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Imprenditore di Grottaferrata: “A fine mese sarò costretto a mettere tutti i dipendenti in cassa integrazione e chiudere l’attività”
Schiacciati dai rincari delle bollette più che raddoppiate e dall’aumento dei prezzi e quindi dei costi, molte attività commerciali ed esercizi pubblici ormai faticano ad andare avanti. Una situazione ormai diffusa in tanti settori come negozi, alimentari, bar, ristoranti e hotel. E ora il rischio causato dal “caro-bolletta” è quello di assistere alla chiusura di migliaia di attività, un vero e proprio colpo di grazia per tantissime imprese che tentavano di riprendersi dopo le chiusure forzate del periodo pandemico.
“A fine mese sarò costretto a mettere tutti i dipendenti in cassa integrazione e chiudere l’attività” dice un imprenditore di Grottaferrata che si è visto recapitare una bolletta per l’energia elettrica riferita al bimestre luglio e agosto di quasi 50mila euro, rispetto i 15mila dello scorso anno e nonostante abbia investito a proprie spese in un impianto fotovoltaico che produce circa 80 Kwh. Una bolletta dove pesano quasi 10mila euro di IVA l’imposta sul valore aggiunto che incassa lo Stato. “Tutti questi rincari energetici – prosegue l’imprenditore – stanno portando una valanga di soldi nelle casse dello Stato che avrebbe potuto almeno rinunciare all’IVA con un provvedimento immediato in modo da alleggerire le bollette. Evidentemente non c’è la volontà di farlo. La pecora si tosa non si spella e ora quanto costerà allo Stato pagare la cassa integrazione per tutti i lavoratori che a causa di questi rincari perderanno il posto di lavoro?”
Secondo l’indagine di Confcommercio Milano tra ristoratori e alberghi, tra i settori che soffrono di più, il 15% vede il rischio di chiusura, il 10% di sospensione temporanea dell’attività. La maggioranza (il 66%) indica una soluzione per ridurre il caro energia nel minore uso di illuminazione e aria condizionata/riscaldamento. E, allo stesso tempo, chiede provvedimenti più ampi e incisivi per ridurre il carico fiscale sulle bollette.
“Bisogna evitare ulteriori chiusure, dopo la perdita in questi ultimi anni già di 10-15 mila aziende per gli effetti della pandemia. Una situazione che oggi ci fa vedere anche diverse vetrine chiuse nel centro storico. Ora i rincari energetici mettono a rischio altre aziende, 8-10 mila nell’anno”, dice il direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco. Attualmente chiusure per il caro bollette nella capitale “non se ne registrano, ma il rischio c’è nei prossimi mesi”. E da Firenze a Napoli lo scenario è lo stesso.
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