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Cronaca

CASALESI, 40 ARRESTI: PRESI I FIGLI DI SCHIAVONE

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Tempo di lettura 2 minutiImpegnati circa 200 carabinieri di Casal di Principe. Le accuse: associazione a delinquere di stampo mafioso estorsione, ricettazione, detenzione d'armi

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Si chiama 'Spartacus reset' l'operazione che vede impegnati circa 200 carabinieri di Casal di Principe con elicotteri e unità cinofile nell'esecuzione di 40 misure cautelari emesse dal gip di Napoli nei confronti di vertici e affiliati del clan dei Casalesi. Tra i destinatari del provvedimento, due dei figli del boss Francesco Schiavone detto Sandokan, Carmine e Nicola. Le accuse a vario titolo vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso all'estorsione, ricettazione, detenzione d'armi, reati aggravati dal metodo mafioso. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Napoli, Caserta, Avellino, Lecce, Terni, L'Aquila Cosenza, Cuneo, Prato, Frosinone, Trapani e Taranto.

Francesco Schiavone. E' ritenuto il boss più importante del clan dei Casalesi. Soprannominato Sandokan per una leggera somiglianza fisica con l'attore Kabir Bedi, è diventato famoso per le lotte di potere avvenute nella sua cittadina natale soprattutto negli anni settanta e ottanta. Entra quindi di diritto nella storia del clan dei Casalesi, divenendone il boss assoluto. Ha iniziato la sua carriera criminale come autista e guardia del corpo di Umberto Ammaturo; venne arrestato per la prima volta nel 1972, all'età di 18 anni appena, per possesso illegale di armi da fuoco. Schiavone è stato coinvolto in alcune guerre fra diversi clan camorristici, guerre nelle quali negli ultimi decenni hanno perso la vita decine di persone nella zona di Napoli.

Egli si schierò con Antonio Bardellino, fondatore del clan dei Casalesi e leader di spicco della Nuova Famiglia, e Mario Iovine contro la Nuova Camorra Organizzata (NCO) di Raffaele Cutolo. Quando il boss della NCO è stato sconfitto, una faida interna è scoppiata tra Bardellino e Iovine. Schiavone, insieme a Francesco Bidognetti e Vincenzo Di Falco si schierò con Iovine. Dopo una nuova faida scoppiata tra il clan Di Falco contro Iovine e Schiavone, Di Falco avrebbe tradito lo Schiavone e il suo braccio destro Francesco Bidognetti, poi arrestato nel dicembre 1990. Vincenzo Di Falco è stato poi ucciso nel febbraio del 1991, a Casal di Principe. Per rappresaglia, Mario Iovine è stato ucciso il 6 marzo 1991 in Portogallo. Schiavone è stato arrestato il 25 aprile 1991. Mentre era in custodia, il clan Di Falco è stato sconfitto.

Arrestato prima nel 1990 e poi l'11 luglio 1998 in un bunker del suo paese natale grazie alle indagini condotte da Sergio Sellitto, è stato condannato all'ergastolo per associazione di tipo mafioso. Attualmente, per i reati di camorra da lui commessi, è sottoposto al regime carcerario speciale previsto dall'art. 41 bis della legge sull'ordinamento penitenziario. In casa di Schiavone, all'atto dell'arresto, furono rinvenuti dipinti di sua realizzazione e moltissimi libri, fra cui diverse opere su Napoleone Bonaparte. Il 16 giugno 2008, durante le fasi finali del processo Spartacus che si svolgeva presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Schiavone compare in videoconferenza dal carcere de L'Aquila dove era detenuto, dichiarando di non voler comparire in video e di non essere considerato come una fiera in gabbia.

Il 19 giugno 2008, con la conclusione del processo, viene condannato definitivamente alla pena dell'ergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. All'udienza finale, in aula era presente anche lo scrittore Roberto Saviano. Successivamente alla condanna, il 28 giugno 2008, viene trasferito nel carcere di Opera, dove rimane sotto il regime del 41 bis, ossia il carcere duro. Nonostante ciò, nel gennaio 2010 Schiavone riuscì a incontrare il boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano durante l'ora d'aria, creando grande allarme tra i magistrati napoletani