CASO BERTUCCI INDAGATO, BOTTA E RISPOSTA TRA GIOVANNI LIBANORI (UDC) E CHIARA RAI (L'OSSERVATORE LAZIALE)

 

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giovanni Libanori indirizzata al nostro direttore Chiara Rai sul caso Bertucci indagato.

Pubblichiamo inoltre la risposta del nostro direttore Chiara Rai a Giovanni Libanori sul caso Bertucci indagato.

 

Ecco la lettera di Giovanni Libanori a Chiara Rai

Gentile Direttore,
ho letto con molta attenzione l’articolo pubblicato sul numero del 05.04.2012 del Suo giornale in relazione al “caso” Bertucci ed ho dedicato la stessa attenzione alle Sue considerazioni sulla cosiddetta questione morale, delle quali l’articolo predetto è colmo.
Pertanto, al fine ….di soddisfare il Suo “interesse” e la Sua “curiosità” circa le mie le considerazioni, di seguito gliele espliciterò non prima, però, di aver alimentato qualche sospetto sulla fonte della notizia da Lei data in quanto l’avviso di garanzia dovrebbe essere un atto segreto.
La norma di riferimento prevede, invero, la sua segretezza in quanto essa deve garantire l’indagato dal pericolo che potrebbe derivare dalla “pronuncia” di condanne anticipate ma deve altresì consentire alla persona sottoposta ad indagini preliminari l’esercizio del diritto costituzionalmente garantito alla difesa. Per le considerazioni che precedono, la legge prescrive dell’avvio delle indagini se ne dia opportuna e tempestiva notizia solo all’indagato stesso.
Per restare sempre in tema di “interesse”, sarebbe per l’appunto interessante sapere come Lei ha avuto conoscenza della notizia data. E ciò solo per sapere se almeno sotto il profilo della diffusione delle notizie sia stata rispettata la norma di riferimento…a meno che non si voglia credere che la notizia che ci occupa sia stata fornita direttamente dagli indagati….
In relazione al provvedimento cautelare del sequestro, mi permetto altresì, di osservare che la possibilità di esecuzione dello stesso anche durante l’orario notturno è una delle facoltà che usualmente e normalmente la legge riconosce agli organi di polizia giudiziaria. Tale circostanza mi è stata riferita da alcuni amici che esercitano la professione di avvocato…verifichi anche Lei, sono sicuro che tra le Sue amicizie più strette …vi è qualche avvocato.
Anzi, riferiscono i miei amici che tale facoltà è addirittura prevista su dei moduli ciclostilati.
Ho ritenuto di dover fare la precisazione che precede in quanto dalla lettura del Suo articolo emergeva enfatizzata la circostanza che per la esecuzione del sequestro disposto a carico di Bertucci fosse stata prevista anche la possibilità di agire nottetempo. …diamo alle cose il giusto peso.
Mi permetta ancora di complimentarmi con Lei per le Sue evidenti ….doti di preveggenza.
Credo di poter dire che quando Lei, sempre nell’articolo in questione, argomenta circa il pericolo che potrebbe derivare dalla gestione della cosa pubblica da parte di persone che hanno agito in modo illegale e no trasparente per l’acquisto di uno scuolabus (…figurarsi per altre cose più importanti)…Lei pronuncia una sentenza di condanna. Così facendo, Lei anticipa gli esiti di un processo che tale ancora non è e che allo stato di fatto si trova nella fase delle indagini preliminari.
Ad ogni buon conto, posto il Suo interesse circa le mie considerazioni, Le dirò che la questione morale dovrebbe riguardare persone il cui comportamento sia già stato oggetto di valutazione da parte dell’autorità giudiziaria e non invece azioni, come quelle di cui si discute, di persone sottoposte ad indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica che ben potrebbero concludersi con una richiesta di archiviazione (quindi senza celebrazione di processi) ovvero con sentenza di proscioglimento (in ipotesi di celebrazione della fase dibattimentale).
Il rischio che si corre nell’esprimere giudizi come quello da Lei offerto nell’articolo in esame, è quello di condannare prima del dovuto delle persone per bene ….e ciò sarebbe orribile e terribile al tempo stesso ….mi creda sulla parola Direttore…Le parlo con cognizione di causa ed esperienza personale…..
Quindi, credo che allo stato bene faccia la Procura della Repubblica ad indagare su delle ipotesi delittuose delle quali essa ha avuto conoscenza in quanto i cittadini debbono avere la certezza che chi amministra la cosa pubblica agisce nel rispetto della legge. Pertanto, manifesto la più assoluta e piena fiducia nelle istituzioni e negli organi che per legge sono preposti al compimento di certe attività nell’interesse della comunità tutta confidando nella sollecita opera della magistratura.
Relativamente alle valutazioni etiche in ordine ai possibili atteggiamenti che il Bertucci dovrebbe assumere ritengo che, trattandosi per l’appunto di etica, essi siano esclusivamente personali e strettamente correlati ai valori ai quali ognuno di noi fa riferimento che, potrebbero anche non coincidere con quelli della maggioranza dei cittadini ovvero potrebbero essere assolutamente identici con quelli.
Infine, relativamente alle parole espresse dal Presidente del partito nel quale milito non posso che sottoscriverle tutte. Credo che non vi sia persona alcuna disposta a tollerare azioni illecite compiute da singoli – ed occasionate dal ruolo rivestito – ai danni della comunità. Per tale ragione è auspicabile ogni controllo da parte degli organi preposti a tale attività tra i quali rientra anche la Procura della Repubblica che sulla base di una notizia di reato ad essa pervenuta svolge i prescritti controlli per arrivare all’accertamento della verità dei fatti.
Un ultimo richiamo….le conclusioni però vanno tratte a …fatti accertati.
Mi permetta di darLe un consiglio Direttore ….sia sempre prudente ed equilibrata e per il tifo ….si rechi allo stadio.
Con immutata stima.
Giovanni Libanori

Ecco la risposta di Chiara Rai a Giovanni Libanori

Ciao Giovanni,
noto con dispiacere che prima mi davi del tu e adesso hai deciso di darmi del lei. Dato che leggo che la stima da parte tua nei miei confronti è immutata, mi permetto continuare a darti del tu, in fondo non sono passate così tante ore da quando sia io che tu ci parlavamo in questi termini.
Volevo, prima di tutto, complimentarmi con te per il fatto di aver risposto prontamente quando chiamato in causa, anche se devo dire che non ho soddisfatto per intero la mia curiosità.
Ho notato che dai toni pacati dell’incipit della tua apprezzabile lettera sei poi “scaduto”, consentimi il termine, in uno spicciolo linguaggio da “stadio”. Su questo intendo risponderti subito: il mio tifo nei confronti della legalità sarà sempre da stadio e su questo non esiterò a fare dei commenti. Io non mi ritengo soltanto una cronista (che riporta in maniera asettica i fatti, ma una giornalista in grado di esprimere il proprio punto di vista). Ciononostante, ho notato la tua poca attenzione nel leggere il mio articolo quando dico che essere indagati non significa essere colpevoli e via dicendo.
Il mio articolo non vuole condannare nessuno, ma disserta su principi etici che forse tu non condividi con la mia stessa enfasi.
Nel farti i miei migliori auguri di buona Pasqua, mi permetto suggerirti una lettura molto interessante: “La deontologia del giornalista” a cura di Michele Partipilo. Sicuramente è più interessante per me che per te, ma dato il fatto che ti sei inoltrato in competenze giornalistiche, ho ritenuto utile segnalarti questa buona lettura.
Esiste il rispetto del segreto professionale. Questo principio figura non solo nella legge professionale  quant’anche nel Testo unico sulla privacy e nell’articolo 200 comma 3 del cpp.
Il segreto professionale, però, è tutelato soprattutto dall’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (legge 4 agosto 1955 n.848) e dalle sentenze Goodwin, Roemen e Tillack della Corte di Strasburgo dei diritti dell’uomo. La Convenzione europea tutela espressamente le fonti dei giornalisti, stabilendo il diritto a “ricevere notizie”. Tu mi dici che “sarebbe per l’appunto interessante sapere come Lei ha avuto conoscenza della notizia data”. E io ti rispondo che non potrò soddisfare la tua curiosità. La sentenza Roemen del 25 febbraio 2003 della quarta sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo allarga la protezione delle fonti fiduciarie dei giornalisti. Inoltre la Corte europea ha affermato che “il diritto del giornalista a non rivelare le sue fonti informative non può essere considerato come un privilegio da riconoscere o non a seconda del carattere lecito o illecito  della fonte, ma costituisce  parte della libertà di stampa e deve essere trattato con la massima attenzione.
Non amo ricorrere a citazioni di leggi e leggine ma intendo concludere e soddisfare in parte la tua curiosità. Scusami se mi permetto ma tu affermi cose errate e non più in vigore. Riporto fedelmente una tua espressione: “la legge prescrive dell’avvio delle indagini se ne dia opportuna e tempestiva notizia solo all’indagato stesso. Per restare sempre in tema di “interesse”, sarebbe per l’appunto interessante sapere come Lei ha avuto conoscenza della notizia data. E ciò solo per sapere se almeno sotto il profilo della diffusione delle notizie sia stata rispettata la norma di riferimento…a meno che non si voglia credere che la notizia che ci occupa sia stata fornita direttamente dagli indagati….

Ebbene, Giovanni, il segreto istruttorio è un'espressione che indica il divieto di divulgazioni di notizie relative a indagini giudiziarie. Il segreto istruttorio è stato abolito nel 1989 con il Codice di procedura penale "Vassalli" e sostituito dal segreto investigativo.
Dal momento in cui l'indagato viene a conoscenza dell'indagine sul proprio conto, l’atto non è più segreto e può essere divulgato ai cittadini.

Intendo risponderti anche sul fatto della perquisizione in orario notturno e sulle mie amicizie più strette.
Ho tanti amici avvocati e tanti amici metalmeccanici e tanti amici che come me non amano titoli ne cariche. Questo non significa niente. Ho scritto “anche in orario notturno” perché così è scritto nell’atto pubblicato in allegato all’articolo. Questo è quanto. Se poi sia prassi o meno, poco importa, è prassi nei confronti delle persone indagate.

In merito ai giudizi etici, che tu, giustamente ritieni “siano esclusivamente personali”, ti rispondo che hai perfettamente ragione. Sono personali e ognuno di noi ha dei valori di riferimento. I miei valori mi portano alla seguente riflessione lecita e libera di poter fluttuare nel mondo del web: Se fossi stata indagata (non ancora colpevole) non mi sarei mai permessa di candidarmi a sindaco. E’ più chiaro adesso? Lo posso dire?

Pertanto le mie non sono  conclusioni ma sincere considerazioni che mi sento libera di formulare sia come professionista e sia come cittadina. Condivido con te che la prudenza e l’equilibrio sono virtù importanti ma per chi le osserva quotidianamente, il tuo consiglio seppur gradito non è utile. Tant’è.

Cordialmente

Chiara Rai