Rai Gulp e Raiplay, arriva il primo programma sul Meteo del sistema solare dedicato ai ragazzi

“Meteo spazio” da martedì 18 gennaio “che tempo che fa” nel sistema solare. Con Linda Raimondo e Riccardo Cresci

La nuova frontiera della meteorologia è lo spazio e “Meteo Spazio” è il primo programma televisivo che ogni settimana spiegherà ai ragazzi e alle persone curiose e di vasti orizzonti che tempo fa nel sistema solare.

“Meteo Spazio”, il nuovo programma di Rai Ragazzi e Rai Pubblica Utilità, in onda da martedì 18 gennaio, alle ore 16.40 su Rai Gulp e RaiPlay, è una novità assoluta nel campo della divulgazione scientifica per ragazzi.

Un interesse non solo accademico, dato che fenomeni come il vento solare incidono anche sulla nostra vita quotidiana.

Ogni martedì Riccardo Cresci ci dirà che succede sul sole e sugli altri pianeti e insieme alla giovane esperta Linda Raimondo affronterà con linguaggio semplice e chiaro argomenti legati all’astronomia, al pianeta terra, al sistema solare e tutte le recenti scoperte scientifiche.

Una nuova collaborazione tra Rai Ragazzi e Rai Pubblica Utilità, con un punto di vista inedito, per stimolare la curiosità verso la scienza e la fantasia dei ragazzi.  

Rai Meteo per la parte scientifica utilizza le competenze che Aeronautica Militare, partner istituzionale, possiede in materia di Space Weather.

Riccardo Cresci già conduce ogni venerdì su Rai Gulp il premiato programma “Green Meteo”, che unisce le previsioni del tempo all’ambiente e alla sostenibilità, mentre Linda Raimondo, giovane studentessa di fisica e aspirante astronauta, è ormai un volto noto di Rai Gulp e della divulgazione scientifica sullo spazio.

“Meteo Spazio” sarà una miscela di scienza, tecnologia spaziale, immagini coloratissime, passione ed entusiasmo. Nel corso di ogni appuntamento ci saranno collegamenti con giovani scienziati.

“Meteo Spazio” è un programma scritto da Claudia Adamo, con la regia di Francesco Maltarello.




Flormart, nel 2022 la fiera del florovivaismo torna alla sua data tradizionale di settembre

La decisione presa per assicurare la presenza dei buyer internazionali – Convegno fisico e digitale il 9 febbraio 2022 a Padova sulle principali tematiche del comparto

PADOVA – La 71° edizione di Flormart, storica fiera internazionale del florovivaismo, del verde e del paesaggio, si terrà a Padova nelle sue date tradizionali dal 21 al 23 settembre 2022, cancellando la Special Edition prevista dal 9 all’11 febbraio 2022.

La decisione è stata presa dagli organizzatori per garantire la presenza di buyer internazionali, attualmente messa in forse dal permanere dell’emergenza pandemica e per assicurare la massima sicurezza sanitaria a espositori e visitatori. Flormart ha già attivato, anche in collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, un programma per favorire l’incoming di operatori top del settore provenienti da Europa centrale, Europa dell’est, Paesi del Medio Oriente e dell’area mediterranea.

Nella road map che porterà all’inaugurazione della fiera a settembre, data storica di Flormart, si inseriranno varie iniziative, la prima un convegno phygital che si terrà in Fiera a Padova il 9 febbraio 2022, alla presenza dei principali attori del comparto. Temi principali del convegno saranno l’importanza del florovivaismo e del verde per la transizione ecologica, l’inserimento del settore nel PNRR, la cultura e la gestione del verde urbano, il potenziamento dell’export del florovivaismo made in Italy (seguirà comunicato).

Flormart è la fiera storica del settore, organizzata per la prima volta nel 1974 e giunta alla sua 71° edizione. Rappresenta da sempre la vetrina internazionale del florovivaismo e il momento di business matching tra chi produce le piante, i materiali, gli arredi, i mezzi di produzione e gli utilizzatori, vivaisti, grandi centri di giardinaggio, costruttori del verde, enti pubblici, gruppi immobiliari italiani ed Europei, i buyer italiani e esteri. A partire dal 2021 un accordo decennale con Padova Hall ha dato vita ad una partnership che affida l’organizzazione di Flormart a Fiere di Parma ma che mantiene la manifestazione ancorata alla città di Padova e al suo quartiere fieristico attraversato da un profondo progetto di rinnovamento.

Il comparto florovivaistico italiano rappresenta in termini di valore circa il 5% della produzione agricola nazionale, con un fatturato di circa 2,6 miliardi di euro (elaborazione Crea su ISTAT, 2020). La produzione è composta per il 52% dal comparto piante in vaso e dal vivaismo (alberi e arbusti) e per il rimanente da fiori e fronde freschi recisi. Da sola l’Italia rappresenta circa il 15% della produzione dell’Europa comunitaria. L’export è cresciuto del 33,14%, a valore, nei primi 6 mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020 (dati ICE).




Cannabis light e legalità: ecco l’evoluzione delle leggi in Italia

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una progressiva depenalizzazione della cannabis in tutto il mondo e anche nel nostro Paese. La cannabis è la pianta in assoluto più discussa al mondo e la canapa legale non sembra più essere un miraggio lontano e irrealizzabile, né tantomeno qualcosa di estremamente terribile e immorale.

Ma sappiamo bene che le cose non sono andate sempre così, anzi. La canapa, nonostante sia una pianta che fin dall’antichità ha dimostrato la sua utilità nella vita dell’uomo in moltissimi ambiti diversi. Ha subito anni di demonizzazione e di proibizionismo in tutto il mondo.

In particolare, in questo breve articolo andremo a vedere la storia della progressiva depenalizzazione della cannabis nel nostro Paese fino ad arrivare ai giorni nostri, dove acquistare prodotti a base di CBD non è più soltanto un sogno ma una realtà giornaliera.

Cannabis: gli anni del primato italiano nella produzione

Per arrivare all’inizio della storia del proibizionismo in Italia, dobbiamo paradossalmente cominciare dall’800, quando in realtà l’Italia era uno dei maggiori produttori di canapa al mondo. Possiamo infatti ricordare ad esempio il Linificio e Canapificio Nazionale istituito a Milano nel 1870, o anche lo stabilimento costruito a Lodi nel 1906 per la lavorazione della canapa.

Addirittura nel 1918 a Milano fu registrato il sindacato dei Filatori e Tessitori di canapa. La produzione di canapa italiana veniva elogiata anche dal Duce durante gli anni 20 come un’eccellenza autarchica destinata a guidare il paese all’emancipazione e alla grandezza. Addirittura negli anni 20 e 30 veniva costantemente consigliato come coltivare e lavorare la canapa nel migliore dei modi dall’Istituto Nazionale Cellulosa e Carta.

In questo modo, negli anni 40 l’Italia diventava il secondo produttore di canapa al mondo con ben 100.000 ettari coltivati. Sembra paradossale tutto questo se si pensa come fino a qualche anno fa questa sostanza venisse dipinta come qualcosa di terribile e da evitare in ogni sua forma. Ciò si deve a quanto avvenne nel nostro Paese negli anni successivi.

Gli anni nel proibizionismo in Italia

Già dagli anni 30 in Italia si cominciò a parlare in modo dispregiativo della cannabis, appoggiando la cosa con delle forti argomentazioni razziste. Veniva infatti detto che la marijuana fosse una droga da immigrati e si cominciò a criminalizzarla, unendo razzismo e proibizionismo proprio come stava avvenendo negli Stati Uniti nello stesso periodo.

In questo modo, nel 1930 la cannabis venne inserita nell’elenco delle sostanze velenose aventi azione stupefacente. Nello stesso periodo cominciarono ad essere pubblicati una serie di libri che descrivevano la cannabis come un nemico per la “razza” e come un completo disastro per l’organismo di chi la utilizzava.

I passi verso la legalizzazione della cannabis light

Dei primi cambiamenti in senso positivo sono cominciati con la Legge Cossiga del 1975, quando si cominciò a fare differenza tra il consumo e lo spaccio di cannabis, punendo soltanto il secondo, e si cominciò a introdurre la definizione di “modica quantità”.

Ma un passo indietro fu compiuto invece nel 1990 con il governo Craxi e la legge Iervolino-Vassalli, che prevedeva addirittura delle pene detentive sia per lo spaccio che per l’uso personale delle droghe leggere, così come per quelle pesanti. Con successivi referendum, come quello del 1993, 1996, le parti più controverse di questa legge furono abrogate.

Un’altra legge molto controversa è stata quella del 2006, ovvero la legge Fini-Giovanardi, che eliminava completamente la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Tale legge fu però abrogata per incostituzionalità nel 2014. Attualmente infatti questa distinzione è stata reintrodotta, ma lo spaccio e il consumo sono ancora puniti.

Quali sono i prodotti a base di CBD e la cannabis light che possono essere prodotti e consumati, dunque? Grazie all’ultima normativa e alle decisioni del Ministero della Salute, in Italia adesso è possibile acquistare legalmente questi prodotti con alcune regole e limitazioni. A ciò si è arrivati grazie a tutti gli studi medico scientifici che sono stati condotti su queste sostanze negli ultimi anni e che sono ancora in corso e in crescita.

È stato infatti ampiamente dimostrato che il CBD non è una sostanza drogante, non è una sostanza psicoattiva  e di conseguenza non è una sostanza dannosa per il nostro organismo. Infatti questa sostanza si è dimostrata addirittura essere molto benefica per la salute umana, in quanto è in grado di agire sul nostro sistema endocannabinoide e indurre uno stato di profondo relax sia fisico che mentale. Il CBD e la cannabis light sono anche prescritti da medici per contrastare tantissime patologie differenti.

Le condizioni per rendere questi prodotti legali sono molto semplici e chiare: non c’è un limite per il contenuto di CBD ma ce n’è uno molto preciso per il THC. Questo è infatti il principio attivo drogante e psicoattivo della cannabis che rende illegale la sostanza e può essere contenuto in quantità inferiori allo 0,2% nei prodotti legali.

Se si rispettano questi standard e anche quelli riguardanti coltivazione e produzione, non c’è nessun problema ad acquistare prodotti di questo tipo in Italia, ad esempio dallo shop online di JustBob, rivenditore sicuro ed affidabile.




Firenze, l’Esercito Italiano a Pitti Uomo con due stand promozionali

Il marchio Esercito rinforza la sua presenza al salone internazionale di moda di Firenze Pitti Immagine Uomo

Si è tenuta oggi, presso la “Fortezza da Basso” di Firenze, la cerimonia inaugurale del Pitti Immagine Uomo 101, tradizionale appuntamento della moda italiana al quale, per questa edizione, l’Esercito Italiano ha rafforzato la sua presenza con due stand espositivi.

Alla cerimonia ha preso parte il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, che ha simbolicamente aperto gli stand del licensing a marchio Esercito, alla presenza del Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del Sindaco di Firenze, Dario Nardella e di altre autorità locali.

L’Esercito partecipa all’esposizione con i brand “Esercito Sportswear” per la parte abbigliamento e con Esercito by Ciak Roncato per la parte accessori e valigeria.

“Esercito Sportswear” è il marchio commerciale dell’Esercito Italiano per la produzione e la distribuzione di capi di abbigliamento e accessori, prodotti da Officina Italia s.r.l., su licenza esclusiva concessa da Difesa Servizi S.p.A., società in house del Ministero della Difesa. La collezione propone capi di abbigliamento realizzati con materiali ed equipaggiamenti non più in uso e dismessi, dopo essere stati utilizzati nell’ambito delle missioni nazionali e internazionali, secondo una filosofia ecocompatibile, in linea con la svolta green di Forza Armata. E così quindi che paracadute in materiale sintetico diventano giacche performanti dall’elevata resistenza, mentre coperte, opportunamente trattate, e altri materiali destinati a essere accantonati, si trasformano in cappotti, acquisendo un elevato valore rispetto all’originale. Materiali che altrimenti non avrebbero goduto di una seconda vita, ma che in questo caso creano un profondo legame fondato su valori e su ideali comuni, diffondendo un messaggio positivo per le nuove generazioni. Il marchio, che identifica inequivocabilmente l’Esercito degli Italiani, nella sua semplicità è stilisticamente coerente e d’impatto. Si compone infatti della stella a 5 punte e dalla scritta “Esercito”, un simbolo rassicurante soprattutto nell’attuale contesto, che rappresenta un’Istituzione sana e coesa, al servizio dei cittadini, sempre pronta a intervenire in ogni tipo di scenario.

La nuova linea di accessori firmata da Esercito italiano in co-branding con il marchio italiano di valigeria Ciak Roncato, di recente introduzione, comprende borsoni, zaini, trolley e accessori con uno stile che ricorda i valori secolari delle Forze armate italiane.

Così, ad esempio, è protagonista il tessuto “vela nylon”, morbido e leggero, ma soprattutto un materiale che ricorda il tessuto utilizzato per i paracaduti. In collezione ci sono lo zaino, in 4 dimensioni e con tasche frontali, il borsone modulare con presa laterale per il trasporto orizzontale, tasca security e una serie di astucci removibili e i trolley in policarbonato iperleggero (con finitura antigraffi e protezione agli urti).




Firenze, Pitti Uomo 101: Il designer finlandese Ervin Latimer lancia il suo marchio

Nonostante le difficoltà legate all’aggravarsi della pandemia, Pitti Immagine ha confermato  l’avvio di Pitti Uomo 101 con 600 marchi alla Fortezza da Basso di Firenze dall’11 al 13 gennaio 2022. Nelle stesse date e nella stessa sede, quest’anno, si svolge anche Pitti Immagine Bimbo 94.

Il designer finlandese Ervin Latimer ha scelto Pitti Uomo 101 per il debutto di Latimmier, il nuovo marchio che mira a ridefinire il modo in cui si affronta la mascolinità nella moda e nell’abbigliamento. Il lancio, supportato dall’evento Fashion in Helsinki, è in programma per il 12 gennaio, a Palazzo Pucci a Firenze, dalle 21.00 alle 22.00, e fa parte della rassegna “Palazzo Finlandese”.

Ervin Latimer si è laureato alla Università Aalto University di Helsinki e ha alle spalle una carriera internazionale nella moda, avendo lavorato per marchi come 1017 Alyx 9SM. Le sue creazioni sono state immortalate sulle pagine di testate come Vogue USA e Vogue Italia, e al momento i suoi lavori sono in mostra al Museo del Design di Helsinki. Oltre all’attività di designer, Latimer ha scritto e tenuto conferenze su temi all’intersezione tra cultura dei generi, antirazzismo, mascolinità e moda.  

Per lo stilista, “la definizione di maschile è ristretta. La nostra nuova collezione non è unisex, né si definisce ‘menswear’, ma piuttosto si rivolge a chiunque voglia evidenziare o esaminare il maschile dentro di sé. “La moda dovrebbe liberarci, non limitarci. Mettiamo in discussione sia chi possa esprimere il concetto di maschile sia che tipo di abbigliamento può farlo. Inoltre, ampliamo il concetto di moda nordica. La nostra collezione comprende completi e camicie, ma anche abiti e gonne. Il linguaggio del nostro design attinge dalla storia dell’abbigliamento maschile con un approccio contemporaneo e dettagli curati di alta qualità”.

Il nuovo marchio è chiamato Latimmier dal cognome del designer. Latimmier è un termine del francese antico che significa “interprete” o “traduttore”.

Aggiunge Latimer che“oltre ai materiali e al design sostenibili, abbiamo bisogno di uno scopo più profondo per giustificare l’esistenza dell’abbigliamento. Al momento l’industria della moda sembra portarsi avanti con materiali ecologici, diversità o una forte visione del design, ma il nostro obiettivo è combinare tutto questo in modo significativo“. Il marchio vuole farsi promotore del cambiamento nel settore anche in altri modi: dando uno scopo più profondo all’abbigliamento e affrontando diversità, rispetto e sostenibilità in maniera più radicale e sistematica. Tra le iniziative, anche una settimana lavorativa di 4 giorni e un ciclo di collezioni più lento. Infatti, “gli obiettivi della nostra azienda sono ambiziosi. Vogliamo dimostrare che allargare il concetto di maschile con l’abbigliamento non è un affare di nicchia o una semplice moda superficiale. Tutti possono unirsi a noi in questo viaggio verso il cambiamento”.

Il lancio di Latimmier fa parte della serie “Palazzo Finlandese” di SSAW Magazine e Juni Communication che presenta designer finlandesi al mercato internazionale. Nel 2019 l’evento ha lanciato Rolf  Ekroth e nel 2020 Fiskars di Maria Korkeila. La Finlandia è stata la guest nation di Pitti Uomo nel 2018.  Il lancio è organizzato con il supporto dell’evento Fashion in Helsinki. che è un appuntamento annuale dedicato a giovani designer e nuovi marchi emergenti, e si svolgerà a giugno 2022 a Helsinki.




Al Bioparco di Roma una Befana tra “Animali e pregiudizi”

Alla scoperta di animali che possono suscitare paura o ribrezzo, ma affascinanti e soprattutto indispensabili per l’equilibrio degli ecosistemi

Il 6 gennaio 2022 al Bioparco di Roma si svolgerà l’attività ‘Animali e pregiudizi’, speciali incontri ravvicinati, a cura dello staff Bioparco, con pitone reale, testuggine frittella, tiliqua dalla lingua azzurra, blatte soffianti, insetti stecco, rospi, furetti. Animali che possono suscitare paura o ribrezzo, ma affascinanti e soprattutto indispensabili per l’equilibrio degli ecosistemi.

‘Animali e pregiudizi’ si svolge dalle ore 11.00 alle 15.00, è un’attività inclusa nel prezzo del biglietto su prenotazione, da effettuare il giorno stesso della visita all’ingresso del Bioparco, fino ad esaurimento posti.

L’acquisto del biglietto di ingresso si può effettuare on line (sito web bioparco.it) o presso le biglietterie. È obbligatorio esibire il green pass solo per accedere nei luoghi al chiuso (Rettilario e Aule didattiche-Laboratorio).

Per visitare il parco in sicurezza è obbligatorio per tutti – ad esclusione dei bimbi da zero a sei anni – indossare la mascherina; all’interno del parco il pubblico troverà tutte le indicazioni utili per la visita, come rispettare la distanza di sicurezza, evitare ogni forma di assembramento e non toccare balaustre e vetrate.




Marino, una befana speciale a palazzo Colonna

Accompagnata dall’entusiasmo delle mamme che compongono il Comitato Genitori I.C. Marino Centro e da Venanzio Sagratella presidente dell’Associazione Amici della Befana, una nonnina davvero speciale è arrivata questa mattina a Palazzo Colonna.

La festeggiata accolta con tutti gli onori è una Befana che veste un abito composto da tantissimi disegni realizzati dagli alunni dell’Istituto Comprensivo di Marino Centro – Scuola dell’InfanziaSandro Pertini”  (classi A,B,G ed E e tantissimi altre che hanno partecipato al progetto) ai quali sono andati i complimenti del Sindaco Stefano Cecchi e dell’Assessore Pamela Muccini.

La Befana è un simbolo positivo, un’icona di virtù che premia i più bravi con dolci e regali. Come amministrazione, in un momento dove anche i più piccoli hanno a che fare con questo nemico invisibile ma reale, abbiamo voluto accogliere nonostante tutto questa iniziativa per dare alla Befana la possibilità di raggiungere comunque Marino” ha dichiarato il Primo Cittadino.

Non smettiamo di sognare e di farli sognare, soprattutto in questo giorno che tradizionalmente dedichiamo ai più piccoli ma che coinvolge anche noi adulti” ha aggiunto l’Assessore alla Pubblica Istruzione Muccini.

La Befana sarà appesa sul cancello di Palazzo Colonna per essere ammirata dai cittadini e visitatori.




I biglietti della Lotteria Italia incontrano l’arte

Quest’anno i biglietti della Lotteria Italia sono legati a doppio filo al mondo dell’arte grazie a delle splendide opere che sono state realizzate da artisti diversamente abili. Per il 2021 infatti l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha ideato,  per la creazione dei biglietti, il bando “Disegniamo la fortuna”. Nel progetto sono stati coinvolti artisti diversamente abili integrati nelle attività degli enti no profit del Terzo Settore, che hanno realizzato i 12 bozzetti per i nuovi tagliandi.

La Lotteria Italia è un appuntamento storico con la fortuna, che ha origini molto lontane e che fa parte della tradizione italiana. Nel periodo delle feste in particolare gli italiani si riavvicinano molto ai giochi della tradizione popolare, tra cui quelli da fare in casa come la tombola ed il mercante in fiera.

Anche quest’anno il primo premio della Lotteria Italia ha un valore di ben 5 milioni di euro! L’estrazione finale è in programma, come di consueto, per il 6 gennaio, nel giorno dell’Epifania.

Disegniamo la fortuna

L’iniziativa, lanciata quest’anno dall’ADM con il concorso “Disegniamo la Fortuna”, è stata accolta da tutti con molto entusiasmo. Il bando era riservato esclusivamente agli artisti con disabilità appartenenti ad associazioni del Terzo Settore, ed ha visto la partecipazione di ben 150 persone.

I lavori in gara sono stati valutati da due Commissioni artistiche, presiedute da Gianni Letta, delle quali facevano parte anche personaggi di primo piano come Pierfrancesco Favino, Claudio Baglioni, Stefano Boeri, Renzo Arbore e Milly Carlucci. Ognuna delle due giurie ha selezionato 6 opere.

Grazie all’iniziativa dell’ADM quest’anno ci sono 12 diverse versioni dei biglietti, ognuna delle quali è decorata con una diversa raffigurazione artistica.

Biglietti anche online

I biglietti della Lotteria Italia si possono acquistare molto facilmente anche online, seguendo tutte le istruzioni su registrazione biglietto info e montepremi. Chi non può fare a meno del tagliando cartaceo, sono migliaia i punti vendita sparsi per lo stivale dove è possibile acquistare il tagliando, che ha un costo di 5€.

La vendita dei biglietti, iniziata il 20 settembre 2021, resterà aperta fino alle ore 23:59 del 3 gennaio 2022.

Vendite in crescita

Dopo il flop dello scorso anno, quando furono “staccati” circa 4,5 milioni tagliandi, la vendita dei biglietti della lotteria nazionale è tornata a crescere. Nei primi mesi infatti si è registrato un trend più che positivo che ci riporta ai numeri dell’ultima edizione pre-pandemia, quando furono acquistati circa 6,7 milioni di tagliandi.

Montepremi

Il primo premio della Lotteria Italia ha un valore di 5 milioni di euro. Gli altri premi di prima categoria, che vanno dal 2° al 5° posto, valgono rispettivamente 2,5 milioni di euro, 1,5 milioni di euro, 1 milione di euro e 500.000 euro. Nella scorsa edizione il primo premio è finito a Pesaro, nelle Marche.




Quando in caso di incidente la responsabilità può essere addebitata al ciclista?

Una interessante sentenza emessa dal Tribunale di Ascoli Piceno ritiene che il ciclista che non indica il cambio di direzione alzando il braccio, come precisato dall’articolo 154 del codice della strada, è da ritenere responsabile di un incidente causato da tale condotta omissiva.

Può sembrare una ovvietà, ma in realtà le aule giudiziarie tendono sempre a tutelare il ciclista in quanto ritenuto “parte debole” tra i mezzi in circolo sulle nostre strade. Eppure, con la sentenza n. 569 del 2021, il Tribunale ordinario di Ascoli ha voluto sottolineare che i ciclisti devono rispettare le regole poste dal Codice della Strada e anzi, chi utilizza la bicicletta su strada è tenuto ad adottare degli accorgimenti ulteriori in modo da risultare più visibili.

Dalla ricostruzione dei fatti che hanno causato il sinistro oggetto della decisione, è emerso che un signore anziano, alla guida della propria bicicletta, si portava al centro della carreggiata alzando la mano per indicare il cambio di direzione. Nel mentre proveniva da tergo un motociclista, che investiva l’anziano ciclista. Il conducente del motociclo ha invece accusato il signore in bici di avergli tagliato la strada, essendosi mosso “a scatti” e senza avere in realtà indicato con le braccia alcun cambio di direzione.

Il giudice, tra le motivazioni della pronuncia ha evidenziato che « Il ciclista, cioè, per avere riconosciuta la ragione intera e dunque il risarcimento pieno dei danni al 100%, dovrà dimostrare di aver rispettato le regole di circolazione che il Codice della strada pone a suo carico, oppure, più facilmente, potrà provare che è stato l’altro conducente a violare una precisa regola e che quindi è stato questo comportamento a provocare l’incidente».

Si ricorda che, per espressa previsione del primo comma dell’art. 154 del Codice della strada “I conducenti che intendono eseguire una manovra per immettersi nel flusso della circolazione, per cambiare direzione o corsia, per invertire il senso di marcia, per fare retromarcia, per voltare a destra o a sinistra, per impegnare un’altra strada, o per immettersi in un luogo non soggetto a pubblico passaggio, ovvero per fermarsi, devono:

a) assicurarsi di poter effettuare la manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada, tenendo conto della posizione, distanza, direzione di essi;

b) segnalare con sufficiente anticipo la loro intenzione.”

Al netto di questa doverosa premessa, ciò che risulta di fondamentale importanza per dirimere la controversia in questi, è la prova fornita da colui che chiede il risarcimento del danno. Per quel che riguarda il caso della sentenza in commento la prova fornita dall’attore non è stata ritenuta sufficiente da parte del giudice, ritenendo di contro più probabile che il conducente del motociclo non sia riuscito ad evitare di tamponare la bicicletta a causa della «guida maldestra e distratta di chi era a bordo della bici». Il conducente del motociclo, infatti, ha tamponato la bicicletta «trovandosela inopinatamente davanti, mentre il ciclista non ha fornito la prova di avere indicato la manovra di girata e dunque l’immissione al centro della carreggiata, che invece potrebbe essere avvenuta di scatto tanto da essere non prevedibile né evitabile da chi percorreva da dietro».




Alfa Romeo e Arma dei Carabinieri: con la nuova Giulia si rinnova lo storico sodalizio

Prime assegnazioni della nuova Alfa Romeo Giulia alla Sezione Radiomobile Carabinieri del Comando Compagnia di Prato. Il veicolo, che fa parte di una flotta di circa 1770 esemplari, verrà progressivamente distribuito anche agli altri Nuclei e Sezioni Radiomobili di tutta Italia.

L’Alfa Giulia e l’ultima erede della primogenita Alfa Romeo 1900M assegnata ai Carabinieri nel 1951, e rafforza e rinnova il sodalizio storico tra l’Arma ed il marchio Alfa, da cui nel 1952 nasceva, proprio con la Alfa Romeo Giulietta, il nome “Gazzella”, nome che rappresentava scatto, agilità ed eleganza, sinonimo del Pronto Intervento compito primario dei Reparti Radiomobili Carabinieri. Il simbolo della Gazzella è poi rimasto stato nello stemma del Radiomobile.

Nel tempo sono transitate nei “ranghi” dell’Arma diverse icone della storica casa milanese come la Giulia Quadrifoglio, lʼAlfetta, l’Alfa Romeo 75, le Alfa 155 e 156 e le recenti 159 e Giulietta, tutt’ora in circuito.

La nuova autovettura, oltre a un invidiabile linea ed una motorizzazione possente, è dotata di un allestimento tecnologico all’avanguardia ulteriormente arricchito dalle specifiche dotazioni operative per il servizio istituzionale, sarà un ulteriore strumento di prevenzione per la città.




Regali di Natale: “Spese frenate dalla paura della pandemia”

Quest’anno per i regali di Natale si spenderanno in termini pro capite 158 euro rispetto ai 164 euro dello scorso anno, -8% rispetto al 2019 e oltre il 36% in meno rispetto al 2009, nel complesso 6,9 miliardi rispetto ai 7,4 miliardi dello scorso anno, con l’inflazione e i rincari delle bollette che rischiano di ridurre ulteriormente la quota di tredicesima destinata a queste spese.

E’ quanto emerge da un’analisi di Confcommercio.

In totale “per il mese di dicembre si stima un valore di circa 110 miliardi di euro di spese per consumi (inclusi affitti, utenze, servizi), valore inferiore di circa 10 miliardi a quanto speso nel 2019”, spiega Confcommercio.

Nel mese la spesa media per famiglia si attesta a 1.645 euro, lo 0,5% in più rispetto all’anno scorso, ma ancora molto al di sotto rispetto al 2019 (-7,5%), aggiunge Confcommercio, sottolineando che crescono le tredicesime complessive destinate ai consumi:32,6 miliardi nel 2021 contro i 29,7 miliardi nel 2020.    “La crescita dei consumi a Natale rischia di essere fenata dai timori per la pandemia, dall’inflazione e dai costi dei consumi obbligati. Per rilanciare la fiducia occorre accelerare il previsto taglio delle tasse, a cominciare da Irpef e oneri contributivi a carico delle imprese”. Così il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.