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Redazione
Nessun rischio per Italia ed Europa alla luce dei calcoli più recenti della traiettoria del cargo russo Progress, fatti del Comando aerospaziale degli Stati Uniti. E' esclusa dalla traiettoria anche tutta l'America del Nord, mentre potrebbero essere interessate alcune zone di Africa e Asia.
L'impatto del cargo russo Progress è atteso nella notte, intorno alle 3,36 dell'8 maggio, con un margine di incertezza di due ore in più o in meno. E' questa l'ultima previsione, elaborata dal Comando aerospaziale Usa alla luce degli ultimi dati sull'orbita del veicolo spaziale. Lo ha detto Alessandro Rossi, dell'Istituto di Fisica applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifac-Cnr) di Firenze e membro del Coordinamento internazionale per il monitoraggio dei detriti spaziali (Iadc).
''L'orbita del cargo è stata ricalcolata – ha detto Rossi – e i dati più recenti indicano che il punto più vicino alla Terra è attualmente a 146,9 chilometri, mentre il più lontano a 165,7''. E' quindi un'orbita quasi circolare, nella quale il veicolo perde progressivamente energia. ''La finestra di incertezza nel calcolo della traiettoria di rientro del veicolo si sta riducendo progressivamente'', ha proseguito l'esperto. ''Al momento, comunque, è impossibile escludere se l'Italia potrebbe essere interessata o meno dalla caduta di eventuali frammenti del cargo sopravvissuti all'impatto con l'atmosfera''. La situazione è in continua evoluzione, ha detto ancora, in quanto ''i calcoli vengono aggiornati di ora in ora e solo sulla base dei risultati diventa possibile mettere a punto modelli sempre più accurati, fino a definire data e luogo e rientro''.
Le previsioni fino al 6 maggio
Si restringe la finestra di incertezza per l'impatto nell'atmosfera del cargo russo Progress. Le previsioni internazionali indicano come il periodo più probabile quello compreso fra la sera del 7 maggio e la mattina del 9. E' un intervallo che potrà modificarsi nelle prossime ore, dicono gli esperti, anche perchè bisognerà vedere se il movimento dei veicolo sarà influenzato dalla tempesta solare in atto e dai detriti prodotti al momento dell'incidente.
Il periodo intorno all'8 maggio è confermato anche dall'agenzia spaziale russa Roscosmos, così come la possibilità che alcuni frammenti del cargo Progress M-27M possano raggiungere la Terra.
Gli ultimi calcoli indicano intanto che l'orbita si è abbassata: ''al momento il punto più lontano dalla Terra è a 202 chilometri e il più vicino a 165'', ha detto Alessandro Rossi, dell'Istituto di Fisica applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifac-Cnr) di Firenze e membro del Coordinamento internazionale per il monitoraggio dei detriti spaziali (Iadc). Inoltre, ''come previsto, la finestra di incertezza per il rientro si è ristretta e continuerà a farlo nei prossimi giorni'', ha osservato Luciano Anselmo, dell'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione del Consiglio nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa.
Per Anselmo bisognerà comunque considerare anche altri fattori. Innanzitutto il movimento del cargo potrebbe essere disturbato dalla presenza, nello spazio circostante, del propellente fuoriuscito dopo l'incidente che il 28 aprile ha fatto perdere il controllo del Progress. ''Al momento – ha detto – non risultano pronunciamenti della commissione d'inchiesta sulle cause dell'incidente, ma possiamo dire che il sistema propulsivo del veicolo è stato danneggiato per un'esplosione avvenuta nell'ultimo stadio del lanciatore'', come indicano anche i 44 frammenti individuati dai radar subito dopo l'incidente.
La seconda incognita è l'attività del Sole, che negli ultimi giorni si è 'risvegliato' con un brillamento intenso che nella notte scorsa ha disturbato le comunicazioni radio a bassa frequenza e aumentato la densità atmosferica: ''un aspetto, quest'ultimo, che potrebbe accelerare leggermente la caduta del veicolo''. E' attesa, infine, una tempesta geomagnetica provocata dal brillamento avvenuto il 2 maggio.
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