Castel Gandolfo, disperso Elnur Babayev: dai video alle ricerche fino alle comunicazioni Azerbaigian – Italia. Ecco i fatti

CASTEL GANDOLFO (RM) – Ci sono due video che riprendono gli ultimi istanti di vita di Elnur Babayev, il ragazzo 29enne dell’Azerbaigian annegato e disperso nelle acque del lago Albano a Castel Gandolfo sabato pomeriggio scorso mentre faceva il bagno in compagnia di un suo amico coetaneo ad oltre 200 metri dalla riva. I due avevano affittato un pedalò per trascorrere un po’ di tempo immersi nel magnifico paesaggio gandolfino, rilassati, in uno degli specchi d’acqua più belli d’Italia.

Elnur Babayev – I video

Dai brevi video, uno di un minuto e l’altro di un minuto e mezzo, si evince che il clima tra i due giovani era tranquillo e giocoso. Elnur è stato ripreso dall’amico con lo smartphone e durante il video dice: “Dai, riprendimi, guarda com’è bello questo posto! Le acque sono limpide, sono pulite, al contrario di quello che dicono, qui è bellissimo!”
Nel secondo video si vede Elnur che indossa la ciambella alla vita e simula il gesto del nuoto e poi, secondo quanto riportato dal suo amico, avrebbe detto “voglio provare senza salvagente”. Il problema è che il giovane non sapeva nuotare e il lago non è il mare, si cola a picco in pochi secondi.

La tragedia diElnur Babayev

Elnur si butta in acqua ma inizia a bere. L’amico gli tira la ciambella rimasta a bordo e si tuffa per salvarlo ma anche lui non sa nuotare bene. Elnur si aggrappa al suo collo, tenta di tenersi a galla ma ritorna giù. Anche l’amico ha difficoltà però, alla fine, riesce ad aggrapparsi al pedalò. Per Elnur invece non c’è nulla da fare. In quel momento, passa una famiglia di Genzano a bordo di un pedalò: mamma padre e figlio minore. Si avvicinano e soccorrono l’amico di Elnur che è riuscito a salvarsi. Il ragazzo fa capire subito che con lui c’era un’altra persona e che è affogato. La donna, un’infermiera, sale sul pedalò dei due ragazzi e rimane con l’amico di Elnur per segnalare ai soccorritori il punto in cui è successa la tragedia. Il ragazzo superstite, visibilmente in stato di choc, ha iniziato a sentire dolore al petto e alla spalla sinistra, L’infermiera lo ha voluto accompagnare a riva. Ad aiutarli anche l’equipaggio della barca del Parco Regionale dei Castelli Romani che li hanno recuperati e hanno preso anche l’altra ciambella che era rimasta in acqua.

Le ricerche di Elnur Babayev

Nel frattempo sono già arrivati i Carabinieri della stazione di Castel Gandolfo, i Vigili del Fuoco con l’elicottero, l’imbarcazione e i sommozzatori nel posto indicato dal superstite. Le ricerche sono partite subito e sono state estese anche a nord della costa perché si è pensato che con la corrente il corpo potesse essersi spostato in quella direzione.
Dopo circa un’ora arriva sul posto anche il secondo segretario presso l’ambasciata dell’Azerbaigian in Italia console Sarkhan Aghakishiyev che da subito ha presenziato sul posto alle ricerche ed è rimasto accanto all’amico sopravvissuto e ancora oggi, a una settimana di distanza è in costante contatto con il comandante dei carabinieri della stazione di Castel Gandolfo .

Quel tragico sabato

L’elicottero sorvola il lago in contatto con i sommozzatori fino alle 21 di sera per poi rientrare a causa della mancanza di visibilità. Ma i vigili del fuoco proseguono ininterrottamente le ricerche anche mediante l’aiuto di un sonar fino all’una di notte. Il comandante consegna al console i documenti del ragazzo annegato. Tutti e due gli amici risultano domiciliati a Roma dove da circa due anni frequentavano un’università. Il maresciallo della stazione dei carabinieri il quale nel frattempo ha informato il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Velletri, la dottoressa Giuseppina Corinaldesi, inizia ad ascoltare i testimoni e il superstite in caserma. Acquisisce anche i filmati che ha fatto l’amico poco prima della tragedia. Il giorno dopo arriva anche Mammad Ahmadzada, ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia. Si interessa delle ricerche, segue passo passo tutto il caso dall’inizio. La domenica un elicottero dei Carabinieri sorvola tutto il lago

La geolocalizzazione

Dai video dell’amico gli inquirenti riescono ad individuare la geolocalizzazione del punto in cui si trovavano con il pedalò. Gli investigatori così hanno potuto individuare un quadrilatero di 10 mila metri quadri dove, anche i questo momento, i sommozzatori stanno lavorando. Ogni 36 metri mettono un punto e proseguono. Eseguono il cosiddetto “controllo a chiocciola” con la speranza di trovare il corpo.
L’ambasciatore sta facendo il possibile, segue da vicino la vicenda ora dopo ora. Si relaziona almeno tre volte a giorno con il comandante della stazione dei Carabinieri di Castel Gandolfo.

Il padre di Elnur Babayev

Quando è arrivato il padre è stato accompagnato dal console e dall’ambasciatore a vedere il posto in cui si è disperso suo figlio. Il padre è stato accerchiato dai giornalisti. L’uomo, parlando anche con i media sul posto, si è convinto in qualche modo che non ci fossero abbastanza uomini impegnati nelle ricerche per il figlio. Il padre è un pensionato, ex dipendente comunale a Baku, capitale dell’Azerbaigian. Il padre, distrutto dal dolore per il figlio e sicuramente influenzato anche da pareri esterni, ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa in Azerbaigian.

Comunicazioni Azerbagian – Italia

Così dalla patria dello scomparso sono iniziate le pressioni al ministero Affari Esteri italiano, convinti forse che le ricerche fossero condotte con superficialità. Dall’Azerbagian agli affari esteri italiani parte la richiesta di avere maggiori rinforzi delle ricerche.
Fatto sta che questo clima di critiche e tensioni non rende onore a tutti quegli uomini e volontari impegnati nelle ricerche del corpo del giovane Elnur Babayev. Addirittura un gruppo di amici della vittima si sono messi a sventolare le bandiere dell’ Azerbagian in spiaggia, quasi fosse un segnale di protesta e in mezzo a loro c’era anche il papà del giovane disperso.

Le ricerche di Elnur Babayev continuano

I carabinieri, Vigili del Fuoco, protezione civile e altri volontari non si sono mai fermati. Tanto per dare un ulteriore dati sono impiegati nelle ricerche al lago Albano tutti i sommozzatori del Lazio. Dodici uomini impegnati 24 ore su 24 per scandagliare metro quadro dopo metro quadro il fondale del lago. Gli inquirenti hanno fatto sapere che le ricerche non si fermeranno fin quando non sarà stato recuperato il corpo.