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Editoriali

CASO STAMINA, VERITA' SOTTACIUTE

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Tempo di lettura 10 minutiInteressente la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè fornisce ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre

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di Cinzia Marchegiani

Ci sono premesse e aspettative che non smettono mai di deludere, gli abusi intellettuali e sociali si nascondono dietro il grande silenzio esclusivo delle istituzioni, mentre le voci di libertà si elevano al sacrificio consapevole. Il caso stamina ha aperto crepe mostruose, dove sta emergendo l’inganno perfetto, nulla è per caso.

Ripercorrendo il nastro dei finanziamenti e delle ricerche nel campo delle staminali in Europa, si scopriranno moltissime interrogazioni europarlamentari alla Commissione, come la nr E-0338/08, tese a individuare percorsi sostenibili nel rispetto di quei valori etici soprattutto nell’utilizzo dell’embrione come fonte di cellule staminali ma anche per individuare i fondi per questo settore, dove con molto interesse le aziende farmaceutiche, medie e piccole imprese nel settore delle biotecnologie sorte in Europa avevano manifestato particolare attenzione.

Le terapie a base di cellule staminali mesenchimali però non avendo problemi di brevettabilità e quesiti etici posti in osservazione dallo stesso parlamento europeo sono state prontamente bloccate con una semplice legge europea, dove il grande Big Pharma può continuare a foraggiare la ricerca ricevendo un beneficio immenso, la brevettabilità delle cellule facendole passare per farmaci a larga commercializzazione. Ma la legge 1394/2007 CE in un’attenta lettura doveva eliminare ogni dubbio: “Ambito di applicazione del presente regolamento dovrebbe essere la disciplina dei medicinali per terapie avanzate che sono destinati ad essere immessi in commercio negli Stati membri, preparati industrialmente o nella cui fabbricazione intervenga un processo industriale, conformemente all’ambito di applicazione generale della legislazione comunitaria in materia farmaceutica di cui al titolo II della direttiva 2001/83/CE.

Dovrebbero essere esclusi dall’ambito di applicazione del presente regolamento i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva conformemente a specifici requisiti di qualità e utilizzati in un ospedale all’interno dello stesso Stato membro, sotto l’esclusiva responsabilità professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato a un determinato paziente, assicurando al tempo stesso che non siano violate le pertinenti norme comunitarie relative alla qualità e alla sicurezza”.

Negli Spedali Civili di Brescia nessuno aveva chiesto una sperimentazione clinica, i malati gravi e in assenza di cure terapeutiche valide avevano scelto il percorso delle cure compassionevoli nel cui caso specifico rispettavano anche la suddetta legislatura europea N. 1394/2007…..

E allora ci si domanda, come mai all’improvviso un ospedale del calibro nazionale come gli Spedali Civili di Brescia hanno avuto tutti i riflettori puntati, quando sia un comitato etico, sia l’autorizzazione del presidente dell’Aifa nella persona di Carlo Tomino avevano autorizzato questo iter? Le date a volte sono pragmatiche, nello stesso mese e nello stesso anno, ottobre 2011, un ospedale italiano riceveva l’autorizzazione a profondere le cure compassionevoli con una terapia a base di cellule staminali mesenchimali e in Europa la Corte di Giustizia negava la brevettabilità non solo per le terapie con cellule staminali embrionali, ma anche con ovociti…ciò che accoglie vita non può essere la base di un business per produrre farmaci. I malati che cominciavano ad avere importanti giovamenti con il metodo stamina, prima ignorati e lasciati morire nel silenzio assoluto dalla medicina e dalla scienza hanno attirato interessi immensi?

La storia del blocco dei laboratori agli Spedali è cosa nota, ma forse non si comprende la spaccatura tra le affermazioni del ministero della salute che pubblica sul suo sito l’esito del controllo dei Nas “l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico” e il blocco persistente da parte dell’Aifa per gli stessi laboratori esclusivamente per le infusioni con il metodo Stamina. A tutt’oggi una parte della magistratura continua un percorso a tutela del malato anche se l’ospedale lombardo continua ad opporsi chiedendo la revoca dell’ordinanze inviando una memoria che fa riferimento al decreto con cui il ministro della Salute ha bloccato la sperimentazione del metodo Stamina sulla base della «non scientificità e pericolosità». E’ il caso del giudice di Asti che ha respinto il ricorso dell’ospedale autorizzando per la seconda volta la piccola Sara all’uso compassionevole della terapia. Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso alle sentenze dei magistrati che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Il Tar di Brescia proprio questi giorni ha bypassato tutta la competenza al Tar del Lazio dove Fondazione Stamina aveva presentato ricorso e nella mattinata odierna ci sarà l’esito della sentenza. Molte associazioni hanno affiancato questo ricorso rappresentando gli interessi dei malatti contro la bocciatura della sperimentazione e la nomina dei membri del comitato scientifico.

L’avv. Desirée Sampognaro di Movimento Vite Sospese ricorda che uno dei grandi paradossi di questa vicenda è che la normativa è tutta a loro favore e ci sono violazioni di legge macroscopiche “bisognerà però verificare se esiste ancora in questo Paese il principio di separazione dei poteri e se i giudici saranno indipendenti”.
Interessente la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè fornisce ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che certezze riguardo alle applicazioni della legge che invece di tutelare il diritto del malato e alla sua vita, sia stata espletata una eccessiva invadenza e controllo sulle scelte dei pazienti stessi. L’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poichè l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli.

Una lotta titanica dove i malati non si sono arresi e ancora continuano questa battaglia di civiltà, l’ultima fermata per molti di loro è avvenuta nell’immobilità dello stato. Il piccolo Raoul non ce l’ha fatta, come la piccola Lucia, bimba gangliandese, piccole gemme spezzate e travolte da una guerra tra diritti d’autore, egoismi celati da verità assolute, dalla prepotenza di una scienza che da un pulpito ha cominciato a comandare.

La senatrice Cattaneo continua a giustificarsi affermando che i miglioramenti sono delle suggestioni o effetti transitori, il parere del neurologo, il dott. Marcello Villanova che segue questi bambini, come Giole e Sebastian, inizialmente molto scettico per questa metodica, chiede invece una verifica con la sperimentazione, importanti miglioramenti in una patologia come la Sma1 che ha solo sentenze brutali, l’unico modo per estirpare dubbi e valutare la scientificità…

La realtà è davvero amara, ai bambini e alle persone gravi patologie non viene tutelata la cura compassionevole, perchè una legge impone un ricorso al giudice di lavoro disattendendo il diritto alla salute che dovrebbe essere indipendentemente dallo stato sociale (non tutti si possono permettere un avvocato) mentre l’ospedale blocca le infusioni, facendo perdere tempo preziosio ai malati in dispute e arringhe. Ci si chiede se esista un accademia che stabilisca patenti privilegiate agli scienziati, gli stessi con cariche elettive all’interno dell’associazione Luca Coscioni e impegnati nei consorzi europei (EurostemCell) che hanno negato categoricamente che le cellule mesenchimali potessero avere proprietà attive nelle malattie neurodegenerative e impossibilitate a tarsformarsi in neuroni stanno sollevando dubbi sulle loro reali intenzioni. Oltre le evidenze scientifiche del prof. Pezzoli e prof. Uccelli, stanno emergendo tante altre ricerche sulle proprietà delle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo mostrando più ombre che luci su questo atteggiamento paventato.

Le numerose pubblicazioni, come la Jexp Neuronal Neuropathol Febbraio 2007, Rilevamento di cellule derivate dal midollo osseo che esprimono un fenotipo neuronale nel cervello umano, autori Sostak, Theil, Stepp, Roeber, Kretzchmar, Straube- Dipartimento di Neurologia, Klinikum Grosshadern, Ludwig-Maximilians University di Monaco di Baviera, in Germania, spiega: “La ricerca dimostra che i dati suggeriscono che le cellule del midollo osseo adulto sono in grado di generare cellule che esprimono marcatore neuronale NeuN subito dopo trapianto. Cellule con questo fenotipo specifico possono contribuire alla riparazione dei tessuti nelle regioni del cervello a distanza dalle zone neurogena.”

Un’altra pubblicazione, Rinsho Shinkeigaku, novembre 2003, Differenziazione delle cellule del midollo osseo adulto in neuroni e cellule endolteliali in cervello di ratto dopo istus in presenza di citochine, illustra i dati della ricerca:” Abbiamo esaminato che le cellule derivate dal midollo osseo possono differenziarsi nei principali tipi di cellule del cervello, tra cui neuroni, astrociti, microglia e endotelio, in risposta ad ischemia cerebrale focale in trattamento con citochine.”

La manifestazione Prostamina del 25 novembre a Roma ha destabilizzato le vie principali tanto amate dai turisti, hanno dovuto dare attenzione ai malati e alle loro grida così moltissimi giornalisti hanno cominciato a fare interviste, d’altronde una città in tilt non poteva essere snobbata dall’informazione. Roma al centro è totalmente paralizzata, Via del Corso, Piazza Venezia, Largo Argentina, Via del Tritone il Senato e Palazzo Ghigi per parecchie ore come sospese nel tempo. Lo stato nega a questi malati la possibilità di poter accedere alle cure compassionevoli nonostante esista un decreto legge, nonostante non abbiano alternative né valide né opzionabili, soltanto una strategia gli è concessa, l’accompagnamento alla morte per non crepare come animali straziati dal dolore. Marco e Sandro Biviano sono il simbolo di questa storica battaglia, dal 23 luglio vivono al Civico 117 A, segno di un degrado istituzionale che sta facendo inorridire i turisti che imbarazzati domandano. Sandro Biviano e Roberto Meloni come in plotone d’esecuzione rispondono ai silenzi e all’incapacità del ministro Lorenzin di aprire un’agenda di confronto.

Loro rappresentano le vittime di uno stato ingrato, violento con i più deboli. Prelevano il loro sangue e lo offrono come risposta a questa battaglia. Al Tg1, nel servizio di Roberta Badaloni, il Direttore Generale del ministero della salute, Marcella Marletta, dirà che la presidenza ha dichiarato irricevibile la delegazione dei malati accompagnata da una telecamera e dal professore Vannoni, la stessa Marcella Marletta il giorno dopo sarà la vera protagonista nell’articolo sul corriere della sera (appendice salute) ma per una notizia di cronaca dove riecheggia la morte due vittime provocate da pillole a base di fendimetrazina. Per queste morti avvenute tra il 2009 e 2011 la procura Francesco dell’Olio nella chiusura delle indagini, inserisce in cima alla catena dei colpevoli i cinque funzionari del ministero, individuati nelle persone di Marcella Marletta e Giuseppe Ruocco, direttori generali e Germana Apuzzo, Paola D’alessandro e Diego Petriccione a capo dell’ufficio VII stupefacenti, loro avrebbero dovuto predisporre le direttive ai nas per effettuare i controlli nelle farmacie che producevano queste pillole in maniera efficace.

I diversi convogli della manifestazione sono monitorati a vista, cercano con i blindati di far riunire in un unico blocco i manifestanti, proveranno più volte a persuadere con l’inganno che la delegazione era stata ricevuta dal ministro. Gli italiani ora sono consapevoli che nessuno si è sentito in dovere di scendere e parlare, nessuno ha sentito il peso delle proprie responsabilità. Il corteo indietreggia, gli dicono che ci sarà una manisfestazione dei centri sociali, e così si ritorna sapendo, dopo l’ultima telefonata, che nessuno riceverà i malati…a piazza Montecitorio il resto è solo storia. La delusione di uno stato immobile toglie la speranza. I manifestanti percepiscono una muraglia anche virtuale, che scherma e ferisce la libertà. Lo stato nega, è muto davanti all’immenso dolore, questa violenza sottile, palpabile non è più contenibile. Si formerà un muro di militari istruiti alla difesa che con i loro corpi tuteleranno l’entrata del parlamento, le immense porte chiuderanno in faccia ai malati coraggiosi l’unica possibilità di riscattare la propria vita. Una pagina storica è stata scritta che passerà agli atti come una delle vergogne italiane. Solo in tardo pomeriggio una delegazione di malati, il prof. Vannoni e le telecamere delle Iene saranno accolti dal prefetto di Roma, un altro gesto di totale lontanaza…di chiusura irreversibile.

Chiedereanno lo sblocco delle liste di attesa agli Spedali di Brescia e la possibilità, come recita la costituzione, di accedere alle cure compassionevoli…ad oggi ancora nessuna risposta, il prefetto Pecoraro aveva promesso che nella serata avrebbe comunicato a Vannoni la risposta del ministero. Tutto tace, nella vergogna più grande c’è il silenzio istituzionale che di fronte alla tragedia umana, contro il sopruso preferisce non decidere. Il Civico 117 A, nei giorni a seguire, invierà altre due lettere per esortare una risposta…dovuta e promessa.

Mentre il ministero della salute rimane imbrigliato nelle inchieste interne della magistratura, nei cambi di poltrona, nella mancanza di confronto atteso e auspicabile, una risoluzione sul metodo Stamina è stata approvata nel corso dei lavori del Consiglio provinciale di Pescara. La richiesta di far approdare la risoluzione in aula è stata avanzata dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Ruggieri mentre la risoluzione porta le firme di diversi consiglieri di centrodestra e centrosinistra.

Stefano Moretti dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta replica a questa importante notizia, “Le dichiarazioni del presidente della regione Abruzzo rilasciate l'altro ieri ad una emittente televisiva di Pescara hanno fatto il giro d'Italia, ieri ha testualmente aperto alle compassionevoli in Abruzzo affermando che non si può togliere la speranza a nessuno anche se si somministrasse acqua calda. I detrattori del metodo stamina vedrebbero in una apertura dell'Abruzzo una possibilità di affermazione di una terapia che fino a prova contraria sta dando risultati eclatanti su tutti coloro che hanno avuto fortuna di provarla. Andrea Sciarretta, papà della dolce Noemi, ha ribadito chiaramente che il tempo delle parole è finito ed è arrivato il momento dei fatti e della concretezza.”

Una domanda sorge spontanea…ma Luca Merlino, vicario della Sanità della Lombardia, che intervistato dalle Iene ha dovuto confessare la sua effettiva regressione della malattia dopo aver ricevuto le infusioni col metodo stamina, che per motivi a noi sconosciuti si è rifiutato di consegnare le cartelle cliniche…come mai ha scelto gli Spedali di Brescia invece di rivolgersi al San Raffaele…..che dovrebbe avere valide cure?

Si salva l’uomo che supera il proprio egoismo d’individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall’idea di rassegnazione alla malvagità esistente.
Presto le nuove inchieste sui mostri dell’eutanasia e dei cambiamenti planetari…anche lì nulla è per caso, sembra che i bambini non siano ecologici!

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