BARI, GIOIA DEL COLLE: MINACCIA INFERMIERE E PRENDE A CALCI UNA PORTA

Redazione


Gioia del Colle (BA) – A Gioia del Colle i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato un 44enne pregiudicato del luogo con le accuse di violenza e minaccia ad incaricato di pubblico servizio e danneggiamento. L'uomo, presentatosi presso gli uffici del locale S.E.R.T. ha minacciato l'infermiere pretendendo la consegna del metadone che avrebbero dovuto somministrargli il giorno successivo. Di fronte alla reticenza dell'operatore sanitario è andato su tutte le furie prendendo a calci e danneggiando la porta di accesso all'infermeria. Sul posto, su richiesta al numero di emergenza "112" effettuata da alcuni testimoni, sono prontamente intervenuti i carabinieri che sono riusciti a bloccare e trarre in arresto l'uomo. Tratto in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, il 44enne è stato collocato ai domiciliari.




BUSTO ARSIZIO: FURTO IN UN CENTRO ESTETICO, DENUNCIATA

Redazione

Busto Arsizio – I militari del N.O.R. (Nucleo Operativo e Radiomobile) della Compagnia Carabinieri di Busto Arsizio hanno deferito in stato di libertà con l'accusa di furto aggravato una donna di nazionalità italiana, 51enne, residente a Legnano (MI), incensurata. La donna, infatti, dopo essersi recata in un centro estetico di Busto Arsizio, approfittando dell'attesa del proprio turno e avendo notato una borsa lasciata incustodita, avrebbe asportato furtivamente il portafoglio della titolare dell'esercizio commerciale tentando, successivamente, di occultarlo nella propria borsa. Tuttavia, la vittima si è immediatamente accorta della strana sparizione e, immediatamente, ha contattato i Carabinieri che, giunti sul posto, non hanno potuto che constatare la presenza della refurtiva all'interno della borsa dell'inesperta ladra, deferita in stato di libertà presso la competente A.G.




STRAGE CAPACI: I GIOVANI E IL RICORDO

Redazione 

Capaci – Una strage compiuta nel 1992 e precisamente il 23 maggio è ancora oggi ricordata come simbolo della legalità e della lotta alla mafia. Un simbolo che non è solo storia ma anche presente e futuro, un evento drammatico costato la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Sono le nuove generazioni che valorizzano ogni anno il sacrificio di questi uomini dello Stato. La "Nave della legalità" con a bordo 1.500 studenti è infatti arrivata questa mattina a Palermo dove ad attenderli c'erano anche altri studenti arrivati da New York con "L'aereo delle legalità" per partecipare alla commemorazione per il 22° anniversario della strage di Capaci.

"Non è assolutamente la solita passerella, soprattutto quando c'è tutta questa partecipazione di giovani, che aderiscono a queste manifestazioni con tanta passione e coinvolgimento. Questa è la base principale per un rinnovamento, per una nuova voglia di lottare contro il crimine organizzato. Questa è una giornata attraverso la quale questo rinnovamento si rafforza, quindi credo che la partecipazione sia sentita e non sia una passerella". A pronunciare queste parole il capo della Polizia Alessandro Pansa, al suo arrivo nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo.

"Oggi non c'è solo il dovere della memoria. Quello è per chi vuole fare un rito stanco. Per chi come noi invece vuole continuare a rappresentare l'Italia migliore, il dovere è quello di continuare a battersi per quelle donne e uomini in divisa il cui prestigio e il cui ruolo nella nostra società nessuno può dimenticare". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che ha deposto una corona di fiori alla stele che commemora la strage di Capaci, sull'autostrada che porta da Punta Raisi a Palermo.

Nel pomeriggio il prefetto Pansa sarà nella caserma "Lungaro" insieme al presidente del Senato Pietro Grasso e al ministro dell'Interno Angelino Alfano per la deposizione della corona d'alloro in onore dei caduti.

Infine alle 18.30 il ministro dell'Interno, il capo della Polizia e le altre autorità parteciperanno alla messa in memoria delle vittime della mafia presso il Centro educativo ignaziano.




ISERNIA, DROGA: 12 ARRESTI

Redazione

Isernia – Dodici persone arrestate, di cui tre ai domiciliari, è il risultato dell'operazione "Black drug" compiuta dalla Squadra mobile di Isernia, coadiuvata da quella di Campobasso, dai Reparti prevenzione crimine di Roma e Pescara, dai Nuclei cinofili antidroga di Napoli, Pescara e Nettuno (Roma), nonché dal Reparto volo di Napoli.

Inoltre i poliziotti hanno eseguito un ordine di obbligo di dimora e un ordine di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Tutti gli indagati sono accusati di spaccio e detenzione di stupefacenti.

L'indagine è iniziata circa due anni fa ed è stata molto complessa per la scaltrezza degli indagati. Infatti, per evitare qualsiasi tipo di problema con le forze dell'ordine, gli stessi trasportavano sistematicamente piccoli quantitativi di droga in modo tale che, in caso di controllo, avrebbero potuto giustificarne un possesso per uso personale.

I poliziotti hanno scoperto che la piazza di spaccio era Isernia che veniva rifornita da Roma e Napoli e che, a sua volta, provvedeva a rifornire la zona di Bojano (Campobasso). Le persone arrestate movimentavano circa 500 grammi di droga alla settimana.

Oltre agli arresti, gli agenti hanno effettuato oltre 80 perquisizioni domiciliari, sia nel capoluogo che in altri comuni delle provincie di Isernia, Campobasso e Roma.




NEMI, PIANO INTEGRATO I CORSI: I PRIVATI SI APPELLANO A GIORGIO NAPOLITANO

[ VIDEO LUCIANO CIOCCHETTI PRESSO COMITATO ELETTORALE ALBERTO BERTUCCI ]

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – La questione della lottizzazione in località Corsi arriva addirittura sulla scrivania di Giorgio Napolitano. E’ stato infatti presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il Parco dei Castelli Romani, la Regione Lazio ed il Comune di Nemi per l’annullamento di provvedimenti relativi ad un programma integrato di intervento di iniziativa privata in località Corsi.

Il ricorso inoltrato da parte dai signori Federica Cavaterra, Renata Cavaterra, Salvatore Pomente; Peverieri Luciana, Nicola Di Battista, nonchè da Il Podere soc.agr.a.r.l. in persona del legale rappresentante Cavaterra Alessia, figlia di Renzo Cavaterra sostenitore in campagna elettorale dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, nonchè conoscente di Luciano Ciocchetti ex vice presidente della Regione Lazio.

Adesso il Comune di Nemi è costretto a difendersi e mettere un legale (con evidente impiego di soldi pubblici) rispetto ad un ricorso straordinario promosso dai privati che solo qualche mese fa l’Ente affiancava nell’iter di approvazione del programma integrato stesso che prevedeva una corposa cementificazione nell'area tutelata dal Parco regionale dei Castelli Romani.

Insomma da “proponente” il Comune di Nemi è finito a doversi difendere.

E pensare che fu proprio la giunta di Alberto Bertucci il 1 agosto del 2012 a chiedere all'Ente Parco dei Castelli Romani, all’epoca diretto dal commissario Matteo Mauro Orciuoli, di rivedere il diniego precedentemente espresso in favore di un giudizio positivo a seguito delle memorie formulate dai proponenti il Programma Integrato Loc. Corsi.

E non è tutto. Il 16 ottobre 2013, nella convocazione della Conferenza inviata dal Comune di Nemi a tutti gli attori si richiama la Legge 7 agosto 1990, n. 241 art. 14 – ter comma 7: “Si considera acquisito l'assenso dell'amministrazione, ivi comprese quelle preposte alla tutela della salute e della pubblica incolumità, alla tutela paessaggistico-territoriale e alla tutela ambientale…”

Quindi, il Parco dei Castelli Romani dapprima è tornato sui suoi passi e dato il parere favorevole il 13 agosto del 2012 comunicando l’annullamento del precedente diniego rilasciato in data 28 aprile 2009, a seguito delle memorie formulate dai proponenti il Programma Integrato Loc. Corsi e poi a detto nuovamente no in coincidenza dell'avvento del nuovo commissario del Parco Sandro Caracci sotto la nuova giunta regionale di Nicola Zingaretti. Dunque, caduto Matteo Mauro Orciuoli, il Parco trovatosi a dover riformulare un nuovo parere in occasione della conferenza dei servizi promossa dal Comune di Nemi ha espresso il suo diniego.

Nel periodo di attesa del verdetto del Parco Regionale dei Castelli ci sono state mobilitazioni di stampa, comitati cittadini e associazioni ambientaliste. Dopo che il Parco ha dato parere negativo e sembrerebbe che anche la Regione abbia espresso la stessa linea, è arrivato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica da parte dei privati.

Adesso, il sindaco di Nemi Alberto Bertucci ha sottoscritto il mandato all’avvocato Piccinni e presto conosceremo la quantificazione e l’impegno della spesa legale che pagheranno i cittadini stessi di Nemi. Quindi ancora una volta sono i residenti di Nemi a pagare a loro spese le scelte di indirizzo politico prese che agevolano l'edificazione in zone tutelate.

Tra balletti di “pareri psichedelici” e delusioni di privati che probabilmente hanno visto disattese le loro aspettative, si perde tempo e denaro.

I privati probabilmente speravano che con l’avvento della nuova giunta di Alberto Bertucci si fosse potuto attuare in tempi brevi il programma integrato ai Corsi di cui invece è stata nuovamente bloccata la realizzazione che, tra l’altro prevedeva:

Progetto Residence area 1
Progetto Residence area 2
Progetto centro sportivo ed estetico area 2
Progetto quadrifamiliare area 3
Progetto Trifamiliare area 3
Progetto bifamiliare area 5
Progetto bifamiliare area 4
Bifamiliare area 6 tav 6.2 bis
Bifamiliare area 6 tav 6.2 ter


Al presidente Giorgio Napolitano l'ardua sentenza.


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LAMBORGHINI HURACAN DONATA ALLA POLIZIA DI STATO

Redazione

"Non è una freccia che corre, ma una mano che si tende sulle strade e sulle autostrade per aiutare gli altri". Lo ha detto il capo della Polizia Alessandro Pansa, parlando della nuova Lamborghini Huracan donata alla Polizia di Stato.

La cerimonia di consegna delle chiavi, da parte del presidente della Lamborghini Stephan Winkelmann al direttore generale della pubblica sicurezza Pansa, si è svolta stamattina a Roma al museo delle auto storiche della Polizia di Stato.

Ringraziando per la collaborazione, ormai decennale, con la casa automobilistica, il Prefetto ha sottolineato che: "È una macchina che serve per offrire più sicurezza a coloro che vanno sulle autostrade o che, per motivi particolari, hanno bisogno di essere soccorsi".

Il direttore centrale per le specialità Santi Giuffré ha ricordato diversi episodi in cui è stata protagonista la Lamborghini Gallardo. Tra i tanti quello del luglio 2006, quando è stata impegnata per un trasporto urgente di organo da Sala Consilina (Salerno) a Lamezia Terme (Catanzaro), destinato ad un paziente dell'ospedale di Reggio Calabria. L'operazione andò a buon fine e l'uomo oggi ha ripreso una vita normale.

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, i vice capo della Polizia, i vertici della Lamborghini e i dirigenti dei compartimenti della polizia stradale.




POMPEI: AL VIA IL RESTAURO PER TRE DOMUS

di Christian Montagna


Pompei – E’ tempo di restauri a Pompei. Forse prima o poi riusciremo ad avere il sito archeologico più bello al mondo totalmente rinnovato. Per ora è partito il restauro della “ Casa di Loreio Tiburtino” ma tra qualche settimana toccherà alle domus “ Paquio Proculo” e “ Venere in Conchiglia”. Totalmente taciuto dalla stampa, L’Osservatore d’Italia ha deciso di rendere nota la notizia poiché trattandosi di patrimonio dell’umanità è di interesse pubblico. Gli affreschi e i mosaici che occupano il calpestio, saranno recuperati e riportati alla luce. Allo stesso modo, gli apparati decorativi della domus. Una volta aggiudicatasi la gara d’appalto, la CBC (Conservazione Beni Culturali Soc. Coop.), al costo di trecento trentadue mila euro circa, rimetterà in sesto la poco fortunata domus. Già nel 2011 aveva mostrato i primi segni di cedimento: un pilastro del pergolato esterno era crollato. L’anno successivo, le condizioni climatiche poco favorevoli avevano fatto il resto. Scoperta tra il 1916 e il 1921 da Vittorio Spinazzola, si era classificata tra le prime per bellezza e numero di visite, forte indubbiamente degli elementi decorativi che la compongono, primo tra tutti la loggia porticata lungo la quale scorre un canale d’acqua adornato da statue ed elmi. Di proprietà di Ottavio Quartione, fu trasformata in luogo di culto sacro alla dea Iside, divinità fortemente venerata a Pompei nel I sec. d.C. Per le altre due domus, “Venere in Conchiglia” e “Paquio Proculo”, saranno necessari altrettanti recuperi di mosaici e pitture. In particolare, per la prima, scoperta da Amedeo Maiuri nel 1952 e rimasta danneggiata da una bomba esplosa durante il secondo conflitto mondiale, bisognerà risistemare l’intonaco affrescato al costo di mezzo milione di euro. Per la seconda, di proprietà di un famoso panettiere del tempo, si spenderanno seicento settantamila euro per rimettere a posto la pavimentazione e le numerose e importanti pitture interne. Soldi questi che verranno presi dal “Grande Progetto” che con 105 milioni di euro si occuperà della risistemazione dell’intera area archeologica. Una nazione senza cultura è destinata a non avere futuro e per fortuna c’è ancora qualcuno che si occupa del patrimonio culturale e archeologico italiano, invidiato dall’intero globo.




NAPOLI,RECORD: UNO SU QUATTRO GUIDA LA MOTO SENZA CASCO

di Christian Montagna


Napoli – Spesso i giovani colti dall’indifferenza e dalla spensieratezza non fanno caso alle azioni che abitualmente svolgono. Guidare la moto senza casco a Napoli sembra essere una moda. Ragazze e ragazzi spesso minorenni che armati di pettinatura alla moda sfidano tutti i giorni la morte perché si rifiutano di indossare il casco. “Rovina la pettinatura” o anche “ E’ scomodo” sono le risposte dei giovani. Ebbene per queste che sono sciocchezze a tutti gli effetti, Napoli detiene il record tra le città italiane per gli incidenti stradali mortali. Un giovane quindicenne, non pensa che in realtà sta rischiando di morire se non indossa il casco. A prescindere dalle sanzioni applicabili dalla legge, è fondamentale il ruolo della prevenzione. E’ doveroso che un adolescente sappia quali sono i rischi che corre. Che si faccia nelle piazze o nelle scuole o nelle chiese non importa, basta che si faccia! Un convegno proposto dal Dipartimento di neurochirurgia e patrocinato da “Il Mattino”, il “Comune di Napoli” e altri dell’hinterland si è proposto di diffondere questo messaggio. A piazza dei Martiri, una schiera di mamme con al collo la foto dei loro giovani figli che sull’asfalto ci hanno rimesso la vita, ha presenziato all’appuntamento con l’obiettivo di fermare queste stragi. Una simulazione di una caduta dallo scooter con l’ annessa dimostrazione delle conseguenze ha cercato di informare i giovani che assistevano in piazza su quanto potessero rischiare quotidianamente. Strade come groviere, guidatori distratti e mezzi non sottoposti a revisioni sono le cause principali degli incidenti mortali. Insieme a Venezia, Napoli detiene il primato di decessi ogni cento incidenti. In piazza, l’assessore del Comune di Napoli, Mario Calabrese, ha rassicurato che al più presto si provvederà alla chiusura delle buche in strada e alla rimessa in sesto della pavimentazione. Una strage quella delle strade che al più presto va fermata!




COTRAL BILANCIO IN ATTIVO… I PENDOLARI NON PORTANO L'ANELLO AL NASO

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Pendolari Reatini

 

Cotral – Domenico De Vincenzi – presidente Cotral e candidato sindaco a Guidonia (RM) –  in pompa magna, dichiara che Cotral chiude il bilancio di esercizio 2013 in attivo?  Facile fare cassa sulle spalle dei pendolari che pagano per un servizio che non c’è! Signori è qui lo sfascio!!!!!
Era il 7 settembre 2013 quando gli tabella dei giornali parlavano di una Regione Lazio che “investe” 32 milioni di euro per “salvare dai debiti” il Cotral. Ed era sempre settembre, ma il 27 settembre 2011, quando l’allora Assessore per la Mobilità ed il Trasporto Pubblico della Regione Lazio, annunciava una ricapitalizzazione di 27 milioni di euro, sempre per salvare la Cotral. 57 milioni di euro per ottenere e per avere oggi un’azienda che non è in grado di mantenere gli impegni presi con la stessa Regione Lazio, con un contratto di servizio disatteso e non onorato per le continue defezioni e soppressioni che non garantiscono il rispetto delle tabelle di esercizio.

E’ di questa mattina, la seconda consecutiva, in una fascia oraria delicata e ad alta frequentazione di utenti, l’ennesima segnalazione di servizio dimezzato!!!! Si garantisce il 50% del servizio indicato nelle tabelle di esercizio, in un orario e  lungo una direttrice, la Rieti-Roma, dove il reclamo, la denuncia e le lamentele sono praticamente all’ordine del giorno da un paio di anni a questa parte. Delle 4 corse previste, Express, Autostrada, via Salaria Borgo Quinzio delle ore 7.00 e Rieti-Passo Corese delle ore 7.05, ne sono partite soltanto 2 (Autostrada e Borgo Quinzio).

Ribadiamo trattasi della seconda mattina consecutiva e dell’ennesima criticità, nella stessa fascia oraria, di questi ultimi 7/8 mesi.

La Regione Lazio è immobile tra bilanci da far quadrare e coperture finanziarie, ma sempre pronta durante questa ultima campagna elettorale europea, a raccogliere consensi per quanto finora fatto. Impossibilitata a pianificare anche il minimo piano operativo, fatto di interventi radicali, di interventi strutturali e logistici, per ridare dignità ad un trasporto pubblico regionale che in provincia di Rieti, tra ferrovie mancate e trasporto su gomma improponibile, è qualitativamente ultimo tra gli ultimi.Il Comune di Rieti, sordo ad ogni appello, ad ogni intervento, è anch’esso immobile (volutamente!!), assolutamente incapace di chiedere a gran voce rispetto per i propri cittadini che ogni giorno si spostano dal centro reatino per andare a guadagnarsi la pagnotta, per studiare, addirittura per curarsi altrove. Una Provincia oramai cancellata che non può più avere voce in capitolo. Esponenti politici che una volta raggiunti gli scranni del potere a Roma, si sono dimenticati di chi li ha acclamati e lanciati verso quello scranno.

Altri che una volta fatto danni prima e durante il loro operato, proseguono anche dopo facendo orecchie da mercante verso tabella di stampa che un giorno si e l’altro pure, parlano di gente lasciata a piedi lungo la Salaria.

Abbiate almeno la decenza di non offendere la nostra intelligenza prendendoci per i fondelli rendendovi oltremodo orgogliosi di aver chiuso un bilancio in attivo dopo molti anni!

 

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CONTRO LA CAMORRA

 

Pubblicato anche sull'edizione sfogliabile de L'osservatore d'Italia del 21 maggio 2014

 

di Maurizio Costa

Camigliano (CE) – Una terra ricca, fertile e rigogliosa che, nell'arco di pochi anni, si trasforma in un territorio contaminato da tutti i tipi di rifiuti, industriali e privati; questa è la definizione della cosiddetta "Terra dei fuochi", un territorio che si estende da Caserta a Napoli e che comprende al suo interno ben 57 Comuni, nei quali risiedono più di 2 milioni di persone. Questi 1.076 chilometri quadrati rappresentano una delle zone più fertili d'Italia: la presenza del Vesuvio ha fatto sì che queste terre fossero molto fiorenti e, fin dai tempi dei romani, sono state coltivate in maniera intensiva.

Fin qui nulla di male, ma poi è arrivata la mano criminale, avida, ingombrante e devastante della camorra, che nel giro di pochi anni, ha trasformato questa terra in un'enorme discarica a cielo aperto. Migliaia di tonnellate di rifiuti si nascondono sotto il suolo e altrettante vengono scaricate ogni giorno sotto i cavalcavia per poi essere bruciate la notte. Un inquinamento totale che rende l'aria irrespirabile e provoca l’aumento esponenziale di malattie e i tumori tra le persone che vi abitano.

L'unica che ci guadagna è la camorra: le aziende, infatti, invece di smaltire legalmente i rifiuti, affidano gli scarti della lavorazione alla criminalità organizzata, che, facendo pagare la metà agli imprenditori, butta i rifiuti dove capita, inquinando aria e falde acquifere.

Questa storia la conosciamo tutti, ma in questo reportage vogliamo raccontare "gli invisibili" di queste zone, le persone che ogni giorno, schierandosi contro la camorra e lavorando per rendere la vita di tutti migliore. Una guerra silenziosa, fatta di minacce, persone coraggiose costrette a girare con la scorta e tanta paura; una guerra fatta anche di grandi soddisfazioni quando i risultati ritornano ai mittenti incorruttibili, i quali “esportano” i risultati ottenuti sotto forma di “cultura” della trasparenza e virtuosità nell’amministrare la cosa pubblica.

Insieme al "Cantiere Legalità" di Roma, abbiamo visitato queste zone per raccontare da vicino le storie che nessuno conosce.

La SRI e la ERREPLAST di Gricignano di Aversa rappresentano la parte civile di questa situazione per tutto ciò che riguarda i rifiuti. Queste due aziende servono ben 50 Comuni della zona e sostanzialmente trasformano in materiale riutilizzabile tutta la raccolta differenziata dei cittadini. La SRI, in particolare, riceve dal Consorzio i rifiuti e, attraverso varie fasi, gli restituisce le balle di materiale da riciclare, divise in plastica, carta, cartone, alluminio, ferro e flaconi. Queste balle vengono consegnate al Consorzio che, attraverso aste telematiche, le rivende ad altre aziende che provvederanno a trasformarle in materiali riutilizzabili. La SRI ha un impianto capace di valorizzare oltre 300.000 tonnellate di rifiuti l'anno, sebbene questa cifra non venga mai raggiunta. Questo accade perché non tutti i paesi si appoggiano a questo metodo di raccolta e riciclo. La ERREPLAST, invece, rappresenta l'altro lato della filiera; questa azienda, infatti, compra all'asta le balle di materiale da riciclare e le trasforma in "Ripet", cioè in piccole scaglie di plastica che andranno a formare migliaia di oggetti di uso quotidiano, dai maglioni ai piatti, dagli interni delle automobili ai vassoi. Due esempi, o per meglio dire due cattedrali nel deserto nella "Terra dei fuochi", nella quale predomina la supremazia della camorra, che, naturalmente, non agevola queste azioni lodevoli: infatti, il Direttore della ERREPLAST, Antonio Diana, è stato minacciato più volte dai boss mafiosi perché il suo lavoro dava fastidio alla criminalità organizzata. La determinazione e la voglia di fare non hanno fermato Diana, che adesso può vantarsi ogni giorno per tutto il lavoro che fa e per tutti i rifiuti che leva di mano alla camorra.

La lotta si combatte anche andando contro i pregiudizi della gente. Lo stesso Direttore della ERREPLAST ha assunto nella sua azienda Massimiliano Noviello, figlio di Domenico Noviello, imprenditore ucciso dalla camorra per non aver pagato il pizzo. Massimiliano non riusciva a trovare lavoro, respinto da tutti coloro che non volevano avere a che fare con un personaggio così scomodo, reo di aver denunciato ben 10 camorristi, tre dei quali già condannati all'ergastolo. Così, Diana, venuto a sapere della sua storia, ha assunto Noviello, dandogli una possibilità, e adesso il suo gesto è diventato un altro simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, combattuta anche sul piano umano ed etico.

Non solo i privati ma anche le Istituzioni della "Terra dei fuochi" cercano di porre rimedio alla situazione. E' questo il caso di Vincenzo Cenname, Sindaco del piccolo Comune di Camigliano, che è stato insignito del premio "Comune virtuoso d'Italia" per la sua campagna di raccolta differenziata e le sue attività di miglioramento della vita pubblica. La storia di questo Sindaco è molto singolare: appena si è insediato sulla poltrona di Sindaco ha rifiutato di conferire i rifiuti del suo paese ad un Consorzio legato alla camorra. Questo gesto gli è costato caro: in un primo momento la sezione rifiuti del suo Comune è stata commissariata e successivamente tutta l'Amministrazione comunale è passata nelle mani di un commissario e Cenname è dovuto tornare a casa. Tutto questo perché una legge imponeva che il paese si dovesse fornire proprio di quel Consorzio e quindi, con la sua scelta, il Sindaco avrebbe agito contro la legge. Poco tempo dopo, però, la giustizia ha avuto la sua vendetta: Cenname è stato rieletto con l'80 per cento delle preferenze e ha cominciato subito la sua campagna di miglioramento del paese. In quattro mesi ha chiuso la cava abusiva che si trovava a pochi chilometri dal centro abitato; polveri e rumori inquinavano tutto il paese e in pochissimo tempo Cenname ha fatto quello che i precedenti Sindaci non erano riusciti a fare. Inoltre, la raccolta differenziata è stata potenziata ed ha raggiunto il 70 per cento.

"Abbiamo cercato di far partire una campagna di sensibilizzazione per far uscire dal mercato i prodotti che non possono essere riciclati – ha dichiarato il Sindaco, che ha poi continuato – Inoltre, abbiamo sensibilizzato i bambini sulla questione rifiuti: quando i ragazzi ci portano qualche scarto di olio da cucina o di qualche altro rifiuto, forniamo loro degli eco-euro, una banconota che possono utilizzare nelle cartolibrerie del nostro paese." Vista anche la sua laurea in ingegneria ambientale, Cenname ha costruito una casetta dell'acqua nel centro del paese: "Questa costruzione – ha affermato il primo cittadino – rifornisce tutti i cittadini di acqua potabile, liscia o frizzante. In questo modo diminuiamo gli scarti di bottiglie di plastica e facciamo anche risparmiare soldi ai nostri abitanti." Infatti, questa struttura, pagata 18mila euro, in un anno ha erogato più di 80mila litri d'acqua a 5 centesimi al litro; la casetta dell'acqua ormai è in attivo e il Comune guadagna da questa idea e gli stessi cittadini risparmiano moltissimi soldi l'anno. Un esempio per tutti i paesi limitrofi che, piano piano, stanno cercando di imitare le idee del "Sindaco modello". Sembra un Paese straniero, di quelli che finiscono sulle prime pagine dei giornali per le loro azioni virtuose e le loro idee innovative, e invece ci troviamo in Italia, precisamente nella "Terra dei fuochi" e le azioni di questi "piccoli grandi uomini" migliorano, ogni giorno, la vita delle persone che vivono in quelle zone.

La strada è stata difficile e piena di imprevisti, primo tra tutti la camorra, ma l'audacia e la buona volontà hanno sovrastato su tutto e adesso la situazione sta migliorando. Combattere la criminalità organizzata è possibile e come esempio citerei una frase di Massimiliano Noviello: "Noi non siamo eroi: gli eroi sono degli esempi che nessuno imita. Noi siamo delle persone come tutte le altre e uniti possiamo sconfiggere questo Male che infesta la vita di tutti."
 




VENEZIA VONGOLE PESCATE ABUSIVAMENTE: ARRESTI E SEQUESTRI IN TUTTA ITALIA

Redazione

Venezia – Commercializzavano illecitamente, in italia ed all'estero, vongole pescate abusivamente nella laguna di Venezia, con sistemi ed attrezzi dannosi per l'ecosistema ed i fondali lagunari.
Dalle primissime ore di oggi, i finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Venezia, coordinati dalla Procura di Venezia e con la collaborazione dei colleghi di Veneto, Lazio, Campania, Sicilia ed Emilia-Romagna, hanno dato avvio ad un'imponente operazione, per l'esecuzione di 40 ordinanze di misure cautelari (di cui 24 arresti), emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Venezia nei confronti di altrettanti operatori del settore ittico e pescatori.
Le fiamme gialle stanno inoltre procedendo al sequestro di 3 centri di depurazione, lavorazione e spedizione utilizzati nell'illecita commercializzazione dei molluschi, nonchè di 16 imbarcazioni da pesca e di un "casone" (tipica costruzione lagunare su palafitte) antistante il porto di Chioggia, che costituiva la base per lo smistamento delle vongole, per un controvalore complessivo di circa 5.000.000 euro.
Ai responsabili vengono contestati i reati di associazione per delinquere, ricettazione, frode in commercio, falso ideologico in atto pubblico, danneggiamento aggravato.
Il risultato è il frutto di una complessa attività investigativa, durata oltre due anni e sviluppata con pazienti appostamenti, pedinamenti, intercettazioni, riprese video, localizzazioni e tracciamenti gps, che hanno permesso di tracciare e ricostruire accuratamente l'effettivo percorso industriale e commerciale delle vongole.
Gli inquirenti hanno anche accertato irregolarità nel trattamento di depurazione dei molluschi, nell'etichettatura (prodotti diversi per data di confezionamento, origine, qualità e provenienza rispetto a quanto dichiarato) e sotto il profilo dei requisiti di tracciabilità.
L'illecita attività di pesca ha provocato gravi danni all'ecosistema lagunare poichè gli indagati hanno fatto sistematicamente ricorso a metodologie e strumenti di pesca assolutamente vietati in laguna, quali "gabbie", "pompette" e "vibranti" che provocano il violento sommovimento dei fondali, alterando e danneggiando l'equilibrio degli organismi bentonici che vivono in questo delicato ambiente.
Per evitare i controlli, l'associazione a delinquere aveva organizzato un vero e proprio sistema di "pali" (c.d. "guardie"), posizionati in punti strategici della laguna, in modo tale da poter controllare i movimenti della Guardia di Finanza e delle altre forze di polizia.
Rilevante anche l'evasione fiscale commessa dai soggetti coinvolti nell'indagine i quali, anche per sopperire alla mancanza dei requisiti di tracciabilità sotto il profilo igienico-sanitario del prodotto ittico, molto spesso lo hanno commercializzato "in nero".
7 indagati sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere e 17 agli arresti domiciliari, mentre per altri 16 tra pescatori e "pali" è stato disposto l‟obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza, con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle 22 alle 07.