FORZA ITALIA E IL PACCO DEL NAZARENO: FITTO CHIEDE L’AZZERAMENTO DEL PARTITO

di Cinzia Marchegiani

Pacco, Doppio Pacco e Contro Paccotto, sembra proprio che il film di Nanni Loi sia andato in scena per queste elezioni del Presidente della Repubblica e Raffaele Fitto proprio non ci sta. Amara certezza quindi per Fitto che lo porta a pubblicare un’unica riflessione e denuncia il totale fallimento del progetto Forza Italia e chiede l’azzeramento totale del partito: ”si dimettano tutti. Impensabile che cultori del nazareno pretendano ora di travestirsi da oppositori.Se vogliamo fare una commedia, possiamo dire che va tutto bene in Forza Italia. Se invece vogliamo fare una cosa seria, occorre l’azzeramento totale nel partito e nei gruppi parlamentari.”

Forse in visione anche di quelle fetta degli elettori che sembra sempre più assottigliarsi per la mancanza di identità Fitto continua la sua cruda analisi:”E’ semplicemente impensabile, oltre che offensivo dell’intelligenza dei nostri elettori, che, dopo un fallimento politico totale, i cultori e i sostenitori del Nazareno, ora, in un attimo, come se nulla fosse, pretendano di travestirsi da oppositori di Renzi.Da tempo, con tanti amici, sostengo una linea politica che è stata criminalizzata e ostracizzata. Ci hanno perfino chiamato traditori. Ancora all’inizio di questa settimana, avevo caldamente invitato Berlusconi a dire no alla legge elettorale, o almeno a rinviare il voto al Senato a dopo l’elezione del Capo dello Stato. Per tutta risposta, c’era chi festeggiava l’ormai prossima “sostituzione” dei dissidenti Pd con i voti di Forza Italia.”
Pacco, Doppio Pacco e Contro Paccotto, Renzi fa il botto si…ma dei suoi alleati. PD e Forza Italia un destino che sarà destinato al tramonto..intanto gli elettori sono stanchi di queste manfrine?




BORGOSESIA: TRA PIATTI TIPICI E TRADIZIONE SI FESTEGGIA IL CARNEVALE

Redazione

Borgosesia (VC) – Torna il Carnevale a Borgosesia, il “re” Peru Magunella e la sua regina e fedele compagna Gin prendono le chiavi della città e inizia la festa. Tra leggende, tradizioni e piatti di “busecca” e  fagiolata sarà un Carnevale gustoso ed eccitante nell'attesa di giungere al tanto desiderato ed unico evento in Italia: il Mercu Scurot, ovvero, il funerale del carnevale.
Quattro settimane di feste, eventi,  gustosi piatti della tradizione di Magunopoli, questo era il nome, un tempo, di Borgosesia che dal 25 gennaio al 18 febbraio segna il confine tra la leggenda e la realtà, e chissà che la prima non sia meglio della seconda.
È qui che i carri allegorici –  colossi di cartapesta – saranno i protagonisti della cittadina della Valsesia, dove il carnevale nato nel lontano 1854, è tanto importante che è proprio qui che ha avuto origine 1983 la prima  scuola della cartapesta per la realizzazione dei carri allegorici che vede coinvolti artisti importanti come Guidubaldo Francesconi e Fabrizio Galli del Carnevale di Viareggio.

Rullano i tamburi, sale la tensione, son quasi tutti pronti, da ben 128 anni per la tanto attese sfilate, in tutto tre, che mostreranno i carri in tutto il loro splendore, perchè è qui che si contente il Palio dei Rioni. Ma le maschere non saranno solo su “quattro ruote” ma anche a piedi e alla più bella tra queste andrà il premio del Minipalio.
Numerosi sono gli eventi che si susseguiranno nel corso delle quattro settimane dedicate al Carnevale.

All'alba del 25 gennaio, alle 4 del mattino, i “cuochi di corte di Re Peru” accendono i fuochi per cucinare in piazza Mazzini la “Busecca” il caratteristico piatto carnevalesco fatto di brodo di verdure e trippa cotto dentro grosse marmitte. Alle 11,15 entra in “scena” Peru Magunella battezzato nel 1855 come il “Nuovo Carnevale”. La maschera infatti nasce in sostituzione di un costume originario definito semplicemente “carnevale” il cui scopo era quello di beffeggiare i francesi allora dominatori del territorio. Il nome di Peru deriva dal Patrono di Borgosesia, il cognome Magunella dalla identificazione della maschera nel capostipite dei Magoni, soprannome affibbiato ai Borgosesiani.

Dopo la cerimonia della consegna delle chiavi della Città Peru e Gin – la leggenda vuole che quando non è carnevale il Peru stia in giro e la Gin, sua fedele compagna e regina lo aspetti – danno il via ai festeggiamenti inaugurando la distribuzione della Busecca, insieme alla lingua con bagnetto (trito di prezzemolo, aglio, olio, uova e qualche spezia), alla lasagna, i bolliti misti con bagnetto e mostrada, la toma Valsesiana e la frutta.

La settimana successiva dal 29 al 31 gennaio, sempre nei locali della Pro Loco, ci sarà il Magunella Bierfest, festa a tema bavarese con stinchi, wurstel, salsicce, crauti e litri di birra a caduta con concerti e serate danzanti.
Domenica 1 febbraio si entra nel vivo del Carnevale con la prima delle tre sfilate di carri allegorici.
Non manca una giornata interamente dedicata ai bambini, il Bimbo Day, con l’allestimento, nella piazza, di giostre, strutture gonfiabili e spettacoli, e con la presenza di acrobati, giocolieri e clown.
Doppiopetto d'obbligo per il Sabato Grasso al veglione “Bianco e Nero”, così chiamato per la grande eleganza dei partecipanti che fino a tarda ora ascolteranno le orchestre e parteciperanno alle varie attrazioni organizzate per l'appuntamento.
Il 18 febbraio arriva il momento culminante del Carnevale: il Mercu Scurot. Mentre tutti gli altri carnevali di rito romano terminano, il Carnevale di Borgosesia vive il suo atto conclusivo nel primo giorno di Quaresima, per inscenare, con un lungo corteo, il funerale del Carnevale. Come vuole la tradizione, i partecipanti si ritrovano la mattina vestiti di tutto punto – con l'abito del Mercu Scurot: frac, gala (un grosso farfallino bianco di garza), cilindro e mantella. Accessorio indispensabile è il Cassù, mestolo di legno utilizzato per bere il vino, distribuito in apposite postazioni dislocate lungo il percorso del corteo. Dopo il Pranzo del Mercu Scurot alla Pro Loco i cilindrati (così si chiamano i partecipanti) iniziano un giro enologico della Città, che si concluderà la sera con la lettura del Testamento del Peru, il rogo del pupazzo che raffigura la maschera e i fuochi artificiali.
Ma ci sono anche eventi, promossi negli ultimi anni, che stanno ottenendo un successo per certi versi inaspettato: uno di questi è la serata “Seugn, Speransi, Ricord” (Sogni, speranze, ricordi), dedicata al teatro dialettale, alle canzoni del Carnevale e a racconti ed interventi di vecchi e nuovi protagonisti del Carnevale. Un ultimo aspetto, non certo di minore importanza, riguarda le iniziative benefiche da sempre promosse dal Comitato.

Dalla lotta al neuroblastoma all’ospedale cittadino, dal Centro Disabili di Varallo alla Croce Rossa, le associazioni aiutate sono state tante e in futuro saranno sempre di più, perché il Comitato è convinto che a Carnevale debba essere regalato un sorriso a tutti, e in particolar modo a chi ne ha più bisogno.

Borgosesia, paese situato in Valsesia, è ricordato per la Manifatture Lane che finanziò l’acquisto di due piroscafi su cu cui si imbarcarono i mille. Di particolare rilievo è il santuario di Sant’Anna che deve la sua fama alle sei cappelle dedicate agli episodi della Vita della Vergine, vanno segnalate inoltre le 150 statue in terracotta policroma realizzate dall’architetto Giovanni d'Enrico. Da non perdere c’è il Sacro Monte di Varallo che sorse per iniziativa del Beato Bernardino Caimi, che, di ritorno dalla Terra Santa volle ricreare in piccolo i luoghi della Palestina.
Il complesso degli edifici, una cinquantina è stato costruito nel corso di un paio di secoli. Ogni cappella rappresenta, con affreschi (circa 4.000 figure) e con gruppi di statue (circa 400), scene della vita di Gesù e di Maria.
 




RONALDO LASCIA IRINA: "DOPO CINQUE ANNI IL NOSTRO RAPPORTO SI E' CHIUSO"

Redazione

Cristiano Ronaldo passa dall'amore al pallone senza difficoltà. Il Pallone d'Oro ammette e ufficializza la rottura della relazione con Irina Shayk, 29enne modella russa, spiegando: "dopo 5 anni il nostro rapporto si e' chiuso, crediamo che sia il momento giusto per fare questo passo. Auguro a Irina ogni felicita'". Secondo la stampa spagnola il fuoriclasse portoghese avrebbe gia' una nuova fiamma, una giornalista della tv ufficiale del Real Madrid.
  Vita privata a parte, CR7 ha parlato anche della sua carriera in un'intervista concessa a France Football, confermando che cerca sempre la perfezione negli allenamenti e anche nell'alimentazione: "se riesco a giocare 60 partite a stagione e' perche' curo ogni aspetto, dal sonno all'alimentazione". ( Senza dimenticare gli allenamenti. A 29 anni e nonostante i tanti trofei vinti, compresi i tre Palloni d'Oro, il portoghese assicura che puo' e deve ancora migliorare: "sto lavorando sul mio sinistro, sulle accelerazioni e sui calci piazzati. Bisogna avere l'umilta' di capire che senza il lavoro quotidiano non si ha successo", ha spiegato, parlando anche dei due finalisti battuti nella corsa all'ultimo Pallone d'Oro, Messi e Neuer.
  "Anche loro sarebbero stati degli ottimi vincitori – ammette CR7 – Neuer ha disputato una stagione fantastica, Messi dopo qualche difficolta' avuta a inizio anno ha fatto bene giocando un ottimo Mondiale. Potevamo vincere tutti e tre, ma credo che il mio successo sia giustificato perche' ho disputato un'ottima stagione". Ronaldo ammette che il suo rivale Messi "puo' essere una motivazione ulteriore per me. Lui ha vinto quattro volte il Pallone d'Oro, io tre. Lui, cosi' come altri giocatori di grande livello, mi porta a lavorare sempre di piu' per cercare di esperimermi al massimo e di essere il numero 1. Sono sicuro che anche io rappresenti uno stimolo per lui e tutto questo e' un bene per il mondo del calcio". Dal portoghese grandi elogi per tutto il Real. "Io leader dello spogliatoio? Non credo che sia la parola giusta, credo che ogni giocatore puo' esserlo a modo suo, ognuno secondo le sue caratteristiche. Al Real ci sono giocatori come Sergio Ramos, Casillas, Pepe, Marcelo e tanti altri che sono dei punti di riferimento per tutti. Ho la fortuna di far parte di un gruppo che e' sicuramente il migliore che ho avuto in tutto la mia carriera".




PESTO GENOVESE: CANDIDATO A DIVENTARE PATRIMONIO UMANITA' UNESCO

Redazione

Il "pesto genovese al mortaio" si candida a diventare Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanita' dell'Unesco (attualmente i beni intangibili riconosciuti sono 364 nel mondo di cui 6 in Italia). Ad promuovere per primi il progetto sono la Regione Liguria, il Comune e la Camera di Commercio di Genova. Il riconoscimento puo' infatti contrastare gli abusi di identita' e genuinita' del pesto genovese, puo' rinforzare la tradizione dell'uso familiare del mortaio e favorire le azioni di contrasto all'inquinamento dei valori storici e culturali e delle particolarita' gastronomiche della Liguria. La richiesta di 'cultural heritage', secondo la Convenzione Internazionale di Parigi del 2003, riguarda in questo caso "l'ambito delle cognizioni e delle prassi relative alla natura e all'universo", per due principali qualita': il pesto genovese al mortaio e' un patrimonio etno-antropologico tipico della Liguria; il pesto genovese al mortaio e' un cibo naturale di alta qualita' e salubrita' ed e' parte della Dieta Mediterranea, gia' patrimonio Unesco). La procedura, con tutta la documentazione necessaria, prevede la mediazione e l'intervento dello Stato (ministero dei Beni Culturali e ministero dell'Agricoltura), la piu' vasta adesione possibile di enti pubblici territoriali e il massimo coinvolgimento delle comunita' locali organizzate in istituti, gruppi o associazioni culturali, di natura pubblica o privata. L'obiettivo di Regione, Comune e Camera di Commercio e' quello di entrare nella "tentative list" dello Stato per poter accedere ai meccanismi di selezione del Comitato intergovernativo dell'Unesco con propri tempi e regole.
  Rispetto ad altre richieste nazionali e internazionali e' stato giudicato di grande valore il fatto che le amministrazioni locali sostengano gia' da tempo la tradizione del pesto al mortaio, in particolare attraverso il Campionato mondiale di pesto genovese, ideato e organizzato dall'associazione culturale Palatifini, che da sette anni ne diffonde con successo la cultura nel mondo, esattamente come nelle migliori intenzioni dell'Unesco. Secondo Regione, Comune e Camera di Commercio la formulazione della domanda puo' diventare un percorso di grande effetto mediatico e di partecipazione sociale e culturale, con straordinarie ricadute per la promozione del territorio ligure anche in vista di Expo 2015.




TARTUFI: STIMOLANO IL PIACERE

Redazione

La fama dei tartufi, oltre al loro odore e sapore unico, e' legata da secoli ai loro effetti prodigiosi. Le ricerche hanno sinora caratterizzato la composizione dei loro aromi, le loro caratteristiche nutrizionali sino ad arrivare alla definizione del genoma del tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum). I ricercatori di Micologia e Genetica dell'Universita' dell'Aquila assieme ai colleghi abruzzesi di Teramo e del Campus Biomedico di Roma, sono riusciti a dimostrare che i tartufi contengono anche livelli elevati di anandamide, un cannabinoide che e' chiamato "la molecola del piacere". "Si tratta – spiega Giovanni Pacione del dipartimento di Medicina clinica, sanita' pubblica, scienze della vita e dell'ambiente dell'Universita' dell'Aquila – di una sostanza naturalmente presente nel cervello degli animali che scatena il rilascio di sostanze chimiche che regalano il benessere e modulano l'umore; non per nulla il suo nome in sanscrito significa 'piacere estremo o estasi'. I tartufi hanno bisogno di essere mangiati dagli animali per poter disperdere le loro spore: il loro intenso odore li attira e l'anandamide li soddisfa. Infatti l'anandamide e' una sostanza psicoattiva presente anche nel latte materno e stimola il neonato ad assumerlo, simile al Thc della Cannabis. Il tartufo – dice il professor Pacione – e' stato per secoli consumato dai ricchi come sono ora consumate le patate e quindi i suoi effetti erano evidenti, ora l'uso come aromatizzante ha fatto credere che le sue mirabolanti proprieta' fossero un mito. Su questa scoperta – fa infine sapere Pacione – la Bbc ha confezionato un servizio che sta facendo il giro del mondo e all'Expo 2015 dara' un visibilita' diversa del tartufo italiano ed abruzzese".




LA TRANSIBERIANA D'ITALIA TORNA A VIVERE

di Silvio Rossi

Isernia – Prende di nuovo vita la Transiberiana d’Italia. La linea che collega Isernia a Sulmona, è una delle più caratteristiche a livello nazionale, transitando per paesaggi incantevoli, che assumono un fascino particolare nei mesi invernali quando il tratto centrale della linea è completamente innevato.
Sono state infatti programmate quindici corse per l’anno 2015, sancendo il ritorno del servizio turistico, inserendo definitivamente la Isernia-Sulmona tra le quattro linee d'interesse storico nazionale sottoposte alla tutela da parte di Fondazione FS.
Come afferma Gianluca di Lonardo, molisano residente a Torino, che ha lanciato una petizione online su Change.org, che oggi parla di vittoria, “Questo risultato salva momentaneamente la tratta dalla dismissione e apre uno spiraglio per nuovi progetti di valorizzazione anche delle corse ordinarie. Il lavoro svolto sul territorio per accrescere il coinvolgimento cittadino è alla base del risultato ottenuto, ci auguriamo che ciò non venga ignorato nella programmazione futura sia per gli eventi storici che per programmazioni a lungo termine”.
La linea fino al dicembre 2008 prevedeva quattro corse per direzione, ridotte a due e, nell’ottobre 2010 limitate da Sulmona a Castel di Sangro, escludendo dalla percorrenza il tratto molisano. Nel dicembre 2011 il servizio regolare è stato soppresso.
Negli anni successivi le associazioni Transita Onlus e Le Rotaie Molise hanno organizzato una serie di treni turistici nel tentativo di non far dismettere l’infrastruttura, considerando l’abbandono della ferrovia una perdita di un patrimonio logistico e culturale. Lo scorso anno la Fondazione FS, che si occupa del mantenimento delle linee storiche, ha rivendicato la titolarità del servizio, promettendo un impegno per rendere i viaggi turistici una realtà costante.
Promessa a questo punto mantenuta, dato che per l’anno appena iniziato le corse previste sono più di una al mese, e si può immaginare come, una volta creato un interesse per il percorso, queste possano incrementare in futuro. Una delle possibili chiavi di svolta sono i “Treni della neve”, da organizzare nei fine settimana per portare agevolmente gli sciatori nelle località di Capracotta (da raggiungere con un breve tratto su navette locali) o Roccaraso e Rivisondoli, dove è situata la seconda stazione per altezza delle Ferrovie Italiane dopo quella del Brennero, a 1268 metri di altitudine.
Gli sciatori, provenienti da Roma o Napoli, potrebbero raggiungere le località sciistiche senza dover fare lunghe file con l’auto, stando comodamente seduti sul treno.
Si possono così ammirare i monti molisani e abruzzesi innevati, in un panorama intervallato dalle numerose gallerie, lunghe fino a oltre tre chilometri, che caratterizzano la linea, facendo comprendere come sia non solo avvincente dal punto di vista paesaggistico, ma interessante anche per gli accorgimenti tecnici necessari per la realizzazione.
Dopo la prima corsa, il 3 gennaio, il prossimo treno partirà da Sulmona l’otto febbraio.




EXPO: UN APP PER PRESENTARE LA MANIFESTAZIONE

di Silvio Rossi

Mancano poco più di cento giorni all’apertura dell’Esposizione, ed è stata rilasciata un’app per mostrare in anticipo come si svilupperà l’area che ospiterà l’evento, con un virtual tour che farà immergere l’utente in un ambiente 3D simulando la visita alla struttura milanese.
L’applicazione, sviluppata con la piattaforma 3DEXPERIENCE, permette visite panoramiche a 360 gradi, funzioni interattive, immagini in alta definizione, per restituire la sensazione di essere presenti nell’area della mostra.
È solo un’anticipazione virtuale, una simulazione dei padiglioni che verranno inaugurati il primo maggio, ma dopo le polemiche e gli scandali collegati ai lavori di realizzazione della kermesse, rappresenta un voltare pagina, un voler lasciare alle spalle un passato scomodo, per tuffarsi nel vivo dell’evento.
La rappresentazione virtuale non potrà mai restituire l’emozione della presenza dal vivo, il suo scopo, però è quella di incuriosire il potenziale visitatore, per invogliarlo a partecipare all’esposizione in prima persona.
La “visita” dell’expo è corredata di videointerviste ai protagonisti, i progetti architettonici dei paesi partecipanti, le aree eventi. L’applicazione è consultabile anche da smartphone e tablet.
 




CAPODANNO: NO AI FUOCHI

di Silvio Rossi

Come tutti gli anni, in corrispondenza della festa di San Silvestro, una lunga sequela di messaggi finalizzati a evitare l’uso dei fuochi artificiali per festeggiare la mezzanotte più attesa dell’anno, perché i nostri amici a quattro zampe sono particolarmente sensibili ai rumori provocati dai giochi pirotecnici, invade le nostre caselle di posta, i nostri account nei social network, i forum che frequentiamo.

Un muso di un cucciolo con gli occhi spaventati, a volte col cappello di babbo natale calzato in maniera buffa, con l’intenzione di intenerire il lettore del messaggio, è l’immagine che accompagna la richiesta di evitare i fuochi, coi loro rumori, perché possono creare gravi danni agli animali domestici.
Nei giorni scorsi anche diversi politici hanno ricordato come i rumori facciano male agli animali. L’ha scritto in un comunicato il coordinatore di Forza Italia del XV municipio, Vincenzo Leli, analogamente il consigliere delegato ai diritti degli animali di Anguillara, Second Ricci, ha pubblicato una serie di regole per minimizzare le conseguenze.

Nessuno vuole sminuire la validità di queste richieste. Sono iniziative lodevoli, non c’è che dire. Peccato però che tanta attenzione non venga riservata, oltre che per i cuccioli di cane e gatto, anche per quelli di uomo. Non un messaggio si legge su internet in cui si chiede di evitare i fuochi per il bene dei nostri figli.
Eppure ogni anno un centinaio di minori sono feriti a causa dei fuochi di capodanno, e molti altri sono vittime di petardi inesplosi nei giorni successivi, raccolti per la curiosità che non manca mai agli adolescenti.
Proprio per diminuire in particolare il numero di feriti tra i minori, tutte le forze dell’ordine, dai Carabinieri alla Polizia, dai Vigili del Fuoco alla Guardia di Finanza sono impegnati in una serie di campagne, anche nelle scuole, atte a far maturare nei ragazzi la consapevolezza del pericolo che questi ordigni rappresentano.
Con lo slogan “Usa la testa, non rovinarti la festa!”, sono stati distribuiti dei vademecum per sensibilizzare adulti e minori, sull’uso consapevole dei fuochi.
Chi manda messaggi per tutelare la salute psicofisica di cani e gatti, probabilmente lo fa con le migliori intenzioni. Farlo per contribuire a diminuire il numero di minori feriti, forse, non sarebbe stato male.




NATALE IN CUCINA: IL PASTICCIO DI NATALE DA GUSTARE SOTTO LE FESTE

di Massimiliano Galea

Abbiamo pensato di proporvi una ricetta di un pasticcio che durante le feste può essere consumato in qualsiasi momento della giornata. Sì perché durante le feste è bello stare dietro i fornelli ma anche gustare insieme piatti pronti da riscaldare al forno. Come si prepara il pasticcio di Natale?  Non è difficile  prepararlo, la ricetta  può essere suddivisa in tre passaggi. Ecco gli  ingredienti :

Soffriggi la cipolla e il prezzemolo tritati in una casseruola con un filo d'olio, aggiungi la carne tritata, falla rosolare, bagnala con il vino e lascialo consumare. Aggiungi la polpa di pomodoro, sala e fai cuocere a fuoco basso per 40 minuti circa. 

Salta le cimette di cavolfiore in poco olio. Lessa al dente le caserecce, scolale e condiscile con metà del ragù e metà del pecorino grattugiato.

Ungi d'olio uno stampo di 26 cm di diametro e foderalo con un disco di pasta da pane; disponici sopra le caserecce, poi il ragù rimasto, i cavolfiori, la ricotta sbriciolata e il pecorino avanzato. Copri con il secondo disco di pasta e sigilla i bordi. Punzecchia la superficie, spennella d'olio e fai cuocere il pasticcio nel forno a 180° per 30 minuti, fino a quando sarà dorato in superficie.

Il pasticcio può essere degustato accompagnato con un ottimo prosecco. Buono e originale per il Natale in famiglia. Auguri da L'osservatore d'Italia




PAPA FRANCESCO: LE QUINDICI MALATTIE DELLA CHIESA

di Simonetta D'Onofrio

C’è una chiesa che si occupa dei poveri, dei malati, di chi soffre, e c’è una chiesa che si è preoccupata principalmente di mantenere i propri privilegi, che ha anteposto le questue alle benedizioni. Nella Chiesa del novecento hanno convissuto don Milani e il cardinale Marcinkus, padre Puglisi e Lefebvre, e in genere hanno fatto carriera coloro che hanno lasciato in secondo piano i bisognosi, preoccupandosi di mantenere le proprie “amicizie”.

La distanza che si percepisce nella chiesa tra i vertici e la base non è inferiore a quanto avviene in altre organizzazioni gerarchiche, un cardinale viene percepito, nel suo rapporto con un sacerdote semplice, in maniera analoga a quanto avviene tra un generale e i suoi soldati.
Eliminare, o perlomeno ridurre, queste differenze nell’organizzazione vaticana, è l’obiettivo che, dal giorno che l’ha visto uscire eletto dal conclave del marzo 2013, si è posto il “papa venuto dalla fine del mondo”. L’ha dimostrato non con le parole, ma con semplici gesti, con scelta di rinunciare all’appartamento papale per vivere dentro la casa Santa Marta, l’edificio che è utilizzato come alloggio per il congresso dei cardinali in occasione dei conclavi.
Le esortazioni del Papa, le continue richieste di una chiesa meno opulenta, hanno diviso la curia tra coloro che hanno sposato le volontà papali, e una parte della gerarchia vaticana che resiste nella difesa dello status acquisito. Nel Sinodo straordinario sulla famiglia, dello scorso mese, le due posizioni hanno dato vita a due veri e propri “partiti” che hanno espresso due posizioni quasi antitetiche, e il documento finale è apparso come una sintesi da “larghe intese”, tanto attuali anche nel parlamento italiano.
Le resistenze di una parte della curia, però, non scoraggiano l’intraprendente gesuita che, nel giorno in cui si fanno gli auguri natalizi, tradizionalmente utilizzato per ripercorrere dai pontefici le tappe dell’anno trascorso, i viaggi, gli incontri, papa Bergoglio ha elencato quindici malattie che caratterizzano la chiesa d’oggi: dall’Alzheimer spirituale, alla schizofrenia esistenziale.
Papa Francesco vuole una chiesa che gli somiglia, disposta a mettersi sullo stesso piano di chi soccorre, che rinuncia alle posizioni di privilegio, e il riferimento ai “continui traslochi” sembra un attacco neanche troppo velato all’ex Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, uno dei cardinali più lontani nella Chiesa Romana rispetto alle posizioni papali.
Una cosa è certa, mai una volta i discorsi di Bergoglio sono banali. Mai parla solo per accontentare i presenti o i giornalisti al suo seguito.




ROMA SAN PIETRO: MESSA PER IL CENTENARIO DEL CONI

di Silvio Rossi

Nella basilica di San Pietro, gremita da numerosi atleti, allenatori, appassionati, il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Cardinale Gianfranco Ravasi, ha celebrato la messa per la celebrazione del centenario del CONI, alla presenza del Presidente dell’ente, Giovanni Malagò, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano del Rio, e del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Durante la messa, dove il cardinale ha ricordato agli atleti come lo sport sia un modo per affrontare degnamente la vita, perché nello sport c’è privazione, sacrificio, l’osservanza di una regola, altrimenti non sarebbe possibile raggiungere i risultati sperati. Alcuni atleti hanno partecipato alle letture, tra cui un emozionato Nino Benvenuti.
Il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha accompagnato la liturgia sotto la direzione del maestro Ciro Visco.
Al termine della messa, è giunto nella basilica Papa Francesco, accolto dal saluto di Malagò per conto di tutti gli sportivi presenti. Il Papa ha voluto salutare a sua volta i presenti, felicitandosi per la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 (“ma io forse non ci sarò”, ha scherzato il pontefice). Al termine si è recato a portare un saluto al coro, che ha intonato un canto extra per omaggiare sua santità.
Molti campioni olimpici e paraolimpici erano presenti in basilica, la messa odierna era caratterizzata dal gran numero di tute da ginnastica.