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CASTEL VOLTURNO: LA TERRA DI NESSUNO

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Tempo di lettura 3 minuti Castel Volturno è un piccolo comune della provincia di Caserta in Campania che conta circa ventiquattromila abitanti vittime di un sistema marcio e corrotto, di uno Stato inesistente.

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[IL VIDEOSERVIZIO]

 

dI Christian Montagna

Castel Volturno (CE) – Chiunque, senza remore, vi può entrare e può delinquere. Chiunque senza permesso può occupare ville e appartamenti. Chiunque senza essere fermato può sfruttare decine di ragazze provenienti dall'est costringendole a prostituirsi. Ed è così che sin dalle prime ore del mattino i marciapiedi sono affollati, i clienti si fermano di continuo alimentando il business del lavoro più antico al mondo.

Minorenni, di diverse origini, rumene, ucraine e africane, vengono qui alla ricerca di una vita migliore e finiscono come manovalanza della criminalità organizzata. Un'attività che frutta milioni di euro l'anno alle casse della camorra. Questo e molto altro accade sotto gli occhi indifferenti delle istituzioni a Castel Volturno, un piccolo comune della provincia di Caserta in Campania che conta circa ventiquattromila abitanti. Ventiquattromila vittime di un sistema marcio e corrotto, di uno Stato inesistente e impotente dinanzi alla forza e alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali. Quando si descrivono situazioni del genere è d'obbligo non usare vie di mezzo. Anni fa, questo era un luogo accogliente, pieno di vita e in cui strutture e comfort erano fiore all'occhiello dell'intera provincia di Caserta. Me l'hanno raccontano i nonni che fare una vacanza a Castel Volturno era un lusso che solo poche persone potevano concedersi.

Dopo anni e anni in cui lo Stato si è letteralmente dimenticato di questa terra, oggi, appare un ecomostro fatiscente e senza futuro. Si, senza alcun futuro. L'emigrazione di massa da quelle zone, ha permesso alla miriade di extracomunitari immigrati, perlopiù africani, di occupare abusivamente le strutture lasciate dai residenti del posto creando una grande comunità africana. Castel Volturno è diventato il peggior esempio della Campania: enormi distese di terre abbandonate e inquinate dalle sostanze tossiche sversate che per anni le amministrazioni locali hanno concesso ai camorristi; assenza totale di coltivazioni; immigrazione clandestina a livelli record che non accenna a diminuire; numerose attività commerciali costrette al fallimento dalle politiche comunali che per nulla agevolano il commercio; infiltrazioni camorristiche ovunque e ancora per le strade rifiuti, degrado, villette fatiscenti e abbandonate diventate ottime basi di spaccio . In seguito alle recenti dichiarazioni di camorristi pentiti, si è scoperto che i terreni, così come tanti altri, sono stati scelti dalla camorra per attività illegali e smaltimento di rifiuti tossici grazie al benestare dei politici corrotti che lo hanno permesso.

L'immigrazione diventata così feroce è stata favorita anch'essa dalla camorra ed ha letteralmente distrutto questa terra. Castel Volturno è la nuova Africa, dimenticata dalle potenze europee e dalla stessa Italia. Non esistono regole, quì, tutto è concesso: si circola con mezzi sprovvisti di targa e assicurazione, si circola su motorini fatiscenti e senza indossare caschi di protezione; non si rispettano i sensi di marcia; le regole dell'edilizia sono ormai latitanti, si costruisce a più non posso sfruttando al massimo i terreni e che siano edificabili oppure no, poco importa. Il notevole livello di inciviltà ha portato chi è nato in quelle terre ad un esodo di massa ed è così che i prezzi delle abitazioni sono calati a picco: nessuno e dico nessuno ha interesse ad investire in queste zone. L'unico infallibile ed intramontabile imprenditore qui si chiama camorra: spaccio h 24, omicidi, stragi, prostituzione, furti, rapine.

C'è davvero di tutto. Una semplice panoramica con una videocamera rende al massimo lo stato di degrado e di abbandono di cui sto parlando. La convivenza tra immigrati e camorristi inizialmente è stata eccezionale fino a quando gli interessi non sono aumentati e la posta in gioco non è diventata esorbitante. Allora, è cominciata una vera e propria guerra per affermarsi sul territorio, proprio come fanno gli animali per istinto naturale. Lo testimoniano le cronologie delle stragi di immigrati ad opera dei clan camorristici: il 24 aprile 1990 davanti al bar "Centro" della piccola frazione del comune di Mondragone una mattanza con l'obiettivo di bloccare per conto del boss Antonio Bardellino la vendita di droga nella zona tra Castel Volturno e Mondragone miete due vittime e sei feriti. ll 18 agosto del 2008, intorno alle 19.10, un commando di camorra, composto da motociclisti su due moto coi volti protetti da caschi integrali ed un furgone spara diversi colpi di Kalashnikov contro la sede dell'Associazione Nigeriana Campana, in Via Cesare Battisti di Castel Volturno, dove sono riunite 14 persone, tra cui 4 bambini, rimasti illesi.

E non finisce qui, la lista è ancora lunga. Si parla spesso di era della globalizzazione e industrializzazione, dello sviluppo, addirittura puntando un occhio intenerito verso le nazioni più povere che non riescono, chissà per quali insulsi interessi, ad attuare una ripresa; ebbene, questo piccolo comune della Campania per molti aspetti è alla pari di queste nazioni sottosviluppate, ma come mai nessuno si è mai posto il problema di Castel Volturno? Siamo stanchi di sentirvi dire che siete in Europa, che siete alla ricerca delle avanguardie tecnologiche, che siete una grande potenza in ascesa; perché non cominciate piuttosto ad ammettere di non essere stati in grado di bonificare questa terra? Dove sono finiti i soldi destinati alle infrastrutture e chi li ha presi? Dove è lo Stato così come lo definite voi? Interrogativi questi, a cui molto probabilmente nessuno risponderà. E allora, sappiate che siete tutti colpevoli di aver trasformato Castel Volturno nella terra di nessuno…

Costume e Società

Chiara Rai riporta in scena “Officina Stampa”: focus su medicina e casi irrisolti

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Una puntata ricca di spunti e riflessioni su temi che toccano profondamente la nostra società: in diretta a partire dalle ore 19

Il programma giornalistico di approfondimento Officina Stampa, condotto dalla giornalista Chiara Rai, torna oggi, 26 settembre, con una nuova puntata che promette contenuti di grande interesse. Il format, noto per affrontare temi di cronaca, politica e attualità con ospiti di rilievo, si ripresenta con un ricco parterre di protagonisti che contribuiranno a un dibattito stimolante e variegato.

Tra gli ospiti principali della puntata di oggi ci sarà Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella Gregori, la ragazza misteriosamente scomparsa nel 1983 in circostanze mai del tutto chiarite. La sua testimonianza rappresenta un’importante occasione per mantenere viva la memoria di un caso ancora irrisolto che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana.

Un altro ospite d’eccezione sarà la biologa e genetista forense Marina Baldi, esperta nel campo delle indagini scientifiche applicate alla criminologia, che offrirà il suo contributo nella comprensione dei casi più complessi legati alla genetica e alla scienza forense.

Non mancheranno temi di grande impatto anche dal punto di vista medico-scientifico: il dottor Franco Arrigoni, Dirigente Responsabile della Chirurgia vitreo-retinica presso l’Ospedale dei Castelli, parlerà degli avanzamenti della chirurgia alla cornea. Arrigoni è autore di numerosi interventi innovativi che hanno permesso a molte persone di recuperare la vista dopo anni di cecità, un tema che rappresenta una speranza concreta per migliaia di pazienti in Italia e nel mondo.

Tra gli interventi in programma, che arricchiranno la discussione, quelli dell’opinionista Azzurra Marinelli per cogliere le sfumature dei casi più complessi, interpretando la realtà con equilibrio tra sensibilità e rigore, del blogger Massimiliano Baglioni, noto per i suoi interventi puntuali sui temi di attualità, e di Ginevra Galea, studentessa che porterà il punto di vista delle nuove generazioni su tematiche di rilievo.

Officina Stampa è pronta a tornare con forza nel panorama dell’informazione, offrendo uno spazio di confronto unico e autorevole, con un mix di temi che spaziano dalla cronaca nera alla politica, passando per scienza e medicina.

La nuova stagione, sotto la guida esperta di Chiara Rai, promette di essere ancora una volta un punto di riferimento per chi cerca informazione e approfondimento di qualità.

Non perdete l’appuntamento con Officina Stampa, oggi, 26 settembre, per una puntata ricca di spunti e riflessioni su temi che toccano profondamente la nostra società.

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Cronaca

Mirella Gregori, la Commissione convoca l’uomo del citofono

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Saranno due testimoni chiave, due amici intimi delle due ragazze, i prossimi auditi, giovedì 19 settembre, dalla Commissione di inchiesta bicamerale sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Si tratta di Gabriella Giordani, una delle due amiche più strette dell’epoca di Emanuela Orlandi e di Alessandro De Luca, ex compagno di scuola di Mirella Gregori. De Luca, in particolare, è al centro del giallo sulla scomparsa di Mirella. Sarebbe stato lui infatti, il 7 maggio del 1983, giorno della scomparsa a citofonare alla ragazza per incontrarsi a Porta Pia. Giovedì prossimo, a 41 anni dalla scomparsa, ci si aspetta una sua risposta definitiva circa il fatto che sia stato effettivamente lui a citofonare a Mirella e che cosa successe poi. 

Maria Antonietta Gregori sorella di Mirella ospite di Chiara Rai a Officina Stampa del 3 maggio 2018 racconta i fatti che si sono susseguiti negli anni e certe strane coincidenze…

La scomparsa di Mirella Gregori, una giovane ragazza romana, è uno dei misteri più inquietanti della storia italiana. La sua storia è legata a doppio filo con un’altra sparizione avvenuta nello stesso anno, quella di Emanuela Orlandi, e ha suscitato interrogativi che a distanza di decenni non hanno ancora trovato risposte. La vicenda di Mirella, scomparsa il 7 maggio 1983, è avvolta nel mistero, e continua a sollevare dubbi sulle possibili connessioni con fatti e circostanze di grande rilevanza politica e religiosa.

Il giorno della scomparsa

Mirella Gregori aveva 15 anni quando sparì. Era una ragazza semplice, che viveva con la sua famiglia in via Volturno, una zona centrale di Roma. Frequentava il liceo, aveva tanti amici e una vita normale, come quella di tante altre adolescenti della sua età.

Quel fatidico 7 maggio, Mirella uscì di casa dicendo a sua madre che avrebbe incontrato un amico sotto casa. Non ci fu più nessuna traccia di lei da quel momento. La famiglia, preoccupata per il suo mancato ritorno, denunciò la scomparsa, ma non immaginava che sarebbe diventata parte di un caso che avrebbe coinvolto lo Stato, la Chiesa e il Vaticano.

Le indagini e i collegamenti con Emanuela Orlandi

Solo poche settimane dopo la scomparsa di Mirella, un altro evento scosse Roma: il 22 giugno 1983, Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, scomparve senza lasciare traccia. Immediatamente, la somiglianza temporale tra i due casi fece sospettare che potessero essere collegati, ipotesi rafforzata da alcune rivendicazioni che menzionavano entrambe le ragazze.

Le indagini sulla scomparsa di Mirella, condotte parallelamente a quelle di Emanuela, furono caratterizzate da numerosi depistaggi, rivelazioni anonime e piste poco chiare. I genitori di Mirella ricevettero strane telefonate, e una delle ipotesi avanzate fu che la sua scomparsa potesse essere legata a una più ampia trama internazionale, che coinvolgeva la criminalità organizzata, gruppi terroristici, e persino il Vaticano.

Nel corso degli anni, sono state avanzate diverse teorie. Alcuni sostenevano che Mirella potesse essere stata rapita come “pedina di scambio” in un complesso intrigo politico, legato ai debiti del Vaticano con la banda della Magliana o alle pressioni sul rilascio del terrorista Mehmet Ali Ağca, responsabile dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Tuttavia, nessuna di queste piste è stata confermata.

Le testimonianze

Una delle testimonianze più importanti emerse nel corso degli anni è stata quella di alcuni amici di Mirella, che hanno dichiarato che la ragazza, qualche tempo prima della scomparsa, avrebbe ricevuto attenzioni particolari da un uomo non identificato. Questo personaggio, descritto come un uomo sui trent’anni, era stato visto aggirarsi intorno alla casa di Mirella, ma non fu mai identificato con certezza.

Nel 2019, l’ex terrorista Enrico De Pedis, legato alla banda della Magliana e sospettato di avere un ruolo nelle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, è stato nuovamente al centro delle indagini. Il suo nome era emerso già in passato, ma nessuna prova concreta ha mai collegato l’uomo direttamente alla scomparsa delle due ragazze.

Il dolore della famiglia

La famiglia di Mirella Gregori, in particolare sua madre, ha vissuto per anni nell’angoscia e nella speranza di ottenere risposte. Nonostante i numerosi appelli e le indagini ufficiali, la verità su cosa sia realmente accaduto a Mirella rimane sconosciuta. Nel corso del tempo, la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, senza mai ottenere una spiegazione definitiva.

La scomparsa di Mirella Gregori è diventata un caso simbolo di quei misteri irrisolti che scuotono l’opinione pubblica, ma che sembrano destinati a rimanere senza una conclusione certa. Il nome di Mirella, così come quello di Emanuela Orlandi, continua a essere ricordato nelle cronache italiane, ma resta intrappolato in un intrigo di segreti che, a distanza di oltre 40 anni, non sono mai stati pienamente svelati.

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Cultura e Spettacoli

Ardea, festeggia il compleanno di Franco Califano

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Il 14 settembre a partire dalle ore 20 in Piazza del Popolo. Un evento unico, ormai tradizione annuale, per la città

Il videoservizio dedicato al Maestro trasmesso a Officina Stampa del 9 maggio 2024

Undici anni fa moriva il “Maestro” per eccellenza della canzone italiana, Franco Califano.
Il suo amore per il mare, per la spiagge del litorale romano era ben noto e risaputo a tutti.
Scelse il cimitero di una piccola città che lui amava profondamente, Ardea, come luogo della sua sepoltura vicino a suo fratello Guido ed all’amatissimo nipote Fabrizio.

E Ardea, da sempre, ricorda questo “figlio Maestro” e lo celebra come di certo lui avrebbe voluto: in mezzo ai giovani, dando spazio ai giovani.

Perché, in pochi ricordano che il “Califfo” è stato un valente talent scout, lanciando nel mondo dello spettacolo personaggi del calibro dei Ricchi e Poveri (“Ricchi di idee e poveri di soldi” fu la sua definizione che li rese poi immortali), Giampiero Artegiani, la stessa Mia Martini e tanti tanti altri.

E, questo evento unico, ormai tradizione annuale per la città di Ardea, fortemente voluto dal sindaco, Maurizio Cremonini, dall’Amministrazione Comunale e dall’Assessore alla Cultura Barbara Assaiante, segna l’inizio di un percorso ambizioso volto a promuovere i giovani talenti del territorio e a valorizzare la cultura musicale locale.

“Questo evento rappresenta la prima pietra di una grande costruzione culturale per la nostra città – ci dice il sindaco Maurizio Cremonini Il nostro obiettivo è fare di questa manifestazione un appuntamento annuale che celebri la creatività e l’arte in tutte le sue forme, mantenendo vivo il ricordo di un artista che ha segnato profondamente la storia della musica italiana”.

“Vogliamo che questo progetto diventi un simbolo del nostro impegno nel promuovere le nuove generazioni e nel valorizzare il nostro patrimonio artistico – aggiunge l’assessore Barbara Assaiante Attraverso la musica, possiamo unire le persone e creare un futuro più ricco di cultura e di condivisione”.

la locandina dell’evento promosso dal Comune di Ardea

L’evento si svolgerà il 14 settembre, giorno dell’86° compleanno del Maestro, in Piazza del Popolo e sarà suddiviso in due momenti principali.

Alle ore 18:00 sarà possibile visitare la “Casa Museo Franco Califano”, un’occasione imperdibile per immergersi nella vita e nella carriera del Maestro.

Successivamente, dalle ore 20:00, inizieranno le esibizioni dei giovani talenti delle scuole di musica di Ardea di Alex ed Enrico Magistri e dell’ArdeaFilarmonica, che si alterneranno sul palco insieme ai membri storici del gruppo di Califano ed i GHOST.

La serata culminerà con la premiazione dei giovani artisti e con un concerto finale “La Notte del Maestro”, con lo storico gruppo guidato ad arte dal Maestro Alberto Laurenti, accompagnato dalla splendida voce di Nadia Natali e, dall’imperdibile presenza di Maurizio Mattioli.

Tutti insieme, con la presenza unica di Antonello Mazzeo, storico batterista di Califano, per celebrare l’immensa ed intramontabile opera del Maestro.
E come direbbe il maestro “… tutto il resto è noia …”

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