Festival di Sanremo, Amadeus strizza l’occhio alle radio

Tra temi sociali e d’attualità più o meno accennati, fragilità personali, rivalsa in chiave femminile e i soliti amori più o meno travagliati, il festival di Sanremo quest’anno con le trenta canzoni in gara strizza l’occhio come non mai alle radio e all’effetto tormentone.

Addio o quasi, dunque, alle ballate e ai pezzoni cheek to cheek, vai di cassa dritta e uptempo per rimanere svegli nelle lunghe nottate della manifestazione.

“Ho sempre detto che le radio per me sono importanti, il successo di un brano si misura nel fatto di sentirlo trasmesso anche dopo tanto tempo.

Sono il polso che una canzone funziona – spiega Amadeus, dopo il pre-ascolto dei brani in gara riservato agli addetti ai lavori -. Quest’anno la percentuale di uptempo è maggiore di quella delle ballate, ma non è un pensiero a tavolino. Vero è che io cerco di prediligere i cosiddetti tormentoni”. E di tormentoni, a un primo ascolto, ce n’è sicuramente più di uno, a partire dai Kolors (che tenteranno di replicare il successo di Italodisco), e poi Annalisa, Angelina Mango, Alfa ma anche a sorpresa i Ricchi e Poveri.

Molti come di consueto si affidano a cuore e amore (connubio irrinunciabile, soprattutto all’Ariston), ma qualcuno quello stesso cuore lo spinge oltre l’ostacolo per affrontare temi sociali e d’attualità. Lo fa Ghali con il suo elettropop ipnotico, che prende posizione contro la guerra (“per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale”), e lo fa Dargen D’Amico con riferimenti ai migranti (“siamo più dei salvagenti sulla barca”), alla guerra dei bambini, al governo in carica (“Abbiamo cambiato leader ma la madre e le altre donne non hanno niente da ridere”).

La questione femminile, e femminista, è affidata alla sensibilità di Fiorella Mannoia (“per sempre sarò libera e orgogliosa”) che nel testo fa riferimento a Una nessuna centomila, l’evento di cui è portavoce contro la violenza di genere. Le risponde BigMama con un grido contro il bullismo e l’emarginazione (“è facile distruggere i più fragili, colpire e poi affondare chi è solo”). Offese razziste per Mahmood (“quando fuori dalla medie le ho prese e ho pianto, dicevi ritornatene al tuo paese”), mentre Loredana Bertè rivendica l’essere se stessa (“prima ti dicono basta sei pazza e poi, poi ti fanno santa”). Mr.Rain ritorna sulle fragilità personali come anche Il Tre (“odio convivere con i demoni fissi nella mia testa”).

“Poca politica nei brani? Non è stata una mia scelta – spiega Amadeus, commentando lo scarso slancio sociale presente nei 30 brani -. Qualche canzone a sfondo sociale è arrivata, ma a volte penso sia una scorciatoia. A me il tema sociale interessa se abbinato a una canzone forte. E non faccio quote di nessun tipo, né di generi, né di temi. Vado dove mi guidano la mia testa e il mio cuore, cercando di intercettare i gusti dei più giovani, ma non solo”. Tanti invece i riferimenti ad altri brani o artisti.

Alessandra Amoroso cita Sally di Vasco Rossi, i Negramaro inseriscono Lucio Battisti. I BNKR44 riprendono l’anno che verrà di Lucio Dalla (e mettono dentro anche i Queen) e i Ricchi e Poveri si autocitano attaccando con “Che confusione”.

Tanta musica urban, ma stavolta senza eccedere nell’autotune (Ghali e Mr.Rain), sdoganato all’Ariston già da qualche anno, considerato al pari di uno strumento musicale. Esclusa Loredana Bertè, assente invece il rock. Nessun effetto Maneskin. “Pensavo che dopo la loro vittoria saremmo stati invasi dalle rockband e invece no, non si presentano né tra i Big né tra i giovani.

Forse non è nella nostra cultura, oppure chi suona rock non si presenta a Sanremo”. Poche anche le parolacce (Sangiovanni, Emma, Dargen D’Amico, Il Tre colorano con qualche tinta più forte i loro brani), mentre per la prima volta in gara c’è un testo completamente in napoletano: è di Geolier, il re delle classifiche 2023, dato già per vincitore dai bookmakers. “Non è più solo musica partenopea, ma nazionale. Non ho avuto il minimo dubbio a sceglierlo”, rivendica Amadeus, che ha invitato a presentarsi una decina dei 30 artisti in gara. “Fa parte del mio ruolo di direttore artistico. Qualcuno lo avevo addirittura dall’anno scorso, come Maninni”.

Con l’occasione, Amadeus – che accoglierà all’Ariston anche Russell Crowe – ha poi annunciato che ci sarà un omaggio a Toto Cutugno e a tre brani simbolo della canzone italiana con gli interpreti originali (Giorgia – già co-conduttrice – per i 30 anni di E poi, Eros Ramazzotti per i 40 anni di Terra promessa e Gigliola Cinquetti per i 60 anni di Non ho l’età); ha poi lanciato l’invito ufficiale ad Adriano Celentano: “sarebbe un sogno averlo al festival”.




Gesualdo, la “Città del Principe dei Musici”: ecco il segreto della perla irpina

Gesualdo, paesino situato nella verde Irpinia, in provincia di Avellino, di appena 3500 abitanti, è stato per anni e lo è tutt’ora l’attrazione di molti visitatori; i dati comprendono sia i gesualdini emigrati che, nelle festività (Natale, Pasqua), non mancano a ritornare nel loro paese d’origine che dai turisti provenienti da regioni più o meno vicine (es. Romani, Napoletani, Calabresi e anche Siciliani).

Questa verde “perla” irpina vede il suo splendore in molti aspetti legati sia alla sua storia che alla sua cultura.

Gesualdo è chiamato la “Città del Principe dei Musici” e conserva una storia e una tradizione di grande spessore di cui gli abitanti ne vanno molto orgogliosi. La “Città del Principe dei Musici” è così denominata in onore di Carlo Gesualdo, l’ultimo importante esponente della polifonia rinascimentale.

Il paese e le campagne limitrofe ruotano intorno ad un fulcro portante: il leggendario “Castello di Gesualdo”, ritenuto il perno che domina il paese dall’alto e offre una visuale emozionante. Attorno al 1550, fu proprio da questa altura stupefacente che il poeta Torquato Tasso dedicò alcuni versi al paese.

Il Castello di Gesualdo risale all’Alto Medioevo: alcune fonti dichiarano che il castello è dell’epoca longobarda, costruito su incarico di Romualdo, duca di Benevento nel VII secolo, mentre altri affermano che il castello venne costruito su ordine di Radelchi, Principe di Benevento, durante il IX secolo.

Il Primo signore ad abitare la fortezza fu Guglielmo d’Altavilla e poi, nella seconda metà del ‘500, divenne la dimora del Principe Carlo Gesualdo che qui si rifugiò da Napoli, dopo aver ucciso la moglie Maria d’Avalos e il suo amante, per sfuggire alla vendetta delle due potenti famiglie. La leggenda narra che il Principe visse presso il castello nel senso di colpa per l’atto compiuto e che il fantasma di Maria d’Avalos si aggiri ancora oggi tra le stanze durante le notti di luna piena. Successivamente, per volere di Carlo Gesualdo, il castello si trasformò da fortezza militare in una splendida dimora signorile in stile rinascimentale.

Dopo secoli di abbandono, nel 1855 il Castello di Gesualdo divenne proprietà della famiglia Caccese che lo riportò a vita nuova. Tuttavia, a seguito del “famoso” sisma dell’1980, fu dichiarato inagibile fino a quando, nei primi anni del XXI secolo, venne acquisito dal Comune e dalla provincia di Avellino, per restaurarlo.

Oggi si presenta in tutta la sua bellezza, con la facciata che richiama l’architettura ottocentesca e gli interni, dagli ampi soffitti a volta, in stile rinascimentale con elementi gotici. Al piano terra si possono visitare le cucine e le stanze della servitù, mentre al primo piano è esposta la mostra di “Carlo Gesualdo da Venosa: gli strumenti musicali” con fedeli riproduzioni degli strumenti musicali appartenuti al Principe, partiture a stampa o manoscritte e riproduzioni degli abiti utilizzati nelle corti nobiliari napoletane del ‘500.
Dopo il restauro del Castello, terminato nel 2015, il paese ha riacquistato vigore e soprattutto ha registrato un notevole incremento turistico.

Gesualdo è un’attrazione ricca di monumenti storici tra cui, le piccole case costruite secondo i canoni dell’architettura feudale, con pochi vani e tetti spioventi, gli eleganti palazzi signorili del XVII secolo e l’autentico stile barocco delle fontane, dei grandiosi portali, delle piazze e delle ampie scalinate che accompagnano il visitatore in scorci affascinanti. Altri monumenti attraenti sono i Palazzi Pisapia e Mattioli, la Fontana dei Putti, Piazza Umberto I e Piazza Neviera.

Il paese è anche ricco di edifici religiosi tra i quali spiccano la Chiesa di San Nicola e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. La prima risale al XII secolo, sorge nei pressi delle mura del castello e all’interno si possono ammirare la tela raffigurante la Madonna della Neve, commissionata nel XVI secolo dal Principe Carlo Gesualdo all’artista napoletano Taurella, le statue in legno e le numerose reliquie che ne fanno meta di pellegrinaggio. La seconda chiesa, invece, venne edificata nel 1592 insieme al Convento dei Cappuccini. Quest’ultima presenta un’unica grande navata con altari rivestiti in marmo policromo ed è considerata una delle chiese più frequentate e amate.

Gesualdo è un paese affascinante anche per i suoi eventi culturali e per le sue tradizioni culinarie.

Gli eventi storici più importanti sono:

Il Volo dell’Angelo – Manifestazione religiosa molto partecipata che si tiene ogni anno, in occasione dell’ultima domenica di agosto. L’evento mette a confronto il bene (rappresentato da un bambino-angelo) e dal male (raffigurato da un uomo/donna travestito/a da diavolo). I due personaggi sono persone in carne ed ossa scelte, durante l’anno solare, tra gli abitanti del paese; le due personalità interpretano il confronto tra Dio e il Diavolo. La rappresentazione dura all’incirca 30 minuti con la conquista del bene sul male;

Il Presepe Vivente – Affascinante rappresentazione di religiosità, tradizione e storia che prosegue dal 1991;

La Passione e la Morte di Cristo – Percorso teatrale che, dal Cappellone, sede del Pretorio di Pilato, risale verso il Golgota, rappresentato dall’imponente castello longobardo

L’evento estivo Saperi & Sapori – Kermesse di arte, musica, mostre, convegni, enogastronomia e laboratori, finalizzata alla valorizzazione del bellissimo centro storico di Gesualdo;

Il Gesualdo Folk Event – Rassegna di musica popolare del Centro-Sud Italia. La protagonista in assoluto è la musica con ospiti ricercati, artisti locali e internazionali, il tutto è accompagnato da una piacevole degustazione di birra e prodotti gastronomici della tradizione irpina.

La tradizione culinaria prevede alcuni piatti e prodotti tipici tra cui:

Il Pomodorino seccagno di Gesualdo PAT – Di forma tonda squadrata e di un colore rosso intenso;

Il Sedano di Gesualdo PAT – Sedano di colore verde intenso, per l’esposizione delle piante alla luce solare nelle fasi di sviluppo, e dalle particolari proprietà organolettiche e nutrizionali;

L’Irpinia Colline dell’Ufita DOP – Olio extravergine di oliva derivante in gran parte dalla varietà Ravece, caratterizzato da un piacevole gusto amaro e piccante;

L’Aglio dell’Ufita PAT – Prodotto dal sapore aromatico e caratterizzato da un’alta quantità di oli essenziali e principi attivi.

Queste particolarità hanno fatto si che, negli anni scorsi, Gesualdo diventasse uno fra i cinque comuni irpini che fanno parte della collana “Borghi più Belli d’Italia”.

La peculiarità di mantenere vive le tradizioni, fanno di Gesualdo un paese autentico e vero. L’impegno costante della Proloco di Gesualdo (associazione di volontariato del paese) in collaborazione con i cittadini si occupa di mantenere vive le tradizioni storiche, culturali e culinarie.

Per tali motivi, l’orgoglio dei paesani è quello di sapere che anche solo per un giorno un turista che, per esempio passa in quelle zone, si fermi a Gesualdo per una visita e un pranzo/cena da raccontare e da ricordare.




Castelli Romani, stelle di Natale per aiutare i malati di leucemia

Stelle di Natale nelle piazze dei Castelli Romani per sostenere l’associazione i malati di leucemia. Ad Ariccia in località Galloro, in piazza Don Luigi Sturzo a Marino e a Genzano in piazza IV Novembre si trovano i punti Ail (Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma). Con una donazione minima di 13 euro  si potrà scegliere tra una Stella di Natale oppure una Stella di Cioccolato diventando così Sostenitori dell’Associazione. I fondi raccolti in occasione della campagna delle Stelle di Natale sostengono le attività ed i progetti di AIL Roma a favore dei pazienti che lottano contro un tumore del sangue e delle loro famiglie. Ogni Stella si trasforma in cure domiciliari, accoglienza nella Casa AIL “Residenza Vanessa”, sostegno psicologico ai pazienti e alle famiglie, disponibilità di parrucche per le donne che stanno affrontando la chemioterapia, laboratori di ricerca, dottorati, sostegno diretto ai Reparti di Ematologia.  

Il progetto è arricchito da alcuni eventi speciali nella Capitale: in piazza Buenos Aires e Piazza Verbano ospiteranno il progetto “Futuro volontario  con gli alunni della scuola media dell’Istituto Comprensivo Via Volsinio Esopo. Ragazzi, tutti pressoché tredicenni, desiderosi di mettersi alla prova. Non sono semplici volontari, ma veri e propri organizzatori, responsabili della piazza.

Domenica 10 dicembre alle ore 11 piazza di Spagna la Banda musicale della Polizia Roma Capitale accompagnerà l’attività dello stand AIL sostenendo simbolicamente, la lotta contro i tumori del sangue. Ha dato il suo sostegno alla campagna Luca Barbarossa, a fianco di AIL Roma sin dagli anni ’90 con la prima edizione de “La partita del cuore”, assieme alla violoncellista Giovanna Famulari e all’attore Sebastiano Gavasso.




Anguillara Sabazia, è arrivato il Natale!

Si accende il Natale ad Anguillara Sabazia che sembra essere stata colpita da un incantesimo: i visitatori si ritrovano in un luogo di magia e festa. Il pittoresco borgo sulle rive del lago Bracciano è diventato il palcoscenico di eventi e tradizioni che catturano l’essenza delle festività natalizie. Le luminarie, i mercatini, il villaggio di babbo natale ed i presepi storici Napoletani accompagnano cittadini e turisti in questo ricco weekend natalizio. Il tema della napoletanità è stato anche spunto dell’installazione preparata dai ragazzi del liceo artistico Luca Paciolo di Anguillara con il titolo “Pulcinella il volto sotto la maschera” esposta presso la loggia del Palazzo Baronale: «Vogliamo ringraziare – ha detto il sindaco di Anguillara Angelo Pizzigallo – la dirigente scolastica, Professoressa Laura Somma e le insegnanti per il bellissimo lavoro svolto e congratularci perché gli studenti del liceo artistico di Anguillara dimostrano ogni volta di essere una eccellenza del nostro territorio. Un sentito ringraziamento anche alla Proloco, alle Associazioni, al Gruppo Folkloristico».

Le luci scintillanti addobbano le strade strette e i vicoli acciottolati del borgo sabatino, creando un’atmosfera calda e accogliente. Le vetrine dei negozi locali si riempiono di decorazioni natalizie e regali unici, invitando residenti e visitatori a immergersi nell’atmosfera unica di questo periodo dell’anno. La piazza principale diventa il cuore pulsante delle celebrazioni natalizie, ospitando un mercatino ricco di prelibatezze gastronomiche, artigianato locale e regali unici. I sapori e gli odori tradizionali del Natale invadono l’aria, creando un’esperienza sensoriale indimenticabile per tutti coloro che partecipano. La comunità di Anguilla si unisce in eventi speciali, come concerti di cori natalizi, rappresentazioni teatrali e spettacoli di luci che incantano grandi e piccini. La magia del Natale si diffonde in tutta piazza del Molo e non solo attraverso le canzoni tradizionali, le risate e la gioia condivisa, creando ricordi che dureranno nel tempo. Anguillara Sabazia non trascura la solidarietà durante le festività. Iniziative di beneficenza, come raccolte di cibo e giocattoli per chi è meno fortunato, sono parte integrante della stagione natalizia ad opera dei volontari che sono sul territorio. La generosità della comunità si manifesta in gesti di aiuto e supporto reciproco, rendendo il Natale a Anguillara non solo un momento di gioia personale, ma anche di condivisione e compassione. Le luminarie si riflettono nel lago Bracciano, creando un’immagine mozzafiato che simboleggia l’inizio della stagione natalizia. « L’arrivo del Natale a Anguillara – dice la vicesindaca Paola Fiorucci – è un’esperienza che unisce la comunità in un abbraccio caloroso di tradizione, solidarietà e gioia. In mezzo a luci scintillanti, canti festivi e gesti di gentilezza, questo incantevole borgo sul lago Bracciano offre un Natale che rimarrà nei cuori di chiunque abbia la fortuna di viverlo».




Roma, ritorna la festa della Befana a piazza Navona

La Festa della Befana è tornata a piazza Navona per immergere romani e turisti, grandi e bambini, nella magia del Natale fino al 6 gennaio.

Due giornate speciali, l’8 e il 9 dicembre danno il via a un calendario di eventi e attività dedicato a famiglie, bambine e bambini.

Venerdì 8 dicembre, alle ore 11.30, appuntamento con il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Monica Lucarelli, Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma per inaugurare la festa e fare un giro nel mercatino di Natale nella piazza più suggestiva della Capitale.

Sabato 9 dicembre, un evento speciale, dalle 15 alle 17 con bambine e bambini è allestito l’Albero della Pace. Ogni bambino è stato invitato a portare un proprio addobbo o lavoretto da appendere all’albero e se vorrà anche un disegno e un pensiero sul tema della “Pace” che viene esposto in piazza per tutta la durata della manifestazione. L’invito è aperto a tutte le bambine e bambini. Viene messa a disposizione un’area dedicata dove i piccoli potranno apporre disegni e pensieri sul tema della “Pace”.

Ad animare il pomeriggio è prevista, inoltre, l’esibizione, alle ore 17, della Banda Musicale della Polizia Locale di Roma con un repertorio dedicato, dai brani tipici del Natale a quelli più adatti ai bambini, fino ad arrivare alle più celebri musiche note in tutto il mondo.
Sempre il Comune di Roma presidierà la piazza per tutta la durata della manifestazione con uno spazio istituzionale dove sarà possibile per tutti entrare in contatto con diverse realtà della Amministrazione Capitolina: dai prodotti della Centrale del Latte di Roma agli sportelli ai cittadini, dalle associazioni che gestiscono la rete antiviolenza alle esperienze tecnologiche immersive.

Le Biblioteche di Roma collaborano con la Festa con un ricco calendario di attività per bambini. Inoltre, durante tutto il periodo verranno organizzati spettacoli teatrali, concerti e animazioni direttamente nel cuore di Piazza Navona. E per gli amanti dello shopping natalizio, i mercatini allestiti in piazza offriranno prodotti artigianali, regali unici e prelibatezze gastronomiche.




Roma, nel fine settimana la Fiera Nazionale del panettone e del pandoro

Sabato 9 e domenica 10 dicembre nelle sale dell’Hotel Cristoforo Colombo
 
Tutto pronto per la Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro® di Roma. L’iniziativa, ideata dal Patron Emanuele Giordano, si svolge sabato 9 e domenica 10 dicembre nelle sale dell’Hotel Cristoforo Colombo (via Cristoforo Colombo, 710 – zona EUR).
Dopo il lancio definitivo del progetto del Museo Nazionale del Panettone®, presentato a Milano lo scorso 25 novembre in occasione del premio dedicato alla storia e alla cultura, l’organizzazione ripropone, nella tappa romana, la stessa sede che è stata apprezzata dal numeroso pubblico che frequenta la manifestazione.
 
L’edizione 2023 si comporrà di diverse attività supportate dagli sponsor: Artecarta Italia (azienda produttrice di scatole), Cart Part (Cartotecnica Partenope, azienda leader nell’imbustamento), Vaniglia Gourmet (azienda di commercializzazione di vaniglia) che sosterranno, assieme agli organizzatori, alcune iniziative volte alla promozione dei lievitati e delle aziende: la storica gara “Ambasciatore del Panettone, la prima competizione italiana a giuria popolare per il panettone tradizionale e la nuova “Un Panettone per l’Europa” per il panettone innovativo dedicato ai 30 anni dell’istituzione del Mercato Unico Europeo; previsto, inoltre, il premio al miglior imballaggio. Le votazioni del pubblico, come lo scorso anno, avverranno tramite telefono inquadrando semplicemente un QRCode.
 
Inoltre, l’organizzazione della Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro si apre al tema sociale supportando un’iniziativa Lions International attraverso la presenza di uno spazio espositivo curato dal Lions Club Roma Nomentanum. All’interno del’evento, infatti, è possibile acquistare alcune confezioni di miele prodotto da una cooperativa di apicoltori dell’Emilia Romagna duramente colpita dalla recente alluvione. In tal modo di potrà anche supportare il tema di studio nazionale Lions per l’anno 2023-2024:“Salviamo le api e la biodiversità.
“Reduci dal successo del primo Premio del Museo Nazionale del Panettone® realizzato a Milano, siamo pronti per ritornare nella Capitale il 9 e 10 dicembre per presentare al grande pubblico le eccellenze italiane nel panorama dei lievitati”, afferma l’organizzatore della Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro®, Emanuele Giordano, “La manifestazione romana è occasione per rimarcare il progetto presentato a Milano: la creazione del Museo Nazionale del Panettone® che parlerà di storia, cultura e tradizioni legate al lievitato italiano più conosciuto al mondo. Il 2023 è stato l’anno del lancio ufficiale del progetto attraverso l’istituzione di questo premio dedicato a marchi storici, produttori e personalità in ambito storico-letterario che hanno trattato il tema del panettone. Da ora in poi ci poniamo come gli unici interlocutori a livello culturale e storico sul prodotto, oltre a essere da sempre impegnati nella promozione delle aziende attraverso l’evento fieristico.
 
La nostra storica manifestazione, infatti, rappresenta l’unico punto di riferimento ufficiale a livello nazionale che è dedicato al prestigio delle aziende che partecipano alla nostra storica iniziativa nata nel 2008. La stessa ha visto centinaia di imprese crescere fino a raggiungere vette importanti nel panorama internazionale. Possiamo, quindi, affermare che quel prestigio dato alle aziende tramite l’evento è riscontrabile in maniera tangibile nei risultati ottenuti anno dopo anno”.
 
Maggiori informazioni ed il programma verranno rilasciati sul sito internet dedicato all’evento: (gn)

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Puglia, a caccia di talenti con l’aiuto UE

La Commissione europea ha segnato una pietra miliare significativa per l’iniziativa Harnessing Talent nelle regioni europee con il recente  evento ufficiale di lancio della piattaforma Harnessing Talent, accompagnato dall’annuncio delle 10 regioni selezionate nell’ambito dell’invito al pilastro 1 del meccanismo di potenziamento dei talenti.
 
Il 12 settembre scorso la Commissione aveva lanciato un invito a presentare candidature rivolto a 46 regioni per uno strumento per lo sviluppo di talenti e ne aveva ricevute 24; tra queste, ne ha selezionato 10 per ricevere assistenza tecnica per sostenere le regioni nella creazione di progetti attuabili per attrarre, sviluppare e trattenere talenti e per affrontare l’impatto dei cambiamenti demografici. Li sosterrà nell’individuazione delle esigenze e delle priorità e nell’offrire consulenza e sostegno metodologico. I lavori inizieranno nel gennaio 2024 e proseguiranno fino a maggio 2026.
 
Le regioni selezionate sono:
 
  Alentejo, Portogallo
  Champagne-Ardenne, Francia
  Dél-Dunántúl, Ungheria
  Kontinentalna Hrvatska, Croazia
  Łódzkie, Polonia
  Peloponnisos, Grecia
  Puglia, Italia
  Sachsen-Anhalt, Germania
  Gilet, Romania
  Yugoiztochen, Bulgaria
 
L’assistenza tecnica prevista nell’ambito del primo pilastro del meccanismo di potenziamento dei talenti aiuterà le autorità regionali e locali ad affrontare il loro potenziale inutilizzato per la forza lavoro istruita terziaria e a mitigare le sfide legate al cambiamento demografico e alla fuga di cervelli, sostenendo l’individuazione delle esigenze e delle priorità e fornendo consulenza e sostegno metodologico al fine di attrarre, trattenere e sviluppare talenti.
 
L’erogazione dell’assistenza tecnica sarà adattata alle esigenze di ciascuna regione e può includere visite, seminari, supporto alla ricerca, corsi di formazione, sessioni di sviluppo della strategia e supporto pratico di esperti. L’obiettivo è identificare le esigenze e le priorità, fornire consulenza e offrire supporto metodologico alle regioni. Al termine dell’esercizio, ciascuna regione riceverà una tabella di marcia strategica specifica sotto forma di una relazione comprendente un piano d’azione. Oltre alla relazione, le regioni selezionate avranno anche la possibilità di consultare un helpdesk interattivo con domande specifiche, di richiedere documenti analitici su questioni che richiedono un’analisi più approfondita e di discutere le loro particolari sfide nel contesto dei quattro gruppi di lavoro dedicati alla piattaforma di raccolta dei talenti.
 
La Puglia è stata selezionata da parte della Commissione Europea come unica regione italiana a ricevere il supporto di esperti attraverso il progetto ed è stata altresì selezionata con apposito bando come componente principale e unica regione italiana del Working Group – Digital Sector, un gruppo di lavoro composto da 20 membri per affrontare il tema della valorizzazione dei talenti in Europa e le conseguenze territoriali delle dinamiche demografiche ad esse legate, per promuovere buone pratiche e tradurre i risultati in raccomandazioni politiche e orientamenti tecnici. “Le politiche della Regione Puglia – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – per attrarre talenti e contrastare la perdita di capitale umano sono state riconosciute a livello europeo. L’annuncio della Commissaria europea per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira premia il lavoro di questi mesi e ci motiva a proseguire con maggiore decisione nella strada intrapresa. Così, nell’anno dedicato dall’UE al tema delle competenze, la strategia di attrazione dei talenti #mareAsinistra – presentata proprio a Bruxelles all’inizio di ottobre – raccoglie oggi un primo e importante risultato. La Commissione europea, infatti, riconosce la chiarezza e la lucidità delle idee che la Regione Puglia ha presentato per valorizzare, trattenere e attrarre persone e competenze, anche al fine di contrastare gli effetti negativi della transizione demografica, che impattano in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. L’Assistenza tecnica prestata dagli esperti della Commissione sarà fornita a 10 regioni europee nell’ambito di un progetto pilota: la Puglia, unica regione italiana, è tra queste. Dobbiamo essere felici di questo risultato, che ci consentirà, con il supporto dell’Unione europea, di testare nuove soluzioni per uscire dalla cosiddetta “trappola dei talenti” e, anche attraverso il ricorso a fondi UE, per adottare politiche su misura, basate sul territorio e multidimensionali. Naturalmente, potremo dirci pienamente soddisfatti solo se e quando avremo raggiunto l’obiettivo che tutti abbiamo in mente: rendere la Puglia, sempre di più, una terra di attrazione, dove è possibile realizzare le proprie aspirazioni, capace di offrire opportunità di vita a tutte le persone desiderose di mettersi o rimettersi in gioco”.
 
“La Puglia – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci – ha dimostrato di essere una regione con un’economia moderna e diversificata, che punta ad un alto livello di innovazione e che ha costruito negli anni un solido ecosistema dell’innovazione di cui sono parte integrante le imprese, gli enti locali, le università, i centri di ricerca e i distretti tecnologici. Di contro, la Puglia sconta un calo demografico consistente e una forte mobilità passiva di cittadini, lavoratori, studenti, laureati. La migrazione contrasta anche con la presenza in Puglia di numerosi distretti tecnologici (meccatronico, aerospazio, per citarne alcuni), distretti produttivi, multinazionali, PMI che richiedono laureati, artisti, creativi, dottori di ricerca in numerosi settori strategici per la Puglia. Da qui nasce la strategia #mareAsinistra, la strategia di sviluppo finalizzata ad attrarre i migliori talenti creativi e tecnologici a livello internazionale. Per tutte queste ragioni, essere oggi destinatari di questa misura che prevede l’assistenza tecnica da parte della Commissione Europea, non solo ci rende orgogliosi perché significa che l’Europa apprezza il grande lavoro già avviato in questa direzione e le grandi potenzialità della Puglia ma anche perché questo può meglio indirizzare le azioni strategiche previste in #mareAsinistra. Voglio ringraziare gli uffici che con impegno intercettano misure finalizzate e perseguire uno dei nostri principali obiettivi: attrarre, trattenere e sviluppare i talenti”.

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Rinasce nella reggia di Caserta “OroRe Nero”: il vino del Re di Napoli e delle Due Sicilie

Era il vino per definizione del Re di Napoli e delle Due Sicilie e il più amato dai sovrani di tutta Europa. «OroRe Nero» è stato presentato e degustato per la prima volta nella suggestiva cornice della Reggia di Caserta. Ferdinando, monarca gaudente del Regno di Napoli, che agli obblighi di corte spesso preferiva gli spazi aperti e la caccia, ne fu grande estimatore e consumatore. Al punto che fece impiantare 16 moggi di vigna, circa cinque ettari, nella Real Tenuta del Bosco di San Silvestro della Reggia di Caserta. Il vino, che tanto piaceva al Re, costantemente presente nei pranzi ufficiali e di cui si faceva dono ai più illustri ospiti in visita a corte, si chiamava Pallagrello.
 
Come in una favola, dopo oltre un secolo, la Cantina «Tenuta Fontana» ha fatto rinascere la Vigna della Reggia di Caserta, che ha vendemmiato per la prima volta nel 2021. Il primo nettare versato nei calici nel settembre di due anni fa fu il paglierino «OroRe Pallagrello Bianco Igt», il bianco in una parola. Ora è pronto «OroRe Nero», il Pallagrello nero igt, affinato in orci di creta e si parla già di miracolo tra gli enologi e gli appassionati.
 
«OroRe nero» è stato presentato in due momenti diversi nella Reggia di Caserta: prima nel Vestibolo di Palazzo Reale, dove si è svolta la cerimonia istituzionale, con il direttore della Reggia di Caserta Tiziana Maffei; Maria Pina Fontana, di Tenuta Fontana; e una dissertazione storica sul Pallagrello della giornalista Manuela Piancastelli; e poi con una degustazione vera e propria nella sala Romanelli, guidati dall’Ais con Tommaso Luongo e Pietro Iadicicco, rispettivamente presidente campano e casertano dei sommelier. Subito prima vi erano stati interventi di Cesare Avenia, presidente di Vitica; Francesco Bartoletti, enologo di Tenuta Fontana; la chef stellata Rosanna Marziale e Mariapina Fontana della omonima Cantina. Tra il pubblico tutte le maggiori autorità campane e casertane e anche la console USA a Napoli, Tracy Roberts Pounds.
 
«Orore nero è il risultato tangibile di un grande lavoro di squadra del quale ringrazio Tenuta Fontana – spiega Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta – Un lavoro improntato alla valorizzazione dell’identità del Complesso vanvitelliano. La vocazione produttiva della corte borbonica trovava espressione anche nella vitivinicoltura. Nel progetto di Re Carlo e del suo architetto Luigi Vanvitelli, la Reggia doveva essere residenza reale, ma anche fucina di produttività e delle eccellenze del territorio. Oggi la Reggia di Caserta è un Museo contemporaneo e internazionale, vivo e attivo, al servizio della società e del suo sviluppo. OroRe è un’occasione per la Reggia di Caserta per far conoscere la sua storia, le sue origini e le sue molteplici vocazioni anche nel settore enologico. Per il pubblico, gli addetti ai lavori e il mercato per scoprire un prodotto unico al mondo, degno della tavola di un re».
 
Nel dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, datato 1797-1802, si può leggere: «… I vini di questa contrada sono eccellenti, e sono de’ migliori del Regno così per la loro qualità e natura, come per la grata sensazione che risvegliano al palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli e sono stimatissimi nei pranzi… ». Nonostante le infestazioni di fillossera ne decretarono un’ingloriosa fine, il Pallagrello rimase nella memoria e, forse, in qualche campo di contadini degradato a vino da taglio. Ufficialmente, quello del Re, era morto. Ma Tenuta Fontana, al Bosco di San Silvestro, è riuscita nel miracolo.
 
«Eravamo consci della delicatezza del ruolo che svolgevamo – spiegano Mariapina e Antonio Fontana, proprietari della Cantina, con sede a Pietrelcina, il paesino di San Pio – e lo abbiamo portato avanti con la maggior cura possibile e coordinandoci continuamente con la Reggia di Caserta e tutti gli studiosi che potevano darci indicazioni utili. Il risultato pensiamo sia un capolavoro dell’agricoltura e della vinificazione, però spetterà al pubblico deciderlo. OroRe bianco ha avuto un grande successo, ora tocca a OroRe Nero farsi conoscere e apprezzare. Ma ancor più importante è stato il processo di rinascita, un simbolo per il territorio casertano ma anche per tutto il Sud Italia e siamo fieri di aver contribuito a questo miracolo».
 
Un miracolo anche grazie alla lungimiranza dei direttori della Reggia, Mauro Felicori prima, con l’intuizione di far rinascere la vigna e affidarla a Tenuta Fontana, e Tiziana Maffei, poi, con la perseveranza nel portare avanti il progetto.
 
L’azienda, in questo ambizioso percorso attento e difficile di rinascita della vigna reale, ha coinvolto due importanti professionisti a livello nazionale. L’enologo fiorentino Francesco Bartoletti e l’agronomo livornese Stefano Bartolomei hanno utilizzato il metodo di coltivazione biologico in grado di salvaguardare l’ambiente privilegiando la qualità del prodotto, avvalendosi anche di una ong accreditata Unesco, l’Associazione «Sant’Antuono e le battuglie pastellessa», per il rispetto della convenzione sul patrimonio per la rivitalizzazione. Tanto che nel luglio 2022 la rinascita della vigna della Reggia di Caserta è stata presentata anche all’Assemblea dell’Unesco con un volume a cura di Luigi Ferraiuolo e un incontro con la partecipazione dell’ambasciatore d’Italia presso l’Unesco, il presidente dell’Unpli nazionale, il direttore della Reggia di Caserta e Tenuta Fontana. 
 
La vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro
 
Superficie: 1,2 ha
 
Terreno: Franco Sabbioso
 
Vitigno coltivato: Pallagrello bianco e Pallagrello nero da selezione Massale
 
Portainnesto: 420 A
 
Sesto di Impianto: 2,50m x 0,80m
 
Brevi cenni sul vitigno
 
Il vitigno Pallagrello viene coltivato nella regione Campania ed è molto diffuso nella provincia di Caserta, con varietà bacca bianca e a bacca nera, caratterizzato da grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla, in dialetto locale «U Pallarel».
 
Cenni Storici
 
Originario della località Monticello nel comune di Piedimonte Matese (origine attestata da un’epigrafe, ancora apposta in questa località, realizzata per volere di Ferdinando di Borbone che impediva categoricamente ai non autorizzati di attraversare i 27 moggi di vigna di pallagrello), se ne hanno numerose risultanze storiche, riconducibili secondo alcuni addirittura alla Pilleolata romana. Famosissimo sino a tutto l’Ottocento, se ne traeva uno dei vini favoriti dai Borbone. Questi, che lo tenevano in gran conto, lo offrivano come regalo di pregio ai propri ospiti e lo includevano, con il nome di Piedimonte rosso (dalla zona pedemontana del Matese da cui origina e dal nome del comune ove più consistente insiste la produzione: Piedimonte Matese, già Piedimonte d’Alife) tra i vini presenti nei menu e nelle carte dei vini per le grandi occasioni, accanto ai più titolati vini francesi. Le infestazioni di oidio e fillossera dei primi anni del Novecento, assieme alla decadenza sociale e politica delle regioni meridionali (ed al contemporaneo sviluppo industriale dell’agricoltura e dell’enologia piemontese e toscana), ne decretarono una veloce scomparsa e un sostanziale oblio nonostante le indubbie qualità ampelografiche. Rimaneva essenzialmente come uva da taglio nelle vigne dei contadini delle zone di produzione, sovente confuso con la Coda di Volpe o con cloni di Aglianico.
 
La Vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro
 
La sua bontà e fama lo fecero diventare anche il vitigno naturalmente destinato a essere coltivato per i sovrani alla Reggia di Caserta. Fu scelto come terreno quello del Bosco di San Silvestro, che domina il Parco reale. La vigna divenne subito la più importante nel servire e rifornire le reali tavole della Reggia di Caserta. Ma la caduta del regno nelle mani dei Savoia, con l’abbandono del palazzo reale, fece naturalmente abbandonare anche la vigna che praticamente sparì. Dei cinque ettari ad essa destinati nel Bosco di San Silvestro, quando Tenuta Fontana ha cominciato a recuperare il vigneto, solo un ettaro di terreno era rimasto libero per la coltivazione. Il resto era stato tutto riconquistato dal bosco.
 
Aspetti legati alla futura vinificazione presso Tenuta Fontana
 
Il progetto legato alla rinascita della vigna di San Silvestro nasce nel febbraio 2018 e ha visto la prima vendemmia nel settembre 2021, con la produzione di un migliaio di bottiglie di OroRe Pallagrello Bianco igt. Il 29 novembre 2023 ci sarà la prima presentazione pubblica di OroRe Nero, Pallagrello Nero igt. Per una corretta maturazione del vino senza interferenze del contenitore e per mantenere intatte le caratteristiche organolettiche del vitigno, è stata scelta l’anfora di terracotta come contenitore per l’affinamento.
 
Reggia di Caserta
 
La Reggia di Caserta fu costruita a partire dal 1752 per volontà del Re di Napoli e di Sicilia, Carlo di Borbone. Il sovrano voleva un palazzo reale che potesse competere con quelli delle principali capitali europee. Il compito di edificare un Complesso unico al mondo fu affidato all’architetto italiano Luigi Vanvitelli. Il Maestro, di cui quest’anno si celebrano i 250 anni dalla morte, però, morì prima di terminare il progetto. Carlo Vanvitelli, suo figlio, e altri architetti della sua scuola portarono a conclusione la grandiosa residenza reale. Il Palazzo ha una superficie di circa 47.000 metri quadrati. Il Parco si sviluppa su 123 ettari, cui si aggiungono gli oltre 70 ettari del Bosco di San Silvestro. Le grandi estensioni della Reggia di Caserta non avevano solo la finalità di esprimere la grandezza del Regno, venivano utilizzate anche per finalità produttive. La corte era espressione di un antesignano sistema economico autosufficiente. La Reggia di Caserta, di cui sono parte anche il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto carolino, è oggi Museo autonomo del Ministero della Cultura. Nel 1997 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
 

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Musica e gioco: le canzoni più belle dedicate alla roulette

Il gioco è una delle attività umane più antiche in assoluto. Gli antichi greci e gli antichi romani crearono intrattenimenti istituzionalizzati le cui testimonianze sono arrivate fino a noi e che possiamo ammirare ancora oggi. Nella nostra epoca, grazie a internet e alle innovazioni tecnologiche, si gioca soprattutto online, con i videogiochi di ultima generazione e con le discipline classiche che sono sbarcate sul web. Questo, però, non ha impedito ad alcuni dei più grandi musicisti internazionali di dedicare al gaming, e alla roulette, alcuni dei loro brani più belli. Vediamo quali sono senza fare una classifica ma presentandoli in rigoroso ordine cronologico.

La roulette non è soltanto il simbolo più iconico di sale da gioco, casinò e gaming ma spesso è stata il tema centrale, in maniera più o meno metaforica, di moltissime canzoni di successo. La prima da ricordare è datata addirittura 1964 ed è stata scritta dal Re del Rock in persona, Elvis Presley. Stiamo ovviamente parlando di “Viva Las Vegas”, brano che accompagnò l’uscita dell’omonimo film e in cui vengono citate la ruota della fortuna, il poker e il blackjack. Ma soprattutto l’emozione che si prova nel tentare una puntata di fronte al croupier del tavolo verde.

A 5 anni di distanza, nel 1969, arrivò un’altra canzone dedicata alla roulette e firmata da un’altra icona della musica, Bob Sieger. Il brano in questione si chiama “Ramblin’ Gamblin’ Man” e nel testo c’è il celebre verso: “girare la ruota della fortuna”. Una metafora dolce-amara per raccontare quello che si prova quando si è nel bel mezzo di una incerta storia d’amore.



Non mancano brani a tema roulette anche negli anni ‘80, uno dei decenni più discussi a livello di qualità e proposta musicale. Al di là dei dibattiti, sono due i brani che a noi interessano che parlano del gioco simbolo dei casinò. Il primo è “Queen of Las Vegas” dei B-52s, band statunitense new wave che è passata alla storia come una delle prime a usare i sintetizzatori nelle proprie canzoni. Queen of Las Vegas è una di queste e già al secondo verso c’è una citazione della “roulette wheel”. Nello stesso periodo i Bon Jovi, capitanati dall’omonimo cantante, inserirono nel loro primo lavoro in studio un brano che si intitolava proprio “Roulette”. Classic rock americano in cui l’amore viene paragonato alla pallina che si muove sempre incerta tra rosso e nero.

Proseguiamo la nostra carrellata con due brani recentissimi, entrambi risalenti agli anni ‘20 del nuovo millennio. Il primo è “Love & Roulette” di Izzi De-Rosa, una canzone che parla degli alti e bassi dei moderni appuntamenti romantici. Izzi De-Rosa racconta della sua esperienza con due uomini diversi, uno dei quali conosciuto online. Entrambi, però, la deluderanno e la renderanno più cinica. Emblematica al riguardo la metafora dell’amore come una “roulette” in cui fortuna e imprevedibilità la fanno da padrone.

Non mancano anche nel repertorio italiano canzoni che parlano di roulette e gaming. Una delle più recenti è “Las Vegas” di Tancredi, cantante e autore uscito dall’edizione 2020 di Amici. Un brano che ha fatto ballare migliaia di fan e che, in uno dei suoi versi più celebri recita: “Prendi le fiche, fai pure all-in, dai sposami, sulla roulette”.

L’ultimo brano di questa playlist speciale non tratta temi relativi al gioco ma può stare in questo gruppo proprio per il titolo, ovvero “Roulette”. La canzone in questione è stata scritta da Bruce Springsteen nel 1979 ma rimase inedita fino al 1988, anno in cui venne pubblicata come b-side di One Step Up. Nata come pezzo di denuncia a seguito dell’incidente nucleare di Three Miles Island, Roulette è una vera e propria invettiva contro il nucleare e uno dei picchi del Boss a livello musicale e compositivo. In questo caso la ruota della fortuna non rappresenta l’amore ma l’incertezza con cui devono fare i conti le persone alle prese con istituzioni completamente disinteressate alla vita umana.




La storia di Carlo Mazzone fra Totti, Baggio, Carboni, la corsa sotto la curva e il record di panchine in Serie A

Il 19 agosto 2023 è venuto a mancare Carlo Mazzone, conosciuto per essere l’allenatore con più presenze in Serie A e anche uno dei più vincenti a livello statistico. Le squadre allenate da Sor Carletto hanno sempre dominato le quote delle scommesse sportive, infatti, nelle statistiche complessive questo allenatore ha vinto più partite, rispetto alle sconfitte. Il mister romano era un vulcano di emozioni e ha saputo lanciare e rilanciare parecchi campioni, molti dei quali entrati nella storia del calcio italiano, come Totti, Pirlo ma anche Baggio e Pep Guardiola.

Le statistiche di Mazzone e il suo palmares: 1278 panchine totali

Nei rispettivi campionati Carlo Mazzone ha allenato in 1084 partite ottenendo 364 vittorie, 385 pareggi e 335 sconfitte, per questo ancora oggi è considerato uno degli allenatori più vincenti del calcio italiano. In totale le sue panchine comprese le coppe e gli altri tornei arrivano a 1278, per un totale di 453 vittorie, 390 pareggi e 435 sconfitte.

Attualmente è l’allenatore con più presenze in Serie A: 792 più 5 spareggi. Ha allenato l’Ascoli, la Fiorentina, il Catanzaro, il Cagliari, la Roma, il Napoli, il Bologna, il Perugia, il Brescia e il Livorno. Nel 2002 gli è stato conferito il premio Panchina d’oro alla carriera, nel 1998 ha vinto la Coppa Intertoto con il Bologna.

Con il Cagliari chiuse la stagione 1992 – 1993 al sesto posto portando i Casteddu in Coppa UEFA con 14 vittorie, 9 pareggi e 11 sconfitte.

Come un padre: il docufilm su Mazzone

In questa pellicola è raccontata tutta la storia di Sor Magara: dall’esordio con la Roma nel 1961 all’insaputa del padre, fino all’ultima panchina con il Livorno.

I protagonisti che raccontano le gesta e soprattutto le parole di questo grande allenatore sono Beppe Signori, Materazzi, Baggio, Hubner, Pep Guardiola, Francesco Totti, Andrea Pirlo e tantissimi altri.

Le frasi leggendarie e la personalità di Carlo Mazzone

Gli episodi entrati nel mito del calcio di cui Mazzone è stato protagonista sono tanti, il più eclatante è sicuramente la corsa sotto la curva Bergamasca sul 3 – 3 di Brescia – Atalanta, nel lontano 30 settembre 2001.

Il Brescia va in vantaggio e poi subisce tre gol e l’Atalanta conduce per 1 – 3, i tifosi della Dea prendono di mira Mazzone, cantando cori per nulla eleganti sulla madre scomparsa. Quando Baggio segna il 2 – 3 Carletto guarda negli occhi la tifoseria della Dea e promette con il suo accento romano: se famo er 3 – 3 vengo sotto a curva.

Il resto è storia e le immagini parlano da sole, Mazzone prese cinque giornate di squalifica ma è entrato di diritto nella storia del calcio con quella corsa, diventando il paladino del calcio popolare, il più bello ed entusiasmante.

Oltre ad aver reinventato Pirlo spostandolo da trequartista a regista, Sor Carletto ha fatto rinascere Baggio nel suo Brescia, ha lanciato Luca Toni, Materazzi e persino Francesco Totti. A proposito del Pupone, Mazzone è stato fondamentale perché gli ha insegnato l’importanza della statistica: a Francé tu c’hai i piedi buoni, tira sempre che tanto su 10 tiri un gol lo fai.

Un altro episodio che entrato non solo nella storia del calcio moderno ma anche nell’immaginario collettivo attraverso i meme, è lo scambio di battute con Amedeo Carboni nella Roma, stagione 1994 – 1995.

Il mister richiamò l’attenzione di Amedeo Carboni, chiedendo “Amedeo, quante partite hai fatto in Serie A?”, tutto durante una gara di campionato. Il difensore Giallorosso rispose pronto: 350 gare mister.

Mazzone continuò la scenetta teatrale: e quanti gol hai segnato? Carboni rispose: 4.

A questo punto il mister concluse esclamando e allora vorrei proprio sapere ’ndo ***** vai!? Torna subito in difesa!




Cybersecurity: come fare shopping online in modo sicuro

Nell’era digitale in cui viviamo, lo shopping online è diventato un modo estremamente comune per acquistare prodotti e servizi comodamente da casa. Tuttavia, con l’aumento delle transazioni online, molti criminali, nello specifico i cosiddetti cybercriminali, trovano sempre nuovi modi per truffare le persone; per questo è fondamentale prestare attenzione e adottare misure per garantire la sicurezza dei propri acquisti.

In questo articolo, illustreremo alcune strategie efficaci per fare shopping online in modo sicuro, riducendo al minimo i rischi legati alla frode e alla violazione dei dati.

Usare una connessione Internet sicura

Prima di fare qualsiasi tipo di transazione online, è importante assicurarsi di utilizzare una connessione Internet sicura. Evita di utilizzare reti Wi-Fi pubbliche e non protette, poiché queste sono molto più vulnerabili agli attacchi dei criminali informatici. Si consiglia quindi di prendere l’abitudine di connettersi solo a reti affidabili e sicure, come la propria rete domestica o una connessione dati mobile protetta.

Scegliere siti web affidabili

Quando si effettuano acquisti online, è bene rivolgersi sempre a siti che abbiano una reputazione consolidata e che offrano protezioni di sicurezza, come ad esempio il protocollo HTTPS nella barra degli indirizzi. È fortemente sconsigliato fare acquisti su siti sospetti o poco conosciuti, in quanto potrebbero essere truffe o vendere prodotti contraffatti. Per controllare se un’azienda è affidabile e seria è bene avvalersi dell’aiuto di portali come iCribis, dove è possibile ricercare gratuitamente informazioni sulle aziende di tutto il mondo.

Proteggere i propri dati personali

Quando si fanno acquisti online, è importante proteggere i propri dati personali. È raccomandabile assicurarsi di fornire soltanto le informazioni necessarie per completare l’acquisto e verificare che il sito utilizzi misure di sicurezza appropriate per proteggere i dati sensibili, come le informazioni sulla carta di credito. Inoltre, non condividere mai dati personali sensibili tramite e-mail non protette o su siti web non sicuri.

Utilizzare metodi di pagamento sicuri

È fondamentale scegliere sempre metodi di pagamento sicuri quando si fanno acquisti online, utilizzando carte di credito o servizi di pagamento affidabili, che offrono meccanismi di protezione come la crittografia dei dati e la possibilità di contestare addebiti non autorizzati. Si sconsiglia inoltre l’utilizzo di bonifici bancari o servizi di pagamento non riconosciuti, poiché potrebbero essere più suscettibili a frodi.

Tenere l’antivirus sempre aggiornato

Un altro modo per proteggersi è tenere sempre aggiornato il software di sicurezza del dispositivo. Installare un buon programma antivirus e un firewall affidabile protegge da malware, spyware e tutte le principali minacce informatiche. Si consiglia, dunque, di eseguire regolarmente gli aggiornamenti del software per beneficiare delle ultime patch di sicurezza e delle migliorie apportate dagli sviluppatori.

Controllare le transazioni e gli estratti conto

Dopo aver effettuato un acquisto online, è bene controllare sempre, o almeno su base regolare, le transazioni del proprio conto bancario o carta di credito. Verificando attentamente gli addebiti, è possibile contattare immediatamente la banca o l’emittente della carta qualora vi siano transazioni sospette o non approvate. In questi casi, agire tempestivamente può aiutare a risolvere eventuali problemi di frode in modo rapido ed efficiente.

In conclusione, lo shopping online è molto comodo e conveniente ma allo stesso tempo perché sia sicuro, richiede attenzione e precauzioni. Ma, seguendo le linee guida sopra menzionate, si possono ridurre al minimo i rischi.