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CAMORRA A CISTERNA DI LATINA, L'ASSESSORE ALLA TRASPARENZA: ECCO PERCHÈ HO LASCIATO

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Tempo di lettura 3 minuti Marco Mazzoli: "Ho deciso quindi di dimettermi per dare un segnale forte, per smuovere le coscienze e per non dimenticare quello che sta accadendo"

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di G.G.

Cisterna di Latina (LT) – L'ex assessore alla trasparenza al Comune di Cisterna di Latina Marco Mazzoli spiega le motivazioni che lo hanno portato alle dimissioni dopo i gravi fatti che hanno investito di recente l'amministrazione comunale.

Infatti dopo l'arresto del tecnico professionista dell’ufficio condono edilizio del Comune di Cisterna di Latina Carmine Domenico Nocera ritenuto dal GIP gravemente indiziato insieme ad altre tre persone, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa col gruppo Zagaria del clan dei Casalesi, concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, intestazione fittizia di beni e ricettazione, tutti aggravati dalle finalità mafiose, Mazzoli aveva inoltrato diverse richieste ai dirigenti comunali e per conoscenza al sindaco, al fine di effettuare un'attenta e approfondita analisi degli atti amministrativi riconducibili al tecnico arrestato.

Ma le richieste, secondo l'ex assessore alla trasparenza sarebbero rimaste inascoltate.  "Mi dispiace che si stia sottovalutando l'arresto di un camorrista dentro il Comune di Cisterna di Latina che da ultime indiscrezioni risultava essere l'uomo di fiducia del clan dei Casalesi, e solitamente inserito in amministrazioni amiche. – dichiara Marco Mazzoli –   Ho tentato di mettere a disposizione del mio territorio – prosegue Mazzoli – col massimo impegno ed il massimo sforzo tutto ciò che poteva essere necessario per comprendere se il nostro Comune fosse permeabile e fertile a questo tipo di infiltrazioni. Le mie richieste fatte ai dirigenti di settore e per conoscenza al sindaco avevano lo scopo di supervisionare complessivamente tutta l'azione politico/amministrativa, attraverso un'attenta analisi degli atti amministrativi prodotti vista la criticità e straordinarietà di quanto stava accadendo. L'unica risposta ricevuta dal segretario generale sottolineava il non aver allegato il mio documento di identità e che le mie richieste avrebbero portato un aggravio non supportabile agli uffici comunali; Inoltre – incalza l'ex assessore alla trasparenza – tali richieste sarebbero state  "finalizzate ad un controllo generalizzato dell'operato dell'amministrazione…" La mia domanda: Cosa avrebbe dovuto fare un assessore alla trasparenza se non verificare ciò che stava accadendo mentre ci arrestavano l'architetto del boss nel nostro Comune? Non era questa la massima priorità? – Mazzoli conclude – Mi soffermerò in altri momenti sulle motivazioni della strada che ha portato da Capannori a Viterbo e relativa migrazione della delega all'ambiente. Ho deciso quindi di dimettermi per dare un segnale forte, per smuovere le coscienze e per non dimenticare quello che sta accadendo, ho a cuore il mio territorio e lo difenderò perchè sarà il luogo in cui vivranno i miei figli, concludo scusandomi con tutti gli elettori che come me hanno creduto che questa amministrazione sarebbe stato il cambiamento".

Sulle dimissioni dell'assessore alla trasparenza Marco Mazzoli è recentemente intervenuta Eleonora Della Penna sindaco di Cisterna di Latina: Le dimissioni dell’assessore Marco Mazzoli, – ha dichiarato Della Penna attraverso una nota – presentate nel corso della seduta di Consiglio comunale del 16 dicembre 2015, sono state motivate oralmente dallo stesso in quanto gli sarebbe stata negata la possibilità di esercitare l’incarico di delegato alla trasparenza. Tale motivazione – prosegue la nota – non risulta dichiarata nell’atto presentato al sindaco ed al segretario generale, tuttavia, vista la delicatezza del tema, ovvero la trasparenza amministrativa, il sindaco interviene per alcune precisazioni.  Prendo atto, insieme alla maggioranza, delle dimissioni dell’assessore Marco Mazzoli. – afferma Della Penna – È evidente che è venuto meno un rapporto di fiducia e che per questo motivo non posso che accettarle. Ringrazio Mazzoli per il suo lavoro all’interno di questa amministrazione, lavoro che tuttavia trova alcune lacune nei numeri relativi alle sue presenze in Giunta (assente a 31 riunioni su 47 svolte nell’ultimo anno), in Consiglio comunale e nelle riunioni di maggioranza. Riguardo il suo operato vorrei esprimermi con maggiore precisione ma attendo da mesi una relazione, fosse anche una richiesta di confronto su qualsiasi sua proposta, che non è mai arrivata al contrario dei suoi colleghi assessori. Sono alquanto discutibili le affermazioni sull’impossibilità di poter accedere agli atti per esercitare la sua funzione di delegato alla trasparenza perché se così fosse, se ne sarebbe accorto solo dopo un anno è mezzo di mandato. Come è noto a Mazzoli e a tutti coloro che minimamente si interessano di amministrazione pubblica,  un assessore è legato da un rapporto di fiducia con il sindaco che l’ha delegato a svolgere le proprie funzioni, peraltro nello specifico ambito della trasparenza. Quindi, senza bisogno di richieste da autorizzare, in ogni momento può accedere direttamente agli atti magari partecipando più assiduamente e con maggiore impegno alla quotidiana vita amministrativa. L’ex assessore, – conclude Eleonora Della Penna – invece, dallo scorso mese di ottobre ha iniziato ripetutamente a presentare formali, e forse pretestuali, richieste di accesso agli atti amministrativi richiamando la legge 241/90 e necessariamente le risposte del segretario generale non potevano che essere altrettanto formali nei contenuti e nei modi”.
 

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Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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