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Redazione Lazio

CASALESI NELLA TRAPPOLA DIA: CONFISCATI BENI PER 90 MILIONI TRA LAZIO E CAMPANIA

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Tempo di lettura < 1 minutoGennaro De Angelis, familiare di Schiavone, ha rappresentato per un lungo periodo di tempo il punto di riferimento del clan dei Casalesi nel basso Lazio.

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Frosinone – La Dia mette in ginocchio i Casalesi. Beni per un valore di 90 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli in Lazio e Campania ad aziende e personaggi che ruotano attorno al clan dei Casalesi.

La confisca è stata disposta dal Tribunale di Frosinone ed è una delle più grosse ai danni delle organizzazioni camorristiche che operano nel Lazio. Fra i beni confiscati sono presenti società, mobili registrati, beni, immobili, due ditte individuali, 28 terreni, 26 fabbricati, 19 veicoli, molti di lusso e 114 conti correnti, rapporti finanziari e depositi. I beni erano stati sequestrati già il 15 marzo del 2011, a Gennaro De Angelis, 69 anni, Aladino Saidi, 35 anni e ad Antonio Di Gabriele, 67enne.

Le zone colpite oggetto di confisca sono Castrocielo (Frosinone), Cassino (Frosinone), Campoli Appennino (Frosinone), Sora (Frosinone), Arce (Frosinone), Rocca di Mezzo (L’Aquila), Gaeta (Latina), Arpino (Frosinone) e Roma. Gennaro De Angelis, familiare di Schiavone, ha rappresentato per un lungo periodo di tempo il punto di riferimento del clan dei Casalesi nel basso Lazio. Numerosi i capi d’accusa rivolti contro l’uomo e cioè: estorsione, truffa, riciclaggio, ricettazione e, soprattutto, import da altri Paesi UE di autovetture, con l’evasione dell’Iva.

La confisca di beni conclude l'operazione «Verde Bottiglia», che prende il nome da una Jaguar di quel colore regalata al boss Francesco Schiavone, soprannominato «Sandokan», appassionato di quel tipo di vetture di lusso.