Parigi, Catherine Deneuve ricoverata per un malore: è grave

Catherine Deneuve è stata ricoverata a Parigi dopo un malore nella notte tra ieri e oggi: è quanto rivela Le Parisien. Secondo il giornale, l’attrice di 76 anni sarebbe in “condizioni gravi”, da non sottovalutare, e necessita di esami approfonditi. Fonti a lei vicine citate da BFM-TV, parlano di una “botta di stanchezza” dovuta all’agenda molto fitta. L’icona del cinema francese è impegnata, dal mese scorso, sul set dell’ultimo film di Emmanuel Bercot, ‘De son vivant’, con Benoît Magimel.




Marino, successo per BiblioPop: un giorno capitale del pensiero di Gramsci

MARINO (RM) – Sala strapiena a Marino per BiblioPop, l’incontro che ieri ha avuto al centro il pensiero e la vita di Antonio Gramsci.

La presenza del vicesindaco, assessore alla cultura del Comune di Marino, è stata lì a testimoniare l’importanza dell’appuntamento. Così come l’intervento breve, una chicca, dello scrittore Marco Onofrio ha trovato modo di inserirsi nel confronto del tema modernità del digitale e della robotica rispetto alla consegna alla nostra analisi attuale circa la connotazione di classe operaia, ovvero di classi subalterne (intervento sottolineato da Andrea Sonaglioni, segretario della Federazione Castelli romani del PCI anche in risposta a domande dal pubblico) e il tema gramsciano dell’umanesimo che vede appunto gli uomini assaltati dall’alienazione (per altro categoria ampiamente marxista).

Questo input, in realtà appartiene al volgere ultimo della serata di incontro gramsciano, ha mostrato un pathos ed una passione viva che si è dipanata nelle ore trascorse a presentare, sezionare, sviscerare, e, soprattutto – con intento pedagogico vero, alla Antonio Gramsci -, come hanno mostrato lo storico Alex Hobel e il protagonista della serata, il prof. Angelo d’Orsi, di cui si presentava l’ultima fatica (la prima edizione dopo 45 anni di studio e ricerca, la seconda ora) leggibile nel testo “Antonio Gramsci. Una nuova biografia”.

Le copie, fornite dalla locale libreria ”Cavour” di Frascati sono andate a ruba ed è stato necessario ricorrere alla prenotazione per la consegna, tra qualche giorno, di ulteriori copie del libro. Mauro Avello, segretario del Circolo Italia Cuba “Gino Donè” (nonché portavoce della neonata proposta coalizione dei comunisti e della sinistra, “Essere Marino”), ha presentato, con domande specifiche, via via gli oratori che non hanno deluso affatto. E’ stato coadiuvato, con la solita efficacia stile BiblioPop, dalla introduzione di un breve filmato di Ascanio Celestini su Gramsci, e dalla proiezione in loop di una selezionata serie di frasi di Antonio Gramsci, leggibili sullo sfondo parete mentre c’era in atto la spiegazione e illustrazione di alcuni dei temi del libro e del pensiero gramsciano. In modo puntuale, il rappresentante dell’Ambasciata di Cuba a Roma, Mauricio Martinez Duque, ha citato, letto e commentato tre passaggi del testo di d’Orsi per mostrare gli importanti temi che mostrano come la presenza del “metodo” e delle implicazioni teoriche e politiche del pensiero gramsciano abbiano determinato le scelte della Rivoluzione cubana e la stessa prosecuzione della Rivoluzione permanente che Cuba continua a vivere: una sorta di conferma della teoria gramsciana che la Rivoluzione bolscevica nella Russia del 1917, non era ripetibile negli stessi modi nel mondo dove il capitalismo “maturo” stava evolvendo ed imperava. Del resto, tutto il dipanarsi della struttura del libro, e quindi della proposta intellettuale di Angelo d’Orsi, l’ha svolta diligentemente, chiaramente, e ascoltata in laico silenzio dalle persone che hanno affollato l’aula, Alex Hobel. Quasi a mostrare che l’ossatura che tiene tutto insieme è proprio quella intuizione del professore torinese che il pensiero di Gramsci è insieme le cose che ha scritto, quelle che ha elaborato, quelle che ha scritto per sé, intanto che i contesti della propria vita mutavano, come tutte le persone. L’infanzia e le implicazioni fisiche e cognitive del primo apprendimento; le vicende familiari e dell’economia familiare che inducono a sacrifici; la scelta traumaticamente vissuta del trasferimento “al continente” nella Torino dell’università, nella Torino operaia, nella Torino dell’impegno giornalistico ed intellettuale, nella Torino dell’impegno politico. Fino a giungere al suo matrimonio, a cruccio del padre che non potrà svolgere tale ruolo, il carcere fascista che lo condurrà alla morte per scelta del regime mussoliniano. Un tracciato, insomma, che è vita e pensiero. Perché, come illustra Hobel indicizzando schematicamente l’opera di d’Orsi, la contestualizzazione della vita, e delle situazioni, con il ruolo centrale ad esempio di Giulia, sua moglie, in libertà e nei rapporti epistolari quando era in carcere, sono essi stessi la base, il substrato che si mischia con le conoscenze del sapere e da lì si comprende quale approccio “davvero umano” il pensatore, il capo politico, il rivoluzionario, l’intellettuale “organico alla classe”, abbia potuto elaborare, non giustapponendo semplicemente asettiche logiche di pensiero “a tavolino”, ma tumultuose idee da far scaturire nel dipanarsi della vita: quella normale e quella drammatica e tragica perfino. Per questo, gli interventi, in successione, a cui è stato “costretto” dalle interlocuzioni e dalle domande del pubblico al quasi afono Angelo d’Orsi, hanno al meglio chiarito già questa ottima presentazione degli oratori precedenti. E l’autore – che oggi, tutto questo, riproporrà in modo “accattivante e affabulatorio” come è stato detto, nel racconto teatrale del suo “Un Gramsci mai visto”, con idee, pensiero, e brani di vita di Gramsci, accompagnate da musiche e voci eccellenti, che si terrà a Marino, Teatro Vittoria Colonna alle 18.00 – ha avuto platea attenta, già pronta a vedere come l’ordito di presentazione si tesseva a mostrare la figura intera che nella sostanza del pensiero e nella bellezza della verità di vita può essere mostrata per intero. Illustra il professore come nasce l’attenzione e la valutazione e la scelta della Torino operaia, della Torino delle fabbriche (sostanzialmente la Fiat e i satelliti attorno) siano diventati centrali nelle proposte teoriche e politiche di Gramsci che sostiene i consigli di fabbrica; di Gramsci che individua qui la avanguardia sia della classe operaia che della statualità (socialista) che potrà venire. Ma fallita l’analisi e la lettura – esempi lampanti, illustra d’Orsi, sono stati per Antonio Gramsci, lo sfilacciamento di quella che doveva essere l’avanguardia, e proprio nel momento più duro con l’occupazione delle fabbriche – che veniva fatta, soprattutto da Mosca, della situazione italiana, senza mezzi termini, il pensatore e guida comunista, indica una diversa lettura della realtà e mette in campo, appunto, la necessità, la possibilità, di avere approccio rivoluzionario anche perseguendo traguardi intermedi. Pure utilizzando, raggiungendo, facendo vivere fasi non socialiste, non comuniste. Dice d’Orsi, mostrando Gramsci, perfino in relazione col pensiero di Rosa Luxemburg: riformismo e ocialismo, non sono antitetici se siamo ad una fase preordinata a questi. Quindi ottenere vantaggi, per la classe degli sfruttati, ottenere democrazia invece che svolgimento in regime antidemocratico o ristretto, è giusto, coerente, realizzarlo invece che incunearsi nella teoria del socialfascismo senza soluzione. Qui, nell’area del capitalismo maturo, per semplificare: in occidente, in Europa. Forse, la maggior presa (pedagogica) illustrativa Angelo d’Orsi, l’ha ottenuta quando ha spiegato una cosa apparentemente relegata al “mondo accademico” ovvero ai famigerati “addetti ai lavori”: la questione della divisione nella trattazione del pensiero gramsciano, tra coloro che sostengono la bontà di proporre cesura tra la produzione in carcere di Gramsci e la produzione antecedente. In modo netto, d’Orsi propone come errato lo schiacciamento, per le implicazioni che ne seguono che sembra quasi si siano privilegiate a scanso della vera ricerca scientifica, solo sui quaderni. Propone invece, il nostro espositore, una posizione dialettica tra le due grandi produzioni, per altro neppure complete. Per questo egli crede che la posizione della Fondazione Gramsci sia al di sotto della necessità e possibilità della produzione di studi di merito. Del resto, forse tali scelte nascono da lontano: basti pensare al tenore (pur in assenza di nuovi apporti documentali giunti sulla scena solo dopo il 1991 come il carteggio della famiglia di Giulia) della Fondazione (Ovvero Istituto Gramsci) all’epoca della direzione di Gerratana, Spriano, Santucci; e alla svolta delle gestioni successive. Così, oggi, senza che nessuno lo abbia mai velato durante tutta la presentazione del volume di d’Orsi, si è giunti a chiudere questa davvero bella serata, coronata da successo e soddisfazione con un fare molto intrecciato tra teoria e prassi, tra aspetto di ricerca e politica. Non a caso, l’autoproclamazione di essere un “cane sciolto” da parte di d’Orsi, è stato immediatamente smentito da se stesso quando additando l’assemblea come corposamente composta da comunisti, ha detto sullo svolgimento dei lavori: bene voi intervenite, poi (come si fa nelle migliori riunioni di partito) mi assumo io l’onere delle conclusioni. E, a giudicare dagli applausi forti, calorosi e convinti sono state, conclusioni condivise. Quali erano succintamente? Lo stato della ricerca su Gramsci è in continua permanente evoluzione: 20.000 titoli che commentano e illustrano singoli aspetti o dialogano col parti o tutto il pensiero di Gramsci. Tutto ciò in 41 lingue differenti nel mondo. Quindi se questa è la mole e se le stessi fonti di documenti sono in aumento (quindi non c’è solo da interpretare criticamente il già noto, ma studiare il nuovo che riemerge dall’abbandono o dagli armadi chiusi), il vero compito di studiosi, di politici, della sinistra e dei comunisti se non vogliono trovarsi spiazzati è proprio il ricorso al riconoscimento che una base di pensiero comune – in questa disgraziata epoca di divisione dell’atomo nella galassia comunista e di sinistra – diventa necessaria ed è proprio il pensiero originale di Antonio Gramsci.




Trent’anni di Profondo Rosso store. Intervista al regista Luigi Cozzi

Trent’anni di Profondo Rosso, lo store, nel cuore di Roma (via dei Gracchi), dedicato all’horror, alla fantascienza, ai gialli e al mistero, inaugurato il 31 ottobre 1989 dal “maestro del brivido” Dario Argento. Un punto di incontro non solo per gli amanti del genere, una bottega, originale, tagliente, nella quale immergersi, in un lungo e affascinante viaggio, e trovare curiosità cinematografiche o letterarie capaci di stuzzicare, appagare la fantasia. Nei sotterranei il “Museo degli Orrori”, assolutamente da visitare.

Entriamo e
veniamo subito travolti da un’atmosfera surreale, bizzarra, incantevole, tra l’onirico
e il fiabesco. È una giornata particolare, importante, un grande traguardo, che
si conclude questa sera con l’attesa visita di Dario Argento, che celebra,
insieme ai suoi fan, i trent’anni di attività. Ci accoglie Luigi Cozzi, regista, sceneggiatore e scrittore, particolarmente
attivo nella cinematografia di fantascienza e horror, collaboratore e,
soprattutto, amico di Argento. E parlare con lui, uomo di grande spessore
culturale, è un po’ come sfogliare un libro dedicato alla storia del cinema.

Tra le mani la
nuova antologia di racconti “Le Case dei
Fantasmi
”, scritti insieme a Sergio
Bissoli
e sul bancone, invece, tra maschere suggestive, sceneggiature, dvd
e zucche di halloween, notiamo la locandina del suo ultimo film: “La battaglia di Roma-1849”, attenta ricostruzione
della Repubblica Romana, dalla creazione alla caduta, che sarà presentato in
anteprima a novembre nella Biblioteca
Angelica
.  

“L’idea dello
store – esordisce il regista – è venuta nel 1988 a Dario Argento, che ne ha
affidato la realizzazione pratica a me. Il negozio è stato aperto al pubblico
in occasione dell’Halloween del 1989, esattamente trent’anni fa. Da allora
offriamo al pubblico degli appassionati italiani e stranieri dvd, blu-ray,
maschere, costumi, pupazzi, libri, cd, vinili, poster, magliette, oggetti di
arredamento, make up e ogni altra cosa che riguardi i film italiani e stranieri
di fantascienza, horror, fantasy e thrilling vecchi o nuovi. Inoltre, nei
sotterranei del negozio si può visitare il Museo degli Orrori di Dario Argento,
un’esposizione di elementi scenografici, trucchi, effetti speciali e pupazzi
meccanici usati dal celebre regista durante la realizzazione dei suoi celebri
film”.

E com’è
nata la collaborazione con Dario Argento?
“Ho iniziato a collaborare
con Dario nel 1970, quando lui stava girando il suo secondo film, Il Gatto a nove code, il nostro
rapporto di lavoro e di amicizia dura ancora oggi, cinquant’anni dopo”. Com’è
cambiato negli anni il cinema dell’orrore/fantascienza?
“Beh, tantissimo,
così come sono cambiati più in generale anche il cinema e il mondo, la
società…”

E mentre il
regista del brivido torna in Tv con la serie Longinus, sospesa tra il reale e il soprannaturale, Luigi Cozzi, il
cui esordio alla regia avviene nel 1969 con la pellicola fantascientifica Il tunnel sotto il mondo, presentata al
Festival del film di fantascienza di Trieste, si appresta a presentare la sua ultima
opera, un’incursione nella Roma papalina tanto cara a Luigi Magni. Dopo “Blood on
Méliès’ Moon”
del 2015, firmato con lo pseudonimo Lewis Coates e editato da Profondo Rosso Edizioni, e successivo film
per i ragazzi “I piccolo Maghi di Oz” (2018),
realizzato con i bambini dell’Istituto Comprensivo Scuola Elementare Piaget
Majorana di Roma.

“Il nuovo film
si intitola LA BATTAGLIA DI ROMA-1849,
e a novembre lo presento in anteprima in collaborazione con il ministero alla
biblioteca Angelica. Ho scelto di ricostruire la storia della creazione e della
caduta della Repubblica Romana, in quanto la sua costituzione, redatta da
Giuseppe Mazzini, era così moderna e liberale da essere stata usata poi come base
nella stesura della costituzione dell’attuale Repubblica Italiana. Inoltre, la
lotta per la libertà sostenuta da Mazzini, Garibaldi e tanti cittadini romani in
quell’occasione era piena di episodi di eroismo e di abnegazione
particolarmente adatti a una fedele e significativa trasposizione
cinematografica. Le riprese sono durate circa un anno in varie regioni del Nord
Italia e ovviamente a ROMA, in quelle sue parti che sono cambiate di meno dal
1849 a oggi”.

Il tempo è
tiranno, vorremmo continuare a parlare con Luigi Cozzi, ascoltare i suoi
racconti, i suoi aneddoti, ma non siamo gli unici. Spazio a tutti. E poi, c’è
da preparare l’evento di questa sera, lunga e affascinante, con Argento, Cozzi
e Letizia.




Roma, partito il bando per partecipare a “Musei in Musica 2019”

ROMA – Al via il bando per la manifestazione “Musei in Musica 2019” a Roma che si terrà sabato 14 dicembre.

L’iniziativa è finalizzata alla selezione di progetti di musica e danza che si svolgeranno nei Musei Civici della Capitale e negli spazi culturali eccezionalmente aperti di sera.

La kermesse tanto attesa dai romani e dai viaggiatori permetterà ai partecipanti di poter fruire delle performance degli artisti selezionati pagando il costo del biglietto pari ad 1 euro.

La manifestazione darà la possibilità di usufruire di un programma di iniziative ricco di mostre, concerti e spettacolo dal vivo. L’ingresso sarà completamento gratuito per i possessori della MIC card. La kermesse tanto attesa della Capitale “Musei in Musica 2019” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura.

Tra i Musei che parteciperanno alla kermesse capitolina: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Mercati di traiano – Museo dei Fori Imperiali, Museo dell’Ara Pacis, Museo di Roma, Museo Napoleonico, Museo di Roma in Trastevere, Museo Pietro Canonico, Musei di Villa Torlonia (Casina delle Civette, Casino Nobile), Museo delle Mura, Museo Carlo Bilotti, Museo Giovanni Baracco, Museo di Zoologia, Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, Galleria d’Arte Moderna, Museo di Casal de’ Pazzi.




Viterbo, la grande musica riparte da Halloween al Bistrot Caffeina

Una formula ormai rodata che torna ad animare le serate della città: a Viterbo ripartono le serate di live music del Bistrot Caffeina, con la consueta formula ad aperitivo buffet no-stop nella Galleria del Teatro accompagnata da autori noti ed emergenti della scena musicale viterbese. Si inizia giovedì 31 ottobre, in una data diversa dall’usuale appuntamento del venerdì: a via Cavour è il momento di festeggiare Halloween con Caterina Palazzi. “Siamo felici di ospitare la contrabbassista romana Caterina Palazzi (aka Zaleska) per lo special event di Halloween”, dichiara Federica “Faith” Sciamanna, responsabile artistica della programmazione musicale di Bistrot Caffeina: “Sarà una serata davvero indimenticabile, un evento assurdo”.
Musica e atmosfera si fondono nel lavoro della Palazzi che propone più che un live una “performance audiovisiva ispirata al personaggio di Dracula, accompagnata da immagini tratte dal capolavoro di Murnau del 1922: “Nosferatu”. Zaleska porta sul palco un nuovo progetto audiovisivo in solo, intimo e ipnotico, in cui linee melodiche si intrecciano a momenti dissonanti e rumoristici, creando una sorta di orchestrina funebre solitaria di bassi. “Ogni composizione musicale è ispirata ad un attore che ha impersonificato il personaggio di Dracula nella cinematografia”, spiega l’artista, centrando appieno il tema della serata del brivido. La formula è quella dell’ingresso con aperitivo a buffet no stop e consumazione a soli 10 €, formula valida per tutti gli appuntamenti della stagione: escluso l’appuntamento di Halloween con Zaleska, che è alle 19, tutti i live al Bistrot Caffeina sono programmati per le ore 20.30.
E’ solo l’inizio questo, infatti di una programmazione musicale che già a novembre riporterà nell’area live di Bistrot Caffeina molti apprezzati ospiti della stagione passata: “Tornano a via Cavour i The Free Company, un progetto rock-blues acustico nato a Viterbo e guidato da un cantante di madrelingua inglese di Liverppol: li aspettiamo per l’8 novembre e non ce li perderemo”, sottolinea Faith: “Il 15 novembre abbiamo gli AtomoD di Fabrizio Barelli, batterista viterbese che torna a proporre il suo progetto alt-rock elettronico ad alto tasso di ambient e di atmosfera, una proposta davvero particolare che vi consiglio di scoprire. Apprezzatissima la scorsa stagione torna per il mese inaugurale Licia Missori, l’elegante pianista romana ma molto attiva in Tuscia; l’abbiamo fortemente voluta in solo, in un duello amichevole con il pianoforte di Bistrot Caffeina a proporci pezzi classici, contemporanei e originali: sarà con noi il 22 novembre. Il 29 novembre un nome che è una colonna della programmazione di Bistrot Caffeina: torna nella galleria Vincenzo Icastico, cantautore e chitarrista prossimo all’uscita del suo lavoro originale che sarà ancora una volta ospite fisso nei venerdì di via Cavour. Perché è bravo”, conclude la leader dei The Shiver, “e ci piace tanto”.

Bistrot Caffeina, gli appuntamenti di ottobre e novembre

31 ottobre 2019 ore 19 Caterina Palazzi presenta “Zaleska” Leader della band italiana Sudoku Killer, la contrabbassista romana presenta ZALESKA, nuovo progetto audiovisivo in solo più intimo e ipnotico, in cui linee melodiche si intrecciano a momenti dissonanti e rumoristici, creando una sorta di orchestrina funebre solitaria di bassi. Ogni composizione musicale è ispirata ad un attore che ha impersonificato il personaggio di Dracula nella cinematografia. Spesso la sua musica interagisce dal vivo con performances di video designers (Kanaka, Fabio Scacchioli), pittori e artisti visivi. Main Festivals: VersoSud Festival 2016, Mu.Vi.Ments Festival 2016, Cinematica Festival 2017, MoliseCinema Festival 2017,  Bää Fest 2017, Bari in Jazz 2018, Rockin’ Umbria 2018, Soundimage Festival 2018, Reggio Film Festival 2018, Mo’l’estate Spirit Festival 2019, Pecci Avant Festival 2019, Jazz na Praca da Erva 2019, Vassalla Music Festival 2019, Distorsioni Sonore Festival 2019 http://www.facebook.com/zaleskadracula

8 novembre 2019 ore 20.30 The Free Company “LIGHT”  Sono tornati Rock/Blues in versione “semi-acustica”. Un apericena intimo da non perdere.

15 novembre 2019 ore 20.30 ATOMOD Band viterbese, presenta la propria collection di demo dal vivo. Preparatevi ad immergervi in un’esperienza sonora elettronica sperimentale,  ritmica, evocativa, immaginifica. Il progetto Atomod consta di un repertorio di brani cantati e strumentali, uniti dal fil rouge dell’ispirazione variopinta elettro/dark/ambient, con riferimenti all’ambient rock.

22 novembre 2019 ore 20.30 Licia Missori Pianista, quattro album all’attivo, la sua musica ci si presenta con uno stile preciso e inconfondibile, con la delicatezza e la passionalità ereditate dal mondo classico-romantico, ma in una forma immediata e coinvolgente che trasporta lontano, alludendo continuamente al sogno e al viaggio.

29 novembre 2019 ore 20.30 Icastico Cantautore e chitarrista, si esibirà con cover e brani inediti tratti dal suo nuovissimo album solista.




Bracciano, grande attesa per la mostra dedicata a Caravaggio

BRACCIANO (RM) – Il 7, 8 e 9 novembre è attesa una interessante mostra di pittura a Bracciano dal titolo “Caravaggio, 400 anni di false verità?” patrocinata dal Comune di Bracciano guidato dall’Amministrazione di Armando Tondinelli che ha puntato molto sulla Cultura con la maiuscola accogliendo eventi grande qualità

L’evento è stato sottoposto all’amministrazione dal direttore del periodico Tracciati d’arte, rivista trimestrale dell’Associazione culturale “Fatto a mano”. La mostra di pittura con quadri ad olio si terrà nella Sala Conferenze dell’Archivio storico comunale. Nello specifico, nei giorni 7 e 8 novembre saranno esposte le copie museali dei quadri di Caravaggio
dei pittori Felicia Caggianelli, Sergio Bonafaccia e Stefano Martini ed il giorno 9 novembre, dalle ore 16.30, si svolgerà il convegno su Caravaggio;




Red Carpet a Via Veneto per “La Festa del Cinema”

ROMA – La festa del cinema accende gli appuntamenti nel primo municipio. Da Boulevard Merulana, dove sono risuonate le grandi musiche dei film grazie al talento della banda dei Carabinieri, al red carpet di via Veneto, dove è andato in scena l’omaggio a John Travolta.

Dopo il successo degli scorsi anni tornano i tappeti rossi su una delle strade più famose del mondo

CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 24/10/2019

In occasione della quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, da mercoledì 16 ottobre fino a domenica 27 ottobre, si contano ben 10 appuntamenti che avranno come protagonisti attori registi musicisti e ballerini e come location alcune tra le più belle strade e piazza del Municipio.

“La cultura e il cinema di qualità hanno bisogno di farsi conoscere anche al grande pubblico – ha detto la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi – e le vie della nostra città – ha proseguito Alfonsi – sono il luogo perfetto. Questo progetto è stato reso possibile anche grazie alla disponibilità delle associazioni dei commercianti e di Federalberghi.”

Tre gli appuntamenti nella strada della Dolce Vita: il 22 l’omaggio a John Travolta, il 23 un flash mob diretto da Giancarlo Scarchilli sul tema della “Dolce vita” .

Oggi in via Condotti è in programma un’altra performance artistica e un balletto per celebrare i 50 anni di Woodstock.
La coreografia sarà di Chiara Sasso e anche qui i cittadini prenderanno parte alla scenografia con vestiti a tema.

Sabato 26 ottobre Fabrizio Gifuni leggerà brani di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda.

Infine domenica 27 ottobre in Piazza San Lorenzo in Lucina alle ore 19 le colonne sonore dei film più celebri saranno diffuse dal terrazzo di Palazzo Fiano”.




Latina, “Dio arriverà all’alba”: lo spettacolo in omaggio ad Alda Merini al Teatro Moderno

LATINA – TeatroSenzaTempo celebra il decennale dalla scomparsa di Alda Merini presentando DIO ARRIVERÁ ALL’ALBA – OMAGGIO AD ALDA MERINI Scritto e diretto da Antonio S. Nobili.
L’ emozionante spettacolo dedicato ad Alda Merini va in scena presso il Teatro Moderno di Latina in una unica data evento Sabato 26 Ottobre 2019 alle ore 21:00

“Si ride (tanto), come non ci si aspetterebbe, si piange, e alla fine si resta estasiati davanti a tanta poesia. Uno Spettacolo unico ed imperdibile, da vedere!”

Uno Spettacolo biografico originalissimo. In scena non solo la poesia, ma soprattutto il quotidiano della “poetessa dei Navigli”. Una finestra affacciata verso l’interno. Alda Merini, la poetessa, la madre, la folle capricciosa truccatissima e ingioiellata frequentatrice del Costanzo Show.

Una vita un po’ illuminata dai riflettori, un po’ no. La poetessa vissuta tra il tentativo di abbracciare la normalità sottraendosi alla maledizione della poesia, e l’insistere eroico e fragile, con sofferenza e feroce ironia, nel dare alla luce sempre nuove e caparbie produzioni, sempre con le parole in bocca e nelle mani. Sempre pronta a provocare, come a farsi carico di sollevare anime al di là del muro del normale, del socialmente accettabile e conforme alle regole.

Una poesia che nello Spettacolo “Dio arriverà all’alba” sorge dove non ci si aspetterebbe mai, tra i mozziconi di un posacenere, tra la polvere sui mobili e le cianfrusaglie da rigattiere, sui tasti di un pianoforte di una casa popolare.

L’Alda Merini che Nobili porta sul palcoscenico è capricciosa, tagliente, divertente, prende in giro chi la va a trovare, è piena di vizi, guarda la tv color sul primo, beve solo coca cola e caffè, e fuma 40 sigarette al giorno, come minimo. Ma sa fare poesia. Perché la poesia e la bellezza di dentro possono riflettersi all’esterno, malgrado il vetro sporco dello specchio.

“Dio arriverà all’alba” rappresenta ad oggi una evocazione unica di un personaggio entrato nella Storia di questo Paese. Uno spettacolo imperdibile per la Critica ed il Pubblico.

Parte dei proventi del libro dello spettacolo saranno devoluti in beneficienza al Progetto Itaca, che supporta le famiglie di persone affette da patologie psichiatriche.




Paliano: 6 milioni per una nuova scuola

Sei milioni di euro per la costruzione di una nuova scuola a Paliano, che possa sostituire il vecchio plesso di Via Fratelli Beguinot e ospitare in una struttura moderna, adeguata ed efficiente, gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado della città: un nuovo finanziamento per l’edilizia scolastica di Paliano, dunque, ottenuto grazie all’accesso in graduatoria al decreto “Sisma 120” del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e annunciato dal sindaco Domenico Alfieri durante la sessione dedicata alle comunicazione nel consiglio comunale tenutosi ieri, 22 ottobre, presso il Teatro comunale Esperia.
«Grazie a questi nuovi, ingenti fondi – ha dichiarato il sindaco Domenico Alfieri – frutto dell’impegno dell’amministrazione e dei tecnici comunali, garantiremo ai nostri figli una grande opera pubblica, pienamente fruibile e in regola con le più stringenti norme antisismiche, ideata per costruire un solido futuro ai palianesi di domani, fondato sul valore imprescindibile dell’istruzione. Finalmente una nuova scuola».
«In un momento in cui gli investimenti pubblici nelle strutture scolastiche
risultano carenti, qui a Paliano riusciamo a porci in controtendenza, riuscendo a trovare nuove risorse grazie al lavoro quotidiano dei nostri uffici. La nuova scuola di Paliano sarà un’opera destinata a segnare uno spartiacque tra passato e futuro, e offrirà ai nostri ragazzi un luogo all’avanguardia dove crescere e apprendere in piena sicurezza». Queste le parole dell’assessore alle Opere pubbliche, Federico Fiore.
«La costruzione di un nuovo plesso scolastico – è stato il commento
dell’assessore alle Politiche scolastiche, Eleonora Campoli – oltre che una grande opportunità di crescita per tutta la nostra comunità, rappresenta il segno tangibile di una volontà amministrativa che mira a risolvere nel concreto le problematiche più importanti per le famiglie, come assicurare luoghi protetti e sicuri per i nostri figli».




Viterbo, a Palazzo dei Priori il convegno “Le Pietà di Michelangelo”: sabato 26 ottobre ore 15

Le Pietà di Michelangelo, se ne parlerà dettagliatamente e scientificamente sabato 26 ottobre, a partire dalle 15, nella sala Regia di Palazzo dei Priori. L’evento, che rientra tra le iniziative promosse dall’amministrazione comunale per la valorizzazione del museo civico Rossi Danielli, è frutto della collaborazione tra Comune di Viterbo e l’Accademia Nazionale di San Luca per l’organizzazione di due incontri sui collaboratori di Michelangelo, e, in particolare su Sebastiano del Piombo e Marcello Venusti. Il primo evento, quello di sabato 26 ottobre, sarà un convegno dedicato al caso forse più celebre di cooperazione della storia dell’arte, ovvero quello tra Sebastiano e Michelangelo. Cooperazione che ha condotto alla realizzazione della Pietà di Viterbo, della Resurrezione di Londra e della Flagellazione Borgherini. La Pietà di Viterbo è conservata all’interno del museo civico e sarà il fulcro attorno al quale ruoterà il convegno del prossimo sabato.

Nello specifico, i relatori, introdotti e coordinati da Francesco Moschini, segretario generale dell’Accademia Nazionale di San Luca, affronteranno la pluridecennale meditazione sul tema iconografico della Pietà in Michelangelo. A intervenire saranno Claudio Crescentini (La “Prima” Pietà di Michelangelo), che getterà luce su una sua scoperta, il bozzetto in terracotta della Pietà di San Pietro, e accennerà alla storia di occultamento del manufatto connessa con le vicende del circolo degli Spirituali guidati dal cardinale Pole; Antonio Rocca (La Pietà di Viterbo, Michelangelo e Sebastiano), che si soffermerà sul contesto che generò la collaborazione tra Sebastiano Luciani e Michelangelo, anche valorizzando l’apporto teorico del cardinale Egidio da Viterbo; Lorenza D’Alessandro (La Pietà di Ragusa e le altre. Un esempio di technical art history) illustrerà invece il caso della Pietà di Ragusa, commissione ancora connessa con la cerchia del cardinale inglese e in particolare con la marchesa Vittoria Colonna; Marco Bussagli (Il tema della Pietà nell’opera di Michelangelo. Riflessioni iconografiche) si occuperà poi di ricucire l’intero discorso, fornendo un’interpretazione unitaria del tema e alcune inedite considerazioni iconografiche. Concluderà il convegno Claudio Strinati (Quanti anni ha, o dimostra, la Madonna nella Pietà di Viterbo?) che affronterà la tavola viterbese da un punto di vista inedito. Muovendo dall’età di Maria, l’insigne studioso proporrà una visuale del tutto originale. A fare i saluti istituzionali saranno il sindaco Giovanni Maria Arena e l’assessore alla cultura e al turismo Marco De Carolis.




La consegna dei premi al MIA Market chiude l’edizione record del più importante evento di mercato in Italia

La quinta edizione del MIA, Mercato Internazionale Audiovisivo che si è tenuta a Roma, dal 16 al 20 ottobre 2019 si è chiusa con un successo senza precedenti e forti consensi da parte degli oltre 2500 operatori del settore partecipanti.

Domenica 20 ottobre, nel corso della cerimonia di chiusura, sono stati consegnati due premi da parte di partner di primo piano del MIA come Eurimages e Natinal Geographic. Riconoscendo Roma come uno dei mercati di coproduzione europea di maggior successo, Eurimages, il Fondo Europeo del Consiglio d’Europa, ha affidato alla giuria del 2019, composta da Fiorella Moretti, Ewa Puszczynska e Tobias Pausinger, il compito di selezionare il vincitore dell’Eurimages Co-Production Development Award: un premio in denaro di 20.000 euro per lo sviluppo del progetto che meglio riflette i criteri di collaborazione e coproduzione che ispirano Eurimages.

La Giuria ha assegnato l’Eurimages Co-Production Development Award a Triumph di Kristina Grozeva e Petar Valchanov prodotto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov per Abraxas Film, Il premio è stato consegnato da Susan Newman, Project Manager di Eurimages, durante la cerimonia finale di premiazione del MIA, che si è tenuta domenica 20 ottobre presso il cinema Quattro Fontane. National Geographic tornava anche quest’anno a sponsorizzare il Premio per il Miglior Pitch, confermando la vocazione del MIA|DOC nell’individuare progetti capaci di combinare grandi qualità artistiche e produttive e significative potenzialità commerciali. Il vincitore dell’edizione 2019 è ‘I diari segreti del Papa – Gli Archivi Segreti Vaticani della WWII’, documentario-evento di Simona Ercolani e Cosetta Lagani, prodotto da Stand by Me con Vatican Media. Il progetto, dal forte interesse internazionale, prende spunto da una decisione storica di Papa Francesco: a marzo 2020 gli Archivi Segreti del Vaticano, contenenti i documenti della Seconda Guerra Mondiale, verranno aperti e i 16 milioni di documenti, sinora secretati, saranno rivelati. In occasione del 75° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, il documentario svelerà per la prima volta la verità sulla posizione della Chiesa, in particolare del Pontificato di Pio XII, in relazione al Nazismo e all’Olocausto, attraverso le evidenze che emergeranno dai documenti sinora secretati, da testimonianze inedite e immagini esclusive. Nel corso della cerimonia, è stato consegnato inoltre Il Premio Carlo Bixio, giunto all’8a edizione. Scopo dell’iniziativa – che il MIA ha ospitato per il terzo anno consecutivo – oltre a ricordare il grande e lungimirante produttore, è quello di premiare ed incoraggiare sceneggiatori di serie televisive di età compresa tra i 18 ed i 30 anni. Come è ormai tradizione Rai e Mediaset ad anni alterni consegnano il Premio, e quest’anno è stato RTI a riconoscere 5.000 euro al miglior concept e 10.000 euro alla migliore sceneggiatura, oltre alla possibilità di firmare un contratto per la realizzazione dei testi vincitori. A questi premi, si aggiunge il premio ‘SIAE Idea D’Autore’, di 3.000 euro, consegnato a chi ha proposto lo spunto di scrittura più originale. Merito quindi a SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, sponsor del Premio, ad APA, che dalla prima edizione si è presa carico dell’organizzazione, al comitato promotore (Eleonora Andreatta/Direttore RaiFiction, Francesco Nardella/Vice Direttore RaiFiction, Daniele Cesarano/Direttore Fiction Mediaset, Giancarlo Scheri/Direttore Canale 5 e Chiara Sbarigia/Direttore Generale APA), e ai giurati (Francesca Galiani per RTI, Leonardo Ferrara per RAI, Ivan Cotroneo, Graziano Diana, Francesco Vicario e Monica Rametta), che insieme a Gabriella Campennì Bixio, presidente del Premio, hanno selezionato i lavori e scelto i più meritevoli. Ecco i tre lavori vincitori:

Ingannamorte & Figli, di Vincenzo Cascone, Eleonora Galasso, Lorenzo Ongaro ha vinto il Premio Carlo Bixio per la migliore sceneggiatura, per l’originalità della proposta che riesce ad affrontare temi scomodi e spinosi con ironia e sarcasmo. Una commedia immersa nel territorio vesuviano dove due famiglie, una di becchini e l’altra di camorristi si fanno la guerra, e che grazie ad una scrittura brillante gioca con abilità con gli stereotipi del genere, muovendosi tra i toni dell’umorismo nero, raggiungendo a volte picchi di vero divertimento.

Fiele, di Dario Ascolese, ha vinto il Premio Carlo Bixio per il miglior concept per la sapienza romanzesca con cui in una Napoli violenta e contemporanea ci accompagna nel drammatico percorso del protagonista: un’anima divisa in due tra riabilitazione e crimine.

In Trap, di Elia Andreotti e Luigi Cervellati ha vinto il Premio SIAE – Idea d’Autore per l’originalità che mette in scena la musica e l’ambiente Trap come elemento di crescita e formazione, in un racconto teen potenzialmente fuori dagli schemi.

Il Premio Carlo Bixio anche quest’anno ha avuto l’onore di ricevere la medaglia del Presidente della Repubblica, riconoscimento importante per chi, come in questa occasione, dà ascolto alla voce dei giovani.

Anche quest’anno, la Regione Lazio ha assegnato il Premio Lazio Frames al titolo che più valorizza il territorio della Regione, a un’opera presente nelle sezioni del MIA – What’s next italy, Greenlit e Italians doc it better – il cui contenuto, impatto produttivo, possibili sviluppi internazionali e il coinvolgimento di risorse del territorio possono rappresentare al meglio le potenzialità produttive del Lazio, mettendo in evidenza i talenti e le location del territorio. Il premio è stato vinto da Simone Isola e Fausto Trombetta per Se c’è un Aldilà Sono Fottuto. Vita e Cinema di Claudio Caligari.