Connect with us

Politica

Candidati “traditori”, nuovo codice etico a Cinque Stelle: 100 mila euro di multa a chi abbandona il MoVimento

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti

La corsa alle elezioni è partita, con tanto countdown: da oggi un timer segna giorni, ore, minuti e secondi che ci separano dalle elezioni del 4 marzo, almeno sul blog di Beppe Grillo. I 5 Stelle si attrezzano con nuovo statuto e nuovo codice etico, cercando di fare tesoro delle lezioni del passato: multa di 100 mila euro per chi abbandona il gruppo parlamentare o consiliare (risposta alle tante defezioni che si sono registrate in questi anni); incandidabilità solo per chi lede l’immagine del Movimento e non per chiunque venga raggiunto da un avviso di garanzia (e qui la mente va ai sindaci, come Virginia Raggi o Filippo Nogarin); obbligo, per i parlamentari eletti nelle fila M5S di votare a favore di qualsiasi fiducia posta da un eventuale, futuro presidente del Consiglio pentastellato.

Ma la prima, attesa novità riguarda le candidature alle parlamentarie. Di Maio, capo politico del movimento, annuncia che anche lui si sottoporrà all’esame della base. Assieme a lui, tutti coloro che sono nuovi e vecchi iscritti (questi dovranno rinnovare l’iscrizione accogliendo le nuove norme contenuto nello statuto e nel codice etico). Per iscriversi o aggiornare l’iscrizione c’è tempo fino alle 12 di mercoledì 3 gennaio. Nessuna apertura alla possibilità di candidare non iscritti, come da una ipotesi circolata nei giorni scorsi: quella dell’iscrizione al Movimento resta una condicio sine qua non per diventare ‘portavoce del Movimento’. A metà gennaio, poi, parola alla base con le ‘parlamentarie’.

A vigilare su tutto questo, c’è lui, Di Maio, nella sua veste di Capo Politico. Ma soprattutto c’è il Garante, Beppe Grillo, al quale spetta la prerogativa – qualora lo ritenga necessario – di sfiduciare lo stesso capo politico. Il garante, tra l’altro, è l’unico ruolo “a tempo indeterminato” previsto dallo Statuto e, dunque, si configura come il vero vertice del movimento. Un ruolo rafforzato ancora di più da questo nuovo statuto nel punto in cui ne enuncia “il potere di interpretazione autentica, non sindacabile” dello statuto.

Accanto a garante e capo politico c’è poi il Comitato di garanzia e quello dei Probiviri. Il primo, nello specifico, conta esponenti di primo piano del Movimento, tutti ultra ortodossi, come Giancarlo Cancelleri, Vito Crimi e Roberta Lombardi, quelli del secondo Paola Carinelli, Nunzia Catalfo e Riccardo Fraccaro: tutti ‘ultra ortodossi’ del Movimento. Come annunciato da Di Maio, si fanno più serrate le regole per “difendersi dagli approfittatori” e, dunque, per chi ricopre cariche istituzionali, in primis per sindaci e presidenti di Regione. “In caso di espulsione del Movimento 5 Stelle”, chi ricopre cariche elettive è tenuto “a dimettersi dalla carica”. Una norma che chiama in causa quasi esplicitamente il caso Pizzarotti, con il sindaco di Parma allontanato dal Movimento, ma che ha rifiutato di lasciare la carica al Comune.

Licenziati statuto e codice, non resta che trovare i candidati. Di qui l’appello di Di Maio: “Voglio fare un appello a tutti i cittadini di grande competenza ed esperienza, che sono stati esclusi dalla cosa pubblica perchè al loro posto venivano piazzati i burocrati di partito. Queste persone vedano nel Movimento una possibilità di partecipazione irripetibile per cambiare il Paese. A queste persone chiediamo di iscriversi al Movimento, condividerne il programma votato in Rete, rispettare le nostre poche e semplici regole (due mandati e a casa, non essere iscritti a partiti ecc), di impegnarsi a tagliarsi lo stipendio se eletti, di accettare tutti i punti del regolamento per i candidati e di mettersi al servizio di un sogno”. Il conto alla rovescia è partito.