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Roma

CANALE MONTERANO

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Chiara Rai

Incredibile, o in questo periodo di affaccendamenti ed epiloghi di ere costruttrici succedono accadimenti simili ovunque, oppure i Mister “Ci penso a tutto io” si stanno moltiplicando a vista d’occhio e, personalmente, vorrei proprio sapere dove si trova la stamperia di questi multi verso signori per porvi irrevocabile rimedio. Scherzi e fantasie a parte, vorrei sottoporvi una vicenda vera, costruita con pezzi di carta ufficiali e per contorno, leggi di riferimento.

Prima di iniziare si ricorda che le aree protette sono protette e piene di vincoli e si chiamano protette perché vanno preservate, ne va preservato il verde, la valenza archeologica e le sue caratteristiche (e altri vincoli ancora) e tra queste aree protette vi sono le Riserve Naturali. Che piaccia o no al bello e affascinante vice della dama bianca, ormai diventato celebre per aver varato un piano. Il piano che se utilizzato con criterio può essere anche uno strumento apprezzabile ma sono gli escamotage messi in piedi dagli improvvisati “Ci penso a tutto io” che fanno traballare il tutto.

Si tratta di una storia che ha dell’assurdo e che ci è stata segnalata da Agnese Moglioni, affatto digiuna di simili questioni e attenta lettrice de L’osservatore laziale, la quale ci ha dato un input ben preciso che ci ha permesso di ricostruire l’intera vicenda che potremo riassumere con il nome di “ciclone Gangitano” dal nome del tecnico consulente del Comune di Canale Monterano, il quale ha elaborato una variante che sostanzialmente permette al Comune di utilizzare un nuovo strumento urbanistico (delibera del 13 marzo scorso). Su questa variante si è palesato da subito contrario Antonio Paolo Mascia, capogruppo di Esperienza e Rinnovamento, gruppo di minoranza al Comune di Canale Monterano. “L’Area Urbanistica della Regione Lazio – dice Mascia –  ha inviato al Comune in risposta ai nostri quesiti: piani interrati, aree porticate, garage, interventi di demolizione e ricostruzione, recupero dei sottotetti, falde, ruolo della Commissione Comunale (mai istituita) e dei progettisti, possibilità del Comune di rilasciare pareri paesaggistici, aree agricole e applicazione del Piano Casa Regionale. La posizione dell’organo di controllo della Regione Lazio è talmente netta e perentoria che basterà leggerla per averne un quadro esaustivo e per farsi un’idea definitiva di quella che doveva essere (ormai possiamo parlarne al passato) la Variante al Piano Regolatore Generale della Giunta Stefani.” La Regione Lazio, cita testualmente Alessandro Bettarelli, altro membro del gruppo Esperienza e Rinnovamento – ‘restituisce la D.C.C. 13 del 2012 e la invita a revocarla’, perché ‘non può non rilevarsi una lacuna sia a livello amministrativo, riguardo la procedura di variante urbanistica […] sia nei contenuti che si pongono in contrasto con le più elementari regole di pianificazione urbanistica nonché di tutela del paesaggio”. Arginata questa situazione, purtroppo, la vicenda non finisce qui. Perché quello che ha evidenziato Moglioni è la continuazione di questa assurda vicenda. Non contenti, il 3 agosto 2012, in Consiglio Comunale viene approvata una proposta di delibera che tende ad avallare cambiamenti di destinazione di uso dei territori agricoli senza tenere conto dei vincoli in essi ricadenti.

Ma veniamo al punto cruciale attraverso un breve ripasso. Premettendo che il Comune di Canale Monterano non ha richiesto parere preventivo al direttore Francesco Maria Mantero della Riserva Regionale di Canale Monterano (che abbiamo contattato direttamente ma che oltre a questa informazione, al momento, non ha rilasciato altre dichiarazioni in merito), andiamo a rispolverare la legge regionale N° 79 del 2 dicembre 1988 che all’art. 7 regola le norme urbanistiche. Nell’ambito della riserva naturale parziale “Monterano”, vengono indicate 2 zone: Area 1 dove sono consentiti esclusivamente lavori di restauro o recupero conservativo di strutture esistenti con possibilità di ampliamento fino al massimo previsto dai progetti esecutivi originali, se esistenti, purché non superino il 10 per cento dell’intera cubatura.
Area 2 Sono consentiti lavori come per l’area 1 e inoltre è consentita la realizzazione di manufatti tecnici in precario relativi ad attività agricole silvo – culturali, zootecnici e turistici – sportivi inerenti la organizzazione e la gestione della riserva. In questo caso l’indice di edificabilità fondiaria sarà dello 0,03 mcmq. Per una fascia di 200 metri a nord della strada provinciale Braccianese Claudia, compresa tra le quote 315 e 269, è consentita l’edificazione nell’ambito della normativa urbanistica e dei vincoli vigenti (eppure di fatto le mappe satellitari parlano chiaro. Da queste si evince che quello che si doveva costruire, trattandosi piccole porzioni di proprietà, è già stato costruito).


L’intenzione dell’amministrazione Comunale di Canale Monterano è quella di applicare il Piano Casa nell’area 2 (ma i limiti e i vincoli dell’area 2 sono stati appena citati ad litteram). A questo punto, in attesa di poter leggere un eventuale parere espresso formalmente dal direttore della riserva naturale di Canale Monterano, ci limitiamo a dire che la proposta di delibera N° 37 approvata in Consiglio Comunale ribadisce che il Comune ha la facoltà di gestire le procedure paesistiche (Piano Paesistico). Nel caso occorra il parere paesistico, il Comune deve inoltrare la pratica alla Soprintendenza che ha 45 giorni di tempo per comunicare il proprio diniego e, nel caso non comunichi nulla, il comune ha altri 15 giorni di tempo per rilasciare il permesso di costruire. Nella proposta di delibera si specifica che suddetta procedura è già stata utilizzata per la Riserva. E altresì si informa che con i Tecnici (filtro tra l’amministrazione comunale e i cittadini) è iniziata la procedura per la definizione dei condoni edilizi. “Con questa iniziativa – si legge nella proposta di delibera di agosto – il Comune, a costo zero, apre all’economia”. L’iniziativa è circoscritta ai terreni che nel Piano Paesistico hanno destinazione agricola.

Che dice il famoso Architetto Cangitano nella proposta di delibera? Si dice che l’”area B” è suscettibile di condono, tenendo conto del fatto che l’ufficio legislativo regionale ha rammentato che il Piano Casa si configura come LEGGE SPECIALE. Dunque il ragionamento approvato in Consiglio Comunale è il seguente: visto che la Riserva non ha un Piano d’assetto, è possibile individuare una zona “B” dove troveranno applicazione le norme del Piano Casa. Così i proprietari delle aree site nella zona “B” potrebbero avvalersi di questo diritto! Ciò che sconvolge è che lo stesso segretario Comunale in fase di Consiglio Comunale, a suo avviso, ha detto, tra l’altro, che: “considerato che il provvedimento incide sulla gestione dell’Area della Riserva, sarebbe stato possibile acquisire un parere del Direttore riguardo a tale aspetto”. La confusione e i dubbi nascono anche dal fatto che la Corte Costituzionale con sentenza 327/90 ha affermato che il Piano Paesaggistico non è un Piano Urbanistico. La legge regionale 8/2012, nell’introdurre la semplificazione, richiede delle competenze tecniche e scientifiche all’interno del Comune distinte dall’Urbanistica, mentre nel Comune di Canale Monterano tali funzioni sono svolte dall’ufficio Urbanistica.  Prevedere nei comuni delle commissioni ad hoc che smistino le competenze urbanistiche da altro sarebbe cosa buona e giusta, soprattutto laddove vi sono sentinelle che scrutano all’orizzonte l’avvicendarsi dei Mister “Ci penso a tutto io”.  Sempre nella famosa seduta di Consiglio, a proposito di perequazione urbanistica finalizzata essenzialmente a persegue l'equa distribuzione dei diritti edificatori riconosciuti dalla pianificazione urbanistica (l’oggetto della proposta di deliberazione è “Introduzione della pratica di perequazione urbanistica e del trasferimento delle volumetrie) il Consigliere d’Aiuto fa una domanda/considerazione arguta: Ovvero, si potrebbe verificare il caso che chi è proprietario soltanto di un ettaro di terreno e può costruire poco, potrebbe acquisire cubatura dai vicini e realizzare un grattacelo.  Ma Gangitano risponde immediatamente che “resta il limite delle altezze massime con copertura a tetto”. Quindi piccoli edifici crescono e si moltiplicano con il benestare di Mister “Ci penso a tutto io”…ops scusate cari lettori, ricomincio a parlare di cloni in proliferazione. Aspettiamo di sapere se il direttore della Riserva intende pronunciarsi sulla vicenda e intanto si auspica che l’amministrazione comunale possa ricorrere ad un atto in autotutela che permetta di rimettere l’eventuale e presunta confusione in ordine. L’osservatore laziale vigilerà sulla vicenda. 

 

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