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6 anni faon
CANOSA DI PUGLIA – Grande successo di partecipazione al Convegno “Sicurezza nelle città a base della democrazia”, promosso ed organizzato dall’Associazione Nazionale degli Insigniti dell’Ordine al Merito delle Repubblica Italiana –Delegazione ANCRI Puglia – Sezione Territoriale BAT “Canusium”, che ha avuto luogo nell’accogliente Auditorium di Palazzo Mariano a Canosa di Puglia(BT).
Uno spazio di condivisione delle competenze per riflettere insieme sulle politiche della sicurezza come garanzia di democrazia, nell’ambito di un progetto ANCRI, “Viaggio tra i valori e i simboli della repubblica”, nato dalla esigenza di promuovere ogni possibile iniziativa ritenuta idonea per contribuire a far conoscere e tenere alti i valori e i simboli della Repubblica (come la persona, la libertà, il lavoro, la salute, la sicurezza) che sono i pilastri su cui poggia la costruzione della democrazia e, in generale, della qualità della vita. Un grande evento su un argomento suggestivo e anche di grande valore culturale e sociale, che ha visto la partecipazione di relatori di altissimo profilo professionale e portatori di esperienze straordinarie sul campo e un uditorio numeroso qualificato e attento.
Tanti giovani studenti, rappresentanti delle istituzioni civili, militari religiose nonché avvocati del Consiglio dell’Ordine e della Camera Penale di Trani. Presenti anche altri vertici dell’ANCRI tra cui i vice presidenti Domenico Garofalo, Francesco Avena e Franco Graziano, il tesoriere nazionale Luigi Vergaro, il delegato regionale Puglia Aurelio Vieri e tutti i quadri direttivi pugliesi.
Molto apprezzati gli interventi d’apertura dei lavori che sono andati oltre i rituali saluti. Il tema peraltro è risultato di particolare attualità alla luce del decreto legge Salvini sulla sicurezza e immigrazione approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24 settembre ed entrato in vigore il 5 ottobre Particolarmente interessanti e ricchi di spunti di riflessione, ripresi poi dai relatori, gli interventi introduttivi del Cavaliere Cosimo Sciannamea organizzatore dell’evento, del Sindaco di Canosa avvocato Roberto Morra, del presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, del Vescovo della Diocesi di Andria Mons. Luigi Mansi e del Prefetto di Barletta Andria Trani Emilio Dario Sensi.
Le relazioni che hanno fatto seguito ai saluti-interventi istituzionali hanno riscosso un grandissimo interesse per i temi trattati, per l’autorevolezza dei relatori e per l’abilità e la padronanza degli argomenti moderati dal giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Paolo Pinnelli.
Dopo l’intervento del Presidente Tribunale Trani Antonio De Luce e del Procuratore della Repubblica Trani Antonino Di Maio ha preso la parola comandante Regionale Puglia della Guardia di Finanza Generale di Divisione Vito Augelli.
Il moderatore ha dato poi la parola alla senatrice Angela Bruna Piarulli, già Dirigente penitenziario da più di vent’anni, membro della 2ª Commissione permanente Giustizia.
Il Convegno è stato chiuso dall’ intervento del prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’ANCRI, una vita dedicata al servizio dei cittadini peraltro come direttore dell’Ufficio ordine e sicurezza pubblica del Ministero dell’Interno, Questore di Firenze e di Roma e Prefetto di Pisa, tenendo come filo conduttore i valori fondanti della Repubblica.
Il presidente dell’Ancri, Tommaso Bove, nel suo indirizzo di saluto ha voluto sottolineare che “Il concetto di sicurezza è richiamato più volte nella Costituzione, molte volte, però, questo diritto viene limitato per l’insorgere di fenomeni riconducibili alla criminalità e a situazioni di forte degrado, che provocano una rilevante percezione d’insicurezza da parte della comunità e dà origine ad una forma di isolamento dovuto principalmente alla paura, che impoverisce la qualità della vita perché spinge la gente a rinchiudersi nel proprio spazio privato”. Credo sia preliminarmente necessario – ha aggiunto il presidente Bove – attribuire al termine sicurezza un significato più ampio di quello che la parola comunemente porta con sé. Essa, oggi, non può essere più intesa solo ed esclusivamente come una mera azione di repressione del fenomeno della criminalità: l’operato delle Forze dell’Ordine, invero, deve essere sempre più coordinato con gli interventi di prevenzione sociale, recupero del degrado e riqualificazione del territorio urbano, che solo il governo locale può garantire”.
“La Puglia – ha dichiarato il generale Vito Augelli – dispone oggi di uomini rappresentanti delle forze dell’ordine e magistrati di altissimo valore professionale. Lavoriamo per gli operatori economici, per la sicurezza economico finanziaria affinché possano svolgere la propria attività e dare occupazione, lavoriamo per la tutela delle entrate e per il corretto impiego delle risorse, contrastiamo la criminalità economico finanziaria. In Puglia lo Stato c’è. – ha sottolineato – La Puglia è una terra di grandi opportunità. Occorre tuttavia fare squadra, è una battaglia quella per la legalità che si vince tutti insieme, dobbiamo essere gelosi dei nostri diritti e della nostra libertà e consapevoli dei nostri doveri ed avere fiducia negli uomini delle forze dell’ordine. Lo Stato vince – ha detto ancora- abbiate fiducia”. Il prefetto Francesco Tagliente, invitato dal moderatore Paolo Pinnelli a prendere la parola, ha ripreso i temi della lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione su mafia, trattati dai relatori che lo avevano preceduto, ha parlato di “desk antimafia, anticorruzione e antiusura” attivato nel mese di ottobre del 2011 da Questore di Roma e nel mese di giugno del 2012 da Prefetto di Pisa; ha parlato di “sfogatoi” della rabbia nell’ambito di tavoli territoriali “partenariato sociale ”; ha parlato di “sartorie istituzionali e sociali. Ha concluso il suo intervento simboleggiando con la maniglia, la sedia e la lampadina, i servizi da erogare ai cittadini.
La maniglia per significare l’esigenza di garantire la pronta accessibilità ai servizi di polizia nell’arco delle 24 ore; la sedia o poltrona per significare la necessità di creare le migliori condizioni di comunicazione e di ascolto facendo ricorso agli elementi della psicologia della testimonianza e della comunicazione; “la lampadina sul comodino” per significare l’esigenza di far sentire le istituzioni e le amministrazioni, a distanza di gomito. Creare le condizioni affinché chi dovesse trovarsi in una condizione di pericolo o di bisogno senta lo Stato vicini, accessibile e disponibile ad erogare un servizio il più rispondente possibile alle aspettative.