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di Angelo Barraco
Catania – Il 23 maggio sarà processato Mamadou Kamara, 18enne ivoriano su cui pende l’accusa di omicidio nei confronti di Vincenzo Solano, 68 anni e la moglie Mercedes Ibanez, 70enne che sarebbe stata picchiata, violentata e poi uccisa. Il duplice delitto è avvenuto nella villa della coppia, a Palagonia. La decisione è stata presa dal Gip di Caltagirone che ha accolto la richiesta di giudizio immediato depositata dal procuratore capo Verzera. L’accusa sostiene che il giovane ivoriano avrebbe agito da solo, sarebbe entrato nella villetta della coppia, li avrebbe picchiati, rapinati e avrebbe inoltre violentato la donna, buttandola dal balcone. Ma quali sono gli elementi a carico di Kamara? Nel borsone dell’ivoriano sono stati trovati diversi indumenti, cellulari, orologi, computer, macchine fotografiche appartenenti alle vittime. L’uomo non era incensurato e in merito ai suoi spostamenti di quella sera ha fornito versioni contrastanti. In un primo momento ha affermato di aver utilizzato una sua bici, successivamente invece ha cambiato versione e ha riferito di aver utilizzato una bici di un ospite del centro d’accoglienza, che dista pochi chilometri dal luogo del delitto. Inoltre i suoi indumenti erano sporchi di sangue. Nell’ordinanza del Gip si legge: “condotta violenta connotata da una disumana crudeltà essendosi infierito contro le vittime con ripetuti colpi al capo e al volto, oltre che nelle parti intime e particolarmente odiosa in quanto posta in essere nei confronti di vittime in età avanzata. Le risultanze dell’ispezione cadaverica ivelano diverse lesioni sul corpo della Ibanez, consentendo di ipotizzare che le stesse erano state prodotte verosimilmente da un mezzo contundente utilizzato con meccanismo compressivo e notevole forza viva, percuotendola reiteratamente, nonché dall’azione di un pugno. Inoltre si accertava che la vittima, dopo aver subìto violenza sessuale e aver tentato di sottrarsi all’azione dell’aggressore, era stata nuovamente raggiunta, scaraventata sul pavimento e colpita ripetutamente con colpi contundenti al capo per poi essere gettata dal balcone”. La scoperta è stata fatta dalle forze dell’ordine che in seguito a controlli su un cellulare rubato, hanno chiamato l’ultimo numero sul registro e ha risposto una delle figlie. Le forze dell’ordine hanno così ottenuto l’indirizzo dei proprietari del cellulare e si sono recati presso l’abitazione, lì la macabra scoperta.
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