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Redazione Lazio

CARABINIERI, PDM: MINISTRO SOSPENDA DAL SERVIZIO GENERALE GASPARRI.

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Tempo di lettura 4 minuti "Il generale Clemente Gasparri con il suo comportamento avrebbe leso innanzitutto la dignità e la reputazione dell'Arma dei carabinieri e della stragrande maggioranza di essi."

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Angelo Parca

“Il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), ha depositato ieri una interrogazione (4-16760) indirizzata al Ministro della Difesa Di Paola riferita alle affermazioni del generale Clemente Gasparri , attuale Vice Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri riportate in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Fatto Quotidiano dal titolo «L'altro Gasparri: “Gay si, ma è vietato dirlo” LEZIONE-SHOW ALLA SCUOLA CARABINIERI DEL GENERALE CLEMENTE, FRATELLO DI MAURIZIO».
Nell’atto di sindacato ispettivo il deputato radicale ha fatto riferimento a quanto è stato pubblicato sul sito del Ministero dell'interno il 26 giugno scorso «A seguito della pubblicazione delle frasi vergognose e gravemente offensive nei confronti della madre di Federico Aldrovandi pubblicate su Facebook, il Ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri ha disposto l'immediato avvio di un procedimento disciplinare per sanzionare l'autore (un agente della Polizia di Stato ndr) del gravissimo gesto» e quindi ha chiesto al Ministro Di Paola “quali immediate azioni intenda intraprendere per accertare se detti fatti corrispondano al vero e, in tale caso, sanzionare l'autore del gravissimo gesto anche attraverso la sospensione precauzionale dal servizio del generale Clemente Gasparri che con il suo comportamento avrebbe leso innanzitutto la dignità e la reputazione dell'Arma dei carabinieri e della stragrande maggioranza di essi”."

Ecco il testo della lettera inidirzzata al Ministro

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Fatto Quotidiano dal titolo «L'altro Gasparri: “Gay si, ma è vietato dirlo” LEZIONE-SHOW ALLA SCUOLA CARABINIERI DEL GENERALE CLEMENTE, FRATELLO DI MAURIZIO» a firma di Sandra Amurri si legge tra l'altro che, «intervenendo inaspettatamente» nell'ambito del corso di aggiornamento, scuola ufficiali dei carabinieri di Roma il vicecomandante generale dell'Arma dei carabinieri, comandante delle scuole, Clemente Gasparri ha affermato «Bene ! Chi si è dato la morte lo ha fatto senza motivo, senza dare o lasciare spiegazioni. Come si può affidare a queste persone “psicolabili” la sicurezza delle nostre comunità nazionali ?». Lo chiede a commento dei sette carabinieri suicidatisi negli ultimi due mesi, tra cui un ufficiale di Brescia, che aveva condiviso la formazione con i capitani presenti. Poi sventola le copie dei ricorsi degli ufficiali presenti appena estratte dalla borsa e in tono irridente dice: «L'Arma, ai miei tempi, era granitica ! C’è in atto un processo inesorabile di sgretolamento». Il riferimento è agli ufficiali del ruolo speciale (che non provengono dall'accademia) che, svolgendo le stesse funzioni, rivendicano un trattamento eguale ai colleghi del ruolo normale.
«Leggete, leggete ! Si vuole nominare un vostro Ufficiale rappresentante Cocer. E poi che fate ? Prendete a schiaffi il Comandante Generale ?  Avete scelto di fare l'ufficiale del Ruolo Speciale, accettando le regole del gioco, ora le si vuole cambiare. Ve lo ha ordinato il dottore di fare l'ufficiale ? Guardate questi ragazzi dell'applicativo (Ruolo Speciale, ndr), prima ci scassano con le telefonate per farsi raccomandare per il concorso, poi, una volta entrati, ti piazzano la domanda di avvicinamento alla moglie che fa la cassiera al supermercato ! Nessuno dei ragazzi dell'Accademia si sogna di farlo. Il vostro comandante della Scuola si sta preparando all'ennesimo movimento, accettando il sacrificio senza lamentele e senza istanze !»;  e prosegue «“Ammettere di essere gay, magari facendolo su un social network, come un graduato della Guardia di Finanza, non è pertinente allo status di Carabiniere. L'Arma è come un treno in corsa, i passeggeri sono vincolati, prima di scendere, alla responsabilità di lasciare pulito il posto occupato. Gli ufficiali del Ruolo Speciale che fanno il ricorso, i giovani ufficiali dell'applicativo che fanno istanze per avvicinarsi alla famiglia, gli omosessuali che ostentano la loro condizione, sono in sintesi tutti passeggeri sciagurati dell'antico treno, potenzialmente responsabili della sporcizia o del deragliamento”.  Non pago, si toglie due macigni dalle scarpe: “Il Comandante Generale è una persona seria, che cammina da solo con il suo autista, non come il capo della Polizia che cammina con la scorta e una fila di macchine avanti e dietro. Che cambia tra i due ? Il Comandante Generale è, forse, meno importante del capo della Polizia ?”. A seguire: “Sono stato più volte chiamato dai magistrati come persona informata sui fatti, lo non ho paura di loro e loro lo hanno capito, e se lavorassero di più non avrebbero di certo tanto arretrato”. Poi spiega che non è possibile intervenire perché quello che ha detto rischia di scatenare reazioni accese.»; sul sito del Ministero dell'interno il 26 giugno 2012 è stato pubblicato il seguente comunicato «A seguito della pubblicazione delle frasi vergognose e gravemente offensive nei confronti della madre di Federico Aldrovandi pubblicate su Facebook, il Ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri ha disposto l'immediato avvio di un procedimento disciplinare per sanzionare l'autore (un agente della Polizia di Stato ndr)del gravissimo gesto» –: se sia conoscenza dei fatti narrati in premessa, ovvero quali immediate azioni intenda intraprendere per accertare se detti fatti corrispondano al vero e, in tale caso, sanzionare l'autore del gravissimo gesto anche attraverso la sospensione precauzionale dal servizio del generale Clemente Gasparri che con il suo comportamento avrebbe leso innanzitutto la dignità e la reputazione dell'Arma dei carabinieri e della stragrande maggioranza di essi. (4-16760)

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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