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di Chiara Rai
Casale San Nicola (RM) – Un vero e proprio macigno per le famiglie d'italiani in presidio da oltre due mesi di fronte l'ex scuola Socrate a Casale San Nicola a Roma Nord dove dovrebbero essere accolti circa 100 profughi: il prefetto Gabrielli ha infatti ritenuto il sito in questione idoneo e ha provveduto quindi al dissequestro della struttura.
Una visita a sorpresa quella avvenuta nella giornata odierna verso le ore 13 sulla via Braccianese ad opera del prefetto il quale non si sarebbe fermato a parlare con le circa 20 famiglie italiane accampate nelle tende di fronte alla struttura: "Siamo rimasti sorpresi della velocità con la quale l'area, prima ritenuta non a norma – dice Nicola Colosimo, ragazzo in presidio e coordinatore di "Nessuno tocchi il mio popolo" – sia stata dissequestrata e ritenuta idonea ad accogliere un centinaio di migranti. In oltre due mesi che siamo qui nessuno si è occupato delle famiglie italiane con i bambini al seguito accampati in tenda.
Prima vengono gli immigrati e poi noi". Ce l'ha con le istituzioni Nicola come tante persone che si trovano a manifestare di fronte la grande struttura che a detta di chi vive nei dintorni più prossimi è un sito "non idoneo" all'accoglienza perché si tratta di un casale vecchio, con impianto antincendio non a norma e fosse biologiche inadeguate. Perdipiù l'intera strada è priva d'illuminazione pubblica e nel comprensorio vivono oltre un centinaio di famiglie. Qui la sicurezza, raccontano dal presidio, è già un emergenza. Basti pensare che l'ex scuola Socrate dista poco meno di 3 km da un altro centro di accoglienza dove vivono 300 rifugiati, una struttura che tra l'altro, risulterebbe affidata tra le altre cose ad una cooperativa di quelle che risultano indagate nello scandalo di Mafia Capitale. La rabbia delle famiglie italiane in presidio è alle stelle: "Rimarremo qui con le tende – conclude Nicola – ma non faremo la caccia agli immigrati ne occuperemo la struttura. Abbiamo bisogno di essere ascoltati anche noi italiani che non abbiamo una casa e che vediamo assegnare gli alloggi agli extracomunitari".
Anche Simone Carabella, reduce della maratona con Claudio Palmulli figlio di Mister Ok per portare solidarietà agli italiani non ci sta a questa decisione "calata dall'alto": "Non possiamo e non dobbiamo permettere – dice – che questo piano sia applicato. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per non far diventare Casale San Nicola terra di conquista di immigrati clandestini. ristrutturiamo il Casale e facciamolo diventare alloggio per famiglie Italiane in difficoltà. Aiuteremo gli altri quando anche l'ultimo Italiano sarà sistemato in maniera dignitosa". Altra preoccupazione è che gli ospiti di Casale San Nicola e de La Cerquetta si riversino tutti a La Storta, il più vicino centro abitato con servizi disponibili.
Anche Stefano Caprinozzi, presidente dell'associazione Vivanguillara e del relativo gruppo di circa 8mila persone, che da sempre segue la questione interviene sulla vicenda: "Il prefetto, sta consapevolmente mettendo benzina sul fuoco – sostiene – soprattutto in un contesto sociale difficile come quello di Casale san Nicola. Non è difficile infatti immaginare lo sdegno, la rabbia e il profondo sconforto che i nostri connazionali potranno provare alla vista, dalle loro tende, degli immigrati comodamente alloggiati all'interno del casale e si sa, tali stati d'animo portano a gesti molto spesso folli e irrazionali. Spero che ciò ovviamente non accada e che si eviti il peggio ma certamente con questa azione il prefetto sta indubbiamente suscitando la rabbia degli italiani".
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