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Roma

CANALE MONTERANO, LA REGIONE SCRIVE AL COMUNE: VERIFICHERA' SE L'ENTE LOCALE POTRA' MANTENERE LA FUNZIONE DI AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA

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Tempo di lettura 5 minuti Nota dal cittadino di Canale Monterano Daniele Natili a proposito di una lettera della Regione Lazio al Comune di Canale Monterano del 3 gennaio scorso

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Riceviamo e pubblichiamo

Riceviamo una nota dal cittadino di Canale Monterano Daniele Natili a proposito di una lettera della Regione Lazio al Comune di Canale Monterano del 3 gennaio scorso.

In questi giorni una lettera della Regione Lazio (prot. 1952 del 3 gennaio 2013) è pervenuta al Comune di Canale Monterano ed è stata pubblicata ieri dalle forze politiche locali (per la precisione, dai due Gruppi Consiliari “Esperienza e Rinnovamento” e “Voci di Strada”), anche sulla mia pagina Facebook. Invio alcune brevi note al solo scopo di spiegarne il contenuto ai miei Concittadini ed ai Lettori de L' osservatore laziale.

Mi permetto ciò solo perché il contenuto della lettera interessa anche l’attività da me svolta, nell’ambito del gruppo di cittadini c.d. “9 agosto”, in relazione alle deliberazioni consiliari riguardanti il territorio della Riserva Monterano, che sono state ampiamente trattate da Osservatore Laziale.

La lettera è stata sottoscritta congiuntamente da due diversi organi regionali: l’Area Legislativa e l’Area Pianificazione Paesistica e Territoriale. In essa si chiede al Comune di Canale se sia vero che quest’ultimo abbia sostituito il soggetto responsabile del procedimento di autorizzazione paesaggistica senza darne comunicazione ai competenti uffici regionali. Secondo la Regione, se ciò fosse vero, sarebbe stata violata la determinazione (B4373 del 2010) con cui il Dipartimento Regionale Territorio aveva a suo tempo delegato il Comune a svolgere la funzione di autorizzazione paesaggistica, in base all’art. 146, 6o comma, del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).

Il Codice Beni Culturali, agli artt. 134 ss., individua i beni paesaggistici e le procedure per la loro tutela. Secondo questa legge, per ‘beni paesaggistici’ si intendono immobili (sono compresi, oltre agli edifici di pregio, anche gli alberi monumentali, i parchi ed i giardini), complessi di immobili (es. centri storici urbani) e aree, che per la loro “bellezza naturale”, “singolarità geologica”, “memoria storica”, “non comune bellezza”, “valore estetico” e “valore tradizionale” lo Stato qualifica di notevole interesse pubblico.

Insomma, lo Stato vuole proteggere cose immobili, private e pubbliche, caratterizzate da particolare bellezza, valore storico o valore geologico; vuole proteggere anche il nostro semplice diritto a godere delle bellezze panoramiche – si veda, infatti, l’art. 136, 1o comma lett. d) Codice Beni Culturali.

A tal fine, la legge citata distingue due categorie di beni paesaggistici: alcuni beni sono tutelati in ogni caso e definiti come ‘aree tutelate per legge’ (artt. 134 e 142 Codice beni Culturali); altri beni vengono sottoposti a tutela solo dopo un complesso procedimento, con il quale siano dichiarati di notevole interesse pubblico (l’art. 146 Codice Beni Culturali parla di ‘beni tutelati in base alla legge’).

Fra i beni direttamente tutelati dalla legge rientrano, per esempio, le coste dei mari e dei laghi, le acque pubbliche, i parchi e le riserve, i ghiacciai, le montagne, le terre assegnate alle Università Agrarie e in generale tutte le terre gravate da usi civici. Questi beni sono tutti immediatamente tutelati.

I beni eventualmente tutelati sono quelli dichiarati di notevole interesse pubblico su proposta di apposite commissioni regionali, altamente qualificate (art. 137 Codice Beni Culturali), delle quali fanno parte, fra l’altro, anche rappresentanti delle soprintendenze.

Se il procedimento avviato dalla proposta di una commissione regionale ha buon esito, il bene è dichiarato di notevole interesse pubblico e gode della medesima protezione dei beni tutelati per legge.

In che cosa consiste questa tutela speciale? Ce lo dice l’art. 146 Codice Beni Culturali, che è la norma fondamentale citata nella lettera inviata dalla Regione al Comune di Canale Monterano. In essa si dispone che i proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili ed aree di interesse paesaggistico (sia tali per legge, sia tali perché dichiarati di notevole interesse pubblico) “non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione” (1o comma). Vale a dire, chiunque abbia anche la sola detenzione di un bene paessaggistico non può arrecare pregiudizio ai valori di bellezza, storicità o interesse geologico dei quali la cosa protetta è portatrice.

Inoltre, i soggetti interessati hanno “l’obbligo di presentare alle amministrazioni competenti il progetto degli interventi che intendano intraprendere, corredato della prescritta documentazione, ed astenersi dall'avviare i lavori fino a quando non ne abbiano ottenuta l’autorizzazione” (2o comma). Cioè, vi è un procedimento di speciale autorizzazione (autorizzazione paesaggistica, appunto) per gli interventi che comportino modifiche dei beni a tutela paesaggistica.

Ora, secondo il 4o comma art. 146 Codice Beni Culturali, l’autorizzazione paesaggistica “costituisce atto autonomo e presupposto rispetto al permesso di costruire o agli altri titoli legittimanti l'intervento urbanistico-edilizio”. Il privato o l’ente pubblico che intende compiere interventi su un bene paesaggistico deve premunirsi di autorizzazione paesaggistica.

Sull’istanza di autorizzazione paesaggistica si pronuncia la Regione, una volta acquisito il parere vincolante della soprintendenza competente (art. 146 Codice Beni Culturali, 5o comma).

La Regione esercita la propria competenza in due modi, entrambi previsti dall’art. 146, 6o comma, Codice Beni Culturali: o “avvalendosi di propri uffici dotati di adeguate competenze tecnico-scientifiche e idonee risorse strumentali”; oppure delegando questa delicatissima funzione ad enti minori (province, comuni, associazioni di enti locali), in relazione ai rispettivi territori e “purché gli enti destinatari della delega dispongano di strutture in grado di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche nonché di garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico- edilizia” (così il testo del comma 6 appena citato).

Ciò significa che l’autorizzazione paesaggistica può provenire anche dal Comune, in funzione di delegato dalla Regione, a condizione che: 1) in sede comunale esista una apposita struttura dotata delle necessarie competenze tecnico-scientifiche; 2) che tale struttura sia distinta dall’Ufficio Tecnico Urbanistico addetto alla concessione dei permessi di costruire.

La lettera della Regione al Comune di Canale interviene in questa delicata materia. La lettera dice che il Comune di Canale ha ricevuto la delega per l’esercizio delle funzione di autorizzazione paesaggistica nel 2010, nei limiti e nei modi di cui alla determinazione B4373 sopra citata. La Regione chiede al Comune se è vero, oppure no, che sia stato sostituito il soggetto delegato per l’autorizzazione paesaggistica, senza darne avviso alla Regione. Se una tale sostituzione fosse avvenuta, la Regione ritiene che potrebbero allora essere state superate le prescrizioni contenute nella delega. Per questa ragione, la  Regione chiede al Comune di sapere quali siano gli attuali responsabili del procedimento di autorizzazione paesaggistica e di quello urbanistico-edilizio, dovendo essi essere necessariamente distinti e separati.

Ma vi è di più. Anche se la funzione autorizzatoria venga esercitata in forma delegata, occorre in ogni caso l’acquisizione del parere vincolante del soprintendente ex art. 146, 5o comma, Codice Beni Culturali (come sopra ricordato). Ebbene, la Regione contesta al Comune il seguente fatto. La Delibera Comunale 13/2012 (di semplificazione), di cui la Regione ha chiesto a suo tempo la revoca, avrebbe, in sostanza, un contenuto evasivo dell’obbligo legale di acquisire il parere vincolante della soprintendenza. Per questo aspetto in modo particolare, pertanto, la Regione con la lettera chiede conferma al Comune che la Delibera 13 sia stata revocata.

Infine, corre l’obbligo di sottolineare che la Regione, nella lettera in esame, avverte il Comune che, da almeno sei mesi, quest’ultimo non trasmette alla prima l’elenco delle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate in forma delegata (contrariamente a quanto previsto dalla L. Reg. Lazio 8/2012) e, di conseguenza, invita il Comune stesso a far pervenire a Roma la copia di tutte le autorizzazioni rilasciate dal momento della delega fino ad oggi.

In conclusione, la Regione con la lettera in esame ha instaurato un contraddittorio al fine di verificare la persistenza, oppure no, in capo al Comune di Canale Monterano dei requisiti per il mantenimento della funzione di autorizzazione paesaggistica.

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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Castel Madama, picchia i genitori per i soldi della droga

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I Carabinieri della Stazione di Vicovaro hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano di 24 anni, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
A Castel Madama, un piccolo comune nella valle dell’Aniene vicino Roma, la vita di una famiglia è stata turbata per anni da un figlio con problemi di droga. Il giovane, di 24 anni, per ottenere il denaro necessario all’acquisto di stupefacenti, ha ripetutamente minacciato e maltrattato i suoi genitori.
Una sera, la situazione è degenerata; durante una violenta lite, il ragazzo ha aggredito il padre, provocandogli delle lesioni. Questo episodio ha spinto la famiglia a denunciare tutto ai Carabinieri, che hanno attivato immediatamente la procedura del “codice rosso”.
Il dramma familiare ha raggiunto il culmine il 6 agosto, quando il giovane, in preda all’ira, ha iniziato a prendere a calci e pugni la porta d’ingresso della casa dei genitori. Non contento, ha minacciato e spinto la madre, riuscendo a estorcerle 30 euro e causandole delle contusioni. La donna, disperata, ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente, fermando il figlio e mettendo fine a questo incubo. Ora il 24enne si trova nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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