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di Giampieo Tofani, commissario straordinario de La Destra di Castel Gandolfo
Il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi è stata richiamata al dovere per i reati perpetrati alla “banchina domizianea” in riva al lago. “Le opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa – come prescritto dall’art. 181 del D. Lgs. 42/2004 – costituiscono reato amministrativo e penale e che la verifica di ammissibilità e legittimità dell’istanza ai sensi dell’art. 146 del D. Lgs. è in capo all’Ente responsabile del procedimento”. Così è scritto nel richiamo che il 23 Aprile u.s. la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Roma ha inviato al Comune di Castel Gandolfo a seguito del parere espresso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.
Dal sopralluogo espletato alla fine di Gennaio è stato accertato lo sversamento di notevole quantità di materiale terroso sull’arenile demaniale protetto del Lago Albano di Castel Gandolfo – “Sito di Importanza Comunitaria” e “Zona a Protezione Speciale”, sottoposto a “Vincolo “Paesaggistico” – occupato dalla Federcanoa. Uno sversamento di migliaia di metri cubi di materiale terroso, di ignota provenienza, che ha sepolto e compromesso importanti strutture archeologiche facenti parte dell’opus quadratum della cosiddetta “banchina domizianea”, sarebbe stato realizzato in assenza dei titoli abilitativi dal Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak e Vicepresidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, con notevole impiego di denaro pubblico dei contribuenti italiani. “Quali adempimenti a norma di Legge – la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio ha chiesto di sapere all’Amministrazione Comunale – sono stati adottati atteso che l’area in oggetto risulta sottoposta a Tutela Paesaggistica ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.
Anche noi, a tutela dell’Incolumità Pubblica e a salvaguardia dell’Ambiente e dei Beni Demaniali Protettici siamo preoccupati più volte di chiedere alla Sindachessa Monachesi, anche ai sensi della Legge 241/90, l’accesso agli atti conseguenti l’accertata inottemperanza della Federcanoa all’Ordinanza di Demolizione Opere Abusive n. 31 del 15 Aprile 2013”. Assordante silenzio! Dopo ben oltre 24 mesi di assordante silenzio, ci piacerebbe sapere dal sindaco quali presunti interessi così tanto interessanti o ancor di più quali misteri si celano dietro al caso del Presidente della Federcanoa e Vicepresidente del C.O.N.I. a tal punto dal persistere ancora a non voler procedere alla demolizione d’ufficio delle opere abusive che costituiscono reato amministrativo e penale.
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