Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
Redazione
Caltanissetta – È stata chiamata "San Valentino-Revenge", l'operazione condotta dalla Squadra mobile di Caltanissetta, che ha permesso di far luce sull'omicidio di Francesco Pepi, avvenuto a Niscemi, 25 anni fa. Il commerciante fu assassinato per non essersi piegato al pizzo.
Dodici persone, tra boss e gregari appartenenti alla Stidda e a Cosa Nostra di Gela e Niscemi e già in carcere, sono state raggiunte dalle misure cautelari emesse dal Tribunale di Caltanissetta perché ritenuti gli esecutori materiali e i mandanti dell'omicidio del commerciante avvenuto il 14 febbraio del 1989.
L'operazione di questa mattina, condotta dagli uomini della Mobile nissena coordinati dallo Sco (Servizio centrale operativo), segna l'epilogo di un'indagine lunga e complicata che è stata sostenuta anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
L'indagine ha permesso di fare piena luce su alcuni fatti di sangue, avvenuti a cavallo degli anni '90 nel corso della cruenta guerra di mafia che infuriò nella provincia nissena in quegli anni.
Francesco Pepi si era rifiutato di corrispondere il "pizzo" alla mafia, esortando anche altri imprenditori a seguire la strada della legalità.
Il suo omicidio fu pianificato ed eseguito con la diretta approvazione dei vertici locali di Cosa nostra.
Correlati