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Cronaca

Caso Pifferi, lascia sola per 6 giorni la figlia di 18 mesi: psicologhe indagate dalla procura di Milano

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Due delle psicologhe del carcere di San Vittore che hanno assistito Alessia Pifferi durante la detenzione sono indagate dalla Procura di Milano.

La polizia penitenziaria ha eseguito perquisizioni nei confronti delle due professioniste, accusate di favoreggiamento e falso ideologico. I consulenti della Procura hanno parlato di “colloqui clinici e test psicoattitudinali realizzati in violazione dei protocolli”, con un atteggiamento da parte delle psicologhe non di “descrizione clinica” ma di “estrapolazione deduttiva di una vera e propria tesi difensiva”. Indagata per falso ideologico anche l’avvocatessa Alessia Pontenani, legale della donna. Alessia Pifferi è a processo per omicidio pluriaggravato per avere lasciato morire di stenti, nel luglio 2022, la figlia Diana di 18 mesi, abbandonandola in casa per 6 giorni.

“Aiutata a fornire una versione differente da quella data all’inizio”

 L’iscrizione sul registro degli indagati delle psicologhe era stata in parte anticipata dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro che, davanti alla Corte d’assise di Milano, si erano opposti alla richiesta di sentire le psicologhe come testimoni se non in “una veste processuale” diversa e cioè come indagate in procedimento connesso. Alessia Pifferi sarebbe stata aiutata – avevano detto i pm in aula – a fornire una “versione differente rispetto a quella che spontaneamente aveva fornito sin dall’inizio” e il loro non sarebbe stato “un percorso di assistenza alla detenuta” ma “di rivisitazione dei fatti contestati in un’ottica difensiva” che ha portato a “una ricostruzione alternativa” grazie a una serie di “colloqui” avvenuti “con ritmo frenetico” prima delle udienze del processo.

La relazione dei consulenti della Procura

 Alle due psicologhe, la Procura di Milano contesta più episodi in relazione alle accuse di favoreggiamento e falso ideologico per il loro lavoro effettuato su Pifferi. “E’ nostro dovere esternare una forte perplessità rispetto a una apparente prassi che, come ripetiamo, nella nostra piuttosto ampia esperienza, non abbiamo mai visto applicare a nessun altro detenuto”, avevano scritto gli psichiatri Marco Lagazzi e Alice Natoli, consulenti della Procura, in una relazione depositata alla Corte d’Assise nel processo in corso. Una relazione nella quale, in sostanza, hanno criticato fortemente l’operato delle psicologhe di San Vittore. Quel test psicometrico Wais ha stabilito che Pifferi, in pratica, ha un ritardo mentale.

Le perplessità dei consulenti sul test psicometrico

 “Il contributo delle psicologhe è già stato ampiamente discusso – si legge nella consulenza – e non si può non essere perplessi per l’attuazione di un test che non ha nulla a che fare con la gestione penitenziaria ma è utile per la difesa penale, e per una intensiva rilettura del caso fatta con l’imputata di un così grave reato. L’impressione che si trae da tutto questo – scrivono i consulenti – è che ciò renda tra l’altro ormai inutile qualsiasi esame peritale, perché valuterebbe non i vissuti della persona, ma ciò che la stessa ha riferito di avere appreso e discusso nel lavoro con le psicologhe, unitamente al suo deresponsabilizzante convincimento di essere lei stessa una bambina (dati gli esiti del test sul quoziente intellettivo, ndr), sempre espresso dalla psicologa”.

La presunta “manipolazione” dell’imputata

 Da qui, secondo i pm, ci sarebbe stata una presunta “manipolazione” sull’imputata. Intanto sarà depositata a fine febbraio la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise per valutare la capacità di intendere e volere della donna. 

“Test falso”, indagata anche avvocatessa

 Oltre alle due psicologhe del carcere di San Vittore, è indagata per falso ideologico anche l’avvocatessa Alessia Pontenani, legale della donna. Secondo il pm Francesco De Tommasi, sarebbe stato attestato “falsamente” che Alessia Pifferi “aveva un quoziente intellettivo pari a 40 e quindi un “deficit grave”, con un test non “utilizzabile a fini diagnostici e valutativi”. E le due psicologhe avrebbero svolto, secondo il pm, una “vera e propria attività di consulenza difensiva, non rientrante” nelle loro “competenze”.

Il presunto falso ideologico, relativo al test, riguarda “il diario clinico” redatto dalle psicologhe. Avrebbero attestato con quel test una “scarsa comprensione delle relazioni di causa ed effetto e delle conseguenze delle proprie azioni” da parte di Pifferi, mentre “il test psicodiagnostico di Wais al tal fine somministrato” non era “fruibile né utilizzabile a fini diagnostici e valutativi, in quanto non rispondente alle metodiche di somministrazione e documentazione previste dalla manualistica e dalle buone prassi di riferimento”.

Avvocati Milano: “In pericolo funzione della difesa”

 Sulla vicenda dell’indagine a carico dell’avvocatessa Alessia Pontenani è intervnuto l’Ordine degli avvocati di Milano che, in una nota, ha precisato: “È difficile, mettendosi nei panni della collega, non avere la sensazione di un implicito invito a fare un passo indietro. E non vogliamo consentire che, proprio nella giornata internazionale per l’avvocato minacciato, una situazione del genere passi inosservata. La funzione difensiva non deve essere mai in pericolo”. 

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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