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Cultura e Spettacoli

Cantagiro 2017, i nuovi talenti della musica italiana: Carla Paradiso

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Parliamo di una giovanissima di quindici anni, che nella finale del Cantagiro 2017 ha stupito tutta l’autorevole giuria, imponendosi subito, con la sua strapotente personalità. Carla Paradiso, bella, solare, simpatica e apparentemente timida, quando entra in scena, si scatena letteralmente, tirando fuori una grinta impensabile e prendendo possesso del palcoscenico, come un’artista matura e navigata. Il suo sorriso infantile ed accattivante nel privato, si trasforma artisticamente, e la sua performance riflette con estrema perfezione, il significato del testo che canta, riuscendo a trasmettere a chi l’ascolta, attraverso la sua mimica, i suoi movimenti e la sua espressione, quell’emozione che ti colpisce e ti entra dentro.

 

Carla Paradiso cattura l’attenzione del pubblico, lo attira, lo rende partecipe, mettendo in campo tutti quegli insegnamenti che lo staff tecnico del Cantagiro nei vari stage cerca di far capire a tutti i partecipanti per essere degli artisti completi. Quando certe regole dello spettacolo si capiscono subito a questa giovane età, significa che siamo davanti ad un talento, e Carla lo è. Enzo De Carlo, patron del Cantagiro, Elvino Echeoni, direttore generale, e tutto lo staff, credono in un futuro successo di questa ragazza. Personalmente, sono sicuro dell’ascesa artistica di Carla, perché è una ragazza che cresce in un serio contesto familiare, seguita amorevolmente su una giusta via, e con una forza di volontà coadiuvata dallo studio continuo, elemento indispensabile, per progredire in un campo dove non si finisce mai di imparare. La sua attuale maturità, è soltanto il punto di partenza per intraprendere una professione difficile, che può dare enormi soddisfazioni, ma bisogna essere pronti anche a cocenti delusioni, che venti contrari potranno riservare. La sua grinta, la sua sicurezza, colpiscono subito, dalla timbrica della sua voce, che attraverso i vari colori e sfumature della tecnica, impongono quell’emozione, che soltanto un vero artista può suscitare. Il linguaggio del suo giovane corpo, la sua mimica e l’espressione del suo sguardo, come già detto, riesce a trasmettere nelle sue esibizioni, quelle importanti sensazioni, cornice indispensabile di un quadro di valore assoluto. Senz’altro, Carla Paradiso, sarà e rappresenterà uno dei fiori all’occhiello del Cantagiro, essendo una ragazza diligente, studiosa, innamorata delle lingue estere, e quindi con una cultura che crescerà esponenzialmente e che arricchirà il suo bagaglio umano e artistico. Un grande augurio di un futuro di grande successo a questa giovane cantante, da tutto lo staff del Cantagiro, che la sosterrà sempre, per farla volare ed andare sempre più su.

La biografia di Carla Paradiso

Nata a : Rieti il 18 Novembre 2002
Carla studia canto da 4 anni.
Ha esordito in tantissime Rassegne e Festival canori prima locali, poi Regionali , Nazionali e anche Internazionali vincendo e ottenendo Molti “ Primo Classificato “, Molti “ Primo Assoluto “ e altri importanti Riconoscimenti.
Concorsi e Festival Canori:
– “ Doc Music Contest – Città di Rieti “ per 3 anni: all’età di 9 anni e poi ad 11 e 12 anni – ESITO: FINALISTA e, Seconda e Prima Classificata;
– “ Festival di Saint Vincent “ con relativa Accademia con i Seguenti Docenti: Scalise, Palma, Pitteri, Di Michele – Esito: Finalista e Seconda Classificata – Età di 11 anni;
– “ Tour Music Fest “ con relativo CET di Mogol per 2 anni di seguito. Esito : Semifinalista e Finalista;
– “ Festival Internazionale di Castel Ritaldi “ (Pg) . età di 12 anni : Esito: Primo Assoluto;
– “ Italian Talent Lab “ – età: 10 anni . Esito: Vincitrice Regionale per la Regione Lazio e Seconda Classificata a livello Nazionale;
– “ Una Voce per Micaela “ – Regione Lazio – Età : 10 anni – Esito: Prima Assoluta;
– “ Festival Italia in Musica “: età 12 anni- Emittente: Gold TV . Esito: Prima Classificata;
– “ Festival Internazionale La Chance “ – età 12 anni : Prima Classificata:
– Concorso “ Voci in Musica “- età: 13 anni – Esito: Primo Assoluto;
– Concorso – “ Città di Rieti “ 2016 _ Esito: Prima Classificata;
– “ Vocine Nuove – Castrocaro “ – età 12 anni – Seconda Classificata;
– “ Uno Voice “ – età 12 anni – Esito: Seconda Classificata;
– “ Festival di Roma “ – Età 12 anni – Esito: Prima Classificata;
– “ Festival Show 2016 ” – Età 13 anni – Esito: Seconda Classificata;
– “ Microfono d’Oro “ 2017 – Esito: Premio Speciale e Premio della Critica;
– Concorso “ Il Cantagiro 2017 “ – età 14 anni – Esito: Vincitrice Regionale – Regione Umbria e Terza Classificata alla fase Nazionale;
– “ Una Voce Per Il Sud “ – età 12 anni – Esito: Prima classificata;
– “ Concorso Nazionale Città di Montorio Romano “ 2017- Esito: Prima Assoluta.
– “ La Voce sei Tu “ – Anno 2015 – Esito : Prima Classificata.
– Si è esibita con la famosissima canzone “ La vie en rose “ di Edith Piaff davanti e per l’Ambasciatore Francese in Italia con tutta la Sua Delegazione.
– TRINITY di 5 Livello esclusivamente in canto e lingua inglese superato a pieni voti in INGHILTERRA.

ACCADEMIE FREQUENTATE:
– Accademia Caracciolo
– Accademia di Saint Vincent sopra citata;
– CET di Mogol
Ha studiato Canto Moderno

Attualmente studia canto e pianoforte jazz presso il Liceo Musicale di Rieti frequentando il secondo anno dello Stesso, finora con eccellente profitto come fu per lo scorso anno, ma come anche per quelli precedenti.
Carla è bilingue: parla indistintamente l’Italiano e l’ Inglese, ma parla anche il Francese.
Ama cantare, suonare, recitare, leggere tantissimo, e ama studiare le culture e le lingue orientali: soprattutto il Giapponese ed il Coreano.
Carla è trasversale nel canto: studia e canta Jazz, Pop, Musical, Canto Lirico, Lirico – Pop, Canto Barocco e Gregoriano, Blues, Soul, Gospel, Spiritual e le piace sperimentare nuovi generi.
Canta principalmente in Italiano, Inglese e Francese, Giapponese e Coreano.
E’ stata ospite in tanti Concorsi Canori quali , “ Il Mio Canto Libero”, “ Premio Lucio Battisti – Poggio Bustone “, e in tante manifestazioni benefiche e di volontariato per la raccolte fondi per i Terremotati della Nostra Provincia, per i Malati di Cancro , per i Non Vedenti con Associazioni Importanti quali: “ Lions Club “, Onlus Varie e in particolare con e per la “ Onlus Alcli – Giorgio e Silvia “ per la creazione di una casa accoglienza per i malati e le loro famiglie nel tentativo di agevolarli nelle cure.
Ha partecipato già a diversi Talent Show Televisivi:
1) Ti Lascio Una Canzone 7 ed. 2014 su RaiUno e condotto dalla Clerici nel 2014;
2) Festival Italia in Musica per Gold Tv ne 2014;
3) The Voice Kids of France su France Deux nel 2015;
4) Vincitrice del Concorso parallelo “ Five Sisters “ inserito all’interno del Programma TV “Circus Junior” nel 2017;
5) Partecipante del Programma TV The Coach nel 2017;
6) Protagonista in quanto Una dei 9 Prodigi dell’ omonima trasmissione TV “ PRODIGI 2 “ ed. 2017 in onda su RaiUno in Prima Serata il 18 Novembre 2017.

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2 Comments

2 Comments

  1. Carla Colapicchioni

    29 Novembre 2017 at 9:08

    Orgogliosa e felicissima di aver scoperto un tesoro immenso! Alle sue innumerevoli doti artistiche ed intellettuali, sopracitate vorrei aggiungere le sue doti umane: buona, altruista, modesta, obiettiva al punto giusto… Sempre pronta ad aiutare gli altri ed a condividere il palcoscenico con i compagni senza primeggiare, limitandosi, talvolta a dare qualche consiglio.

  2. Carla Paradiso

    29 Novembre 2017 at 13:28

    Grazie Mille, Carla Colapicchioni.

    Grazie Mille Maestro Mario Torosantucci per questo Stupendo Articolo ❤
    Grazie CANTAGIRO❤
    GRAZIE PATRON ENZO DE CARLO❤
    GRAZIE A TUTTI❤?

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com

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Cultura e Spettacoli

Tivoli, al via il festival della cultura giapponese

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Nei giorni 4,5 e 6 luglio si svolgerà a Tivoli la Prima Edizione del Festival della Cultura Giapponese, nell’ambito del rapporto di gemellaggio che lega Tivoli alla città giapponese di Yugawara.
Questo appuntamento si inserisce nel complesso dei rapporti istituzionali che collegano le due comunità e vuole rappresentare anche un ponte tra due culture millenarie che sembrano distanti e che invece hanno molti punti di contatto.
All’iniziativa hanno dato il proprio Patrocinio Gratuito i Comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio, L’Istituto Va-Ve, Villae Tivoli, la Fondazione Italia-Giappone, la DMO di Tivoli e Valle dell’Aniene Terre di Otium e la Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio che ha erogato anche un contributo finanziario a sostegno dell’iniziativa.
Numerosi sono stati gli sponsor privati del territorio che hanno voluto supportare l’evento.
Il Comitato promotore del Festival è composto dall’Associazione Tivoli Città della Cultura, Tivoli ONLUS, LUIG (Libera Università Igino Giordani) e Agenzia del Viaggiatore-CTS.
Il programma allegato è ampio e denso di eventi ed è finalizzato a far conoscere alcuni aspetti della cultura giapponese con l’intento di rafforzare i rapporti anche dal punto di vista istituzionale e degli scambi commerciali.
Una delegazione della Città di Yugawara sarà ospite della nostra Città negli stessi giorni in cui si svolgerà il Festival e visiterà molti luoghi e strutture sia di Tivoli sia di Guidonia Montecelio.
Il Sindaco di Tivoli accoglierà la Delegazione il 4 luglio presso Palazzo San Bernardino per i saluti e lo scambio dei doni
istituzionali.
Particolarmente significativo ed evocativo sarà l’evento del 6 luglio, alle ore 17,00, presso le Scuderie Estensi.
In quell’occasione si celebrerà il primo Raid aereo Roma-Tokyo del 1920 e si commemorerà la figura dell’Ufficiale Pilota Arturo Ferrarin che compì la trasvolata. Per l’occasione, il giorno 5 luglio alle ore 9,30, il 60° Stormo dell’Aeronautica Militare di stanza presso l’Aeroporto di Guidonia Montecelio, sorvolerà la Città di Tivoli per omaggiare la memoria del
pilota italiano, la sua impresa, la Delegazione giapponese e la città di Tivoli.
A Yugawara è presente uno dei più grandi biscottifici del Giappone intitolato alla città di Tivoli, così come un grande Centro Commerciale, inaugurato nel 2017, dove insiste un’ampia zona in cui è possibile trovare prodotti alimentari italiani, in particolare di Tivoli e della Valle dell’Aniene.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: Angelo Polimeno Bottai presenta il libro “Mussolini io ti fermo”

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“O lo battezzate o ve lo riprendete. Io una bestia non l’allatto!”
Sono queste le parole che la balia frascatana Teresa rivolge ai genitori del piccolo Giuseppe Bottai contenute nel libro “Mussolini io ti fermo” che il nipote, Angelo Polimeno Bottai, presenta oggi nel salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria.
Sono l’incipit a questa serata che racconta, attraverso le pagine del libro, la storia e la vita di una delle figure che hanno rappresentato il ventennio fascista.

Emanuela Bruni ed Angelo Polimeno Bottai

C’è un profondo legame tra Frascati e l’autore del libro in quanto la città tuscolana, dice, “è parte stessa della nostra vita, infatti mio nonno venne battezzato nella Cattedrale di San Pietro ed io, molti anni dopo, ricevetti nella stessa Chiesa la Prima Comunione”.
Figura molto controversa, Giuseppe Bottai, viene “raccontato” attraverso una attenta analisi storica proprio per evitare, come dice lo stesso Angelo Polimeno Bottai, che “gli affetti prendessero il sopravvento sulla verità storica … è stata davvero una grossa responsabilità”.
Il quadro che emerge dalle pagine del libro narra un giovane Bottai lontano, nei primi anni della giovinezza, dalla politica ma che poi, vivendo, con la sua famiglia, nello storico quartiere romano Macao, resta colpito dalla presenza e dalla prestanza dei militari.
Siamo a ridosso della Grande Guerra alla quale Giuseppe Bottai prende parte come volontario negli Arditi riuscendo a mettersi in luce per il suo ardimento che lo porterà a ricevere una medaglia d’argento ed una di bronzo al valor militare.
Alla fine della guerra conosce e frequenta Benito Mussolini “rimandone folgorato” – dice l’autore – legandosi a quello che diverrà il “duce” attraverso un “rapporto travagliato con quest’uomo non altissimo di statura ma imponente nel carattere e nel modo di essere”
Un legame che può essere racchiuso nel titolo della rivista che Giuseppe Bottai fonda nel 1922, Critica Fascista, (da ricordare che tra gli abbonati di tale rivista figura Antonio Gramsci) proprio a sancire un atteggiamento molte volte contrario dello stesso Bottai ad alcune scelte che condurranno quella che originariamente vuole essere una rivoluzione che vuole riportare ordine e legalità in un paese, l’Italia, attraversato da molteplici attività anarchico socialiste che portano a terre occupate e centinaia di scioperi, ad una vera e propria dittatura.
“Ci sono due anime nel fascismo: quella che incarna mio nonno, i revisionisti, e quella che fa capo a Roberto Farinacci, gli irriducibili” spiega con estrema chiarezza Angelo Polimeno Bottai precisando che l’intento della “fazione” a cui fa capo il nonno cerca di convincere il Duce a mettere le mani nelle riforme necessarie allo sviluppo del paese per farlo risorgere da quella vittoria dimezzata che è stata la fine del Primo Conflitto Mondiale.
Ed una profonda frattura, spiega ancora, avviene immediatamente dopo la notizia del rapimento del deputato socialista, Giacomo Matteotti, definito da Giuseppe Bottai il “più efferato, inumano e stupido delitto che si potesse commettere verso un uomo di parte avversa e contro l’idea che anima la nostra parte”; una vera e propria condanna che culmina nella frase “bisogna trovare i responsabile anche se fossero nelle alte sfere”.
Questo, ovviamente, come riportano le pagine del libro, pone lo stesso Giuseppe Bottai ai margini del regime che sta nascendo che non è “inviso alle grandi potenze”, spiega Angelo Polimeno Bottai, ma che non pensa minimamente ad una alleanza con la Germania che sta divenendo hitleriana.
Addirittura, spiega, “ci sono liti profonde tra la stampa italiana e quella tedesca” fino al punto che alla cacciata degli ebrei dalla Germania molti di questi addirittura arrivano nel nostro Paese ed è la guerra d’Etiopia, nella quale Giuseppe Bottai si arruola, diventa il “punto di non ritorno” che segna in modo inesorabile l’alleanza italo/tedesca.
Le sanzioni permettono ad Hitler di legare con un patto economico e sodale l’Italia di Mussolini determinando il fatto che, spiega l’autore, “l’innamoramento di Giuseppe Bottai verso il duce si incrina ma rimane una lealtà critica che non determina affatto la rottura del rapporto”.
Ed è in questo momento che la frattura con l’area degli irriducibili di Farinacci raggiunge punti davvero enormi arrivando all’approvazione delle Leggi Razziali.
Lo stesso Roberto Farinacci fa girare la voce che Bottai sia d’origine ebraica per estrometterlo ed il risalto che questa notizia ha a livello internazionale diventa sempre più grande (addirittura si trova in molti giornali francesi e tedeschi).
La scelta di Giuseppe Bottai, divenuto Ministro dell’Educazione, di applicarla in maniera dura diventa, al tempo stesso, “un’angoscia” ed una “responsabilità” necessaria.
La prova di questo suo momento difficile si ritrova nella corrispondenza riportata tra le pagine del libro ove un carteggio con l’allora vicepresidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia, l’avvocato Aldo R. Ascoli mostra l’apertura di Bottai verso gli ebrei italiani valuta la possibilità concreta di “concedere particolari benemerenze a famiglie di ebrei in cui qualcuno abbia acquisito meriti particolari, militari o civili”.
“Due parti in commedia” spiega Angelo Polimeno Bottai dimostrando, ancora una volta, il forte attaccamento di Giuseppe Bottai all’origine rivoluzionaria del fascismo di cui resta innamorato.
Le contrapposizioni con Farinacci aumentano esponenzialmente: Bottai redige, durante il mandato che lo vedo governatore della Capitale, i piani per la creazione di EUR 42, l’Esposizione Universale di Roma che si sarebbe tenuta nel 1942 (a ragione si crede che nessuno nei primi anni del ’30 pensasse ad una Guerra Mondiale), ed in antitesi al premio Cremona, Bottai da vita dapprima al premio Bergamo e successivamente manda in stampa la rivista Primato che diviene uno dei capisaldi della cultura italiana del momento.
Sulle pagine del “Primato. Lettere e arti d’Italia” scrivono le firme italiane più eccellenti, da Nicola Abbagnano a Galvano della Volpe, da Walter Binni a Mario Praz, da Dino Buzzati a Vasco Pratolini, passando per Quasimodo, Montale, Ungaretti, Guttuso ed un giovanissimo Eugenio Scalfari ebbe a dire “su il Primato potevo scrivere liberamente mettendo alle corde Farinacci”.
Un’oasi culturale che dimostra la libertà di pensiero di Giuseppe Bottai ed il suo vano tentativo di riportare il fascismo a quegli albori che erano rimasti nel suo animo rivoluzionario.
Oasi che, attraverso poi l’emanazione di quella che divenne la legislazione per la difesa delle opere d’arte italiane fino alla creazione dell’Istituto Centrale del Restauro, porta alla salvezza di un enorme patrimonio artistico del nostro paese grazie anche alla collaborazione di personalità del calibro di Giulio Caio Argan, in chiave e funzione antinazista concretizzandosi anche sul piano prettamente pratico.

Il libro si conclude con i tragici momenti che portarono al famoso 25 luglio 1943 dove una “dittatura” decreta una successione, una piena antitesi al concetto stesso di dittatura.
Giuseppe Bottai è uno di quelli che votarono a favore dell’Ordine del giorno Grandi e per questo, condannato in contumacia, dai tribunali della Repubblica Sociale, dapprima si rifugia in Vaticano fino a giungere poi sotto il falso nome di Andrea Battaglia a combattere vestendo la divisa della Legione Straniera per la liberazione della Provenza dalle truppe naziste.

Due momenti importanti da sottolineare orchestrati da due ex sindaci della città di Frascati: Roberto Eroli e Stefano Di Tommaso.
Quest’ultimo, attento ricercatore, legge una lettera scritta dal Ministro della Cultura Popolare, Alessandro Paolini, ed indirizzato al ministro dell’Educazione Giuseppe Bottai.

Stefano Di Tommaso con in mano la lettera indirizzata da Alessandro Paolini a Giuseppe Bottai

Roberto Eroli invece esorta Angelo Polimeno Bottai a ricercare, tra i diari del nonno Giuseppe, informazioni che possano fare ulteriore luce sul tragico bombardamento effettuato dagli alleati l’8 settembre 1943 della città di Frascati.

nella foto, da sx, Angelo Polimeno Bottai, Roberto Eroli ed Emanuela Bruni

Una serata che ha riportato i tantissimi presenti nei giorni ancora vivi di quel Ventennio Fascista.

Colpisce, e non poco, la frase dell’ultima di copertina del libro nella quale, Angelo Polimeno Bottai, scrive “Nato pochi mesi dopo la sua morte, Giuseppe Bottai purtroppo non l’ho mai incontrato. Un doppio dispetto del destino: come nipote e come giornalista. In questa seconda veste, tuttavia, posso raccontare chi è stato l’uomo che più di tutti ha rappresentato ragione e coscienza del 25 luglio 1943”.

il direttore de “Il Tuscolo” ed amico Fabio Polli con Angelo Polimeno Bottai

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