BOLZANO, VIA VITTORIO VENETO: RUBAVA VESTITI NEI CASSONETTI DELLA CARITAS

Redazione 

Bolzano – Due giorni fa verso le 21.00, in via Vittorio Veneto, una Volante ha denunciato un cittadino Ucraino, P.M. di trentasette anni, che stava rubando vestiti dai cassonetti della Caritas. La pattuglia si trovava in zona Gries per i quotidiani servizi di controllo del territorio, quando è stato notato un uomo, arrampicatosi sui cassonetti per la raccolta vestiario della Caritas, con in mano degli indumenti. Alla vista della Volante si è subito dato alla fuga con una bicicletta; una volta raggiunto dagli agenti l'ha scagliata contro di loro. I poliziotti hanno continuato ad inseguirlo riuscendo a bloccarlo, nonostante abbia reagito in maniera violenta, cercando di colpire gli agenti con calci e pugni. Una signora, che abita nel quartiere, ha riferito agli agenti di aver visto più volte la stessa persona, negli ultimi dieci giorni, rubare vestiario dai cassonetti della Caritas. L'uomo è stato, quindi, accompagnato negli Uffici della Questura e denunciato all'A.G. per furto e resistenza. 




RIMINI: PALPEGGIA LA SUOCERA MA LEI PROPRIO NON CI STA!

Redazione

Rimini – E' stato arrestato nel pomeriggio di ieri dagli uomini delle Volanti della Questura di Rimini un uomo del 1970, ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale aggravata ai danni della madre della sua fidanzata.

L'uomo, in particolare, mentre si trovava a tavola per consumare il pranzo in compagnia della fidanzata e della madre di quest'ultima, si sarebbe improvvisamente rivolto alla madre della sua fidanzata con pesanti apprezzamenti e avrebbe successivamente allungato le mani, palpeggiandola al seno e nell'interno coscia nell'intento di raggiungere le parti intime. A questo punto la vittima ha cercato di sottrarsi e nel tentativo di fuga sarebbe stata minacciata ulteriormente con il coltello che il suo aggressore gli puntava alla gola.

Giunti sul posto su disposizione della sala operativa della Questura di Rimini, i poliziotti dopo aver riportato la calma, raccolte le dichiarazioni e chiarita la dinamica dei fatti, hanno provveduto ad arrestare l'uomo, in evidente stato di ubriachezza.

L'arrestato è stato pertanto tradotto presso la locale Casa Circondariale e messo a disposizione dell'A.G. competente.




BOLOGNA: A 26 ANNI SI DEDICA ALLA TRUFFA ONLINE

Redazione

Medicina (BO) – Un 26enne di Viareggio è stato denunciato dai Carabinieri della Tenenza di Medicina per truffa online. I militari lo hanno individuato nel corso di un'indagine avviata dopo che un 56enne di Medicina si era recato in caserma per sporgere querela nei confronti di un soggetto, che aveva conosciuto per via telematica e con cui avrebbe dovuto concludere un affare: l'acquisto di una stufa a pellet del valore di 330 euro. Gli accertamenti svolti sul giovane, hanno rilevato un precedente di polizia commesso nel 2010: violazione degli obblighi di assistenza familiare.




TORINO: SGOMINATA BANDA DI LADRI, 12 "LUPEN" SPECIALIZZATI IN FURTO D'APPARTAMENTO

Redazione

Torino – I carabinieri della Compagnia di Moncalieri hanno individuato e denunciato 12 persone responsabili, a vario titolo, di furti e ricettazione. La banda è responsabile di numerosi furti in abitazione, messi a segno a Carmagnola e in tutta la provincia di Torino, tra il mese di novembre 2011 e febbraio 2012.
L'attività investigativa, durata alcuni mesi, nasce a seguito di una lunga serie di furti avvenuti nel comune di Carmagnola. I militari hanno individuato l'epicentro dei furti nel campo nomadi di Carmagnola. Nel mirino e poi nelle rete dei militari è finito un intero nucleo famigliare di sinti, specializzato in furti a strascico negli appartamenti e negozi, residente nel campo. 12 persone, fratelli e parenti tra di loro, sono state denunciate dai carabinieri e poi rinviate a giudizio dalla Procura di Alba per furto e ricettazione. L'attività della banda aveva generato allarme sociale tra la comunità di Carmagnola.




MILANO: IMPRENDITORE DELLA MOVIDA MILANESE TENTA DI FAR "AGGIUSTARE" IL PROCESSO IN CUI E' IMPUTATO

Redazione

Milano – Ieri mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Silvano Scalmana, noto per essere uno dei principali gestori delle discoteche milanesi.
La misura cautelare è stata emessa dal G.I.P. del locale Tribunale che lo ha ritenuto responsabile di intralcio alla giustizia e falsa testimonianza, in concorso con alcuni affiliati alla cosca “BARBARO – PAPALIA”, gia’ tratti in arresto, in esecuzione di misura cautelare in carcere, l’otto gennaio scorso, nell’ambito dell’operazione “Platino”.
L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, aveva accertato la contiguità dei rapporti tra l’odierno arrestato ed i “calabresi” cui lo stesso si era rivolto per fare intimidire i testimoni del processo in cui era imputato per bancarotta fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti e riciclaggio.
Il provvedimento provvedimento approfondisce la vicenda e la posizione dell’indagato stigmatizzandone la condotta criminale.
L’interessato, già agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in relazione all’imputazione di bancarotta fraudolenta, è stato condotto in carcere dai militari del Nucleo Investigativo di Milano che hanno svolto le indagini.
 




MILANO: ARRESTATI TRE CINESI PER AVER SOTTOPOSTO AD USURA DECINE DI LORO CONNAZIONALI

Redazione

Milano – All’alba di ieri mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, a conclusione di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P  del locale Tribunale, nei confronti di altrettanti cittadini d’origine cinese ritenuti responsabili di esercizio abusivo di attività finanziaria, usura, tentata estorsione e lesioni.

Gli indagati, che avevano costituito una “società finanziaria” fittizia, agivano a Mendrisio e a Campione d’Italia, erogando consistenti somme di denaro a dei connazionali che, accompagnati con tour organizzati, giocavano e si indebitavano presso i due Casinò.
Il giro d’affari era consistente e si calcola possa aggirarsi su diverse centinaia di migliaia di euro e di franchi svizzeri; gli interessi usurari ammontavano al 10% ogni tre giorni pari al 100% mensile; oltre a ciò gli “strozzini” miravano ad accaparrarsi le attività commerciali delle vittime.

L’indagine  si è sviluppata attraverso attività tecniche ed investigazioni tradizionali, corroborate da numerose dichiarazioni testimoniali rese dalle vittime, che si sono decise a denunciare tutto ai Carabinieri, temendo per la loro incolumità personale.
Nel corso dell’attività i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano hanno accertato episodi di tentata estorsione nonché di lesioni personali. E’ stata proprio l’aggressione fisica che ha indotto le vittime ad uscire dall’anonimato ed a rompere con la loro tradizione culturale che li faceva rifuggire dal denunciare i soprusi alle Autorità, preferendo affidare la risoluzione delle vertenze a persone di fiducia.
 




TRIESTE: ASSALTAVANO I BANCOMAT CON IL TRITOLO

Redazione

Trieste – Assaltavano bancomat e casse continue di supermercati utilizzando il tritolo per aprirli, ma durante l'ultimo colpo hanno trovato ad aspettarli le forze dell'ordine.

Sono cinque i criminali arrestati a Feltre (Belluno) nel blitz notturno di polizia e carabinieri che ha posto fine all'attività della banda. L'accusa nei loro confronti è di furto aggravato, anche se sono fortemente indiziati di essere gli autori di molti colpi messi a segno con lo stesso modus operandi.

Si tratta dell'epilogo di un'indagine denominata "Last bang" (ultimo botto), condotta dalla Squadra mobile di Trieste in collaborazione con i Carabinieri del locale Nucleo investigativo, coordinati dal Servizio centrale operativo (Sco) di Roma e dalla Procura della Repubblica triestina.

L'indagine nasce dall'analisi di tre colpi messi a segno lo scorso anno a Trieste, il 24 settembre, il 7 ottobre e il 30 dicembre, tutti con lo stesso metodo: sfondavano le saracinesche degli esercizi commerciali utilizzando auto rubate e poi facevano saltare le casseforti con il tritolo.

Gli investigatori sono riusciti ad individuare gli appartenenti al gruppo criminale, riuscendo anche a capire quale sarebbe stato il successivo colpo che avrebbero portato a termine.

Alle 3 del mattino gli agenti erano appostati nei pressi di un supermercato di Feltre e li stavano aspettando. Mentre i malviventi stavano per innescare l'esplosivo con dei cavi elettrici collegati a una batteria, è scattato il blitz e l'arresto di quattro ladri in flagranza di reato. Il quinto membro del gruppo è stato fermato dai carabinieri di Piove di Sacco, a Codevigo (Padova), con una seconda vettura appena rubata che sarebbe poi servita ai criminali per la fuga dopo il colpo.

Sul luogo del furto e nelle successive perquisizioni svolte nelle abitazioni degli arrestati, gli agenti hanno trovato oggetti per il travisamento, arnesi da scasso, materiale da innesco e un panetto da 200 grammi di esplosivo.

In base a questi elementi e ad altri emersi durante le indagini ancora in corso, gli investigatori ritengono che il gruppo criminale possa essere autore anche di altri colpi analoghi commessi in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto.




BOLZANO, CONSIGLIO PROVINCIALE: RIMBORSI "HARD", 64 EURO PER UN VIBRATORE E DUE SEXI TOYS

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Un vibratore e altri due sex toys acquistati a spese del consiglio provinciale di Bolzano: è quanto scoperto dalla guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta della Procura sui rimborsi. Uno scontrino di 64,92 euro per l'acquisto di gadget erotici figurerebbe infatti tra le spese presentate dal gruppo consiliare Freiheitlichen. Il partito sudtirolese però smentisce il tutto: "Le notizie non corrispondono ai fatti".

I Freiheitlichen si dicono disponibili a qualsiasi chiarimento nel caso la Procura oppure la guardia di finanza lo richiedessero. "Se i Freiheitlichen avessero compiuto qualcosa di illegittimo, questo deve essere comunicato dalla Procura", comunica in una nota il partito.

Il partito, smentendo la notizia diffusa dall'Ansa sui presunti rimborsi hard, si riserva inoltre di adire le vie legali "contro chi pubblicanotizie false per danneggiarci, senza verifiche e senza sottolineare che il partito non ha mai utilizzato irregolarmente fondi pubblici".




VARESE, CORRUZIONE E FALSO IN ATTO PUBBLICO: 35 MISURE CAUTELARI AD ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

Redazione

Varese – Nella notte dell'11 marzo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Varese, con il supporto del 3° Btg. Lombardia, di unità cinofile antisabotaggio e antidroga dei Nuclei di Orio al Serio (BG) e Casatenovo (LC), di un velivolo del 2° Nucleo Elicotteri di Orio al Serio (BG), hanno dato esecuzione nelle Province di Varese, Como, Milano, Chieti e Palermo a n. 35 misure cautelari (di cui 23 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e n. 7 all'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) e 50 perquisizioni, emesse nei confronti di appartenenti ad una compagine criminale, operante principalmente nel saronnese e nella bassa comasca.
Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta della Procura della Repubblica, conclude l'indagine "San Marco" avviata dal avviata dalla Compagnia di Saronno nel gennaio del 2011, che ha permesso di individuare le responsabilità di un sodalizio criminale attivo nelle province di Varese, Milano e Como dedito alla corruzione e al falso in atto pubblico, alle estorsioni in danno di imprenditori, alle rapine in esercizi commerciali e a persone, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione e altro, costituito principalmente da italiani con una limitata componente di stranieri.
Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere l'esistenza di una articolata associazione per delinquere – con al vertice persona di origine calabrese contigua alla criminalità organizzata – che proprio grazie alla forza di intimidazione derivante da tale condizione, aveva promosso e organizzato, fungendo da intermediario, una complessa attività di false revisioni ad autovetture (circa 2000 ogni anno) pretendendo – dalle officine all'uopo individuate – fino al 20% su ogni singola prestazione.
Parallelamente, il gruppo criminale, particolarmente violento e determinato, ha posto in essere numerose estorsioni a danni di imprenditori del saronnese e del comasco dai quali si faceva consegnare denaro e altre utilità attraverso gravi intimidazioni culminate, in una circostanza, nell'esplosione di n.8 colpi d'arma da fuoco contro l'autovettura di una vittima e in altra nel violento pestaggio del malcapitato, peraltro alla presenza dei figli minori della compagna.

Per finanziare ulteriormente le attività criminali del gruppo, alcuni componenti avevano intessuto una fitta rete di spaccio di stupefacenti alimentata ulteriormente dai proventi delle rapine, dallo sfruttamento della prostituzione e dal furto in ditte e ricettazione di autoveicoli. avviata dal citato reparto nel gennaio del 2011, che ha permesso di individuare le responsabilità di un sodalizio criminale attivo nelle province di Varese, Milano e Como dedito alla corruzione e al falso in atto pubblico, alle estorsioni in danno di imprenditori, alle rapine in esercizi commerciali e a persone, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione e altro, costituito principalmente da italiani con una limitata componente di stranieri.
In particolare, in seno alla struttura dell'organizzazione criminale, le indagini hanno accertato le responsabilità:
– dei "promotori" e "organizzatori" dell'associazione e del suo vertice decisionale individuati quali mandanti di atti di intimidazione per il controllo dei settori d'interesse;
– degli "associati" costituiti in una componente specialistica nel settore della riparazione di autovetture;
– di un gruppo collegato all'associazione dedito alla commissione di rapine, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e altro.




TORINO, ESPLOSIONE PALAZZINA: 13 FERITI TRA CUI UN BAMBINO

Redazione

Torino – un grande rumore poi tanto fumo e sirene delle forze dell'ordine. Uno scenario apocalittico in cui 13 persone sono rimaste ferite tra cui un bambino. Una esplosione avvenuta a Torino, a causa di una fuga di gas, ha devastato un edificio. Tredici i feriti, tra cui tre bambini tra i 10 e i 14 anni e la loro madre 35enne che hanno inalato i fumi scatenati dalle fiamme all’interno della palazzina. Un bambino che risultava bloccato sotto le macerie, è stato liberato. Sul posto i mezzi del 118 e altri mezzi dei carabinieri e dei vigili del fuoco ancora impegnati nell’intervento.

Il piccolo è ferito ed è già stato trasportato all'ospedale. Lo scoppio, che sarebbe appunto dovuto a una fuga di gas, si sarebbe verificato al primo piano, nell'appartamento di una famiglia di cinque persone. Oltre venti persone sono state fatte uscire dall’edificio. Evacuate anche le famiglie delle due palazzine adiacenti. Sul posto coperte e assistenza per le persone raccolte in strada. Nessuno dei feriti e intossicati è in gravi condizioni.




VIGEVANO: LEI DECIDE DI CAMBIARE VITA E LUI LA UCCIDE A COLTELLATE

Redazione

Vigevano (PV) – Uccide la moglie nel bar che gestiva con lei, a Vigevano (Pavia) e poi va a costituirsi alla caserma dei carabinieri. Il tragico gesto allo Psycho Cafè della cittadina lombarda, dove Francesco Albano, 71 anni, ha assassinato Assunta Cignano, 43, colpendola con due coltellate dietro il bancone del locale. Lui è originario di Scafati ma risiedeva da tempo a Vigevano. Lei se n'era andata di casa da pochi giorni e aveva iniziato una nuova relazione. La coppia ha due figlie di 19 e 16 anni: le giovani, appena saputo l'accaduto, hanno avuto un malore e sono state soccorse e portate in ospedale. Sembra che i due litigassero spesso e che il delitto sia avvenuto al culmine dell'ennesima discussione. Il movente sarebbe di tipo passionale e legato alla nuova relazione intrapresa dalla donna.  "Lei aveva deciso di fare un'altra vita e lui non lo accettava": così un'amica di Assunta Cignano, che lavora in un ufficio vicino, ha spiegato il rapporto tra i due. La situazione era diventata particolarmente pesante nelle ultime due settimane. Da alcuni giorni Assunta era andata a dormire con le figlie a casa di un'amica. E lei e Francesco si vedevano solo al locale.