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Roma

CASTELLI ROMANI: ECOSISTEMA, SPORT, TURISMO E SENTIERI PROTETTI

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Tempo di lettura 3 minuti "Quando parliamo di equilibrio, di ecosistema ecc…. sappiamo che da secoli molte piante presenti nei nostri boschi non sono più quelle originali",

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Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Federico Campoli – Consigliere Regionale FCI

 

Castelli Romani – Ringrazio questa redazione per il giusto equilibrio che da alle voci anche contrastanti su cosa è, su come deve essere protetto e  "utilizzato" il nostro stupendo parco. 

Per quanto mi riguarda sono per principio contrario al "talebanismo" di qualsiasi forma esso sia. Mettere un burca ad una donna non limita solo la libertà di un essere umano ma è atroce nel fine che vuole ottenere. Credo dal mio punto di vista che sia altrettanto atroce voler mettere il burca a chi vuole vivere i nostri stupendi boschi. Sono consapevole che alcune cose vadano regolamentate ma non impedite. Mi chiedo: Coloro che nel resto del mondo fanno dei parchi un volano per la promozione del proprio territorio, con passeggiate, attività sportive ecc.. sono poco amanti della natura?  Io credo di no.

Quando parliamo di equilibrio, di ecosistema ecc…. sappiamo che da secoli molte piante presenti nei nostri boschi non sono più quelle originali, cominciando dai castagni: Infatti interessi economici hanno portato alla sostituzione dei faggi e dei cerri originali, ma vi sono anche altre piante che invadono l'ecosistema originale (ad esempio nella zona intorno Fontan Tempesta e che cosa possiamo dire del punteruolorosso che attacca anche i castagni attuali?).

Non credo che sia colpa dei ciclisti, di chi va a cavallo o di chi va a piedi. Io credo con il mio piccolo background culturale di fisico, che sia colpa di altri fattori. Ad esempio quelli climatici. Il nostro clima ha caratteristiche sempre più tropicali quindi è ovvio che alcune specie che prima trovavano difficoltà ad attecchire, oggi trovano maggiore facilità. 

Anche alcune piante nostrane, vedi le ortiche, raggiungono oggi altezze e dimensioni delle foglie che non erano cosi dieci, quindici anni fà. Il kiwi tipico frutto dell'emisfero australe ha trovato nel nostro paese (ed in particolare da noi tra Velletri e Latina) un habitat naturale tanto da farci diventare il secondo produttore al mondo: "eliminiamo anche il kiwi"? Per non parlare dei nostri mari.

Sono convinto che i cambiamenti climatici regolamentati prevalentemente dalla nautra fino a fine '800 siano poi stati fortemente regolati dal progresso dell'uomo, dal '900 fino ad oggi, ma la bici, il cavallo ecc… sono forse alcuni dei pochi sistemi di locomozione su strada e fuoristrada che potrebbero ristabilire un minimo di equilibrio.

Torniamo infine alla promozione del territorio: http://www.youtube.com/watch?v=9GCDJ5X4XVI guardate questo filmato fatto da un team sardo. Dei Sardi sarebbero mai arrivati a conoscere i Castelli Romani se non attraverso il passaparola tra amici? Dov'è la promozione del nostro territorio? Il filmato evidenzia benissimo che il percorso è stato interamente fettucciato in modo tale da ridurre al minimo il passaggio fuori da sentieri già battuti.

Mi domando: ma perché non viene attaccata la raccolta a volte barbara dei funghi, nei cesti molti di questi hanno lo stelo carpito e non tagliato a livello del suolo e purtroppo anche quelli che si vendono, magari non nostrani, mostrano la stessa situazione. Ogni volta che vi è raccolta funghi vi sono aumenti di pacchetti di sigarette, lattine e bottigliette di plastica nel bosco. Personalmente ringrazio i Comuni di Nemi e Rocca di Papa che ci hanno aiutato nella pulizia. Ringrazio inoltre la società Gaia che ha tolto quanto da noi portatato al ciglio della Via dei Laghi e i responsabili del patrimonio boschivo di Rocca di Papa. Ringrazio il Parco, deve confrontarsi con un ambiente "ostile e difficile": trovare il giusto equilibrio tra società sportive, ambientalisti, Comuni, privati, Roma ecc… è difficile. Aiutiamoli.

Aggiungo il mio parere politico: l'Italia è il Paese delle opposizioni distruttive, dal dopoguerra in poi chi ha fatto opposizione, almeno a livello nazionale quasi sempre le stesse,  ha spesso troppo criticato senza costruire. Guardiamo al modello dei Paesi del Nord Europa, senza scomodare Canada e USA. 

Federico Campoli – Consigliere Regionale FCI

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
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il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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