STEFANO FASSINA ALL’ATTACCO DEL PD: “NON CI SONO CONDIZIONI PER ANDARE AVANTI”

di Cinzia Marchegiani

Sono pesanti e gravi le parole che Stefano Fassina rivolge al suo partito, una sorta di una profonda riflessione che in verità già da tempo lascia trasparire la propria contrarietà alla politica renziana. Ora Fassina va all’attacco e ha voluto evidenziare la crepa ormai netta di una rottura tra lui e il PD, Fassina con il suo intervenuto dal palco di un’iniziativa del Pd a Capannelle (Roma), dove senza giri di parole, ha dichiarato:  “È arrivato per me il momento di prendere atto che non ci sono più le condizioni per andare avanti nel Pd e insieme a tanti e tante che hanno maturato per vie autonome la mia stessa riflessione proveremo a costruire altri percorsi non per fare una testimonianza minoritaria ma per fare una sinistra di governo ma su una agenda alternativa".

Un filo inquieto il rapporto di Fassina con il suo PD
, ma soprattutto verso Renzi. Era il 4 gennaio 2014, in contrasto con la nuova linea del partito rappresentata dal segretario Matteo Renzi, Fassina presentava dimissioni irrevocabili lasciando l'incarico di viceministro dell'economia. La querelle tra Fassina e Renzi diventava ormai eloquente quando durante la conferenza stampa al termine della riunione della segreteria del Partito Democratico, Renzi aveva risposto con una battuta al giornalista che gli aveva fatto una domanda sul rimpasto e sulle ripetute richieste di chiarimento politico avanzate dal viceministro dell’Economia, il giornalista aveva pronunciato il nome di Fassina e Renzi lo aveva interrotto domandando: "Chi?" Secca la risposta di Fassina che commentava: “Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del PD al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. Questione politica. Un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione”

Fassina e il nuovo progetto politico in antitesi a Renzi. Anche se per ora non ha riconfermato la sua uscita dal PD, il messaggio di Fassina è chiaro e lucido, quello di costruire un progetto politico che non sia una testimonianza minoritaria ma per fare una sinistra di governo su una agenda alternativa. Quindi Fassina si vede proiettato in un cambiamento radicale , ma soprattutto assai lontano dalla politica renziana, di cui non ha fatto mai fatica a nascondere il proprio disappunto, come la sua contrarietà al voto sulla fiducia posta dal governo al ddl Scuola che sarà votata giovedì prossimo in Senato.
 




NAPOLI: E’ TUTTO PRONTO PER “GIOCHI SENZA BARRIERE”

di Christian Montagna

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Giunti all’undicesima edizione, anche quest’anno l’associazione onlus “Tuttiascuola” è riuscita ad organizzare con enorme successo una festa dedicata a tutti i bambini disabili e adulti disabili nel cuore della città di Napoli, alla Mostra D’Oltremare. Lunedì 15 Giugno avrà inizio la festa che si presenta come modello di coesione sociale e solidarietà e che mira al riconoscimento di diritti costituzionalmente garantiti. In questi undici anni, ad affiancare la manifestazione, istituzioni, donne e uomini straordinari, tutti insieme per regalare ai più deboli una festa sempre più bella. Organi di Stato, servizio pubblico radio televisivo, le università, artisti di fama nazionale hanno sostenuto e contribuiscono tuttora a costruire una giornata indimenticabile per le venti mila persone, disabili e familiari che hanno reso giochi senza barriere una festa unica nel suo genere in Italia.


“L’orgoglio di aver fatto nascere – si legge nel comunicato stampa dell’evento – di aver coltivato e fatto crescere questa esperienza ci responsabilizza e ci autorizza a sognare che giochi senza barriere divenga un giorno non lontano un modello da seguire in tutte le città d’ Italia.” Giochi senza barriere ha declinato il termine volontario in modo integrale: nessun volontario che contribuisce alla festa con rimborso spese e nessun volontario a pagamento. Oltre seicento giovani ed adulti contribuiscono e credono che questo sia possibile e lo fanno ininterrottamente da undici anni. Contributo economico fondamentale negli ultimi anni è stato quello dell’ Istituto Banco di Napoli fondazione e di diversi imprenditori napoletani.


Il programma della giornata:
alle ore 10 è prevista l’apertura della festa con il saluto dei rappresentanti istituzionali. Diversi sono i gazebi all’interno della Mostra: gazebi di Vigli del fuoco, Polizia Municipale, Accademia Aeronautica, Guardia di Finanza; area gazebi di associazioni; area giochi, area maneggio, area artisti di strada, area teatro, area laboratori, area animali, area ristoro, area scientifica, area servizi e pizza Village a cura della Napoli Pizza Village.
Interverranno alla manifestazione ospiti del calibro di Mario Porfito, Bruno Savino, Alfonso Ardito; i cantanti Valentina Stella, Clementino, Tony Tammaro, Starfunky in Disney concert, gli artisti di Made in sud e “La Maschera”.




LORENZIN: FIOCCO ROSA E CELESTE PER IL MINISTRO DELLA SALUTE

di Cinzia Marchegiani

Roma –
Beatrice Lorenzin, il ministro della Salute ha voluto dare lei l’annuncio al mondo della nascita dei suoi due gemelli e lo ha fatto tramite Twitter e Facebook, postando anche la loro foto: “Ecco Francesco e Lavinia. Mamma e papà sono felici ed emozionati”. I due gemelli, Francesco e Lavinia sono nati questa mattina alle ore 11:30 e già i loro nomi sono diventati virali nel web. Molti gli auguri alla neo mamma, soprattutto dal mondo delle famiglie con bambini malati gravi, sensibili al tema della salute, augurano prosperità e benessere perché la vita è un bene troppo prezioso ma soprattutto la felicità dei propri figli.




IL BARCELLONA VINCE LA CHAMPIONS LEAGUE

di Silvio Rossi

Ci hanno provato. Dopo una fase iniziale in cui il Barcellona era andata in vantaggio, e la Juventus sembrava sbandare a ogni azione, il gioco dei ragazzi di Allegri ha iniziato a portare palloni nell’area spagnola, dimostrando di non essere la vittima sacrificale. Dopo il gol di Raktic al quarto minuto di gioco, alla prima azione dei catalani, il Barcellona ha tenuto gioco per tutto il primo tempo, lasciando poche occasioni alla squadra italiana, e facendo lavorare in alcune occasioni Buffon. Al termine del primo tempo il vantaggio di 1 a 0 sembrava addirittura stare stretto al Barcellona. La ripresa ha visto invece i bianconeri affrontare la partita con un altro piglio, e in dieci minuti è riuscita a mettere in equilibrio il match, grazie a un gol di Morata che ha ripreso una corta respinta del portiere Ter Stegen. Un gol che aveva illuso la squadra juventina di poter ribaltare la situazione, grazie anche ad alcuni attacchi che avevano messo in difficoltà la difesa spagnola, apparsa in alcune occasioni non impeccabile.

La partita si decide al sessantottesimo minuto. Su un attacco juventino Pogba cade a terra in area del Barcellona, l’intervento di Dani Alves sembra irregolare, ma l’arbitro lascia correre nonostante le proteste del francese. Sul cambio di fronte Messi semina tre avversari, tira a rete, costringendo Buffon a restituire il favore fatto un quarto d’ora prima dal suo collega di ruolo. Irrompe in questo caso Suarez che segna il due a uno. La partita a questo punto si accende, la Juventus cerca di recuperare nuovamente, con alcune azioni degne di nota, ma esponendosi al contropiede del Barca, che prima realizza un gol con Neymar, viziato da un tocco con la mano, e quindi annullato dall’arbitro, e poi, all’ultimo minuto di recupero, mette in sicuro il risultato con lo stesso Neymar in una classica azione di contropiede.

Il Barcellona vince la sua quinta Champions League (contando anche un’edizione che si chiamava “Coppa dei Campioni” nel 1992), raggiungendo Bayern Monaco e Liverpool, e realizzando il “triplete” con campionato e coppa di Lega spagnola. La Juventus esce però a testa alta, magra consolazione per chi aveva sperato di portare a casa la coppa, ma certamente la prestazione dei bianconeri rappresenta un punto di partenza per tornare a far sentire la propria voce in Europa.




CHAMPIONS LEAGUE: TUTTO PRONTO PER JUVE-BARCA

di Silvio Rossi

È tutto pronto a Berlino, nello stesso stadio che ha visto, nove anni fa, l’urlo di Fabio Grosso, esultante per aver messo a segno il rigore che significava medaglia d’oro al mondiale 2006. Uno stadio che porta fortuna, quindi, al calcio nostrano. Un campionato che vedeva la nostra nazionale, ai nastri di partenza, non certo una delle favorite, e anche nella finale, dopo che gli azzurri avevano superato tutti i turni, e sconfitto i forti padroni di casa in semifinale, i bookmakers assegnavano un quoziente più basso ai transalpini. La squadra di Zidane sembrava favorita, e iniziò la partita con gran veemenza, andando in vantaggio al settimo minuto con un “cucchiaio” di Zidane su rigore. L’Italia reagì, pareggiando dopo pochi minuti (19°) con un colpo di testa di Materazzi. Un altro colpo di testa, dato però dal fantasista francese autore del primo gol, sul petto dell’autore della rete italiana, determinò l’espulsione di Zidane. Dopo quell’episodio i francesi sono sembrati imbambolati, si era capito in quel momento che l’Italia poteva farcela, fino all’errore di Trezeguet dagli undici metri, e al trionfo suggellato dalle parole del telecronista Marco Civoli “È finita, è finita, è finita, è finita… il cielo è azzurro sopra Berlino! Siamo Campioni del Mondo!”.

Anche stasera la Juventus non parte favorita, nonostante la squadra italiana abbia dimostrato la sua solidità durante i turni precedenti, avendo la meglio di Borussia Dortmund, Monaco e Real Madrid. Il Barcellona è una quadra che fa paura, a tutti, ma non alla compagine di Allegri, che spera di sovvertire il pronostico così come avvenne nel 2006. Quella di stasera si presenta come una gara dall’alto tasso tecnico, con possibilità di sfide entusiasmanti in campo. Mancherà il duello tra Luis Suarez e Giorgio Chiellini, che si era concluso col morso dell’uruguagio sulla spalla del difensore italiano. Ma la sfida tra i due attacchi è comunque entusiasmante. Il Barcellona presenta, oltre a Suarez, due tra i candidati al pallone d’oro, Neymar e Leo Messi, la Juventus risponde con Tevez e Morata punte, e Vidal che li affiancherà da trequartista. La squadra che vincerà la sfida di stasera realizzerà un “triplete”, avendo vinto entrambe sia il campionato che le coppe di lega. Quella di stasera può considerarsi effettivamente la sfida tra le due squadre che, a livello europeo, hanno meritato questa opportunità.




FEDERALBERGHI, 2 GIUGNO: ASSAGGIO D'ESTATE PER 6 MILIONI DI ITALIANI

di Matteo La Stella

Saranno 6,14 milioni gli Italiani che approfitteranno del ponte del 2 giugno per concedersi un primo "breack" in vista delle ormai prossime vacanze estive, con un aumento del 6,6% di coloro che dormiranno almeno una notte fuori casa rispetto al 2014. A dirlo è uno è un'indagine di Federalberghi che, tra le altre cose evidenzia come di questi, il 92% rimarrà in Italia e solo il 7,1% andrà all'estero, segnale, secondo il presidente degli albergatori nostrani Bernabò Bocca, nettamente positivo : “non solo per l'economia interna, quanto anche per la valenza simbolica che essa assume, di un Paese sempre più scoperto ed apprezzato da chi vi abita”. “Il risultato- continua il numero uno di Federalberghi-è confortante, soprattutto per il fatto che da sempre questo 'ponte' rappresenta il banco di prova per la stagione estiva.

Lo studio, oltre ad essere di buon auspicio per l'economia del Bel Paese dunque, sottolinea l'imposizione su tutte le altre mete delle località marittime per la fetta di cittadini pronti a fare le valige: il 58% di questi infatti ha preferito il mare, leggermente in calo rispetto al 2014 in cui lo aveva preferito il 62% dei vacanzieri. In crescita di 5 punti percentuali la scelta delle città d'arte che, dal 12% dello scorso anno, fa un salto a piè pari fino al 17%. La montagna invece rimane la meta favorita dal 12,5%, seguita dal 2% degli amanti del relax che hanno puntato tutto sulle località termali.

Per quanto riguarda la scelta dell'alloggio, il 31,6% saranno ospiti a casa di parenti o amici, il 27% si concederanno il soggiorno in una struttura alberghiera, l'8% faranno capolino in un bed and breakfast mentre il 21% usufruiranno della casa di proprietà o ne prenderanno una in affitto (4%).
La spesa media a persona sarà di 267 euro, variabile ovviamente in base alla meta prescelta e al tenore di vita. La previsione di spesa, infatti oscilla tra i 240 euro per le mete italiani, per arrivare a toccare i 650 euro per i viaggi internazionali.
Usciranno, dalle tasche degli italiani, soldi per un giro d'affari da 1,6 miliardi di euro, il 7% in più del 2014. Inoltre300mila italiani viaggeranno in direzione Expo2015 durante il ponte del 2 giugno, già visitato da quasi 2 milioni di connazionali adulti e minorenni, dall'apertura del primo maggio.




CHARLIE CHALLENGE: IL RITUALE IMPAZZA SUL WEB

di Cinzia Marchegiani

Non è una moda che sta ammaliando solo il web e gli adulti, ma questi rituali esoterici hanno contagiato anche i bambini che spinti a dimostrare coraggio ai propri compagni di classe, si sono messi ad evocare lo spirito di Charlie tra i banchi di scuola. Il gioco pericoloso in cui cadono i piccoli alunni è dovuto anche ad un fraintendimento, poiché confondono il fantasma del demone bambino Charlie Challenge, con il caso Charlie Hebdo che hanno studiato a scuola, dopo l’attacco terroristico avvenuto a Parigi.

Così, piccoli temerari, molti spinti a partecipare per non essere additati come fifoni, si mettono intorno ad un foglio, con sopra due matite incrociate, che con l'arrivo del demone si muovono. Invocato lo spirito, lui dovrebbe rispondere alle domande dei partecipanti facendo muovere le matite nella direzione del "si" o del "no". L’intento della seduta spiritica però è quello di evocare Charlie, lo spirito di un bambino,che una leggenda metropolitana racconta morì all’età di 10 suicida, e poi diventò per l’eternità un demone.

Charlie è entrato di prepotenza anche nei giochi dei bambini, molti dei quali proprio in questi giorni si stanno instradando a ricevere la prima comunione. Forse gli adulti non comprendono quanto sia importante il ruolo dei genitori e soprattutto quello del social network, dove tra il mistico e realtà esiste un confine che per i bambini non è facilmente comprendibile

Charlie, il gioco inquietante per evocare il demone bambino sul web, ora imperversa anche a a scuola.




ROMA: SI CELEBRA IL 100° ANNIVERSARIO DELL’INGRESSO DELL'ITALIA NELLA GRANDE GUERRA

Redazione

Una giornata aperta dalla deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Un momento solenne, accompagnato dalle note della Canzone del Piave. Nel pomeriggio il Ministro Pinotti accompagnerà il Capo dello Stato, al Monte San Michele (GO) per ricordare i caduti del Friuli Venezia-Giulia.

Successivamente il Ministro si recherà a Trieste, dove percorrerà l’ultimo tratto della staffetta dell’iniziativa “L’Esercito marciava…”. In Piazza Unità d’Italia oltre alla cerimonia dell’alzabandiera, ci sarà l’esibizione di fanfare, e un evento musicale che vuole ricordare la Grande Guerra attraverso musica, prosa, poesia e “immagini”. Numerose le iniziative culturali commemorative del centenario della Grande Guerra che si svolgeranno in tutta Italia.Oggi è stata prevista l’apertura alla cittadinanza ed alle scolaresche, a titolo gratuito, dei Sacrari e musei militari sull’intero territorio nazionale.

Alle ore 15.00, su disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si osserverà un minuto di silenzio e raccoglimento in contemporanea a quanto attuato dal Capo dello Stato presso la Zona Sacra di Monte San Michele. Presso i monumenti ai Caduti di 24 città, dopo il minuto di silenzio, sarà sparata una salva d’onore da parte di una squadra di sette militari in armi. Esclusivamente nella città Roma, sarà effettuata una salva d’onore con il cannone del Gianicolo (in aggiunta a quella tradizionalmente prevista alle ore 12.00).

Iniziative che coinvolgeranno anche gli studenti: realizzeranno una stella alpina di carta che deporranno presso i monumenti ai caduti della propria città.




IL PAPA ESORTA I VESCOVI A DENUNCIARE LA CORRUZIONE PUBBLICA E PRIVATA

di Cinzia Marchegiani

Città del Vaticano (RM) – Papa Francesco ha aperto l’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana alla sua 68ª edizione. I lavori, che termineranno giovedì 21, si svolgono in Vaticano nell'Aula del Sinodo. Martedì 19, dopo l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco, i vescovi si confronteranno sul tema principale dell'assemblea: la verifica della recezione dell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Tra gli altri argomenti all'ordine del giorno, la preparazione al convegno di Firenze e al Giubileo. condividendo con i Vescovi alcune domande sulla “sensibilità ecclesiale”.

L’invito del Papa rivolto ai vescovi è segnale dei nostri tempi, che stanno scrivendo la storia non solo politica ma anche di uno stato di degrado orami diventato capillare in ogni settore: “La sensibilità ecclesiale che comporta anche di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi. Sensibilità ecclesiale – continua il Santo Padre – che, come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana”.

Papa Francesco fotografa il quadro realisticamente poco confortante di questo momento storico che il mondo sta vivendo, dove le tragedie affliggono e sono tribolazione per l’essere umano e spiega: “la nostra vocazione cristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente: ossia di essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri. La nostra vocazione è ascoltare ciò che il Signore ci chiede ‘Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio(Is 40, 1)’”.

E’ un Papa Francesco che punta alla concretezza delle azioni, nel suo discorso sottolinea come la sensibilità ecclesiale si manifesta anche nelle scelte pastorali e nella elaborazione dei documenti ove non deve prevalere l'aspetto teoretico-dottrinale astratto: “quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese – deciso il Santo Padre afferma – ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti, invece che occorre perseguire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibili”.

Sul ruolo dei laici si incentra un importante passaggio del discorso di Papa Francesco, infatti spiega che la sensibilità ecclesiale e pastorale si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono : “In realtà, i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del Vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore! Infine, la sensibilità ecclesiale si rivela concretamente nella collegialità e nella comunione tra i Vescovi e i loro Sacerdoti; nella comunione tra i Vescovi stessi; tra le Diocesi ricche – materialmente e vocazionalmente – e quelle in difficoltà; tra le periferie e il centro; tra le conferenze episcopali e i Vescovi con il successore di Pietro” – conclude Papa Francesco.

Papa Francesco conclude il discorso con un auspicio: “Possa il Signore – durante il Giubileo della Misericordia che avrà inizio il prossimo otto dicembre – concederci la gioia di riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo … Affidiamo fin d’ora questo Anno Santo alla Madre della Misericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino” (Omelia 13 marzo 2015). Ora lascio a voi il tempo per proporre le vostre riflessioni, le vostre idee, le vostre domande sulla Evangelii Gaudium e vi ringrazio di cuore!”




VITTIME DEL TERRORISMO: ALESSANDRO, UN RAGAZZO COME ME

Il nove maggio, giornata in cui è stato ritrovato il corpo esanime di Aldo Moro nel bagagliaio della Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, viene dedicato alla memoria delle vittime del terrorismo.Un periodo storico iniziato con la bomba di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, che ha visto un escalation di violenza, culminato proprio con la strage di via Fani, il rapimento e l’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana, il giorno in cui, in Parlamento, era previsto il giuramento del governo Andreotti, figlio del compromesso storico, col Partito Comunista guidato da Enrico Berlinguer.

Negli “Anni di piombo”, il ventennio che ha seguito la strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, le vittime conseguenti ad azioni terroristiche sono state oltre 400, e qualche migliaio i feriti. Vittime spesso casuali, finite nel momento sbagliato nel posto sbagliato.
In questa occasione, la figura del cronista si esaurisce, affiorano i ricordi personali, le emozioni che sono state vissute di persone, da me, come da molte altre persone che, in quegli anni, hanno vissuto fasi importanti della propria crescita personale, della propria vita sociale.

L’episodio che personalmente mi colpì particolarmente fu l’uccisone di Alessandro Caravillani, studente del liceo artistico di Roma, colpito da Livio Lai e Francesca Mambro, appartenenti a un commando dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), durante l’assalto all’agenzia della Banca Nazionale del Lavoro di Piazza Irnerio, in seguito a una sparatoria tra i componenti del commando e le forze dell’ordine intervenute per sventare la rapina.
Alessandro era uno studente che non si occupava particolarmente di politica, un ragazzo come me, che aveva la mia età, che frequentava le strade che frequentavo anche io. Era un ragazzo com’ero io allora. È stato ucciso nella strada che anche io percorrevo spesso. Alessandro è il simulacro di tanti ragazzi come me, che hanno vissuto da spettatori un periodo nero della nostra storia, e che, a differenza di me, non ha avuto la possibilità di raccontare.

Ricordare le vittime del terrorismo è importante per tutti, perché tutti noi abbiamo un Alessandro, un Patrizio, un Virgilio, con cui possiamo identificarci, e di cui dobbiamo mantenere viva la memoria.




CUBA-USA. LA VERSIONE DI AMAURYS

La stretta di mano che c’è stata circa un mese fa tra il presidente degli Stati Uniti, Obama, e il suo collega cubano, Raoul Castro, sta iniziando a dare i primi frutti. Domenica prossima Castro si recherà in visita in Vaticano, dal primo papa latinoamericano.
I rapporti di Cuba col Vaticano non sono una novità, già nel 1996 il Leader Maximo, Fidel Castro, venne in visita da papa Giovanni Paolo II, che scambiò il favore due anni dopo, recandosi in viaggio pastorale nell’isola.
Altra buona notizia che in questi giorni sta sugellando la pace ritrovata, è l’annuncio che dal prossimo mese di luglio verrà ripristinato un servizio di traghetti tra l’isola e il continente americano, e alcuni voli di linea. Un segno reale che la riappacificazione non è stata solo di facciata, un elemento realizzato solo per far parlare le televisioni. Finalmente tra l’isola e gli Stati Uniti si potrà viaggiare tranquillamente, con un vantaggio per entrambi.
Abbiamo incontrato il pallanuotista cubano Amaurys Perez, campione dello sport in acqua, personaggio eclettico che ha dimostrato la sua simpatia nelle apparizioni che ha effettuato in televisione in trasmissioni popolari come Ballando con le stelle, Pechino express, Si può fare.
Parlando con Amaurys, abbiamo avuto la possibilità di conoscere la sua simpatia e il suo sorriso, una persona molto semplice, che ha accettato volentieri di spendere due parole sulle nuove opportunità che il disgelo può offrire al popolo cubano.

Tu sei nato a Cuba. Fino a che età sei stato lì?
Fino a 24 anni.

Poi sei venuto direttamente in Italia o sei stato in altri paesi?
Sono stato in Spagna, per quattro anni.

Comunque sia Italia che Spagna sono due paesi latini, per certi versi posti dove un’anima latina come la tua dovrebbe trovarsi bene. Hai trovato un ambiente familiare?
Sì, è vero, un ambiente molto favorevole. Spagnoli e italiani hanno lo stesso carattere dei cubani.

Tu torni a Cuba ogni tanto?
Si, certo, ci vado spesso.

Altri personaggi cubani che sono stati qui in passato, però, hanno avuto problemi, come nel caso della pallavolista Aguero, ne avevi sentito parlare?
Sì, a volte ci sono problemi. Io grazie a Dio ho sempre avuto buoni rapporti, e nessun problema.

Hai ovviamente sentito parlare della stretta di mano tra Castro e Obama. Come hai accolto la notizia?
Alla grande. È una cosa che solo a parlarne mi viene la pelle d’oca. Per noi è stata una grande sofferenza per tanti anni, più di cinquant’anni di blocco economico, e trovarsi con questa bella notizia.. intanto la pace fa bene a tutti, per noi cubani poi, non c’è nessun problema tra il popolo cubano e il popolo americano.

Spesso nei conflitti il problema non è nel popolo, infatti.
È così. Ripeto, per noi è stato un grandissimo passo avanti, sia per l’economia, per la qualità di vita dei cubani, che spero migliori.

A tuo avviso, il fatto che al governo oggi ci sia Raoul Castro, e non più Fidel, ha influito nell’avvicinamento con gli Stati Uniti?
Penso che Raoul sia stato più pragmatico, ha voluto proprio fare un cambio di politica, di mentalità, e lo sta portando avanti.

In questi giorni è stato riattivato un traghetto tra le coste degli Stati Uniti e Cuba. Hai sentito la notizia?
Si, proprio stamattina, mentre ero in aeroporto, stavo guardando un tg online sugli schermi, e ho letto questa cosa. Ho detto: “porca miseria”, non ci potevo credere, non mi riesco ancora a immaginare i traghetti che vengono dagli Stati Uniti.

Cuba, anche durante gli anni dell’embargo, è stata considerata una meta turistica. Quest’apertura può rappresentare una legittimazione delle ambizioni turistiche cubane?
Sì, il turismo a Cuba crescerà a livello mondiale. Noi possiamo diventare veramente la prima tappa per il turismo degli americani. Siamo un’isola, e dipendiamo tanto dal turismo, che può diventare il primo motore della nostra economia.