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Cronaca

Carceri italiane, escalation di aggressioni: l’appello del sindacato di Polizia Penitenziaria SIPPE

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Lo scorso venerdì a Sassari un detenuto al 41 bis ha conficcato la penna in faccia a un poliziotto penitenziario. Al carcere di Petrusa di Agrigento un altro detenuto ha aggredito un medico e un ispettore di polizia penitenziaria e nel carcere napoletano di Poggioreale un detenuto ha cercato di strangolare un agente della Penitenziaria.

Questi alcuni dei fatti degli ultimi giorni che hanno interessato i lavoratori della polizia penitenziaria.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 30/01/2020

Una situazione, quella delle carceri italiane ormai afflitta dal sovraffollamento dei detenuti, dalle continue aggressioni agli agenti penitenziari, dai suicidi, anche tra gli operatori della penitenziaria e dalle carenze nelle strutture sanitarie per gli ospiti delle case circondariali.

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Da sinistra: Ciro Borrelli (Dirigente Sindacato Polizia Penitenziaria Sippe), Carmine Olanda (Segr. Gen. Sindacato Polizia Penitenziaria Sippe), Alessandro De Pasquale (Pres Naz. Sindacato Polizia Penitenziaria Sippe) ospiti a Officina Stampa del 30/01/2020

Il garante dei detenuti, Mauro Palma ha spiegato che le aggressioni sono sempre più in aumento e sono la conseguenza dello stato di abbandono che si respira nelle carceri.

Intanto è atteso il nuovo rapporto, sui dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, in programma il 17 aprile in Senato. Già nel 2020 si devono registrare 41 aggressioni in carcere ai danni di agenti penitenziari, più altri 5 contro personale amministrativo.

Molti anche i suicidi

nel 2019 sono stati 53 tra i detenuti. Degli ultimi 8 casi avvenuti lo scorso dicembre 4 riguardavano persone senza dimora e 3 in attesa di primo giudizio.

Ma il dramma dei suicidi coinvolge anche e soprattutto il personale di Polizia penitenziaria: c’è stato un picco, con 9 casi, secondo le fonti ufficiali e 11 secondo gli Osservatori.

Il sovraffollamento registra un indice del 129,40%. Vale a dire che a fronte dei 50.692 posti a disposizione negli istituti penitenziari italiani, sono presenti 60.885 detenuti.

Di questi, il 67% è di nazionalità italiana, il 5% è comunitario e il 28% è composto da extracomunitari.

Il sovraffollamento colpisce alcune regioni più delle altre: quelle con maggior presenza di detenuti risultano essere Lombardia (8.560 detenuti a fronte di una capienza di 6.199), Campania (7.440 a fronte di 6.164 posti), Lazio (6.675, mentre la capienza regolamentare è pari a 5.247) e Sicilia (con 6.443 detenuti e 6.497 posti). La tendenza registrata nel 2019 è stata sempre superiore alle 60mila. Ma quali sono i motivi?