Fai da te: guida al mondo della saldatura

Il fai da te oltre è una passione comune a milioni di persone che ogni giorno si cimentano con le diverse attività da fare in casa. In alcuni casi, ad esempio, può essere necessario saldare alcuni punti che presentano crepe o rotture piuttosto importanti. La saldatura, infatti, si effettua su materiali che permettono, attraverso l’elettrodo della saldatrice, di creare metallo d’apporto.

Per saldare correttamente il primo passo è quello di utilizzare strumenti professionali come la saldatrice tig. Si tratta di uno strumento ideale per chi ha già una certa pratica nella saldatura e consente di eseguire delle saldature molto sottili (sia sul ferro che su metalli non ferrosi, tra cui l’alluminio).

La saldatura con elettrodo, ad esempio, è la più diffusa soprattutto tra i professionisti. Questa soluzione si effettua con una saldatrice a cui è collegata una pinza, la quale sostiene un elettrodo che può essere di vari tipi. Questo tipo di saldatura presenta numerosi vantaggi a partire dal basso costo dei materiali necessari. Con poche centinaia di euro, infatti, possiamo acquistare subito una saldatrice di buona qualità con cui fare ottimi lavori. Inoltre anche gli elettrodi hanno un costo molto basso e questo ci aiuta, come principianti, a non avere paura nel fare molta pratica.

Ma le tecniche di saldatura sono diverse. Esiste, infatti, la saldatura a filo continuo che si ottiene grazie alla saldatrice collegata alla torcia di saldatura che fa scorrere il filo che rappresenta il materiale d’apporto. Questo filo passando attraverso la torcia fonde e crea il materiale d’apporto.

Nel caso in cui usassimo un filo animato per saldare a filo continuo possiamo saldare senza l’ausilio del gas. Al contrario, se usiamo un filo normale dobbiamo servirci del gas per proteggere la saldatura dall’ossidazione.

La saldatura a tig è invece la tecnica più precisa. Viene usata soprattutto a livello professionale per saldature che siano esteticamente gradevoli e pulite. La caratteristica più famosa della saldatura a TIG è senza dubbio il classico cordoncino a moneta: il cordone che si ottiene sembra formato da tante piccole monetine sovrapposte.

Anche in questo caso abbiamo bisogno di una saldatrice, una torcia, bacchetta di materiale d’apporto e gas inerte. La precisione di questa tecnica però si ottiene solo con diverse ore di pratica e molta manualità e attenzione. Generalmente l’uso del procedimento è indicato per saldare spessori sottili per evitare un eccessivo surriscaldamento del materiale e quindi la sua deformazione.

Largo impiego viene fatto per la saldatura di tubi, profilati, lamiere di carrozzeria nel settori della nautica, dell’arredo, dell’auto, della termotecnica, della prototipazione, dell’impiantistica.

Grazie alla mancanza di spruzzi e di scorie il cordone di saldatura è esteticamente migliore rispetto agli altri processi. Normalmente la pulizia avviene senza un eccessivo uso di abrasivi ma con gel decapanti e antiossidanti, o con prodotti per la satinatura.




Rai Gulp, il pattinaggio su ghiaccio e la musica si incrociano nella nuova serie “Marta & Eva”

Nel cast Giulia Fazzini e Audrey Mballa nel ruolo delle protagoniste, la web star Marta Losito, per la prima volta in una serie tv, e ancora, tra gli adulti, Giorgia Wurth

L’importanza di inseguire i propri sogni, anche quando non coincidono con le aspettative dei genitori, e la forza dell’amicizia nella diversità, sono i temi al centro dell’innovativa serie per ragazzi “Marta & Eva”, in onda su RaiGulp dal 26 aprile, dal lunedì al venerdì alle ore 20.15, e i primi 10 episodi in anteprima su RaiPlay dal 23 aprile (il box set completo dal 30 aprile). Una produzione originale 3Zero2 in collaborazione con Rai Ragazzi, diretta da Claudio Norza, già regista di acclamate serie per ragazzi di grande successo internazionale, come Alex & Co e Penny On M.A.R.S.

La serie racconta le avventure di due ragazze di 14 anni che non potrebbero essere più diverse tra loro: Marta (Giulia Fazzini) è una pattinatrice sul ghiaccio titolata che, nonostante le insistenze della madre e sua allenatrice, si rende conto che il suo vero sogno è la musica; Eva (Audrey Mballa) è una talentuosa cantante, una ragazza di origine africana figlia del custode del palazzetto, Ben, il quale la sera insegna canto nel locale di periferia Mosquito e vorrebbe per la figlia un futuro nella musica, non sapendo che la sua vera passione è il pattinaggio sul ghiaccio. L’incontro tra questi due poli opposti si trasforma in una grande amicizia, tanto che le due ragazze si aiuteranno l’un l’altra a realizzare il loro vero sogno.

Un racconto coinvolgente sulla forza delle passioni e sull’amicizia, che non risparmia momenti di riflessione sul confronto tra storie familiari e personalità diverse e sul rapporto tra genitori e figli, che emergono dalle vicende dei numerosi personaggi della serie. Le storie di Marta ed Eva si incrociano infatti con quelle dei loro coetanei, tra cui Sofia (Giulia D’Aloia), la migliore amica di Marta, una ragazza solare appassionata di ecologia e promotrice di iniziative green, Andrea (Simone Secce) un ragazzo di periferia che lavora come deejay al palazzetto del ghiaccio, Jacopo (Lorenzo Della Pasqua), preso di mira dal bullo della scuola, Ugo (Mattias Sohl), che lo ritiene un figlio di papà privilegiato, Hari (Rimau Grillo Ritzberger), un nuovo compagno di scuola di origini indiane appena arrivato da Londra, Giorgia (Aysha Sulla), acerrima nemica di Marta nella squadra di pattinaggio delle Blades.

Il cast si arricchisce anche della partecipazione di una delle più famose teen influencer italiane, Marta Losito, nel ruolo di Sara, una ragazza che frequenta il Mosquito ed è innamorata di Andrea, e di Simone Di Scioscio (Mare Fuori, Zero) nel ruolo del misterioso Luca; e ancora, tra gli adulti, Giorgia Wurth (Un Medico in Famiglia, Maschi contro Femmine, Rocco Schiavone) nel ruolo di Camilla, mamma e allenatrice di Marta, e Sidy Diop (Ma tu di che segno sei?, Gomorra) nel ruolo del papà di Eva, Ben.

Girata nella cornice di una Milano cosmopolita, con i suoi scenari tra modernità e storia, e nel Palazzetto Del Ghiaccio di Sesto San Giovanni, la serie vanta un prestigioso cast artistico e tecnico che annovera alcune eccellenze dell’audiovisivo italiano tra cui il direttore della fotografia Mauro Marchetti, la costumista Silvia Nebiolo, il fonico di presa diretta Roberto Mozzarelli. Arricchisce il progetto una colonna sonora di canzoni originali realizzata prodotta da Kikko Palmosi e Max Moroldo.

Marta & Eva è una produzione 3Zero2 in collaborazione con Rai Ragazzi, prodotta da Piero Crispino e diretta da Claudio Norza. Produttore esecutivo Nadia Grippiolo. Headwriter Mara Perbellini. Una serie in 20 episodi da 22 minuti ciascuno, in onda su Rai Gulp dal 26 aprile, dal lunedì al venerdì alle ore 20.15, e in anteprima su RaiPlay dal 23 aprile.




Al via, dal 19 aprile, le iscrizioni per il concorso di corti d’animazione per giovani autori ideato da Videocittà in collaborazione con Rai Ragazzi

Esattamente un anno fa, in un momento difficile e inaspettato, è stato deciso di lanciare la prima edizione di ANIMIAMOCI, concorso che ha coinvolto giovani autori nella realizzazione di corti di animazione per dare vita, grazie alla loro grande creatività e ai profondi stimoli, ad una nuova stagione di ripartenza.

L’iniziativa ha portato alla scoperta di molti giovani autori e alla produzione dei 5 cortometraggi vincitori.

Dopo un anno in cui tutto il settore cinematografico e audiovisivo ha vissuto incredibili trasformazioni, intendiamo continuare a promuovere la creatività del settore italiano dell’animazione e ad individuare nuovi giovani talenti ai quali si torna a chiedere di esprimere, con i propri lavori, le emozioni che stanno vivendo e che hanno vissuto ed elaborato.

In un momento di fragilità, la bellezza dell’arte, la cultura e l’innovazione, connettono la mente delle persone e non ci si sente soli. “La paura diventa coraggio, disegniamo il futuro” è il titolo e il messaggio della nuova edizione del progetto ideato da Videocittà (il Festival della Visione, che da tre anni rappresenta una piattaforma inclusiva, capace di proporre la realtà trasformativa delle diverse discipline ed espressioni creative, artistiche, tecnologiche proprie dell’audiovisivo) in partnership con Rai Ragazzi e ANICA, e con la collaborazione di Cartoon Italia e ASIFA Italia.

Ilconcorso è rivolto ai giovani autori (maggiorenni e UNDER 35) che potranno ideare e proporre progetti originali ed inediti per la realizzazione di corti di animazione della durata minima di 2’ e massima di 3’ ciascuno, per un pubblico di bambini, ragazzi e famiglie.

I giovani talenti dovranno affrontare il tema delle paure che, conosciute e affrontate, possono trasformarsi in coraggio, rappresentare uno stimolo al cambiamento e un’opportunità per vedere il mondo da un’altra prospettiva.

I 5 progetti vincitori saranno selezionati da una giuria composta da professionisti dell’audiovisivo e dell’animazione indicati da Videocittà, Rai Ragazzi, ANICA, Cartoon Italia e ASIFA Italia. Cartoon Italia e ASIFA Italia, tramite i propri associati, metteranno a disposizione alcune aziende per la realizzazione dei corti vincitori, che poi Rai Ragazzi manderà in onda.

Quest’anno l’iniziativa verrà presentata, attraverso i progetti vincitori in una importante vetrina internazionale che potrà dare risalto ai talenti dell’animazione italiana.

È possibile iscriversi al concorso entro il 21 maggio.  Il regolamento completo del contest è disponibile sul sito e sui social di Videocittà, ANICA, Rai Ragazzi, Cartoon Italia e ASIFA Italia.




Come decorare il terrazzo con fiori e piante

Molte persone quando cercano la prima casa sognano di poter avere anche un giardino, un’area della casa dedicata ciò al relax, dove poter stare all’aria aperta a contatto con il verde.

Un giardino consente sicuramente una fruizione piacevole delle aree outdoor della casa e può essere arredato con tavolini e sedie da esterno, con giochi come scivoli e altalene nel caso in cui si abbiano dei figli o più semplicemente con fiori e piante, capaci di migliorare in un istante l’impatto estetico e stupire amici e parenti in visita.

Le possibilità di godere di ambienti domestici open air non si limitano però solamente a chi possiede un giardino: molte abitazioni sono infatti provviste di un balcone o terrazzo, un luogo ideale da sfruttare per migliorare la vivibilità della propria casa e godere delle belle giornate primaverili o estive.

Nonostante spazi e possibilità di utilizzo di un terrazzo siano inferiori a quelle di un giardino, ci sono comunque numerose occasioni di sbizzarrirsi nella decorazione del proprio spazio aperto: una delle migliori opzioni per giocare con l’arredo outdoor è rendere gli spazi accoglienti inserendo piante e fiori in grado di abbellire in solo gesto ogni ambiente.

Quali sono i migliori prodotti da acquistare per sfruttare appieno un’area domestica come il terrazzo?

Accessori per fiori e piante da esterni

Fiori e piante sono sicuramente l’elemento essenziale per qualsiasi terrazzo: riescono a cambiare radicalmente l’immagine della casa che popolano grazie a bellissimi colori e a inebriare letteralmente con i profumi sprigionati nella bella stagione.

Esistono poi delle piante particolarmente resistenti alle temperature più rigide, che sono perfette per mantenere un balcone verde anche nelle stagioni più fredde. Queste bellissime decorazioni naturali hanno però bisogno di accessori specifici e alcuni fiori sarebbero sprecati se posizionati semplicemente in un vaso per terra.

Per questo motivo spesso vengono utilizzati prodotti come i portavasi da balcone, che permettono di esporre i propri meravigliosi fiori anche all’estero del proprio terrazzo: l’uso di fioriere consente infatti al verde e alle fioriture selezionate di essere sempre bene in vista, sia dall’interno dell’appartamento, che all’esterno, creando un’atmosfera decisamente gradevole.

Esistono diversi prodotti nella categoria vasi e portavasi, scopriamo i principali.

Vasi per piante da appoggiare a terra

Per piante di medie e grosse dimensioni sono necessari dei vasi appositi che riescano a contenerle agevolmente. Ne esistono di svariate dimensioni nonché di vari materiali quali la semplice plastica, il metallo o addirittura la pietra.

Ovviamente ogni materiale ha vantaggi e svantaggi e il prezzo può variare anche di molto in relazione al prodotto scelto: a seconda delle specie di fiori o piante che si desidera coltivare sul proprio balcone, si dovrà selezionare l’opzione più adatta.

Fioriere per esporre i fiori all’esterno del terrazzo

Un altro prodotto che quasi tutti gli amanti dei fiori acquistano sono le fioriere che permettono di esporre al meglio i propri vasi semplicemente agganciandoli sul bordo del terrazzo, che si tratti di una ringhiera o di un muretto.

Anche in questo caso i materiali possono variare e tra le fioriere più gettonate ci sono senza dubbio quelle in metallo, in genere da preferire in quanto sono più resistenti al peso e dotate di forme particolarmente creative, dal grande effetto estetico specialmente se abbinate al giusto vaso.

Le possibilità di decorazione di un terrazzo sono si più limitate rispetto ad un giardino, ma questo non significa che questi ambienti debbano restare spogli e anonimi. Con un po’ di creatività si possono trovare gli accessori giusti per arredare in modo ottimale anche questi spazi outdoor, soprattutto se di grandi dimensioni.

Fiori e piante ornamentali riescono a trasformare radicalmente lo stile del proprio appartamento e permettono di distinguere il proprio terrazzo per originalità, vivacità e gusto.




La Polizia di Stato spegne 169 candeline

Oggi ricorre il 169° anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Anni ricchi di cambiamenti, che vengono ricordati il 10 aprile giorno in cui nel 1981 è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la Legge 121 che, come evidenziato dalle parole del Capo della Polizia Prefetto Lamberto Giannini “portava in sé il seme di grandi evoluzioni, ridisegnando una polizia moderna e a forte identità civile”.

Per il secondo anno consecutivo, l’emergenza epidemiologica impone la massima sobrietà nelle celebrazioni. Nella mattinata di ieri il Capo della Polizia – Direttore generale della pubblica sicurezza Prefetto Lamberto Giannini è stato ricevuto a palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica, accompagnato dai Vice Capi della Polizia, dai Direttori centrali del Dipartimento della pubblica sicurezza e da una rappresentanza del personale.

Proprio per suggellare questo Anniversario il servizio di Guardia d’onore al Palazzo del Quirinale oggi è affidato al Reparto a cavallo della Polizia di Stato che per l’occasione indosserà l’uniforme storico risorgimentale.

Questa mattina, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese accompagnata dal Capo della Polizia, depone una corona d’alloro al Sacrario dei Caduti presso la Scuola Superiore di Polizia.

Successivamente nel piazzale della Scuola, dopo la rassegna dello schieramento e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, il Ministro dell’Interno consegna la medaglia d’oro al merito civile, conferita dal Presidente della Repubblica, alla Bandiera della Polizia di Stato. Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito per il compito svolto dai Questori, Autorità provinciali di pubblica sicurezza preposte al coordinamento tecnico operativo dei servizi di ordine e sicurezza pubblica, con la seguente motivazione:

“Erede di una prestigiosa tradizione risalente a prima dell’Unificazione d’Italia, la Polizia di Stato, con assoluta fedeltà allo Stato e in difesa della collettività, ha assicurato, da centosessantanove anni, il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica facendosi interprete sul territorio dell’alto magistero affidato alle Autorità provinciali di pubblica sicurezza preposte al coordinamento tecnico operativo dei servizi di ordine e sicurezza pubblica. Attraverso le proprie donne e i propri uomini, chiamati a ricoprire questo difficile ed essenziale compito, la Polizia di Stato, nelle fasi anche più drammatiche della storia del Paese, ha contribuito in maniera decisiva alla coesione della Nazione e ha garantito, sin dalla nascita della Repubblica, la tutela delle libertà fondamentali, la salvezza delle Istituzioni democratiche, assicurando altresì i presupposti per il progresso e il benessere collettivo e dei singoli.”

L’attribuzione della medaglia d’oro corona un delicato lavoro svolto in un ampio lasso di tempo che ha visto cambiare profondamente le sensibilità ed il contesto sociale e culturale, fino ai nostri giorni caratterizzati dalla necessità di contemperare il pieno esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali previsti dalla nostra Costituzione Repubblicana, con le eccezionali condizioni imposte dalla pandemia.




Corecom Lazio, educazione digitale e adolescenti: fondamentale il ruolo di genitori e insegnanti

Rimettere al centro l’educazione creativa e digitale per contrastare quella che ormai rappresenta una vera e propria emergenza sociale: parliamo di cyberbullismo, ma anche di quei fenomeni che vengono definiti come sexting e sexstortion: le pratiche di inviare messaggi, immagini o video a sfondo sessuale o sessualmente espliciti tramite dispositivi informatici portatili o fisse e di estorcere denaro, favori sessuali o altro ai danni di una persona, con la minaccia di rendere pubblici contenuti compromettenti di natura sessuale (messaggi di testo, foto o video).

Importante l’attività portata avanti dal Corecom Lazio attraverso incontri con genitori e insegnanti: I genitori e gli insegnanti incontrati durante le iniziative hanno riconosciuto infatti la necessità di una più puntuale collaborazione fra scuola e famiglie nell’influire, preventivamente o in modo correttivo, sulla qualità dell’uso dei dispositivi digitali da parte dei minori insegnando loro il valore della privacy, del rispetto dell’altro, ovvero il senso più profondo della legalità e dell’educazione civica digitale.

Prevenzione al cyberbullismo ed educazione digitale: Corecom in prima linea

Il Comitato regionale per le comunicazioni (abbreviato Corecom), in Italia, è un organo previsto dalla legge Maccanico. Svolge funzioni di governo e controllo del sistema delle comunicazioni sul territorio regionale di competenza e indirizza la propria attività alla comunità regionale, in particolare cittadini, associazioni e imprese, operatori delle telecomunicazioni e al sistema dei media locali.

Il video servizio che spiega cosa sono i CORECOM trasmesso a Officina Stampa del 8/4/2021

In particolare il Corecom:

  • favorisce i tentativi di accordo nelle controversie tra i gestori dei servizi di telecomunicazioni e gli utenti;
  • vigila sul rispetto delle norme in materia di tutela dei minori, pubblicità e televendite nel settore radiotelevisivo locale;
  • verifica il rispetto della parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali;
  • controlla la corretta pubblicazione e diffusione dei sondaggi e tutela il diritto di rettifica di notizie errate, incomplete o fuorvianti diffuse dalle tv locali
  • regola la partecipazione di associazioni ed organizzazioni alle trasmissioni televisive di RAI3
  • svolge attività consultiva e di studio in materia di comunicazione;
  • promuove l’educazione ai media
  • svolge funzioni di controllo e garanzia degli equilibri tra concessionari pubblici e privati del settore radiotelevisivo, anche per ciò che attiene gli impianti di ripetizione delle frequenze;
  • gestisce specifiche banche dati sui media locali;
  • elabora la graduatoria delle emittenti televisive locali che possono accedere a contributi economici erogati dallo Stato.

Il Corecom è al contempo organo regionale che svolge funzioni delegate dall’Agcom e organo che svolge funzioni amministrative per conto del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento delle Comunicazioni.

Il dottor Roberto Giuliano Consigliere del Corecom Lazio e l’Avvocato Oside Castagnola del Comitato Media e Minori del Ministero dello Sviluppo Economico e Consigliere del Corecom Lazio ospiti a Officina Stampa del 8/4/2021 per l’approfondimento sul tema dell’educazione digitale

“E’ importante che i genitori sappiano che i loro ragazzi, al di sotto dei 13 anni, non possono avere un account social – ha spiegato la dottoressa Iside Castagnola del Comitato Media e Minori del Ministero dello Sviluppo Economico e Consigliere del Corecom Lazio – È un importante filtro per proteggere e mettere in sicurezza i più piccoli. Moltissimi bambini inseriscono con i genitori una data falsa e subiscono challenge e adescamento online. Internet è piena di persone che si approfittano della sensibilità dei bambini”.




Slow tourism, qualità contro il “mordi e fuggi”: privati e istituzioni in campo per un nuovo concept

Nella zona dei Castelli Romani sono già diversi gli operatori del settore che si stanno muovendo in questa direzione

Dal turismo “mordi e fuggi” al turismo di qualità. Un cambio di tendenza che fa parte della mission di tanti operatori del settore che in questo momento di emergenza sanitaria, dove non è possibile spostarsi tra le varie regioni del nostro Bel Paese, stanno assistendo al fenomeno di tanti turisti che vanno alla scoperta di località rimaste inesplorate in passato.

Una occasione quindi per cercare di “trattenere” questi nuovi turisti attraverso un’offerta di qualità, in modo da invogliarli a restare sul posto almeno uno o due giorni contrariamente a quanto spesso invece accade con il turismo “mordi e fuggi” dove ci si ferma nel luogo visitato giusto qualche ora.     

E nella zona dei Castelli Romani sono già diversi gli operatori del settore che si stanno muovendo in questa direzione, promuovendo un turismo lento, quindi di qualità, come Azzurra Marinelli accompagnatrice turistica autorizzata e manager della destinazione e l’imprenditrice agricola Cecilia Conti. Ma anche a livello istituzionale attraverso organismi come il GAL Castelli Romani e il Consorzio Bibliotecario dei Castelli Romani.     

Azzurra Marinelli manager della destinazione parla delle iniziative da mettere in atto per un turismo di qualità che invogli i turisti a trattenersi qualche giorno nei luoghi visitati – Da Officina Stampa del 8/4/2021
L’imprenditrice agricola Cecilia Conti attiva sul territorio di Nemi con un’offerta turistica di qualità ospite a Officina Stampa del 8/4/2021
Patrizia Di Fazio Direttore Tecnico del GAL Castelli Romani e Giacomo Tortorici Direttore del Consorzio Bibliotecario dei Castelli Romani – SBCR – ospiti di Chiara Rai a Officina Stampa del 8/4/2021 intervengono sul tema del turismo lento e delle iniziative istituzionali messe in campo per promuoverlo

Slow tourism o “turismo lento”

Lo slow tourism o “turismo lento”, è il nuovo modo di viaggiare sempre più diffuso che nasce in risposta alla frenesia che caratterizza le nostre vite quotidiane e che non ci permette di rilassarci e prenderci un po’ di tempo per ammirare le bellezze che ci circondano. Si tratta di una nuova filosofia che pone l’attenzione sui dettagli e accompagna il turista attraverso un viaggio alla scoperta di luoghi nascosti, culture diverse e prodotti locali, nel pieno rispetto dell’ambiente, il tutto procedendo con calma e lentamente in modo da cogliere ogni straordinario particolare.

Il video servizio sul turismo lento trasmesso a Officina Stampa del 8/4/2021

I viaggi organizzati sono ancora molto diffusi e prevedono fitti programmi a tappe, con orari prestabiliti, per accompagnare i turisti a visitare una moltitudine di luoghi in poco tempo. In questo modo, però, il viaggiatore non riesce a immergersi completamente nell’esperienza e a cogliere la vera essenza locale. Per questo sono sempre di più coloro che ricercano un tipo di viaggio diverso, che permetta loro di vivere a contatto con la natura e godersi appieno ogni luogo esplorato.

Il turista “slow” predilige luoghi poco affollati e immersi nella cultura locale, per conoscere le tradizioni, gli usi e costumi e vivere intensamente ogni singolo istante del proprio viaggio. Questa nuova filosofia di viaggio invita i turisti a viaggiare in modo lento, consapevole e sostenibile per scoprire le destinazioni rispettandole e custodendo il valore del patrimonio e delle ricchezze che hanno da offrire.

Un viaggio “slow” si pianifica in modo che sia sostenibile fin dalle prime fasi, per far sì che ogni dettaglio sia pensato nel rispetto dell’ambiente.

Uno degli elementi più inquinanti dell’industria turistica è il trasporto: per questo nel turismo lento si tende a privilegiare mezzi sostenibili come il treno o la bicicletta, che diventano parte integrante dell’esperienza, permettendo al turista di ammirare le bellezze del territorio circostante.

Il turismo lento si pone dunque l’obiettivo di lasciare ai turisti un ricordo indelebile dei luoghi visitati, arricchendo la loro esperienza di emozioni e sensazioni indimenticabili. Una volta tornati a casa i viaggiatori si sentiranno arricchiti e appagati, oltre che più rilassati e in pace con se stessi, perché viaggiare “lenti” permette di vivere la propria avventura in modo più sostenibile, in netto contrasto con i ritmi frenetici a cui siamo abituati ogni giorno e nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda.

I Castelli Romani

I Castelli Romani da sempre rappresentano nell’immaginario romano e laziale un territorio, un insieme di località dall’importanza storico artistica, connotati da una natura lussureggiante, da prodotti genuini, da un clima accogliente, da un contesto caloroso, ma allo stesso tempo calmo e sicuro.

Il video servizio sui Castelli Romani trasmesso a Officina Stampa del 8/4/2021

Questi luoghi hanno il privilegio di essere da una parte una appendice della capitale, abitata in gran parte da gente che a Roma lavora o che comunque ha con Roma rapporti quasi quotidiani, e dall’altra qualcosa di diverso e separato dalla capitale, qualcosa che mantiene le tracce della «villa», tra case e casette immerse nel verde, tra residences arroccati e nascosti tra i colli, tra vigne e giardini, tra borghi e cittadine che ancora mantengono un originario tessuto «paesano».

In questi luoghi una natura addomesticata e da sempre controllata dall’uomo, ma insidiata dal ricordo di antichi vulcani (i laghi vulcanici di Albano e di Nemi), suggerisce molteplici percorsi storici e letterari.

Si può risalire indietro ai miti fondanti del Latium vetus, al mondo arcaico e originario vivo già prima di Roma, agli eroi o alle divinità albane, e poi seguire i culti romani (come quello di Diana nemorense) e presenze come quelle di Catone, che lascia segno nel nome di Monteporzio Catone e di Cicerone con la sua villa di Tuscolo.

Dalle sparse tracce dei signorotti medievali si può passare poi alle sontuose ville cardinalizie tardo rinascimentali, alle più tarde frequentazioni dei viaggiatori sette-ottocenteschi (Frascati nel Viaggio in Italia di Goethe), alla grottesca immagine che di certe zone tra Marino e la via Appia ha dato Gadda nella parte finale del Pasticciaccio.

Un territorio a pochi passi da Roma dove, soprattutto cibo e vino, attraggono centinaia e centinaia di famiglie e giovani, che rendono i Castelli Romani uno dei luoghi più vitali della campagna romana, in cui una socialità sana, viene portata avanti da centinaia di anni di folclore e tradizione.




Rai Yoyo, per la gioia di grandi e piccini tornano i Barbapapà

Dal 12 aprile la nuovissima serie. Dal lunedì al venerdì alle 7:20 e in replica tutti i giorni alle 15:55 e dalla domenica al venerdì alle 20:50

I Barbapapà, gli iconici personaggi colorati fra i più cult di sempre, stanno tornando sugli schermi di tutto il mondo con una nuova serie, e arrivano in esclusiva in chiaro su Rai Yoyo da lunedì 12 aprile (dal lunedì al venerdì, alle ore 07:20 e in replica tutti i giorni alle ore 15:55 e dalla domenica al venerdì alle ore 20:50) con un doppio episodio e in anteprima esclusiva su RaiPlay da sabato 10 aprile con il boxset dei primi 26 episodi.

Dai mitici libri per bambini francesi diventati un altrettanto famoso cartoon che ha accompagnato intere generazioni a partire dagli anni Settanta, i leggendari Barbapapà, la più pop delle famiglie, tornano con la loro straordinaria capacità di trasformarsi in qualsiasi cosa, per intrattenere anche il pubblico di oggi e, serie ecologista ante litteram, per rinnovare il loro messaggio verde, efficace anche per le nuove generazioni.

Rai Ragazzi presenta la nuova serie di 52 episodi da 11 minuti dal titolo “Barbapapà – In Famiglia”, prodotta dalla francese Normaal con la partecipazione di TF1 e Nickelodeon, che mette di nuovo in scena la vita quotidiana di questa insolita famiglia nata nel 1970 dalla francese Annette Tison e dallo statunitense Talus Taylor. Un nuovo adattamento animato, scritto, diretto e messo in musica da Alice e Thomas Taylor, i figli della coppia di creatori.

“Barbapapà – Una grande famiglia felice” rimane fedele allo spirito dei Barbapapà che è stato alla base del successo: l’audace originalità e inventiva di un universo che ha racchiuso l’essenza dello spirito degli anni ’70. Personaggi gentili, liberi e gioiosi, dalle forme tonde e colori pop che hanno scelto di vivere in campagna.

Fin dall’inizio, Talus Taylor si è assicurato che i Barbapapà fossero pionieri della consapevolezza ambientale. I libri affrontavano il tema dell’inquinamento e spiegavano il concetto emergente di energia rinnovabile. Quanto a Annette Tison, non permise ai suoi personaggi di vivere in un grattacielo, ma inventò un’abitazione ecologica alternativa creando la loro famosa casa a forma di bolle.

Dopo la scomparsa di Talus Taylor nel 2015 e dopo oltre 250 libri illustrati tradotti in oltre 30 lingue ideati con la moglie Annette, il testimone è ora passato ai loro figli. Per Alice e Thomas Taylor, allegria, creatività, apprendimento, ecologia e tolleranza sono valori che ogni epoca deve conoscere per condividerli.

I Barbapapà sono personaggi buffi, ognuno di un diverso sgargiante colore, nati per caso dall’espressione “barbe à papa”, in francese “zucchero filato”, ascoltata a Parigi da Talus Taylor quando sentì un bambino chiedere ai suoi genitori qualcosa che suonava come “baa baa baa baa” e, non comprendendo il francese, chiese a quella che sarebbe diventata sua moglie il significato. Un nome perfetto, pieno di “p” e “b”, le consonanti che i bambini di tutto il mondo pronunciano per prime.

Nasce così Barbapapà, rosa come una nuvola di zucchero filato, e la sua celebre frase che accompagna ogni trasformazione, diventata un vero e proprio tormentone della serie originale: “Resta di stucco, è un barbatrucco!”. Parola quest’ultima che ha introdotto nella lingua italiana il celebre neologismo per definire un espediente ingegnoso, un abile stratagemma per risolvere un problema, l’eccezionale particolarità dei Barbapapà.

Al primo personaggio, si aggiunsero Barbamamma (nera) e sette barbabébé, ognuno con una sua caratteristica: Barbabella (viola), regina di bellezza, aggraziata, narcisista e affascinante; Barbaforte (rosso) appassionato di sport, energico, temerario e fantasioso; Barbalalla (verde) musicista sensibile e di talento; Barbabarba (nero e peloso) artista ispirato, ostinato e inventivo, Barbottina (arancione) intellettuale intelligente, ribelle, bohémien, Barbazoo (giallo) amico degli animali gentile, sognatore, premuroso, generoso, e Barbabravo (blu) scienziato curioso, innovativo e impulsivo. Senza dimenticare la goffa Lolita, la simpatica cagnolina a macchie della famiglia.

Le prime due serie animate realizzate in Giappone nel 1974 e nel 1977, alle quali se ne aggiunse una terza nel 1999, vennero trasmesse in Italia a partire dal 1976 su Rai2, diventando il primo cartone giapponese a sbarcare nel nostro paese.

La nuova serie dei Barbapapà, prodotta in Europa e incentrata sulle avventure dei Barbabebé, mantiene la miscela originale di forte impatto visivo e affabile gentilezza. La serie è realizzata in animazione tradizionale che beneficia delle possibilità offerte dai nuovi strumenti del moderno 2D per la produzione di questa nuova immagine per gli anni 2000.

E poiché i Barbapapà sono sempre state creature contemporanee, la piccola Barbalalla ascolta la musica dal suo telefonino, Barbabravo non alza il naso dal joystick dei videogiochi e il sogno di Barbabella è di ricevere un tablet per Natale. Eppure, i Barbapapà amano la loro vita circondati dalla natura, vivendo al ritmo delle stagioni. Apprezzano le cose semplici e il divertimento perenne assicurato dalla musica, dal disegno, dal gioco all’aperto …

Barbapapà è un sogno ambientato in un mondo estremamente piccolo in cui tutti vorremmo crescere.




Venezia, al convento dei Carmelitani scalzi torna Feelvenice: una giornata dedicata all’arte e alla cultura enologica

3 luglio 2021 a partire dalle ore 14:00 protagonisti i vini provenienti dalle 5 diverse denominazioni consortili

VENEZIA – Torna Feelvenice, un piccolo evento ricercato che celebra la ricchezza enologica dell’area di Venezia, e lo fa in una veste rinnovata: una data estiva, il 3 luglio 2021, e cinque isole di degustazione quante sono le denominazioni tutelate dal Consorzio disseminate all’interno dello splendido giardino in fiore del Convento dei Carmelitani scalzi di Venezia.

Protagonisti i vini provenienti dalle 5 diverse denominazioni consortili: DOC Piave, DOC Lison Pramaggiore, DOC Venezia, DOCG Malanotte e DOCG Lison che il pubblico di wine lovers ed esperti potranno degustare a partire dalle ore 14:00.

Per tutti gli appassionati saranno inoltre organizzate 2 degustazioni guidate (su prenotazione e a numero chiuso), in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier Veneto – Delegazione di Venezia, durante la quale i partecipanti saranno condotti alla scoperta della storia e delle caratteristiche del Lison DOCG e del Malanotte del Piave DOCG.

FeelVenice è anche una giornata dedicata all’arte e alla cultura enologica: durante la giornata infatti la chiesa seicentesca del Convento e l’antico Brolo saranno eccezionalmente aperti al pubblico che potrà andare alla scoperta del meraviglioso vigneto-collezione della biodiversità viticola sito nel giardino che racchiude più di 20 varietà recuperate da diversi orti e giardini veneziani.

Un appuntamento imperdibile, dunque, un’esclusiva festa d’estate dedicata al vino del territorio, all’arte e alla cultura che si svolgerà in totale sicurezza e nel rispetto della normativa anti- Covid.




70 anni fa nasceva il primo computer commerciale della storia: 10 curiosità sull’invenzione che ha cambiato il mondo

Grande quanto un armadio, pesante 13 tonnellate e con un prezzo che si aggirava tra i 1,25 e 1,5 milioni di dollari. Sono questi alcuni degli aspetti più curiosi di UNIVAC I, il primo computer commerciale della storia consegnato all’United States Census Bureau il 31 marzo 1951, esattamente 70 anni fa

Il 31 marzo del 1951, esattamente 70 anni fa, gli ingegneri J. Presper Eckert e John Mauchly, consegnarono all’United States Census Bureau il primo computer commerciale al mondo che prese il nome di UNIVAC I (Universal Automatic Computer I) con l’obiettivo di monitorare il cosiddetto baby boom, ovvero il sostanziale aumento demografico che si verificò in America all’inizio degli anni Cinquanta. Messo in funzione il 14 giugno seguente, vennero vendute 46 unità ad alcune società e al governo USA: oltre all’ufficio dei censimenti americano, l’UNIVAC I fu acquisito da General Electric, società privata che lo impiegò nella sua fabbrica di elettrodomestici di Louisville per la gestione dei libri paga dell’azienda e per il sistema di controllo degli inventari dei magazzini. Cosa ha di straordinario questa invenzione? Si potrebbe pensare al prezzo di vendita, tra 1,25 e 1,5 milioni di dollari, o alle sue dimensioni, grande quanto un grosso armadio per un peso totale di 13 tonnellate. La vera rivoluzione consiste però nel fatto che per la prima volta nella storia un computer venne usato per l’elaborazione dei dati, e non solo per equazioni e calcoli complessi, funzione principale fino a quel momento. Inoltre, per la prima volta venne adottato il termine “automatico”: tutti i dati, sia numeri che lettere, erano immagazzinati e letti da un’unità a nastro metallica, senza il bisogno di inserire i programmi manualmente. Uno strumento del tutto innovativo e visionario che il New York Times chiamò “Il genio matematico alto 2,43 m”, in grado di registrare e classificare un cittadino medio in base al sesso, stato civile, istruzione, residenza e altre informazioni in un sesto di secondo. Ma cosa è cambiato in 70 anni nella gestione dei dati a livello commerciale? Si potrebbe dire che per la prima volta nella storia un computer abbia anticipato l’evoluzione che avrebbe preso il nome di Data Integration, ovvero un complesso processo di assimilazione, mappatura, spostamento e trasformazione dei dati, necessario a ottenere la loro elaborazione e il loro funzionamento. Oggi la digitalizzazione ha portato a un’esponenziale crescita della mole di dati che le aziende devono saper gestire in modo efficace e rapido. Da enormi computer si è passati a software in grado di gestire in modo intuitivo, dinamico e sicuro i dati. Tra queste ci sono quelle di Primeur, multinazionale italiana specializzata in Data Integration, che da oltre 30 anni fornisce i propri strumenti ad aziende nazionali e internazionali. “In 70 anni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti. L’UNIVAC I è stato sicuramente il precursore di questo movimento che oggi è fondamentale per gestire l’operatività delle grandi aziende del settore pubblico e privato – afferma Stefano Musso, CEO di Primeur – una gestione migliore dei dati vuol dire un maggiore incremento della produttività, del time to market e del servizio complessivo di un’azienda, oltre a permettere di prendere scelte più precise e rapide a livello di business management”.

Stefano Musso , CEO di Primeur

Nonostante le difficoltà riscontrate dai due scienziati nella costruzione dell’UNIVAC I, questa opera portò loro grandi soddisfazioni e primati. Il 4 novembre 1952 per la prima volta nella storia un computer riuscì a prevedere la vittoria alle elezioni presidenziale di Dwight D. Eisenhower con un margine di errore dell’1%. Da quel momento gli americani presero realmente coscienza dell’importanza tecnologica di questa macchina, tanto che UNIVAC divenne la parola più comune per indicare i computer. UNIVAC I non fu l’unica impresa per gli scienziati Presper Eckert e John Mauchly: pochi anni prima, esattamente nel 1946 progettarono ENIAC, Electronic Numerical Integrator and Calculator, il primo computer elettronico general purpose nella storia. Il progetto venne affidato ai due scienziati dall’U.S. Army Ordinance Department che aveva bisogno di uno strumento capace di risolvere i problemi di calcolo delle curve balistiche dei proiettili dell’artiglieria. A differenza dell’UNIVAC, questo primo computer occupava una superficie di 180 metri quadrati e pesava circa 30 tonnellate. Oltre alle dimensioni notevoli, l’ENIAC consumava fino a 150 kilowatt di potenza: proprio per questo motivo, quando venne messo in funzione per la prima volta, provocò un black-out generale nel quartiere ovest della città di Filadelfia. Non a caso, la parola inglese “brainiac”, ovvero cervellone, deriva proprio dal primo computer elettronico ENIAC. Da costare 1 milione di dollari e pesare 13 tonnellate, il computer è entrato in ogni casa e ufficio di tutto il mondo, rivoluzionando il modo di vivere e di lavorare. Nell’ultimo anno la pandemia ha spinto notevolmente il mercato dei PC, registrando la miglior crescita dell’ultimo decennio a livello globale: come riportato dal Financial Times, secondo una ricerca della società Gartner nell’ultimo trimestre del 2020 le unità di Personal Computer spedite in tutto il mondo sono state 79,4 milioni,un aumento del 10,7% rispetto all’anno precedente, mentre su base annua c’è stata una crescita del 4,8% rispetto al 2019, con 275 milioni di unità vendute in più, il dato più alto mai registrato dal 2010. La società di ricerca IDC, invece, ha registrato 303 milioni di unità spedite con una crescita del 13,1% nel 2020, mentre Canalys ha affermato che nell’ultimo anno le spedizioni sono cresciute dell’11% e hanno raggiunto le 297 milioni di unità.

In conclusione, ecco le 10 curiosità su UNIVAC, il primo computer commerciale nella storia:

  1. J. Presper Eckert e John Mauchly finirono sull’orlo della bancarotta, poiché il finanziamento del Census Bureau fu soltanto di $400,000 e il costo totale di progettazione e costruzione dell’UNIVAC I arrivò a sfiorare 1 milione di dollari.
  1. Il prezzo di vendita del primo computer commerciale si aggirò intorno a 1,25 e 1,5 milioni di dollari.
  1. Fu utilizzato la prima volta dall’United States Census Bureau per monitorare il baby boom, ovvero il sostanziale aumento demografico che si verificò in America negli anni Cinquanta.
  1. General Electric fu la prima azienda privata ad utilizzare l’UNIVAC I per la gestione dei libri paga e per il sistema di controllo degli inventari dei magazzini della fabbrica di elettrodomestici.
  1. Fu il primo computer nella storia a prevedere la vittoria alle elezioni presidenziali. Il 4 novembre 1952 assegnò la vittoria al Presidente Dwight D. Eisenhower con un margine di errore dell’1%.
  1. UNIVAC I fu il primo computer nella storia ad essere utilizzato per l’elaborazione dei dati, in grado di immagazzinare sia numeri che lettere in modo automatico.
  1. Era composto da 5200 valvole tubolari, tutte installate nel processore.
  1. Pesava 13 tonnellate, consumava 125 kW e funzionava alla velocità di 2.25 MHz.
  1. Era in grado di effettuare 455 moltiplicazioni per secondo e poteva immagazzinare fino a 1000 stringhe nella memoria al mercurio.
  1. Ogni elemento della memoria poteva contenere due istruzioni, un numero a 11 cifre e segni o 12 caratteri alfabetici.



Videoclip e cinema: Cosimo Alemà a “Officina in Arte” [Intervista esclusiva]

Cosimo Alemà uno dei maestri dei videoclip italiani ospite della trasmissione web “Officina in Arte” condotta dalle giornaliste Valeria De Luca e Chiara Rai.

Alemà: Oltre 700 videoclip per artisti italiani ed internazionali affermandosi negli anni zero come regista più richiesto nel settore.

L’INTERVISTA

Ha realizzato clip musicali per: Skin, Ligabue, Zero Assoluto, Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Mina, Alessandra Amoroso, Litfiba, Giorgia, Tiromancino, Giusy Ferreri, Subsonica, Casino Royale, Fabri Fibra, Noemi, Ennio Morricone, Baustelle, Nina Zilli, Pacifico, Afterhours, Carmen Consoli, Caparezza, Chiara Civello, Club Dogo, Le Vibrazioni, Alex Britti, Nek, Verdena, Gianluca Grignani, J-ax, Articolo 31, Finley, Max Pezzali, Syria, Velvet, Anna Tatangelo, Club Dogo, Marracash, Corveleno, Tormento, Marina Rei, Delta V, Niccolò Fabi, Paola e Chiara, Coolio, Neffa, Giuliano Palma, Luca Carboni, Gemelli Diversi, Sergio Cammariere, Renato Zero, Patrizia Laquidara, etc.

Numerosi spot pubblicitari e promo televisivi, vincendo premi e riconoscimenti in tutta Europa tra cui il Promax ed il prestigioso Key Director’s Award nel 2005.

Tra Brand e Tv: Mtv, Wind, Blackberry, Coconuda, Studio Universal, Fox Life, Eurobet, Fox Retro, Steel, Cult Network, Rai, Fao (campagna mondiale 2003), Pringles, Kenwood, Anlaids, Adidas, etc.

Alcuni cortometraggi fiction (1995-2000) che hanno partecipato ad alcuni dei più importanti festivals del cinema (Berlino, Torino, Arcipelago, San Sebastian, Bruxelles, Clermont Ferrand, Cortinametraggio).

“Quiete” del 1996 è uno dei 22 episodi del film collettivo “Intolerance”. Tra gli altri registi del film: Citto Maselli, Paolo Virzì, Marco Puccioni, Gabriele Muccino, etc.

“Tuttintrusi”del 1998 è stato distribuito e venduto in oltre 15 paesi ed è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino nel 1999. Ha inoltre vinto numerosi riconoscimenti.

“Gonfiate la Bambola” è stato prodotto nel 2000 da Studio Universal ed è uscito in 100 sale cinematografiche insieme al film “Harry a Pezzi” di Woody Allen.

Ha realizzato il lungometraggio documentario musicale “Showtime 21.30” durante la tournè di Max Pezzali nel 2007. Il film è distrubuito in homevideo per Warner Music Italy.

Ha inoltre curato il Dvd “Extra” degli Zero assoluto, come realizzatore di tutti e 10 i videoclip presenti, compresa una versione cinematografica di “Appena Prima di Partire” di 22min. con la partecipazione di Nelly Furtado.

Ha diretto la mini serie “Room 4 U – Ospite Perfetto” (40 puntate brevi), prima web serie italiana. La serie è stata presentata al Roma Fiction Fest 2008 e prodotta da Fidia Film.

Nell’estate 2009 ha girato il suo primo lungometraggio per il cinema dal titolo “At the End of the Day”, prodotto da The Mob, Frame by Frame, Lock and Valentine, Bmovie e Pines Films Limited. Il film è stato realizzato in lingua inglese con cast interamente anglosassone. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane nell’estate 2011 (70 sale). Il film è stato distribuito in oltre 30 paesi. In Francia, Uk, Scandinavia e Benelux “At the End of the Day” è distribuito da Universal Pictures.

Festivals: Courmayeur Noir In Festival 2010 (International competition – unico film italiano), Rome FantaFestival 2011 (Evento speciale), RainDance London FilmFestival 2010 (Foreign Films Competition), Fantasy Festival Germany 2011 (Official Competition), Malaga Film Festival 2011, Sitges International Film Festival 2012.

Il suo secondo film lungometraggio dal titolo “La Santa” prodotto da Panamafilm per RaiCinema, è stato presentato in anteprima mondiale come evento speciale al Festival del Cinema di Roma nel 2013 e distribuito da 01 Distribution. La colonna sonora del film include brani di Gianna Nannini, Der Noir, Triace e Ninos du Brasil. Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali tra cui il Nifff nel 2014.

Nel 2015 è uscito il film musicale “Una nave in una foresta dal vivo” in occasione del Subsonica Day. Il film è stato presentato in oltre 200 sale italiane distribuito da Nexo Digital.

Nel 2016 nelle sale cinematografiche (distribuito da Koch Media in oltre 250 copie) è uscito il suo terzo lugometraggio dal titolo “Zeta”, primo film italiano sul rap, con la partecipazione di artisti della scena come Fedez, J-Ax, Clementino, Rocco hunt, Baby K, Salmo, Noyz Narcos, Briga, Low Low, Rancore, Shade, Ensi. Il film è prodotto da 999Films, Pananmafilm e Sony Music Italy. Il film ha ricevuto il contributo del Mibac e ritenuto film di interesse culturale nazionale. Ha partecipato a numerosi festival nazionali ed internazionali tra cui il NIFFF, Ischia Global (premiato) e Salento Finibus Terrae.

E’ in sviluppo il suo quarto lungometraggio: il thriller “No Future” prodotto da 999Films per il mercato internazionale; il film è stato finanziato dal Mibac e dal fondo Europeo Media.

Da qualche anno sta girando serie tv e fiction primetime per RaiUno, prodotti dalla società Lux Vide.

Nel 2017/2018 è stata la volta di Don Matteo 11 di cui ha curato la regia di Seconda Unità (18 episodi).

Nel 2018/2019 ha diretto 5 episodi su 10 (da 100’) della fiction “Un Passo dal Cielo” Stagione 5.

Nel 2019/2020 ha diretto 5 episodi su 10 (da 100’) della fiction “Don Matteo” Stagione 12.

Nel 2020 ha diretto 3 episodi su 8 (da 100’) della fiction “I Guardiani del Cielo”.

Un cortometraggio dal titolo “Si Sospetta il Movente Passionale con l’Aggravante dei Futili Motivi”, unico piano sequenza di 16 minuti, realizzato nell’estate del 2018, è stato selezionato come evento di chiusura della 33° Settimana Internazionale della Critica all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Nell’anno successivo ha partecipato a circa 70 festival collezionando importanti premi e riconoscimenti.

Tra gli attori con cui ha collaborato: Luca Zingaretti, Marco Giallini, Vincent Gallo, Terence Hill, Nino Frassica, Massimo Ghini, Carlo Cecchi, Antonio Catania, Elena Sofia Ricci, Pilar Fogliati, The Jackal, Serena Iansiti, Dario Aita, Maurizio Lastrico, Maria Chiara Giannetta, Giusy Buscemi, Pamela Villoresi, Serena Autieri, Daniele Liotti, Irene Ferri, Enrico Ianniello, Mino Caprio, Anna Ferraioli Ravel, Massimiliano Gallo, Gianluca Di Gennaro, Salvatore Esposito, Maria Pia Calzone, Alessandro Gasmann, Anna Galiena, Claudia Pandolfi, Sergio Rubini, Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Valeria Solarino, Nelly Furtado, Gian Marco Tognazzi, Dario Argento, Sam Cohan, Edmund Purdom, Andy Luotto, Irene Papas, Davide Paganini, Jonis Bashir, Margherita Buy, Maurizio Costanzo, Franco Califano, Kasia Smutniak, Anna Safroncik, Giorgia Surina, Edy Angelillo, Lele Vannoli, Marina Remi, Giulia Bevilacqua, Giulio Berruti, Ela Weber, Renato Marchetti, Lidia Vitale, Marianna Di Martino, Michael Schermi, Stephanie Chapman Baker, Neil Linpow, Michael Lutz, Valene Kane, Federico Moccia, Luisa Ranieri, The Jackal, Stefano Dionisi, Benedetta Mazzini