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Redazione
"Questa mattina ho letto e riletto più volte l’articolo sulle elucubrazioni dialettiche del generale Clemente Gasparri, che è anche il Vice comandante dell’Arma dei carabinieri, pubblicato da “il Fatto Quotidiano”, dal titolo «L’altro Gasparri: "Gay sì, ma è vietato dirlo" lezione-show alla scuola carabinieri del generale Clemente, fratello di Maurizio». Sicuramente quanto ha affermato quel carabiniere sarà stato a titolo personale perché non credo che in quelle frasi, che ritengo assolutamente fuori luogo e retaggio di una militarità pericolosamente deviata, si possano riconoscere i ben noti valori fondanti dell’Arma. Simili affermazioni che tendono alla celebrazione della "differenza di classe" e negano le "libertà fondamentali" dell’individuo possono essere estremamente pericolose per l’Istituzione militare e per il paese. Mi sembra quindi doveroso chiedere pubblicamente al Ministro della difesa un suo autorevole intervento (ne ha l'obbligo istituzionale e il dovere morale), nel caso anche concedendo un comprensibilissimo e congruo periodo di assoluto riposo all'alto ufficiale." Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm)
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