Campidoglio, Raggi dopo le dimissioni da saga stellare: "Diamo fastidio ai poteri forti"

di Paolino Canzoneri

ROMA – "Se qualcuno pensa che governare Roma sia una cosa semplice ha proprio sbagliato linea di pensiero". Questo ha detto ieri il Deputato vice presidente della Camera Luigi Di Maio a seguito dei giorni convulsi che tormentano la giunta della neo Sindaca Virginia Raggi alle prese con le prime forti difficoltà e con una mancanza di fiducia nonostante ancora non si fossero compiuti molti passi. Le dimissioni del Capo di Gabinetto Carla Raineri e l'assessore al bilancio Marcello Minenna sono già un colpo basso alla stabilità della giunta e l'abbandono dei vertici dell'ATAC, l'azienda di trasporto pubblico della capitale, il direttore generale Marco Rettighieri e gli amministratori unici Armando Brandolese e Alessandro Solidoro danno una netta sensazione che si cerchi di fare cadere la giunta troppo prematuramente dando per scontato incapacità e incompetenze a gestire la capitale che da sempre ha causato notti insonni per molti "primi cittadini" degli ultimi 20 anni. "Diamo fastidio ai poteri forti, Siamo determinati a lavorare per il bene della città. Queste dimissioni non ci spaventano e stiamo valutando personalità di grande rilievo e caratura". Cosi risponde la sindaca determinata a ricucire le falle apertesi nella giunta e le nuove proposte non si sono fatte attendere. Manuel Fantasia in primis, esperto di trasporti, ingegnere nucleare con esperienza a livello internazionale dovrebbe raggiungere la carica di nuovo amministratore unico di ATAC e per "non perdere tempo", su sua iniziativa, ha disposto una verifica su tutte le delibere di nomina dei componenti del suo gruppo di collaboratori per appurare correttezze e vagliare al ribasso compensi e premi. Curriculum alla mano, Virgina Raggi sta vagliando e cercando sostituti di alto spessore per le cariche rimaste al momento vacanti di ATAC e AMA nell'affannossa ricerca per trovare professionisti migliori dei precedenti. La poca fiducia riposta da sempre nel movimento pentastellato è motivata dal modus vivendi ossia lontani da alleanze, inciuci, biechi interessi personali e facili arricchimenti in linea con la casta che sin dai tempi di Alemanno, Marino e Tronca reclamavano pazienza e fiducia vista l'enorme difficoltà a gestire la capitale, la stessa pazienza e fiducia che oggi da più parti viene negata alla Raggi. "Non arretreremo nemmeno di un millimetro, andremo avanti", risponde con veemenza il pentastellato Di Maio ma è pur vero che il tempo vola e, come se non bastassero le difficoltà con le sostituzioni, la Regione Lazio ha dato alla prima cittadina un ultimatum sullo stadio della AS Roma per ragioni legate alla documentazione relativa al progetto su cui manca il parere di conformità e quindi la Regione non aprirà la conferenza dei servizi. Con un secco e laconico messaggio la Regione ha motivato il problema: "Nella nota di presentazione del progetto manca l’espressione del parere di conformità alla delibera votata dal Consiglio comunale con la quale si dichiarava la pubblica utilità dell’opera e si evidenzia esclusivamente il permanere di alcune carenze di documenti/elaborati.  Nella nota di accompagno al progetto, a firma del direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale e a seguito del lavoro svolto dal gruppo interdipartimentale, sono allegate inoltre, le relazioni dei dipartimenti interessati. Nei prossimi giorni gli Uffici della Regione esamineranno l’intera documentazione pervenuta”. Le critiche da Pd e FI no sono mancate e come prassi non mancheranno mai, ma la politica è anche questo. La giunta Raggi dovra dimostrare capacità e forza nel garantire risposte giuste in tempi brevi senza la presunzione di superiorità assoluta sempre in bella evidenza nei volti della dirigenza pentastellata e nel gioco delle parti anche l'opposizione farebbe meglio ad evitare polemiche e critiche a tutto spiano nell'assoluto disinteresse per una città stremata da problematiche ed esigenze sempre più urgenti da risolvere.