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di Christian Montagna
In una nazione in cui il lavoro stenta sempre più ad esserci e in cui quei pochi che lo offrono impongono condizioni totalmente fuorilegge, non si arrestano le scoperte di lavoratori in nero. La crisi, a differenza di quanto vogliano farci credere, continua ad esserci, sempre più pressante e la avvertono soprattutto le grandi aziende. Ciò non toglie però che a pagarne le spese debbano essere unicamente i lavoratori che non vengono regolarmente assunti e ai quali non vengono versati i dovuti contributi. La regolarità occupazionale diventa sempre più un miraggio nella nazione della precarietà e proprio in merito a questo, da Caserta giungono pesanti scoperte.
Durante un regolare controllo di routine, sono stati accertati 51 lavoratori in nero su 74 controllati; sono state sanzionate aziende per 210 mila euro e quattordici attività sono state sospese. L'operazione a tutela della regolarità occupazionale e delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro condotta la scorsa settimana nella provincia di Caserta dai Carabinieri del Nil e dagli ispettori di lavoro della Dtl ha palesemente manifestato la condizione italiana della aziende: soltanto poche strutture ad oggi riescono ad assumere secondo i canoni previsti dalla legge gli operai. Le tasse da pagare sulle assunzioni e sui contratti lavorativi sono aumentate in maniera esponenziale costringendo la maggior parte dei datori di lavoro alla rinuncia dei contratti e i lavoratori al lavoro a nero. Le 27 attività imprenditoriali verificate tra settori dell'edilizia, tessile, calzaturiero e commerciale hanno riportato maggioranza di lavoratori senza contratto e condizioni di sicurezza scarse. Sette persone risultano denunciate a piede libero all'autorità giudiziaria per inosservanza del Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Soltanto dopo aver regolarizzato i dipendenti e dopo aver pagato le sanzioni inflitte, le aziende potranno riprendere la produzione. Oltre ai contratti inesistenti, sono state accertate infrazioni per un totale di circa 90 mila euro per omessa redazione del documento di valutazione dei rischi e inadempienti in materia sanitaria nei confronti dei dipendenti.
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