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Cronaca

CASO MADALINA PAVLOV, AVVOCATO PETRONGOLO: "QUALCUNO SI È BARRICATO DIETRO I NI…"

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Tempo di lettura 5 minuti Avvocato: "Sono stati trascurati, secondo noi, dei particolari che andavano esaminati con maggiore accortezza"

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di Angelo Barraco
 
Reggio Calabria – Il 22 Marzo, a Reggio Calabria, si terrà una messa per Madalina Pavlov. La funzione avrà luogo nella chiesa di S. Agostino in Via S. Francesco di Paola alle ore 17.30 e sarà celebrata da Padre Franco Mazzone. La morte di Madalina Pavlov, 21enne di Reggio Calabria, è ancora avvolta da una fitta cortina di mistero. Tanti i dubbi e una sola certezza, una strana morte avvenuta in seguito ad una caduta da un terrazzo che risulta estraneo alla giovane. Ma chi era Madaliva Pavlov? Era una studentessa universitaria che aveva frequentato la facoltà di lingue all’Università di Messina, successivamente le sue ambizioni e le sue scelte professionali erano cambiate e aveva deciso di trasferirsi alla facoltà di Giurisprudenza della sua città. Era una ragazza dinamica e attiva nel sociale, faceva volontariato e lavorava in una pizzeria in Corso Vittorio Emanuele. Il 21 settembre 2012,  ha terminato il suo turno lavorativo alle ore 15.00, successivamente si è incontrata con il suo ex e  sono rimasti insieme fino alle 17:45 circa. Alle ore 19:00 dove recarsi a lavoro, ma quel giorno vi si recò, la sua morte avviene alle ore 21:00 di quello stesso giorno in Via Bruno Buozzi. La morte di Madalina è sopraggiunta in seguito alla caduta dal tetto che ha determinato lesioni in diverse parti del corpo. Perché è importante Via Bruno Buozzi? Perché è emerso, a seguito di attività investigative, che la giovane non conoscesse nessun inquilino del palazzo. Gli inquirenti hanno repertato inoltre un foglio con scritto “Via Bruno Buozzi” e la chiave che apre il terrazzo. In quel palazzo risiedono due funzionari di Stato e un Ginecologo, ma non risulterebbe che la ragazza abbia mai fatto visite ginecologiche in quello studio. Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato il legale della famiglia di Madalina, l’Avvocato Antonio Petrongolo, che gentilmente ci ha spiegato alcuni dettagli in merito alla vicenda e all’attività investigativa.  
 

 
 
– Avvocato, come stanno proseguendo le indagini sulla morte di Madalina?
 
Durante questi mesi abbiamo fatto dei passi importanti. Tutta l'equipe si è dedicata seriamente a questa vicenda. Anche perché noi abbiamo cercato, anche sollecitando la Procura, per quanto concerneva l’istanza di riesumazione del corpo, perché noi possiamo affermare che un tampone vaginale, ad oggi, è ancora possibile farlo perché il tempo ce lo consente. Poi è chiaro, con il percorrere degli anni questa ipotesi di prova potrebbe anche andare a smarrirsi. La stranezza è che non venne fatta all’epoca, questo è un dubbio forte che ci prende. Poi abbiamo fatto un’istanza per quanto concerne un esame grafologico sul biglietto rinvenuto, non si sa bene, se sul corpo di Madalina, in borsa  o comunque nelle prossimità, nelle vicinanze. Questo ancora non è dato chiarire perché fa parte dell’attività istruttoria che è ancora in corso.
 
– In un primo momento si era detto che tale biglietto venne trovato in tasca, vennero trovate anche delle chiavi che aprivano la porta del terrazzo…
 
Di fatto c’è questo equivoco perché, tra i beni che sono stati rinvenuti nella disponibilità di Madalina si parla di questo biglietto ma sembrerebbe che ci si riferisca al biglietto che è allegato alla chiave di accesso di apertura del terrazzo. Quindi non si capisce bene, sembrerebbe formare un corpo unico, anche se poi sembrerebbero a loro volta stati staccati. Quindi ci potrebbero essere due elementi diversi e questo ci deve anche far riflettere sul perché e sul per come Madalina avesse la chiave del terrazzo. 
 
– Per quanto riguarda la collocazione di Madalina in Via Bruno Buozzi. Madalina in quel palazzo non conosceva nessuno, c’è uno studio ginecologico e due funzionari di Stato. Per quanto si è appreso, Madalina in quello studio non aveva mai fatto visite, è una circostanza che mi conferma?
 
Diciamo che allo stato dei fatti questo è. Noi a novembre siamo stati convocati, dico siamo stati perché la Signora Cutulenco è stata sentita come persona informata sui fatti direttamente dal Procuratore, dal Sostituto Procuratore, dal Pm titolare delle indagini, tutte e tre insieme. C’è stato un confronto, sono emerse diverse situazioni che purtroppo non posso dire perché sono secretate -perché così è stato disposto- che potrebbero dare un’idea o comunque indirizzare, come effettivamente lo è ad oggi, le autorità inquirenti verso una serie di piste, che non sono poi tante, sono molto circostanziate e noi stiamo lavorando ovviamente di comune accordo, tutte le nostre attività di natura investigativa sono fortemente legate a quegli input che ad oggi la stessa magistratura ci sta dando. In occasione di un’intervista abbiamo anche fatto presente che sullo stivale di Madalina  -noi non sappiamo se questo particolare sia nella piena disponibilità della Magistratura inquirente o se sia ancora da valutare- sono state rinvenute tracce di vernice che apparentemente sembrerebbero essere vernice di pertinenza dell’autovettura Fiat 126 sulla quale Madalina ebbe a precipitare. Però noi non siamo convinti di ciò, perché la natura di quella vernice, anche se non esaminata con un esame chimico adeguato, non sembrerebbe appartenere a quella 126 perché quella macchina, ha circa 35 anni e il tipo di verniciatura di quella autovettura  era la classica verniciatura a fuoco con substrato di stucco, quindi per poter fare attrito e  poter prelevare su quella che è la parte posteriore del tacco parte della vernice, ci deve essere una caduta e compressione particolare. Quindi noi pensiamo che invece –questa è un ulteriore richiesta istanza che faremo- quella possa essere una vernice usata nell’ambito nelle imbarcazioni da diporto e quindi è possibile che Madalina, lo stesso giorno in cui è deceduta, possa essere andata sulla spiaggia e quindi magari essersi seduta su qualcuna di queste imbarcazioni che è facile trovare sul lungo mare di Reggio Calabria e questo spiegherebbe anche la presenza, all’interno della tasca di Madalina e dei bordi del pantalone, di sabbia proveniente dal lido antistante dal luogo in cui è avvenuto il fatto.
 
 
– Volevo arrivare proprio a questo, se non sbaglio era stata trovata della sabbia…
 
Esattamente, perfettamente compatibile con la sabbia –questo è un riscontro dei Ris- presente nella spiaggia  che è quasi antistante all’evento. Saranno cento metri orientativamente, metro più metro meno. 
 
 
– Avvocato, allo stato attuale qual è la posizione dei soggetti che gravitavano attorno a Madalina nelle ore precedenti al decesso?

Noi stiamo facendo uno screening a 360° di tutte le figure che circondavano Madalina…
 
 
– Quindi state riesaminando la posizione di tutti i soggetti che hanno visto Madalina il giorno della morte…
 
Non solo quel giorno ma anche prima. Stiamo di fatto, tramite il diario di Madalina e grazie ai diversi profili facebook stiamo un pochino ricostruendo, a livello anche di passaggi e di orari. Stiamo cercando di ripercorrere a ritroso quelli che sono stati gli ultimi istanti, cioè dall’ultimo istante fino ad arrivare a qualche giorno addietro poiché qualche elemento scatenante ci deve essere e stiamo puntando soprattutto su questo, cioè quale potrebbe essere stato l’input che poi avrebbe determinato l’evento. 

– Ci sono stati degli errori, secondo lei, nella prima fase delle indagini?
 
Sono stati trascurati, secondo noi, dei particolari che andavano esaminati con maggiore accortezza. Forse perché si è chiuso, almeno all’inizio, si è cercato di chiudere il caso come fosse suicidio, da una valutazione esteriore degli elementi e dei fatti stessi. Si necessitava forse di un maggiore impegno a livello investigativo che di fatto si è intrapreso dopo circa un anno, con estremo ritardo. Sicuramente con quella che poteva essere una tabella di marcia diversa.
 
– Che appello volete lanciare oggi?
 
Noi siamo fermamente convinti, ma questo è un dato di fatto, è che qualcuno sa e che si faccia avanti. Per noi è impensabile, è impossibile che Madalina, che aveva una cerchia di amici non indifferente, una voglia di vivere e soprattutto una sua attività sociale, è impossibile che non ci sia nessuno che sappia qualcosa in più che magari sarebbe utile per le indagini. Secondo noi c’è qualcuno in giro che ha qualche informazione che sarebbe utile per l’attività investigativa e che potrebbe essere di maggiore ausilio anche per quanto concerne il raggiungimento della verità stessa. Molti suoi amici si sono dileguati, qualcuno si è rifiutato, qualcuno si è barricato dietro dei “ni”, insomma ci sono state troppe situazioni strane anche a livello di brutali volta faccia, che Madalina sinceramente non meritava. 

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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