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Roma

CANALE MONTERANO, DELIBERE "FAI DA TE": LA REGIONE POTREBBE CONTESTARE AL COMUNE ANCHE LA DELIBERA DEL 9 AGOSTO

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Tempo di lettura 5 minuti L'attenta analisi dei fatti di Daniele Natili

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"La Regione ha considerato “priva di valore giuridico” la Delibera n. 13 del 26 marzo, annunciando all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano di voler impugnare gli eventuali atti amministrativi ad essa consequenziali. La ferma presa di posizione da parte della Regione Lazio dovrebbe riflettersi pure sulla successiva Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9 agosto scorso, che riguarda direttamente la Riserva Naturale Regionale “Monterano”. Trattandosi anche in questo caso di una deliberazione immediatamente esecutiva, essa potrebbe andare incontro ad analoghe obiezioni di illegittimità procedimentale."

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Daniele Natili una nota in merito alla lettera della Regione Lazio, Ufficio di Staff Tecnico-Amministrativo di Supporto e Controllo di Gestione, all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano, prot. n. 434559 del 10 ottobre 2012.

La lettera in questione è la risposta dell’Ufficio regionale citato a quanto scritto dal Comune di Canale Monterano (Ufficio Comunale per l’Edilizia e l’Urbanistica, prot. 6559 del 11/09/2012) all’Assessorato Regionale all’Urbanistica e all’Area Urbanistica e Copianificazione della Regione Lazio (fra gli altri), in merito alla Delibera comunale n. 13 del 26 marzo 2012. Lo scorso 11 settembre, infatti, il Comune di Canale Monterano contestava i rilievi con i quali la Regione, alcuni giorni prima (il 4 settembre 2012), aveva avanzato la richiesta che la Delibera n. 13 del 26 marzo venisse revocata.La Delibera del 26 marzo introduceva procedimenti semplificati in materia urbanistica, sulla base di un principio liberistico – per cui sarebbe consentito tutto quello che dalla legge non risulta vietato – nell’ottica, tuttavia, di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale). La richiesta regionale di revoca di tale deliberazione si basa su di un argomento pregiudiziale: il Comune – diceva nella sostanza la comunicazione regionale del 4 settembre – avrebbe dovuto adottare il procedimento di Variante o Piano Regolatore Generale (PRG). Ora, dopo la replica inviata a settembre dall’Ufficio Comunale per l’Edilizia e l’Urbanistica, la Regione stessa fa pervenire all’Ufficio Tecnico comunale di Canale una seconda comunicazione, di cui mi preme evidenziare alcuni punti essenziali.In questo ulteriore documento regionale viene, in primo luogo, precisato che l’adeguamento al PTPR avviene con un provvedimento comunale (la Delibera n. 13) definito intempestivo, nel senso che, essendo il PTPR ancora in fase di definitiva approvazione, Canale Monterano recepirebbe nel proprio strumento urbanistico mere disposizioni transitorie (di salvaguardia) e non il PTPR nel suo testo definitivo: ciò comporterebbe, secondo gli organi regionali, una contraddizione con il principio di economicità dell’azione amministrativa. Avendo prematuramente adeguato lo strumento urbanistico comunale, l’Amministrazione locale si esporrebbe al rischio di dover reiterare la propria azione, per conformarsi al PTPR nella sua versione definitiva. Si tratterebbe, insomma, di uno spreco di attività amministrativa. I comuni sono, infatti, tenuti a tale attività di adeguamento solo entro i due anni dalla definitiva approvazione del PTPR. La Regione, poi, torna ad insistere sulla necessità che simili provvedimenti rivestano la forma procedimentale della Variante o del PRG. Ciò viene giustificato con due argomenti principali. Il primo è il principio di legalità. Il principio di legalità va inteso, da un lato, nel senso della prevalenza delle norme di legge sugli atti amministrativi: qualsiasi provvedimento della Pubblica Amministrazione (P.A.) contrasti con una norma di legge è illegittimo e passibile di nullità o annullamento. Dall’altro, va inteso come principio di tipicità dei provvedimenti imperativi della P.A.: ogni esercizio di potere da parte della P.A. deve trovare giustificazione e previsione in una specifica norma di legge. Si tratta della garanzia fondamentale dello Stato di Diritto. Ogni cittadino ha nella legge – ossia nella volontà popolare – il criterio per individuare se, e in che misura, debba sottostare ad un potere esercitato nei suoi confronti. Ciascuno di noi è tenuto a conformarsi esclusivamente a quegli atti autoritativi che siano previsti dalla legge. Ora, secondo la Regione, la Delibera comunale n. 13 avrebbe il contenuto tipico di uno strumento urbanistico ordinario; e, allora, essa si sarebbe potuta adottare solo nel rispetto delle norme sul procedimento di formazione degli strumenti urbanistici (il Comune avrebbe così violato il principio di prevalenza delle norme di legge); oppure, ammesso che il potere esercitato dal Comune sia di natura diversa da quello che richiede la forma della Variante o del PRG, tale potere non troverebbe corrispondenza in alcuna disposizione di legge che lo giustifichi (ad essere violato sarebbe allora il principio di tipicità dei provvedimenti). Di qui, in ogni caso, l’asserita violazione del principio di legalità. Il secondo argomento utilizzato dalla Regione attiene al ruolo di garanzia che il procedimento di Variante o PRG svolge nei confronti dei privati cittadini e delle persone giuridiche pubbliche o private. Infatti, la Regione Lazio ritiene che, adottando un provveddimento immediamente esecutivo (come la Delibera n. 13), invece che il più complesso procedimento previsto in materia urbanistica, il Consiglio Comunale avrebbe privato tutti i soggetti coinvolti della possibilità, loro legalmente riconosciuta, di partecipare alle scelte riguardanti la gestione del territorio. In definitiva, la Regione ha accusato il Comune di un ingiusto “fai da te”, che violerebbe le prerogative in tema di pianificazione urbanistica legalmente spettanti ad altri enti ed ai singoli cittadini.La Regione ha, pertanto, considerato “priva di valore giuridico” la Delibera n. 13 del 26 marzo, annunciando all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano di voler impugnare gli eventuali atti amministrativi ad essa consequenziali. La ferma presa di posizione da parte della Regione Lazio dovrebbe, a mio parere, riflettersi pure sulla successiva Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9 agosto scorso, che riguarda direttamente la Riserva Naturale Regionale “Monterano”. Trattandosi anche in questo caso di una deliberazione immediatamente esecutiva, essa potrebbe andare incontro ad analoghe obiezioni di illegittimità procedimentale.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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