CASO STAMINA: SOFIA, CI DISPIACE!

Redazione

Caso Stamina – La Luca Coscioni (Filomena Gallo Segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni per la "libertà di ricerca scientifica") è contro stamina.
Si ipotizza un grave conflitto di interesse tra Giulio Cossu copresidente dell'ass. Luca Coscioni, che lavora al progetto Eurostemcell ed Elena Cattaneo (senatore a vita "perpetua" nomi nata da Napolitano).

Queste le parole si rincorrono su Facebook tra le bacheche di chi lotta per vedere autorizzate le cure compassionevoli con le staminali. Il metodo Vannoni. Cossu é uno dei firmatari della lettera contro Stamina inviata all'UE.
«Siamo legittimati per legge solo a completare i trattamenti già avviati, ovvero cinque infusioni». Così gli Spedali Civili di Brescia hanno motivato il reclamo contro il provvedimento del giudice di Livorno Francesca Sbrana che autorizzava il proseguimento della somministrazione relativa al metodo Stamina per la piccola Sofia, la bambina di 3 anni e mezzo affetta da una grave malattia degenerativa, anche oltre le cinque infusioni previste. L'ospedale, spiegano i rappresentati legali, «è legittimato solo a completare i
trattamenti già avviati.

Detti trattamenti prevedono 5 infusioni. Di conseguenza, l'Azienda ritiene di evidenziare ai Giudici l'esigenza di rispettare tale limite, nonché i problemi che si pongono procedendo a ulteriori infusioni».

Il reclamo sarà presentato ad un collegio di tre giudici che dovranno decidere se confermare o modificare il provvedimento del giudice livornese. Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, protesta contro la decisione degli Spedali. «Mi sembra veramente una cosa folle, mi chiedo chi glielo fa fare.

L'ospedale ha accettato di somministrare queste cure due anni fa, poi dopo la tempesta le cose si sono spaccate, con alcuni medici che si comportano correttamente e altri che subiscono ordini dall'alto. Un ospedale che dice di non poter curare 150 pazienti in lista d'attesa e poi dà 500mila euro a un avvocato per fare ricorsi mi sembra assurdo». Oggi, ricorda Vannoni, sono 40 i pazienti in cura a Brescia, tra cui la piccola Sofia, a cui si aggiungono quasi 160 in lista d'attesa e 107 ai quali è stato rigettato il ricorso. «Di quelli in attesa purtroppo ne sono già morti quattro, e il papà di una di loro, un'altra bambina di nome Sofia, ha denunciato l'ospedale per omicidio colposo».

Intanto sarà depositato il 7 ottobre il ricorso di Stamina al Tar «contro il blocco alle cure per i nuovi pazienti stabilito, secondo noi illegittimamente, dal decreto Balduzzi. Porteremo le cartelle cliniche di tutti i 40 pazienti di Brescia – spiega Vannoni – e spero che se i giudici del Tar ci daranno ragione questo darà un po' di coraggio anche al Parlamento».

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