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di Chiara Rai
Al via al procedimento di annullamento di deliberazioni e provvedimenti comunali che riguardano la gestione del territorio e il tentativo di edificare all’interno dell’area protetta della Riserva. Una dura nota della Regione è stata recapitata al Comune di Canale Monterano a seguito di solleciti da parte della Riserva e dei gruppi consiliari Esperienza e Rinnovamento e Voci di Strada. C’è poco da dire se non che l’Ente sovra comunale annullerà le delibere approvate arbitrariamente dalla giunta Stefani due anni orsono, tra cui quelle famigerate che avrebbero consentito l’applicazione del Piano Casa nella zona B della Riserva Naturale, arbitrariamente perimetrata ed estesa, previa sanatoria edilizia degli edifici abusivi. I protagonisti di tutta questa storia, e cioè i cittadini rappresentanti dellìopposizione in Comune hanno inteso riassumere l’intera questione.
Stefano Ciferri, gruppo consiliare Voci di Strada
Con un procedimento eccezionale la Regione da avvio ad una procedura con la quale annullerà tutti gli atti in materia di urbanistica prodotti dalla amministrazione Stefani.
L’esercizio di tale potere, afferma la Regione "è da considerarsi eccezionale ed ha carattere fortemente discrezionale, essendo il risultato di una valutazione composita che non si limita a considerare i meri profili di illegittimità dell’atto singolo ma li inquadra nella più ampia prospettiva del corretto governo del territorio e nella salvaguardia dell’ordinamento in materia urbanistico-edilizia considerato nel suo insieme".Tutti quanti vi ricorderete delle famose delibere di Variante create dalla attuale amministrazione attraverso le quali si effettuava solo per esempio una arbitraria zonizzazione dentro la Riserva Naturale Monterano, finalizzata al rilascio del titolo edilizio in sanatoria per costruzioni abusive, oppure l'arbitrario e prematuro adeguamento del PRG di Canale Monterano al PTPR, ebbene ora la Regione Lazio dopo ripetuti pareri negativi e dopo anche l'intervento della Procura della Repubblica è intenzionata a chiudere il contenzioso con la nostra amministrazione annullando tali delibere. Una vicenda brutta da ogni punto di vista in cui permetteteci di dire ancora una volta il nostro paese viene penalizzato scontando una pianificazione mai fatta – scenario questo su cui la amministrazione Stefani ha operato con risposte che non hanno portato nulla di buono. Così la Regione scrive al nostro segretario comunale: L'azione comunale sembra trarre ispirazione da una libera lettura del principio … è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato…in sostanza tale principio più volte indicato da questo comune funge da grossolano presupposto ideologico legittimante l'attività dell'ente locale e la sua arbitraria applicazione è ancora più sconcertante perché coinvolge il bene paesaggio tutelato dalla Costituzione.
L'elenco delle delibere che la Regione vuole annullare è: deliberazione di consiglio n. 13 del 26 marzo 2012; deliberazione n. 37 del 9 agosto 2012, deliberazione di consiglio n. 3 del 15 febbraio 2013 e infine la deliberazione n. 4 del 15 febbraio 2013.
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