Rocca Priora, si apre la Festa di Sant’Antonio Abate

172° Festa di Sant’Antonio Abate. La benedizione degli animali in piazza, il paese in festa al ritmo della banda che attraversa strade e i vicoli, la distribuzione del pane benedetto, i carri, il formaggio Scottone caldo servito in ciotola e lo spirito di accoglienza che caratterizza da sempre il paese più alto dei Castelli Romani. Festa di Sant’Antonio Abate in edizione speciale quest’anno a Rocca Priora: a organizzare la 172° celebrazione della festa più antica la Confraternita di Sant’Antonio Abate col patrocinio del Comune.

Dalle tradizioni alla promozione del territorio, delle sue bellezze e dei prodotti tipici. Martedì 17 gennaio il via ai festeggiamenti, proseguirà il 21 con il pellegrinaggio alla cappella di via Savelli dedicata al Santo e si chiuderà domenica 22 gennaio con un’intensa mattinata di antichi riti abbinati alla 23esima Festa dello Scottone, una specialità casearia di Rocca Priora prodotta con il latte di pecora genuino degli allevamenti locali.

“Le tradizioni che si rinnovano rafforzano l’identità di un borgo antico come il nostro – spiega la Sindaca, Anna Gentili – ma diventano anche l’occasione per la promozione dei prodotti che hanno sempre caratterizzato il territorio legati strettamente alla natura. E’ il concetto di tutto ciò che è genuino: inalterato negli elementi costitutivi originali, autentico e schietto”. “Ringraziamo – aggiunge la Sindaca – la Confraternita di Sant’Antonio Abate che, dopo lo stop forzato della pandemia, ha fortemente voluto il ritorno di questo evento amato da tutta la popolazione”.




Milano, tutto pronto per la Fashion Week Men’s: insieme ai grandi marchi sfileranno i nuovi talenti

21 sfilate, 31 presentazioni, 5 presentazioni su appuntamento, 4 contenuti digitali e 11 eventi per un totale di 72 appuntamenti

Tornano a Milano, dal 13 al 17 gennaio 2023, le sfilate moda uomo dedicate all’autunno inverno 2023/2024.

Creatività, innovazione, qualità e sostenibilità continuano ad essere le leve principali dello sviluppo del sistema della moda maschile italiana.

Per quest’edizione la ricerca della location si è focalizzatala sul racconto di una Milano inusuale per il mondo del fashion: quella della Balera dell’Ortica.

Scattata dal fotografo Paolo Zerbini, la campagna vede come protagonisti i look di Federico Cina, Çanaku, MTL Studio e Bonsai.

Anche per questa edizione Milano porta in città i protagonisti del Settore e l’eccellenza del Made in Italy in un palinsesto ricco di appuntamenti e di collaborazioni: insieme ai grandi marchi sfileranno i nuovi talenti.

La settimana della moda milanese sarà aperta dalla sfilata di Gucci mentre a chiudere il calendario delle sfilate sarà Zegna.

Tra i debutti in passerella ci sarà il marchio londinese Charles Jeffrey Loverboy e nel calendario delle presentazioni per la prima volta saranno presenti ADD, Bonsai, Charles Philip, Iuter, Sestini, Tagliatore e Valsta.

Il programma prevede 21 sfilate, 31 presentazioni, 5 presentazioni su appuntamento, 4 contenuti digitali e 11 eventi per un totale di 72 appuntamenti.

Anche per questa stagione, CNMI offrirà la possibilità di seguire l’evento su milanofashionweek.cameramoda.it, la piattaforma che l’associazione mette a disposizione per fruire in modalità digitale di tutti i contenuti della Milano Fashion Week, tra cui sfilate e presentazioni, consentendo di coprire l’evento su scala mondiale.

Non mancherà neppure la possibilità di vedere le sfilate in diretta streaming attraverso il maxi led posizionato sul Duomo di Milano.

Gli altri contenuti, inclusa la campagna della MFW, saranno trasmessi sul maxi led di Corso Vittorio Emanuele.

Inoltre grazie a Fashion Channel sarà possibile visualizzare i contenuti della Fashion Week in playback  su YouTube

CNMI continua a promuovere le tematiche legate alla valorizzazione dei talenti e agli incentivi alla sostenibilità ambientale e alla giustizia sociale attraverso progetti mirati.

In quest’ottica, ha annunciato l’apertura del bando per l’assegnazione dei CNMI Fashion Trust Grant 2023, iniziativa creata per sostenere e promuovere la nuova generazione dei marchi indipendenti del Made in Italy, che per la prima volta apre anche ai brand della moda uomo.

Camera Nazionale della Moda Italiana lancerà anche un nuovo progetto a supporto delle donne in partnership con Salesforce e in collaborazione con D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza).

Si tratta del progetto dal titolo Empowering Women in Fashion Retail, che prevede dieci sessioni di mentoring, tenute da esperti del settore dedicato a donne provenienti da tutta Italia con background professionali diversi, con l’obiettivo di fornire le competenze necessarie per iniziare a intraprendere un percorso lavorativo nel settore del fashion retail.




Miss Italia torna a scuola con la corona

Tornare a scuola dopo le vacanze natalizie e scoprire che una tua compagna di classe è stata nel frattempo eletta Miss Italia 2022: è stata davvero una bella sorpresa per gli studenti dell’Istituto “Salvini” di Roma. Lavinia Abate, 18 anni, quinta Liceo scientifico, ha infatti vinto il titolo nella finale svoltasi lo scorso 21 dicembre nella Capitale. I compagni l’hanno festeggiata prima della ripresa delle lezioni e anche la preside si è complimentata con lei.
Lavinia, dopo le interviste, le foto e le apparizioni televisive, può ora dedicarsi al diploma. Da quando il concorso, agli inizi degli anni duemila, ha consentito la partecipazione alle sole ragazze maggiorenni, Lavinia è la seconda Miss più giovane. Più piccola di lei la Miss del 2009, la calabrese Maria Perrusi, che compì 18 anni proprio durante la finale.



Al teatro Golden la nuova stagione riparte con “Cocktail x 3”

Riparte la nuova stagione 2023 al Teatro Golden con una storia d’amore tutt’altro che scontata. Dall’11 al 22 gennaio sul palco il debutto di “Cocktail x 3” con Maurizio Martufello, Miriam Mesturino, Luca Negroni, di Santiago Moncada per la regia di Marco Belocchi con traduzione di Pino Tierno e produzione di Genta Rossell e DianAct. Uno spettacolo divertente che mette a nudo alcune dinamiche di coppia e, basandosi sui concetti di fedeltà, amore, tradimento, riesce a miscelare abilmente i movimenti dei personaggi rendendo la commedia godibile e intelligente.
 
Questa la trama: La quarantenne Cristina è un’attrice di successo, ma con una vita privata piuttosto problematica. Separata da Gianni, un uomo ormai sulla sessantina, ma sempre giovanile, simpatico e donnaiolo, con cui è stata sposata cinque anni e dal quale ha avuto una figlia, intrattiene da qualche tempo una relazione clandestina con Vittorio, uomo politico al parlamento europeo, a sua volta sposato. Mentre questi è via per una delle sue missioni all’estero, Cristina riceve la visita del suo ex-marito, e in qualche modo ci finisce di nuovo a letto. Al mattino mentre Gianni sta lasciando l’appartamento, torna inaspettatamente Vittorio. I due si incontrano e certamente, nella loro assoluta diversità, non si trovano simpatici. Nell’imbarazzo generale, Cristina comunque confessa di aver passato la notte con l’ex-marito e Vittorio, pur se rammaricato, decide di troncare una relazione e una donna in cui credeva ciecamente. Cristina, distrutta e in preda ai sensi di colpa, esce lasciando soli i due rivali. A questo punto l’autore, con un coup-de-théâtre, capovolge la situazione e la commedia si avvia verso un finale inaspettato.
 
 
 




Rai Gulp, la Juventus a Offside Racism: venerdì 6 gennaio 2023

La Juventus apre le porte del proprio spogliatoio a “Offside Racism”. Protagonista della puntata in onda venerdì 6 gennaio, alle ore 17.45 su Rai Gulp e RaiPlay, è Luis, diciotto anni, trequartista della squadra Primavera.
La passione per il calcio è nata in Luis guardando il fratello più grande giocare. Ha soli cinque anni quando comincia il suo percorso sportivo che lo porterà, due anni dopo, nella Juve. La sua maglia è la numero 10, un numero importante che all’inizio lo spaventava, ma che adesso indossa con orgoglio e sicurezza, conscio del suo ruolo in campo e di come un dribbling riuscito, un buon passaggio o un tiro in porta possano cambiare le sorti della partita. Giocare nella Primavera della Juventus per Luis è un traguardo, ma anche il punto di partenza di un percorso che ha come obbiettivo la Prima Squadra. Il ragazzo confida alle telecamere di Offside Racism di dover ancora migliorare su vari aspetti come l’accettazione dei propri errori sul campo da gioco. Ma con l’aiuto del mister e della squadra ogni ostacolo sembra più semplice da superare.
Per Luis ogni allenamento e ogni partita con la Juventus non sono solo tappe di un percorso sportivo, ma un vero e proprio cammino di crescita personale. Un’occasione per conoscere nuove persone e nuove culture e per confrontarsi con gli altri con rispetto e curiosità. Due aspetti che stanno molto a cuore al ragazzo che ha sempre visto nelle sue origini albanesi una ricchezza da coltivare e condividere. E per questo motivo mal sopporta quando in campo, o fuori dal rettangolo verde, avvengono episodi di razzismo che considera figli semplicemente dell’ignoranza di chi li realizza. Una posizione che condivide anche il difensore della Prima Squadra Danilo Luiz Da Silva nel consegnare a Luis la maglia “Keep Racism Out”, simbolo della campagna di sensibilizzazione di Lega Serie A contro ogni forma di razzismo e discriminazione, a indicare il ruolo di ogni calciatore che con il suo comportamento deve testimoniare sempre il suo impegno contro il razzismo e contro ogni tipo di discriminazione.
La storia di Luis e quella degli altri ragazzi che militano nei settori giovanili dei Club della Lega Serie A sono chiari esempi dei valori che il calcio trasmette a chi lo pratica e deve veicolare a chi lo guarda. Valori in netto contrasto con il razzismo, il bullismo e qualunque tipo di comportamento discriminatorio. “Offside Racism” raccoglie queste storie per sensibilizzare i telespettatori su queste tematiche importanti, evidenziando in ogni puntata la presa di consapevolezza da parte del “calciatore di domani” delle responsabilità che lo attendono attraverso la consegna al ragazzo della maglia ideata dalla Lega Serie A, con la scritta “Keep Racism Out”, cui seguirà lo spot che contrassegna la campagna dedicata alla lotta al razzismo.



Cheesecake: storia e varianti di un dolce di fama mondiale

La cheesecake è una torta tipica della cucina anglosassone che negli ultimi anni, grazie al suo sapore inconfondibile, si è diffusa anche nel resto del mondo.

È possibile preparare questo gustoso dolce in molte versioni, tutte accomunate dalla presenza di una base realizzata con biscotti e burro, una farcitura di formaggio fresco zuccherato e un topping di frutta o di cioccolato.

Nonostante la cheesecake venga gustata sulle tavole di molte famiglie, sono in pochi a conoscere le sue origini.

Le origini della cheesecake

La cheesecake è molto diffusa a New York, per cui sono in tanti a credere che la ricetta di questa torta sia originaria dagli Stati Uniti.

In realtà, questo dolce a base di formaggio nasce in Europa e le prime fonti storiche che ne parlano risalgono al periodo dell’Antica Grecia.

Alcune annotazioni affermano che, nel 776 a.C., anno delle Olimpiadi, gli atleti di Delo gustassero un dolce a base di formaggio di pecora e miele dopo le prestazioni sportive.

Anche il filologo Callimaco racconta che in questo periodo storico un uomo di nome Egimio si dedicò alla stesura di un manuale in cui descriveva i procedimenti per realizzare questa particolare torta.

Catone il Censore – nella sua opera De Agri Cultura – afferma che i Romani apportarono delle modifiche alla ricetta greca, fino a creare la placenta, un dolce formato da due dischi di pasta con un ripieno di formaggio dolce.

Una variante della tradizionale cheesecake

Anche se la cheesecake più famosa è la versione newyorkese, esistono molte varianti di questo dolce, altrettanto gustose, come la cheesecake banane e cioccolato, di cui saranno forniti i dettagli all’interno di questo articolo.

Prima di iniziare con la procedura, è bene reperire gli ingredienti indispensabili:

  • per la base, sono necessari 200 g di biscotti secchi al cioccolato e 100 g di burro;
  • per la crema, serviranno 400 g di formaggio fresco spalmabile, 300 ml di panna fresca liquida, 250 g di banane, 160 g di zucchero, 30 g di burro, 10 g di colla di pesce, il succo di mezzo limone e l’estratto di vaniglia;
  • per guarnire la torta basteranno una banana e del cioccolato fondente a piacere.

È bene ricordare che, quando si parla di ingredienti, è necessario scegliere prodotti di alta qualità come le banane Fratelli Orsero, ad esempio, oppure del buon cioccolato; in questo modo si potrà realizzare un dolce dal gusto irresistibile, che potrà lasciare a bocca aperta tutti coloro che lo assaggeranno.

Per preparare la cheesecake banane e cioccolato bisogna partire dalla base, tritando finemente i biscotti all’interno del mixer. Come secondo passaggio è necessario sciogliere il burro in un pentolino e unirlo ai biscotti in una ciotola.

Dopo aver imburrato una tortiera, si consiglia di utilizzare la carta forno da porre sui bordi e sul fondo del contenitore e di inserire il composto di biscotti e burro, che necessita un riposo di 30 minuti nel frigorifero.

Per creare il ripieno, bisogna tagliare a fette sottili le banane e porle in una pentola con burro, succo di limone e 40 g dello zucchero a disposizione, fino a ottenere un composto cremoso, da unire al formaggio fresco e a 60 g di zucchero, versando a filo 100 ml di panna fresca.

A questo punto, è necessario ammorbidire la gelatina in acqua fredda per 10 minuti, scaldare la restante parte della panna e usare un cucchiaio di quest’ultima per sciogliere la colla di pesce. La panna rimanente, dopo essersi raffreddata, va montata insieme alla parte restante di zucchero e unita alla crema di banane, procedendo con movimenti dall’alto al basso.

L’ultimo passaggio prevede di versare la crema nella tortiera e di lasciare risposare la torta per 4 ore nel frigorifero, periodo dopo il quale la cheesecake è pronta per essere guarnita con il cioccolato fondente e con le fettine di banana. Terminata questa ultima operazione, il dolce sarà pronto per essere gustato.




Team building aziendale: 3 sport ideali per migliorare il lavoro di squadra

Con il termine team building si intende un insieme di attività che hanno l’obiettivo di far confrontare un gruppo di individui per stimolarli e migliorare la loro capacità di lavorare in gruppo.

Il team building è molto diffuso a livello aziendale, ma in virtù dei suoi numerosi vantaggi può essere utilizzato in qualsiasi ambito in cui sono coinvolte più persone che devono raggiungere lo stesso obiettivo. Perciò, negli ultimi anni, queste attività si sono affiancate allo sport, in modo da creare unione tra i partecipanti e creare un sano spirito competitivo nel gruppo.

Perché lo sport porta buoni risultati

I benefici delle attività di team building sportive sono molteplici, tra questi il più importante è quello di sentirsi parte di una squadra. Un gruppo unito, infatti, lavora meglio e può ottenere performance migliori, grazie all’empatia ed alla fiducia che si sviluppa al suo interno.

Inoltre, riesce a dare vita ad una sana competizione che, sommata alla collaborazione che nasce tra i componenti del team, porta ad un incremento della produttività.

Infine, riesce a sensibilizzare gli individui riguardo al loro benessere fisico, in quanto il loro benessere generale è fondamentale per sviluppare un ambiente lavorativo armonioso e più produttivo, favorendo la collaborazione tra persone professionalmente distanti.

Le attività migliori

Non tutte le attività riescono a conseguire gli stessi risultati; infatti, solamente alcuni sport si distinguono per essere particolarmente predisposti al team building. Tra questi i più importanti da citare sono il calcio, il paintball e la pallavolo. Vediamo in che modo possono portare dei buoni risultati.

Torneo di calcetto aziendale

Organizzare un torneo di calcetto aziendale è molto diverso che giocare una partita tra amici; infatti, nel gruppo di lavoro c’è un obiettivo chiaro e condiviso da tutti membri del team. Inoltre, permette di assegnare dei ruoli specifici che ben si adattano ai caratteri dei propri colleghi o delle proprie colleghe.

Per dare maggiore solennità all’evento, una buona idea potrebbe essere quella di realizzare dei completini personalizzati, con calzettoni, pantaloncini e magliette con logo aziendale, servendosi di alcune piattaforme presenti sul web, che permettono di realizzarne diversi tipi, a seconda del numero delle squadre partecipanti. In questo modo, si incrementerà il senso di appartenenza al proprio team aziendale e alla propria squadra di calciotto.

Paintball

Questa attività presenta numerosi benefici per il team di lavoro; infatti, per avere successo è necessario rispettare una strategia comune, comunicare in maniera efficace, essere consapevoli del proprio ruolo, fidarsi del leader, rispettare le regole comuni ed unirsi per combattere il nemico comune, non dimenticando mai di dover riuscire a sopravvivere e proteggere il resto della squadra.

Pallavolo

È uno sport in cui i componenti della squadra devono mostrarsi intercambiabili ed intraprendenti, in quanto tutti entrano nel vivo dell’azione, o in attacco in difesa. Inoltre, permette di mettere in mostra le capacità di problem solving dei diversi individui, che devono mantenere la lucidità nei momenti di sforzo e stress. Infine, riesce a creare uno spirito di gruppo particolare, in quanto per raggiungere l’obiettivo deve sopportare sforzi e mettere in gioco anche le proprie emozioni.




“Farina” di grillo? L’Europa dice si

Ue autorizza polvere di grillo in pane, pizza, grissini, biscotti e molti altri alimenti e preparazioni

La Commissione aveva chiesto, l’8 luglio 2020, all’Autorità europea per la sicurezza alimentare di effettuare una valutazione in merito. Il 23 marzo 2022 l’Efsa ha adottato un parere scientifico sulla sicurezza della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (il grillo domestico) intero quale nuovo alimento.

Per un periodo di cinque anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, cioè dal 24 gennaio 2023, solo la società Cricket One Co. Ltd è autorizzata a immettere sul mercato dell’Unione il nuovo alimento a base di polvere di grillo domestico, come precisato nel Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue. Altri richiedenti potranno però chiedere l’autorizzazione al commercio.

Che ne pensano gli Italiani

La grande maggioranza degli italiani non porterebbe mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale. Il 54% degli italiani sono proprio contrari agli insetti a tavola, mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e non risponde il 6%. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’.

In quali cibi potrà essere usata la “farina” di grillo

La commercializzazione di insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi. La società vietnamita Cricket One Co. Ltd ha chiesto l’autorizzazione per l’uso della “farina di grillo” nel pane e nei panini multi cereali, nei cracker e nei grissini, nelle barrette ai cereali, nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure, nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre e nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande tipo birra, nei prodotti a base di cioccolato, nella frutta a guscio e nei semi oleosi, negli snack diversi dalle patatine e nei preparati a base di carne, destinati alla popolazione in generale.

Altri insetti già autorizzati e la chiarezza sui metodi di produzione

Al momento la Ue – evidenzia Coldiretti – ha già autorizzato per la vendita, come cibo da portare in tavola oltre ai grilli domestici, la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria. “Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti – conclude la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.




A Taranto l’anno nuovo si apre con la “Festa del Vino dei Due Mari”

Il nuovo anno e l’Epifania si festeggiano sul mare e con Bacco. Arriva a Taranto, dal 5 al 7 gennaio 2023 al Castello Aragonese, l’8° edizione della Festa del Vino Due Mari, la grande fiera enogastronomica pugliese. Degustazioni, corsi e chioschi enogastronomici per godere appieno l’atmosfera natalizia anche nel calice, scegliendo magari un vino da regalare o mettere in tavola fra le tante proposte delle aziende.
 
“Contaminazione di culture e territori” è il tema di questa edizione e nasce con la collaborazione dell’Associazione italiana Sommelier Puglia – Delegazione Taranto. L’organizzazione Festa del Vino Due Mari infatti, ha in serbo una serie di corsi; una, in particolare, è dedicata ai vini albanesi per sottolineare la vicinanza tra Puglia e Albania, due territori che hanno trovato nel Mediterraneo la loro identità culturale. Nell’occasione, saranno svelate le analogie storiche tra i vitigni pugliesi Negramaro e Nero di Troia e i vitigni albanesi: Kallmet, Shesh i zi, Mavrud.
 
Spazio anche alla Sezione d’Assaggio in cui le aziende agroalimentari presenti faranno degustare i loro prodotti artigianali abbinandoli ad alcune delle migliori aziende pugliesi nella Galleria Meridionale. In Piazza d’Armi, invece, ci saranno le aziende alimentari che faranno assaggiare i piatti preparati al momento.
 
Insomma, la Festa del Vino Due Mari è un grande evento per scoprire gli abbinamenti cibo-vino per le feste e le tendenze del momento, circondati dall’imponente bellezza del Castello Aragonese che sorge sul mare sotto il famoso Ponte Girevole, la struttura che collega l’isola della città vecchia con la terraferma e il Borgo Nuovo.
 
La Festa del Vino Due Mari si conferma il marchio dell’enogastronomia di punta di Taranto, capace di attrarre tarantini, pugliesi e turisti. Non è semplicemente un evento, ma un progetto culturale a 360gradi che si inserisce a pieno titolo nella promozione del territorio e quindi in una più ampia iniziativa di promozione territoriale. L’evento è organizzato da Fabio Romandini, Stefania Ressa e Andrea Romandini con la collaborazione del Comune di Taranto.
 
 
 
 




Si festeggia in Italia santa Lucia svedese 2022

 
L’Ambasciata di Svezia invita ai festeggiamenti di Santa Lucia svedese a Roma, Torino, Bari e Locorotondo
 
L’Ambasciata di Svezia riporta in Italia una delle tradizioni più amate e suggestive del calendario svedese: la festa di Santa Lucia. I festeggiamenti sono previsti a Roma, Torino, Bari e Locorotondo in collaborazione con Assosvezia, la Camera di Commercio italo-svedese, il Consolato Onorario di Svezia a Torino e l’associazione Euforica. Il buio di dicembre verrà illuminato dal corteo di Santa Lucia, composto da dieci giovani del liceo musicale Nordiska Musikgymnasiet di Stoccolma che canteranno i tradizionali inni natalizi.
 
Tra i concerti ci sarà il grande evento pubblico in Piazza di Pietra a Roma, il 12 dicembre alle ore 19.00 davanti alle colonne illuminate del Tempio di Adriano, con il patrocinio del Comune di Roma. Il concerto sarà seguito da una degustazione di glögg (bibita calda speziata) e pepparkakor (biscotti speziati) e per i più piccoli verrà servita una bibita tradizionale natalizia.
 
Novità per quest’anno, il Coro di Santa Lucia andrà anche in Puglia a portare i canti e la tradizione natalizia svedese. L’Ambasciata di Svezia e l’associazione Euforica, con il patrocinio di Città di Bari, Comune di Locorotondo e Regione Puglia, organizzano alcuni concerti a Bari e Locorotondo: nella Cattedrale di Bari San Sabino, nella Chiesa Madre di Locorotondo e presso IKEA Bari. Anche in occasione dei concerti in Puglia verranno offerti i tradizionali glögg e pepparkakor.
 
Gli eventi sono sponsorizzati da IKEA Porta di Roma, IKEA Bari e BCC Locorotondo, con il contributo del Gruppo Saab e la collaborazione di Salotto 42.
 
Programma:
 
Roma
Lunedì 12 dicembre
ore 13.00 Corteo e concerto nel negozio di IKEA Porta di Roma
ore 19.00 Piazza di Pietra, corteo e concerto con degustazione di glögg e pepparkakor (bibita calda speziata e biscotti speziati)
 
Martedì 13 dicembre
ore 17.00 Corteo e concerto nella Chiesa di Santa Lucia, Circonvallazione Clodia 133
 
Torino
Lunedì 12 dicembre
ore 18.00 Corteo e concerto a Villa della Regina, Strada Santa Margherita 79
Martedì 13 dicembre
ore 11.00 Corteo e concerto all’Ospedale Infantile Regina Margherita, Piazza Polonia 94
ore 19.00 Corteo e concerto al Mercato Centrale, Piazza della Repubblica 25
 
Bari
Mercoledì 14 dicembre
ore 17.00 Corteo e concerto nel negozio di IKEA Bari
ore 20.00 Corteo e concerto nella Cattedrale di Bari San Sabino
 
Locorotondo
Giovedì 15 dicembre
ore 20.00 Corteo e concerto nella Chiesa Madre di Locorotondo
 
 
 
Santa Lucia è originaria di Siracusa ed esistono diverse versioni in merito a come questa tradizione sia arrivata dall’Italia in Svezia. Sappiamo che l’aristocrazia settecentesca svedese introdusse questa tradizione che prevedeva che la figlia maggiore vestisse i panni di Lucia e servisse la colazione a letto ai genitori la mattina del 13 dicembre. Ora si festeggia Santa Lucia davvero dappertutto, all’alba del 13 dicembre migliaia di bambini e adolescenti illuminano il buio invernale con canti, dolci e candele. In ogni angolo del Paese, nelle famiglie, scuole, asili, uffici, negozi, ci si riunisce per ascoltare le incantevoli melodie natalizie e per festeggiare la luce in attesa del Natale. Il corteo di Santa Lucia arriva anche nelle prigioni, negli ospedali, nelle case di riposo e in altri luoghi in cui la mobilità è più difficile. È proprio questa l’idea di Santa Lucia: non bisogna cercarla, viene lei ovunque, e porta la luce dove c’è il buio.
 
L’ambasciata svedese invita tutti a seguire e a partecipare ai festeggiamenti della Santa Lucia svedese anche su Facebook e #santaluciasvedese
 




Presepe alla ribalta a Bologna

A Bologna, per le festività natalizie 2022-2023 si rinnova il tradizionale appuntamento espositivo con l’arte presepiale che i Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con il Centro Studi per la Cultura Popolare, promuovono per valorizzare questa particolare espressione plastica di devozione che nella città felsinea, a partire dalla tarda età barocca, ebbe un qualificatissimo centro di produzione in cui anche artisti affermati si cimentarono con la produzione di statuine.
La mostra Un presepe “esemplare” di Pietro Righi (Bologna, 1772-1839) – visibile dal 14 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023 presso il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini con ingresso gratuito – consente di ammirare un inedito gruppo presepiale della Natività in terracotta dal modellato di notevole qualità, proveniente da collezione privata. Sul retro della scultura in terracotta è chiaramente leggibile una scritta tracciata sulla creta fresca, prima della cottura: «Pietro Righi/ Fece/ L’anno 1826/Li 4 ottobre/n° 5».
 
L’esposizione della scultura per la prima volta al pubblico si fa occasione per riunire, in stretto dialogo fra loro, altri due esemplari di mano dello stesso Righi aventi la medesima materia e tipologia iconografica, già presenti nella ricca collezione di antichi pezzi presepiali bolognesi conservata nel museo.
 
Così affiancati, i tre pezzi rappresentano una testimonianza significativa della statuaria da presepe realizzata da questo abile artista-artigiano, esponente di una generazione erede dei grandi maestri plasticatori bolognesi quali Giuseppe Maria Mazza (1653–1741), Angelo Gabriello Piò (1690-1770) e Filippo Scandellari (1717-1801). Pur non raggiungendo il livello qualitativo della più alta tradizione presepistica, egli si distinse nella produzione seriale a stampo dei presepi accessibile a tutti i ceti sociali, infondendovi l’ispirazione tratta dall’operato dei maestri della scultura che insegnavano all’Accademia di Belle Arti, dove svolse l’incarico di bidello.
 
La mostra è accompagnata da testi di Fernando e Gioia Lanzi e Antonella Mampieri.
 
La Natività inedita di Pietro Righi
 
Il gruppo presepiale emerso, che va ad arricchire il catalogo di Pietro Righi, rappresenta la Vergine, san Giuseppe e il Bambino, con l’asino e il bue nella greppia/mangiatoia, figure che tipicamente venivano realizzate singolarmente per poi essere assemblate su di una base, a creare composizioni lievemente variate. Si tratta di una composizione esemplare, probabilmente parte centrale di una scena più ampia, comprendente altri personaggi a completamento della rappresentazione presepiale.
 
La figura della Vergine fa corpo con la mangiatoia, in una forma che è quasi una firma dei plasticatori del presepio bolognese: non si tratta qui della semplice greppia a rastrelliera, ma paglia e fieno sono posti su di un recipiente rettangolare, realizzato con giunchi o rami intrecciati, come si vede bene nel lato posteriore della composizione, e come si vede pure in molti dipinti – per esempio nell’affresco con la Natività di Vitale da Bologna, un tempo nella chiesa di Mezzaratta, ma ora esposta nella Pinacoteca Nazionale cittadina -, in cui appunto è posto il cibo per gli animali, che la riempie completamente e deborda. Posto sopra, avvolto in fasce, giace il Bambino, e le fasce sono il segno indicato ai pastori dall’angelo annunciante. A fianco, e alle spalle del Bambino, si affaccia l’asino. La Vergine, figura della Chiesa, e il Bambino, sono significativamente il punto culminante della composizione: la Vergine, in atteggiamento tenero e protettivo, mostra il Figlio porgendolo delicatamente all’adorazione di san Giuseppe, e degli altri, che questo gruppo presuppone. Giuseppe, seduto accanto e più in basso, con le mani giunte all’altezza del cuore, volge il capo al Bambino che la Madre gli presenta e lo fissa intensamente, in adorazione. Ai piedi della Vergine, il bue, con una torsione robusta e suggestiva del collo, volge il capo verso il Bambino: asino e bue rappresentano i popoli che lasciano le religioni tradizionali per volgersi al Figlio di Dio incarnato, che, nell’Eucaristia, si farà cibo per gli uomini. Nella parte posteriore, il gruppo evidenzia data e numerazione della figura. Il numero progressivo di produzione 5 indica chiaramente che si tratta di un’opera seriale, mentre la data 4 ottobre 1828, incisa prima di inviare a cottura il pezzo, sottolinea la petronianità esemplare di Pietro Righi e della sua opera coincidendo con festa del Patrono san Petronio. (Gioia e Fernando Lanzi)
 
Pietro Righi (1772-1839)
 
Negli anni Novanta un plasticatore anonimo, di cui si conoscevano diversi gruppi da presepe simili, venne identificato come Pietro Righi, grazie al rinvenimento da parte di Stefano Tumidei della sua firma. Attorno a quel gruppo firmato, ripetuto in moltissime varianti con l’uso degli stampi, è stato possibile ricostituire negli ultimi anni un corpus piuttosto ricco e in continuo aumento, anche grazie ad occasioni come questa, che permette di presentare al pubblico un nuovo esemplare.
Pietro Righi nasce a Bologna il 30 aprile 1772, da Francesco e dalla sua seconda moglie, Anna Livizzani. La famiglia Righi era originaria di Gaggio Montano e il padre di Pietro si era trasferito a Bologna per esercitare con maggior profitto la professione di medico. Dopo la sua morte, nel 1786, i cinque figli ancora minori furono allevati dalla madre con l’aiuto dell’Opera Pia dei Poveri Vergognosi. Iniziò a lavorare in una fabbrica di maioliche in via San Vitale, dove produceva statuette e dipingeva stoviglie. La sua attività si concentra solo in un secondo momento sulla produzione artistica, che ha per oggetto statuette di soggetto sacro e profano. Allievo dell’Accademia Clementina dal 1795 al 1798, Righi aveva seguito le lezioni di scultura di due grandi artisti neoclassici, Giacomo Rossi prima, e poi Giacomo De Maria. Nel 1804 sposa Maria Spinelli da cui avrà tre figli, di cui uno, Francesco, sarà il padre del celebre fisico Augusto. Nel 1811 diviene bidello dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, incarico che terrà fino alla morte e che gli permetteva di esercitare l’attività di plasticatore con maggiore libertà, garantendogli uno stipendio fisso mensile. Pietro morirà a Bologna il 18 maggio 1839. Abitava in Borgo San Pietro.
Il prototipo del gruppo tradizionale creato e replicato da Pietro Righi, del quale è riemersa di recente sul mercato antiquario la prima copia numerata, si compone di un insieme di singole statuine, realizzate a stampo e fissate tra loro con la barbottina.
 
Il gruppo base è costituito dalle figure della Madonna col Bambino, di san Giuseppe, dell’asino stante e del bue accosciato. A questo nucleo principale sono spesso accostati pastori e pastorelle, angeli e bambini. Sono attualmente conosciuti, oltre al gruppo del Museo Davia Bargellini con la Sacra Famiglia ed un pastore inginocchiato che si toglie il turbante, quello esposto nel 2014 da un collezionista privato, attualmente in comodato gratuito presso lo stesso museo, che
rappresenta un esempio ben conservato di questa versione più semplice. Della stessa versione ho reso noto anche un esemplare nella collezione Guandalini di Modena, il primo esemplare firmato e numerato che ho potuto conoscere , che porta il numero 6 e la data 1829.
 
A questo nucleo si possono aggiungere quello della parrocchia di Santa Caterina di Strada Maggiore, datato 1829, quelli del Museo d’Arte Sacra di San Giovanni in Persiceto, delle chiese di Castagnolo e di San Matteo della Decima. Ma si tratta solo di una parte dei gruppi conosciuti, tra varianti, repliche e copie semplificate di diversi livelli qualitativi. Tra i gruppi conservati da enti pubblici ne figura uno presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, datato 1825, uno presso il Museo Civico “Andrea Tubino” di Masone (GE) e uno presso il Museo Diocesano di Arte Sacra di Faenza. Il bel gruppo di molte figure dei Musei Civici di Modena, accostabile a quello di Santa Caterina di Strada Maggiore, mostra la Madonna protesa ad abbracciare il Bambino sotto una capanna composta da una tenda tesa tra due pali, quasi un rifugio di fortuna. Un’idea mutuata dal gruppo inventato da un altro scultore bolognese che in questi anni frequenta l’Accademia, Giovanni Putti. Siamo dunque in grado di individuare al momento due tipologie di presepe realizzate da Righi, una che si ricollega al gruppo ridotto del tipo Davia Bargellini, dove la Madonna, seduta accanto alla mangiatoia, è posta di profilo e tiene tra le braccia il Bambino rivolgendosi verso san Giuseppe, il bue è accosciato davanti a lei e guarda verso l’alto, l’asino è in piedi dietro la mangiatoia e san Giuseppe, seduto, si gira verso la Madre e il Bambino con le mani giunte. Un secondo tipo più complesso, con la tenda sotto la quale la Madonna si protende tenendo tra le braccia il Bambino, san Giuseppe è seduto ma con le braccia libere, il sinistro disteso lungo il corpo, il destro raccolto sul ginocchio; il bue ripete la posa del gruppo precedente, mentre l’asino, non sempre presente, è in piedi dietro la Madonna. La fortuna di questa seconda versione è testimoniata anche da alcune produzioni di minor formato e di qualità molto modesta, quasi in sermo humilis, ma dove le figure sono però chiaramente derivate da quelle inventate da Righi, sulla scorta di Giovanni Putti. Lo dimostrano molto bene i due gruppi ora in comodato gratuito presso il Museo Davia Bargellini e provenienti da una collezione privata. Qui le figure, tozze, visibilmente realizzate a stampo, sono innegabili derivazioni popolari di un linguaggio espressivo già molto semplificato. (Antonella Mampieri).
 
 
Durante il periodo di apertura sono previste visite guidate gratuite:
venerdì 16 dicembre 2022 ore 17, con Fernando Lanzi
venerdì 23 dicembre 2022 ore 17, con Davide Scabbia
lunedì 26 dicembre 2022 ore 10.30, con Fernando Lanzi
venerdì 6 gennaio 2023 ore 10.30, con Fernando Lanzi
venerdì 13 gennaio 2023 ore 17, con Davide Scabbia
domenica 15 gennaio 2023 ore 10.30, con Antonella Mampieri.
 
SCHEDA TECNICA
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Un presepe “esemplare””di Pietro Righi (Bologna, 1772-1839), A cura di Settore Musei Civici  Bologna | Musei Civici d’Arte Antica, In collaborazione con Centro Studi per la Cultura Popolare
Sede
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Periodo: 14 dicembre 2022 – 15 gennaio 2023
Orari di apertura
martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15
venerdì ore 14-18
sabato, domenica, festivi ore 10-18.30
sabato 24 e 31 dicembre ore 10-14
Natale (domenica 25 dicembre): chiuso
Santo Stefano (lunedì 26 dicembre): ore 10-18.30
Capodanno (domenica 1° gennaio): ore 10-18.30
Epifania (venerdì 6 gennaio): ore 10-18.30
Ingresso gratuito
Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
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