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di Ivan Galea
Canale Monterano (RM) – Partito il ricorso al Commissario per gli Usi civici di Lazio, Umbria e Toscana e al governatore della Regione Lazio per l’accertamento della permanenza dei diritti di uso civico su un’ampia area, di circa 80 ettari, del demanio civico di Canale Monterano.
A farsi promotrice del ricorso è stata l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che ha raccolto le forti preoccupazioni esternate da un folto numero di residenti di Canale Monterano in merito ad insistenti voci di corridoio che su quelle aree si stia concretizzando un forte interesse da parte di società immobiliari che potrebbero essere finalizzate all'edificazione di un complesso turistico edilizio nella riserva naturale.
L’area interessata, di grande interesse ambientale, ricade nella Riserva naturale regionale di Monterano ed è costituita da boschi e pascoli. E il presunto progetto edilizio riguarda le località: La Bandita, Quarto, Monte Virginio.
"Recentemente – commentano dall'associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – con la determinazione Direttore Agricoltura Regione Lazio n. G14047 del 16 novembre 2015 è stata disposta l’approvazione (art. 29 della n. 1766/1927 e s.m.i.) della conciliazione transattiva sottoscritta (8 settembre 2015) fra il Comune di Canale Monterano e l’Università agraria di Canale Monterano, che prevede, senza particolari motivazioni, l’attribuzione al patrimonio comunale di un’ottantina di ettari già del demanio civico di Monterano. Eppure – proseguono dall'associazione ecologista – il decreto Ministero Agricoltura e Foreste n. 1446 del 18 agosto 1939 di assegnazione a categoria (art. 11 della legge n. 1766/1927e s.m.i,) del demanio civico e delle proprietà collettive di Canale Monterano aveva individuato nella categoria A (boschi e pascoli) quasi 980 ettari di boschi e pascoli, ricomprendenti anche La Bandita, Quarto e Monte Virginio: sembra chiaro che le terre ora qualificate come patrimonio comunale nel provvedimento regionale di approvazione della conciliazione transattiva siano invece terre a uso civico e assegnate alla categoria A (boschi e pascoli) del demanio civico di Monterano. Non solo – concludono dall'associazione – Si tratta delle terre del feudo dei principi Altieri già indicate come a uso civico fin nel Catasto Gregoriano".
Chiesta la revoca del provvedimento regionale Nel ricorso, presentato lo scorso 22 dicembre 2015, al Commissario per gli Usi civici di Lazio, Umbria e Toscana e al governatore della Regione Lazio l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus chiede la revoca del provvedimento regionale e, soprattutto, la dichiarazione della permanenza dei diritti di uso civico in favore della comunità locale di Canale Monterano.
"Come noto – hanno aggiunto dall'associazione ecologista – i diritti di uso civico costituiscono un importantissimo patrimonio delle collettività locali, sono inalienabili (art. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.), inusucapibili ed imprescrittibili (artt. 2 e 9 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.), mentre – dopo la legge n. 431/1985 (art. 1, comma 1°, lettera h) – hanno acquisito anche l’ulteriore finalità della salvaguardia e valorizzazione ambientale/paesaggistica con la tutela mediante il vincolo paesaggistico e i piani paesaggistici".
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