dipendenze – sul tema delle vecchie (alcool e droga) e nuove dipendenze (internet e gioco d’azzardo)- Tutela Ambientale- Cronaca giornalistica. La Cerimonia di oggi pomeriggio si è incentrata sulla premiazione dei lavori realizzati dai ragazzi a seguito degli incontri. Infatti tutti gli studenti sono stati invitati a svolgere, relativamente alle tematiche affrontate dal Progetto, degli elaborati a scelta – realizzati in forma individuale o collettiva – utilizzando mezzi espressivi di vario tipo (testuali, grafici, multimediali. video ).

Ben 8 i Licei e le scuole premiate per i lavori presentati durante l’anno scolastico 2019. Il momento più significativo è stato la consegna delle borse di studio ai vincitori, alla presenza delle Autorità, dei Dirigenti scolastici, dei Docenti referenti delle Scuole, dei rappresentanti degli Enti patrocinatori e delle famiglie, con ciò sottolineando l’importanza di una riflessione e di un impegno comune su tematiche, che devono essere di interesse per tutti i giovani cittadini.

Al miglior elaborato è stato assegnato il Premio “Antonella Fabi”, andato al liceo Vailati di Genzano, istituito per ricordare un’instancabile collaboratrice del Progetto dalla sua prima edizione, una bravissima avvocatessa di Frascati prematuramente scomparsa il settembre scorso per un malore a soli 54 anni .

I premi sono stati consegnati dalle autorità presenti in sala assemblee : il Vicesindaco della Città Metropolitana Teresa Maria Zotta, che ha concesso il prestigioso patrocinio al progetto, insieme alla Regione Lazio e all’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio; l’Assistente Capo Ciro Nutello del Programma Scuole Sicure della Questura di Roma, la collega Daniela Di Domenico, sostituto commissario ad Albano, il Presidente dell’ Ordine Forense di Velletri, Stefano Bertollini e il Presidente della Fondazione dell’Avvocatura Veliterna, Avvocato Alessia Meloni, che ha presentato sul palco l’evento insieme ad alcune colleghe.

Tutto lo staff degli avvocati veliterni ha collaborato con passione e sensibilità al progetto rendendo possibile ogni singola lezione e la serata finale, arricchita dal corpo di ballo della scuola di danza Etoile di Genzano diretta da Katia Attenni, che ha inscenato sul palco una splendida coreografia chiamata Libertango. Sono giunti i complimenti anche del Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Velletri Francesco Prete, che non ha mai fatto mancare il suo sostegno.

Presente l’instancabile Presidente dell’Associazione Vittime del Dovere Emanuela Piantadosi e l’Avvocato Sabrina Mariotti, responsabile dell’Ufficio Legale che ha partecipato personalmente agli incontri con i ragazzi portando la testimonianza delle Vittime. L’evento finale ha visto anche una performance dal titolo “IL VIAGGIO OLTRE IL LIMITE”di Cristina Colonnetti, tratta da alcuni degli spettacoli svolti dai ragazzi del laboratorio del liceo Augusto di Roma.

Visti gli esiti lusinghieri, hanno fatto sapere gli organizzatori, il progetto verrà esteso anche ad altre scuole, affinchè possa diventare sempre di più un’occasione per tutti coloro che credono nell’istruzione, nella scuola, luogo di formazione di generazioni consapevoli, nei giovani, che sono il nostro futuro, nei confronti dei quali è giusto mettersi a disposizione. I Licei premiati sono 8 di : Velletri, Pomezia, Genzano, Albano, Ariccia, Ciampino e Grottaferrata.




Napoli, Maggio dei Monumenti 2019: aperta al pubblico la biblioteca Filangieri

NAPOLI – Aperta al pubblico la biblioteca del Museo Filangieri a Napoli per la prima volta, in esposizione il prezioso carteggio inedito tra Gaetano Filangieri senior e Benjamin Franklin, e circa quindici lettere con Melchiorre Delfico, Francesco Mario Pagano e di Filippo Briganti.

L’exhibition è nell’ambito della 25esima edizione del ‘Maggio dei Monumenti 2019’ a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del comune di Napoli dal titolo “Il diritto alla felicità di Filangieri e il ‘700 dei Lumi”. L’illuminista partenopeo ebbe nella sua breve vita una notevole corrispondenza con i più grandi filosofi, intellettuali e politici europei e degli Stati Uniti d’America, arrivando ad ispirare in Benjamin Franklin l’esigenza del “Diritto alla ricerca della Felicità” come diritto inalienabile di tutti gli uomini, inserito nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776.

La biblioteca del suggestivo Museo situato a via Duomo imponente con la sua facciata a bugnato è conosciuto anche come il “Palazzo che cammina” è si trova nella strada dei musei in pieno centro storico del capoluogo partenopeo, oltre ad esporre 10.000 volumi che consente ai viaggiatori un immersion totale nell’epoca di Filangieri potrà fruire anche dell’edizione originale della “Storia dell’Arte e dei Mestieri di Napoli e Provincia” scritta dall’illuminista giurista fondatore del museo.

In esposizione nel museo partenopeo anche diverse cinquecentine, classici latini e greci, la “Description de l’Egypte”, il fondo di D’Ambra con libretti di opere degli antichi teatri, Guide antiche di Napoli, tavole e disegni del Regno, rari libri inglesi e rari spartiti musicali. Le missive in esposizione tra Gaetano Filangieri junior e Benjamin Franklin tra cui quella del 14 ottobre del 1787 tra cui Franklin gli trasmise una copia della Costituzione che appunto venne varata il 17 settembre 1787. I fruitori potranno ammirare nell’antica biblioteca anche lettere, tra le altre, di Melchiorre Delfico che gli dice di aver letto la “Scienza della Legislazione” e di aver apprezzato i contenuti, la lettera di Bernardo Tanucci ministro del Regno quando Filangieri si trovava in Sicilia quando iniziò la sua carriera militare, ma anche “L’Elogio funebre” che fu letto nel 1799 da Mario Pagano.
“Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stessi evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità”. (Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, documento che segna la nascita degli Stati Uniti d’America, ratificato a Filadelfia il 4 luglio 1776).

Il nuovo percorso espositivo del Museo Filangieri diretto dal Direttore Paolo Jorio mette in esposizione quadri mai visti prima, tra i quali i due dipinti di Grandi che ritraggono Riccardo de Sangro e Argentina Caracciolo, il ritratto di Humboldt, dodici rari acquerelli con ricami e, in omaggio alla famiglia Filangieri, altri dipinti di personaggi legati alla nobile famiglia napoletana. Alla conferenza avvenuta il 9 maggio sono intervenuti l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele, il Direttore del Museo Paolo Jorio, il discendente della famiglia Filangieri, l’avv. Riccardo Imperiali di Francavilla nonché presidente della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli.




Calcata 4.0, #NoBavaglio: resistenza e disobbedienza le parole chiave per la prima edizione del premio giornalismo digitale

Grande partecipazione per la prima edizione del Premio di Giornalismo Digitale ideato e organizzato dalla Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati, con il patrocino del Comune di Calcata, antico borgo medioevale, in provincia di Viterbo, a circa 40 chilometri da Roma.

L’evento si è tenuto nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 maggio 2019 nella suggestiva cornice naturale del borgo di Calcata Vecchia all’interno della sala del Granarone.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 9/5/2019

“Ci candidiamo ad essere la residenza della Resistenza perché la Resistenza sta avendo molte difficoltà nel trovare una residenza in Italia, proprio per questo Calcata può esserne sede attiva con convizione e partecipazione. Dobbiamo guardare al futuro e Calcata 4.0 può contribuire a creare uno sviluppo sostenibile di questo borgo incantato che ha affascinato tanti artisti, personaggi della cultura e intellettuali”.”Le parole del sindaco di Calcata Sandra Pandolfi in apertura della manifestazione hanno ben sintetizzato lo spirito del Premio di Giornalismo Digitale ideato da NoBavaglio una rete di giornalisti e attivisti per i diritti umani e civili.

Il giornalista di Repubblica e tra i fondatori di NoBavaglio Marino Bisso lo ha definito un “non premio” in quanto l’intenzione è quella di “creare un laboratorio per valorizzare le storie delle nuove forme di resistenza e disobbedienza civile, un nuovo modello di giornalismo possibile grazie ai nuovi strumenti tecnologici inoovativi forniti dall’era digitale” Questo “non premio” è nato con la volontà di portare avanti questi lavori a Calcata ma anche a Roma e in altri ambiti al fine di promuovere a 360° le intenzioni di cui è portatore e non dare soltanto un premio spot,fine a se stesso.

“Del resto – ha detto lo storico giornalista Carlo Picozza, tra i fondatori di NoBavaglio e consigliere dell’ordine dei giornalisti del Lazio che ha inteso spiegare il senso della disobbedienza, una disobbedienza attiva che parte da queste iniziative – siamo in un mondo fatto di tanti “ismi”, egoismi che la fanno da padrone e in qualche modo sintetizzano tutti gli altri “ismi”… particolarismi, sovranismi, nazionalismi, populismi. Poi Picozza ha chiesto in forma retorico-ironica come si chiama il vicepresidente del Consiglio e ha aggiunto… ai “Salvinismi” (video Picozza).

È intervenuto anche il presidente del Biodistretto della via Amerina Famiano Crucianelli, il quale rappresenta una associazione che raccoglie tredici comuni del basso Viterbese, e della quale fanno parte gli agricoltori che praticano coltivazioni biologiche. Crucianelli ha puntato l’accento sulla necessità di tutelare l’ambiente per evitare disastri ambientali irreversibili: “(video Crucianelli ) la nocciola è stata e sarà una ricchezza. Però se la sua coltivazione continua senza regole, e senza rispetto per ambiente, suolo, acqua, aria arriverà a compromettere la salute delle persone e il territorio”.

Tra i sostenitori di Calcata 4.0 c’è la Cgil Roma Nord, Civitavecchia, Viterbo: “Una organizzazione sindacale intesa come luogo di confronto che ha come fondamento i principi di uguaglianza e di solidarietà e come caposaldo i diritti sociali e civili su cui si basa la nostra Costituzione – ha spiegato Stefania Pomante segretaria generale -e proprio per queste ragioni promuoviamo forme di attivismo civico che comportano l’esercizio di responsabilità nell’ambito delle politiche pubbliche soprattutto al fine di sostenere i soggetti in condizione di debolezza”.

Le inchieste giornalistiche scelte dalla giuria si sono distinte per aver affrontato tematiche inerenti la lotta alle diseguaglianze e nuove povertà; immigrazione e inclusione sociale; difesa dell’ambiente e nuove periferie. Per la selezione dei lavori video giornalistici, curata dalla Rete NoBavaglio in collaborazione con Castelnuovo Fotografia e CiviTonica e GVpress , è stata creata una giuria formata da esperti del settore e da personalità della cultura, tra le quali: Paolo Portoghesi, architetto e urbanista, Enrica Scalfari direttrice di Agf, Pietro Suber giornalista Mediaset e responsabile Carta di Roma, Marino Bisso giornalista La Repubblica e Rete NoBavaglio, Elisabetta Portoghese direttrice artistica ‘Castelnuovo Fotografia’, Carlo Picozza Ordine dei Giornalisti del Lazio, giornalista La Repubblica, Valerio Piccioni giornalista Gazzetta dello Sport e promotore della ‘Corsa di Miguel’, Ugo Baldi giornalista Il Messaggero, Cristina Pantaleoni responsabile di ‘GVpress – Associazione italiana dei giornalisti-videomaker’, Famiano Crucianelli presidente Bio distretto della Via Amerina, Ivano Maiorella direttore Giornale Radio Sociale, Roberto Pagano giornalista Forum Terzo Settore del Lazio, Alessia Marani giornalista de Il Messaggero, Giuseppe De Marzo responsabile Politiche sociali Libera e Rete dei Numeri Pari, Vincenzo Vita direttore Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio-AAMOD, Leandro Palestini giornalista e critico televisivo, Daniele Macheda giornalista Rai News 24, Vanessa Losurdo responsabile dell’associazione Civitonica.

I docufilm premiati:

Nonostante Roma di Tiziano Locci; Inshallah Europa, (Non)Persone di Chiara Ercolani, Alessandra Mancini, Giulia Monaco Giulia, Valentina Nardo; Made in Trullo, di Bruno Pace; Vite Sospese, di Floriana Bulfon e Ivan Corbucci; Dentro le baraccopoli nascoste nel cuore di Roma, di Sara Giudice (Piazza Pulita); Non Tacere, di Fabio Grimaldi; A scuola anch’io, di Simona Filippini (Rete Scuolemigranti); Speciale roghi in Campania, di Lorenzo Giroffi e Giuseppe Manzo (Radio Televisione Svizzera); Dino, il pensionato che sfama i senzatetto, di Simona Berterame (Fanpage); Viaggio tra Italia e Tunisia: se non vale il diritto di asilo, di Angela Nittoli; Bastogi, Franca aspetta una casa popolare da 24 anni, di Veronica Altimari (RomaToday ); Beni confiscati, di Stefano Cioni (Lega Coop sociali); This must be the place, di Luigi Narici (Action Aid ); Torre Maura: un ragazzo sfida CasaPound di Alessandro Serranò.

Il premio speciale Calcata 4.0 è stato conferito a Simone di Torre Maura, con la proiezione del docuvideo di Alessandro Serranò.

Molto interessante la proiezioni: “1938 Quando scoprimmo di non essere più italiani” di Pietro Suber con l’autore e il giornalista Carlo Picozza e Matteotti. Poi l’ultimo scatto con Italo Arcuri, autore del libro Il corpo di Matteotti, Tano D’Amico, Paolo Grassini e Marino Bisso e la proiezione dell’inchiesta video su Matteotti, la pista delle tangenti nere.

Suggestiva la mostra fotografica ‘Calcata, una storia di disobbedienza’ e molto apprezzata la cultura del territorio attraverso la scoperta e la conoscenza dei prodotti, del cibo, dei vini locali grazie alle competenze dello staff di Terra Mia, Cucina & Cantina un laboratorio dei sapori specializzato nella cultura enogastronomica della Tuscia.

La trasmissione web tv Officina Stampa con la regia di Ivan Galea e la conduzione di Chiara Rai, entrambi aderenti alla rete NoBavaglio hanno seguito tutto l’evento: “Esprimiamo grande apprezzamento – hanno detto Galea e Rai – per i lavori di attiva resistenza presentati durante questa ricca edizione del premio di giornalismo digitale che anno dopo anno riuscirà ad affermare sempre di più i valori di cui è portatore”




Anno Leonardiano, Francesco Guadagnuolo presenta due sculture

L’artista italiano Francesco Guadagnuolo rievoca Leonardo Da Vinci con due sculture “Leonardo adolescente: dal volo degli uccelli all’aeroplano” e l’altra “Il vero ritratto di Leonardo da vecchio”.

Per la prima scultura di Guadagnuolo “Leonardo adolescente: dal volo degli uccelli all’aeroplano” è ispirata all’adolescenza di Leonardo vissuto a Vinci (FI), attendo all’osservazione della natura della campagna circostante dove egli trova straordinario il creato delle piante, delle rocce, degli animali e degli uccelli, con questo si comprende, la tanta importanza che ciò ha avuto nella formazione di Leonardo.

La parola “conoscere” dall’adolescenza in poi è stato il suo interesse principale. Leonardo scriveva sui suoi quaderni: “Io domando”, investigare sul mistero del mondo era la sua priorità. Da sempre attratto dal volo degli uccelli cui si è dedicato a lungo, fabbricò una macchina a loro immagine e somiglianza, anticipando genialmente quello che secoli dopo hanno chiamato “aeroplano”. Leonardo, ricorderà, come segno premonitore, che un uccello gli batté il becco sulle labbra. Volare, è stato da sempre il sogno dell’uomo e Leonardo apprese del volo concetto e meccanica, natura e ingegneria; la contaminazione delle arti e delle scienze sono state da sempre nello spirito di Leonardo tanto da far scrivere al Vasari “Dovunque, l’animo volse alle cose difficili”.

L’installazione-scultura transrealista “Leonardo adolescente: dal volo degli uccelli all’aeroplano” di Francesco Guadagnuolo realizzata per l’Anniversario dei Cinquecento anni dalla morte di Leonardo, unisce e fonde tempi diversi che dialogano tra loro e vuole indicare la strada di Leonardo come sin dall’adolescenza si era impegnato nell’osservare la natura ed era affascinato dal volo degli uccelli premonizione dell’aereo futuro. Questo vuole dirci Guadagnuolo del genio leonardesco: essere riuscito a pensare una macchina che potesse volare imitando sia nell’aspetto sia nella funzionalità i volatili. Tramite l’esperienza, Leonardo arrivò alla comunicazione della legge della meccanica, come a qualunque azione ne coincide una contraria. Leonardo sosteneva essere necessaria una parte trainante (di un motore) che aiutasse alla sua invenzione la sua macchina volante per giungere alla concretizzazione di un volo lungo e duraturo.

Nell’installazione di Guadagnuolo l’aeroplano viene inserito addirittura sopra la testa come geniale intuizione, mentre il volatile nell’attimo che vola sul torso andando a colpire Leonardo sulle labbra, come narra lui stesso. In basso è installato un libro Enciclopedia del sapere, simbolo della genialità leonardesca. Sopra il libro, una provetta che prende la sembianza della Terra con all’interno un veliero come viaggio simbolico di colui che si è interessato su tutto ciò che comprende lo scibile umano. Le predilezioni di Leonardo erano: comprendere l’anatomia Umana e le energie disciplinanti le leggi dell’Universo. Nella scultura-installazione di Guadagnuolo si nota la Terra disegnata sull’ampolla, simbolo di osservazione e sperimentazione, “Non è vera scientia se non addimandata alle matematiche dimostrazioni” ebbe a scrivere Leonardo, interrogandosi su tutto, preannunciando Galileo e Bacone. Da siffatto livello intellettivo scaturisce l’importanza dei suoi studi, dei suoi progetti e dei calcoli matematici. L’opera di Guadagnuolo, è tutta posta su tre simboli: il volo degli uccelli, l’aeroplano e la provetta delle sperimentazioni è su queste caratteristiche che l’artista fa concentrare lo sguardo; dunque passato e presente si fondono per creare un nuovo transreale connubio artistico.

Descrivendo la seconda scultura di Guadagnuolo “Il vero ritratto di Leonardo da vecchio”, l’artista vorrebbe mostrare il vero ritratto da vecchio di Leonardo Da Vinci. Dopo un’attenta analisi, il Mº Guadagnuolo è arrivato a questo ritratto avendo percorso diverse strade di studio che sono state portate avanti, da alti esperti con diverse interpretazioni del suo vero ritratto. Guadagnuolo lo concepisce all’interno di una valigia custode della memoria della vita di Leonardo, sopra la valigia, il ritrovamento ipotetico del suo teschio. Come detto, diversi studi sono stati compiuti per rilevare il vero aspetto di Leonardo Da Vinci e sono pubbliche poche opere ritraenti un uomo con barba che viene visto da alcuni studiosi come Leonardo Da Vinci.

Il ritratto più noto è quello custodito nella Biblioteca Reale di Torino, ed è stato realizzato attorno al 1500, quando Leonardo aveva più di 60 anni. Secondo taluni esperti, il disegno a sanguigna non raffigura Leonardo Da Vinci ma il volto di un vecchio, calvo sulla fronte, con barba e lunghi capelli, certamente disegnato da Leonardo ma pare che non è il suo autoritratto. Infatti, secondo testimonianze dell’epoca, la sembianza reale di Leonardo era differente.

Nella scultura che ritrae Leonardo Da Vinci del Mº Guadagnuolo, la testa non è calva, ma mostra capelli lunghi che partono dal capo, secondo le testimonianze dell’epoca, ed un viso di un uomo anziano con barba lunga. Lo sguardo è disteso, dall’espressione seria, i particolari del volto indicano un atteggiamento forte e deciso. Le linee del volto, sono evidenti e quindi segnano il tempo trascorso che esibisce rugosità sulla faccia, vicino agli occhi, sopra la bocca e sulle guance. Lo sguardo è particolare, sembra che osservi ed appare mutevole, enigmatico. L’artista ha trasfuso uno stato d’animo malinconico, chiuso in un certo mistero. I contorni del volto non sono perfettamente rappresentati, ma consentono la forma, come se sparisse nell’ombra. Questo riporta una certa vitalità alla configurazione: come solerte ad avanzare, quasi a parlare. Per la realizzazione della capigliatura di Leonardo l’artista ha seguito e si è avvalso della collaborazione professionale dell’acconciatrice Lucia Coppola.

L’opera di Guadagnuolo respira un’aria metafisica, osservandola si rimane impressionati, il ritratto di Leonardo sembra uscire da una dimensione impenetrabile nonostante si tratta di un’opera transrealista, che dialoga con il suo teschio idealmente ritrovato. La pelle del volto biancastra, segnata dal tempo, come rinvenuta da un utopistico sepolcro il cui volto di Leonardo da Vinci prende vita nella scultura di Guadagnuolo. La valigia è stata in questi cinquecento anni custode del suo testamento e della memoria leonardesca, grazie alla conservazione del suo amico allievo Francesco Melzi. Infatti, ereditate tutte le opere e i manoscritti artistici e scientifici di Leonardo Da Vinci, li traslocò a Vaprio d’Adda nell’abitazione famigliare e furono custoditi fino alla sua morte.

Leonardo è morto in Francia ad Amboise, il 2 maggio del 1519. Qualche settimana prima della morte, compilò il suo testamento, firmandolo di fronte al notaio Guglielmo Boreau, alcuni testimoni e al suo amico Francesco Melzi. Nella dichiarazione desiderava dopo la morte essere sepolto nella Chiesa di Saint-Florentin. Infatti, dopo la sua morte, fu seppellito nella Chiesa che purtroppo, dopo qualche tempo, fu demolita. La sepoltura venne dispersa negli scontri tra ugonotti (protestanti francesi) e cattolici. Anche se nel 1874 alcuni resti trovati vennero sepolti nella Cappella del Castello di Saint-Hubert ad Amboise, nessuno può dire che quei resti presenti nella Chiesa di Saint-Florentin appartengano a Leonardo Da Vinci, permane l’enigma della sua sepoltura.




Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale compie 50 anni: al Quirinale la mostra “L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia”

ROMA – Il Palazzo del Quirinale ospita, fino al prossimo 14 Luglio, nelle sale della Palazzina Gregoriana la mostra L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia, curata dal prof. Francesco Buranelli.

L’esposizione è realizzata in occasione del 50° anniversario dell’istituzione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, un reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri istituito il 3 maggio del 1969 per contrastare i crimini a danno al patrimonio storico artistico italiano.

Cinquant’anni di intensa attività investigativa e di raffinata diplomazia culturale hanno permesso al benemerito reparto di salvare e di restituire al patrimonio storico artistico del nostro Paese quasi due milioni di opere d’arte di tutti i tempi, tra reperti archeologici illecitamente trafugati dal territorio nazionale, dipinti, mobilio, vasellame, arredi liturgici strappati fraudolentemente da musei, luoghi pubblici, chiese e abitazioni. Un inestimabile patrimonio culturale vergognosamente vilipeso da ladri ignoranti e da collezionisti senza scrupoli, sradicato dal territorio e dai legittimi luoghi di provenienza per essere venduto sul mercato antiquario internazionale.

Nella mostra, inaugurata dal Presidente Mattarella, presenti il Ministro per i beni e le attività culturali,
Alberto Bonisoli, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A.
Giovanni Nistri e il Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela del
Patrimonio Culturale, Gen. B. Fabrizio Parrulli, sono esposti alcuni dei più significativi beni culturali recuperati nell’arco
di mezzo secolo di attività investigativa, unitamente a opere restituite al
patrimonio artistico nazionale  grazie all’azione di diplomazia culturale
messa in atto di concerto con il Ministero per i beni e le attività culturali.

I visitatori possono ammirare oggetti che sono stati trafugati da chiese,
musei, aree archeologiche, biblioteche e archivi, e conoscere nel contempo la
storia del loro recupero; in mostra sono esposti anche alcuni beni messi in
sicurezza nelle zone dell’Italia centrale colpite dai drammatici eventi sismici
del 2016. Personale specializzato guida i visitatori lungo il percorso
espositivo e nella consultazione della banca dati disponibile online.

Tra i capolavori presenti in mostra, un centinaio, la Madonna di
Senigallia 
di Piero della Francesca, il Cratere di Euphronios,
il Trapezophoros, la Triade Capitolina, Il giardiniere di
Vincent Van Gogh, Le Cabanon de Jourdan di Paul Cézanne, le
oreficerie Castellani, la Sacra Famiglia con una Santa di
Andrea Mantegna, lo splendido cratere a mascheroni apulo a
figure rosse attribuito al Pittore di Dario e databile intorno al 330 a.c., in dotazione al Museo Nazionale di Taranto
(MarTa) e restituito nel 2009 dal Museo di Cleveland.

L’ideazione e la progettazione dell’allestimento è di Michelangelo Lupo, il
catalogo della mostra è edito da De Luca Editori d’Arte.

Giorni di apertura:

– dal 5 maggio al 14 luglio 2019 nei giorni di martedì, mercoledì,
venerdì, sabato e domenica. Orario: dalle ore 10.00 alle
16.00 (ultimo ingresso ore 15.00).

Giorni di chiusura:

– lunedì e giovedì.
La mostra è chiusa anche dal 31 maggio al 2 giugno 2019.

L’accesso alla mostra
non comprende la visita al Palazzo del Quirinale ed è gratuita, previa
prenotazione obbligatoria al costo di € 1,50.

Occorre prenotarsi con le seguenti modalità:

Online sul sito http://palazzo.quirinale.it

Tramite Call Center, tel. 06 39.96.75.57, o presso l’Infopoint, salita di Montecavallo 15.




Marsala: al via le manifestazioni Garibaldine 2019

Promosso dall’Amministrazione comunale, dal Comitato dei Circoli velici e dalla Federazione Italia Vela, l’annuale appuntamento istituzionale si avvale della collaborazione di diverse Aziende produttive ed economiche del territorio, come hanno sottolineato il sindaco Alberto Di Girolamo e gli assessori intervenuti all’incontro con i giornalisti.
Assieme a mostre e convegni, enogastronomia e musica, animazioni ed esibizioni, anche il Trofeo velico “Garibaldi Challenge Marsala”, giunto alla 4^ edizione. 
Giornata clou, Sabato 11 Maggio – ricorrenza dello storico Sbarco dei Mille del 1860 – salutata dalla “Veleggiata Inaugurale” sul campo di regata antistante il Monumento ai Mille. Prima però, a Villa del Rosario, l’omaggio alle Vittime civili dell’11 Maggio 1943, la concomitante ricorrenza in cui Marsala subì un nefasto bombardamento aereo.
Il programma è online sul portale turistico https://www.turismocomunemarsala.com/manifestazioni-garibaldine.html




Nemi, grande attesa per Borgo Divino dal 17 al 19 maggio

Tre giorni di eventi e appuntamenti tematici per brindare alla primavera, in diretta radiofonica su Dimensione Suono Soft,aspettando la 86° Sagra delle Fragole di Nemi del 2 Giugno. I cinquanta buoni motivi per scegliere Nemi all’insegna del buon bere
 
Mancano soltanto pochi giorni alla quinta edizione di Borgo DiVino, la manifestazione nel cuore dei Castelli Romani dedicata alla migliore produzione enologica italiana e internazionale.

L’evento raccoglie anche il plauso del Sindaco di Nemi,Alberto Bertucci, che dichiara: Siamo entusiasti di questa nuova edizione. Il nostro paese, oltre ad essere apprezzato per le fragole e i fiori, ora lo è anche per il vino. Abbiamo, infatti, il piacere e l’onore di ospitare, dopo averlo anche creato, un evento di alto spessore che promuove uno dei prodotti di eccellenza del made in Italy e non solo.

La città di Nemi si veste a festa. Dal 17 al 19 maggio, il centro storico del piccolo borgo a pochi chilometri da Roma torna ad ospitare Borgo DiVino, la fortunata kermesse enologica – giunta quest’anno alla sua quinta edizione – organizzata da CastelliExperience in collaborazione con il Comune di Nemi. A raccontare cosa succederà in questi 3 giorni all’insegna delle eccellenze enologiche e non solo, sarà Dimensione Suono Soft, emittente regionale del gruppo RDS dedicata al benessere  e media partner di Borgo DiVino.

Nato con l’idea di offrire un’occasione di visibilità alle cantine dei Castelli Romani, l’evento ha riscosso sin dalla prima edizione un importante successo di pubblico, crescendo e arricchendosi di anno in anno e affermandosi come appuntamento di punta del settore nella Regione Lazio. Anche l’edizione 2019 presenta interessanti novità, a partire dallo sponsor tecnico Wineowine, enoteca digitale che propone nel suo catalogo vini di altissima qualità prodotti da piccoli vignaioli provenienti da tutta Italia.

L’offerta enologica sarà suddivisa in 6 macro-aree tematiche, che renderanno il percorso di degustazione una vera e propria esperienza sensoriale attraversando molte delle eccellenze italiane: Castelli Romani e Lazio, Colline Toscane, Calici di Calabria, Artigiani del vino, Bollicine, Produzioni naturali.

Uno spazio specifico, poi, sarà dedicato ai Top Wine, un richiamo ideale all’eccellenza della produzione enologica italiana che nel 2018, secondo i dati ISTAT, ha raggiunto una produzione pari a 52,9 milioni di ettolitri, in forte crescita rispetto ai 46,1 milioni del 2017 e il secondo livello più alto dell’ultimo decennio, dopo i 54,1 milioni del 2016.

Per apprezzare meglio i calici presenti a Borgo DiVino, nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 maggio il centro storico ospiterà delle Master Class con sommelier esperti che proporranno dei percorsi di degustazione dedicati ai Vini premiati d’Italia e alle tematiche del Biologico e Biodinamico.

Spazio anche alla gastronomia, con l’incontro tra i prodotti del territorio (e non solo) e i vini italiani da sempre protagonisti della manifestazione. Vera curiosità di #BorgoDiVino5 (questo l’hashtag ufficiale scelto dagli organizzatori per veicolare il messaggio dell’evento sui social network) sarà l’area Sushi in terrazza, dove la tradizione nipponica incontra i migliori calici d’Italia. Un abbinamento che “profuma di novità” alla ricerca di un collegamento ideale tra i vigneti del Bel Paese e i piatti del Sol Levante.

Non solo degustazioni. Durante i tre giorni della manifestazione, Nemi e il suo splendido centro storico, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, permetterà di scoprire angoli e scorci unici, con il suggestivo affaccio sullo “Specchio di Diana”. Previsti anche tanti contenuti correlati, dall’arte allo spettacolo, per un weekend davvero di…vino!

Per il programma completo e per restare sempre aggiornati sulle novità di Borgo DiVino è possibile visitare il sito https://www.castelliexperience.it/eventi/borgo-divino/ e la pagina Facebook dell’eventohttps://www.facebook.com/events/2425087001046302/.

Per favorire una migliore fruizione del centro storico, durante la manifestazione il traffico veicolare sarà limitato. Contestualmente, l’Amministrazione comunale di Nemi attiverà un servizio navetta ad alta frequenza a disposizione dei visitatori, che potranno così facilmente raggiungere l’ingresso di Borgo DiVino, in Piazzale Roma.

Per il sindaco di Nemi Alberto Bertucci “È motivo di orgoglio per l’amministrazione Comunale di Nemi organizzare insieme a CastelliExperience la quarta edizione di un evento così importante. Una tre giorni che vede il nostro territorio confrontarsi a livello nazionale e non solo in qualità di prodotti Vinicoli. In questa edizione abbiamo puntato molto all’unione di questa manifestazione a quella più atteso a Nemi: “La Sagra delle Fragole 2018” che si svolgerà il 2 giugno, subito dopo “Borgo DiVino”. Insomma per Nemi è atteso un mese di Maggio e Giugno ricco di eventi.