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Economia e Finanza

CAMORRA, TERRA DEI FUOCHI. LO STATO PERDE UN GRANDE SERVITORE: MORTO IL VICE COMMISSARIO DELLA CRIMINALPOL ROBERTO MANCINI

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Tempo di lettura 3 minutiLo Stato gli ha riconosciuto un risarcimento, per la sua grave malattia, di soli cinquemila euro.

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E' morto stanotte nel silenzio delle istituzioni, Roberto Mancini. Il nostro vicino di casa o il nostro compagno di vita, ma soprattutto un grande servitore dello Stato. L'Osservatore d'Italia ricorda questa figura importante della nostra società e ne rende omaggio, perchè oggi con lui non deve morire quella preziosa e tangibile forza umana, fatta di impegno civile, sociale  e d'amore per la propria patria. Muore un uomo con un'immensa dignità

 

di Cinzia Marchegiani

Perugia – Roberto Mancini sarà ricordato come un grande uomo dello Stato. E’ morto stanotte a Perugia, nel silenzio più imbarazzante delle istituzioni, il vice commissario della Criminalpol che ha scoperto per primo il traffico illecito dei rifiuti della camorra nella Campania. Nel 1994 Roberto Mancini iniziava un’indagine segreta dei traffici dei Casalesi e della camorra riguardo la gestione, trasposto e il versamento / interramento dei rifiuti nelle discariche e sui terreni agricoli, provenienti da ogni città nonché centrali nucleari.

Nel 1996 lo stesso Mancini, dopo i riscontri dell’indagine, depositava un dossier raccapricciante su tutti i movimenti non solo dei rifiuti, ma delle relazioni fra i vari personaggi della camorra, le istituzioni, citando nomi e società che facevano soldi a palate sversando la morte.

Ma il destino vuole che proprio quelle indagini gli abbiano causato il linfoma di Hodgkin, diagnosi avvalorata da una commissione medica, che purtroppo constatava che la grave forma tumorale si è innescata dalla contaminazione con sostanze pericolose e radioattive, con cui è stato in contatto.

Roberto Mancini, investito da un incarico delicato e segreto, portava a compimento il suo lavoro, mentre lo Stato gli ha riconosciuto un risarcimento, per la sua grave malattia, di soli cinquemila euro.

Ricordiamo come il suo amico carissimo, Roberto Santimone, promoveva una petizione su Change.org per chiedere un giusto risarcimento al Mancini, e consegnava le 26 mila firme proprio il 7 aprile 2014 al Consigliere politico del Presidente della Camera dei Deputati, On. Carlo Leoni e al Capo Segreteria della Presidente della Camera dei Deputati, Dr. Fabrizio Castaldi. L'ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati si era impegnato dando mandato al Collegio dei Questori della Camera di procedere all'istruttoria della pratica che riguarda Roberto Mancini. Questi organi sono stati sollecitati e richiamati al proprio compito dalla suddetta petizione popolare e grazie all’intervento mediatico di internet, dei social network e della stampa ha ricevuto un’imponente partecipazione sociale.

Un destino triste ha accompagnato questo servitore dello Stato, ora un popolo lo ringrazia per il suo importante lavoro di abilità, competenza e serietà che ha sapientemente innescato quelle verità ormai note come la piaga della Terra dei Fuochi. Il suo ricordo vivrà in ogni cittadino soprattutto per il trattamento riservatogli dallo Stato. Quanti eroi questa patria commemora solo alla loro morte, quanto dolore le loro famiglie e gli amici devono lenire, ma soprattutto convivere con quel senso di abbandono cui nessuno ci si vuole ritrovare.

Condoglianze alla mamma, che solo pochi giorni fa, il 10 aprile 2014, era presente al sit-in di solidarietà a suo figlio, organizzato dall’associazione “Qui Roma Libera” in piazza Montecitorio. Davanti al Parlamento lanciava un appello straziante: “Per favore, io non dico di ridargli la salute perché quella è impossibile, però stargli vicino in qualche modo e di ottenere quello di cui ha diritto. Solo questo. Grazie a tutti.”

Muore nel silenzio Roberto Mancini. Il nostro vicino di casa, il nostro compagno di vita ma soprattutto un grande servitore dello Stato. L’Osservatore d’Italia ricorda questa figura importante della nostra società, e ne rende omaggio, perché oggi con lui non deve morire quella preziosa e tangibile forza umana, fatta di impegno civile, sociale e di amore per questa patria. Muore un uomo con un'immensa dignità.

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