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Cronaca

CALTANISSETTA, ASSOCIAZIONE A DELINQUERE: ARRESTATO DALLA SQUADRA MOBILE IVAN VINCENZO ALLETTO

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Tempo di lettura 2 minuti Alletto Ivan Vincenzo, soggetto dotato di spiccata pericolosità sociale, nel corso dell’estate 2013, minacciava pesantemente la sorella del neo collaboratore di giustizia Condorelli Daniele

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Redazione

Caltanissetta – La Polizia di Stato, in particolare la Sezione Criminalità Organizzata – 3° Gruppo della Squadra Mobile,  nelle prime  ore di oggi  3 Dicembre 2013,  ha eseguito la misura cautelare in carcere nei confronti di Alletto Ivan Vincenzo, nato a Caltanissetta il 25.08.1990, ritenuto essere, dalle indagini svolte della,  il perno principale a Caltanissetta di una associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e reati in genere contro il patrimonio, in atto sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di Pubblica di Sicurezza con obbligo di soggiorno a Caltanissetta.

L’Alletto, infatti, era stato tratto in arresto nel 2010 in esecuzione dell’OCCC nr. 2058/2008 R.G.N.R. e nr. 1453/2009 R.G.G.I.P. emessa dal GIP di Caltanissetta in data 10.06.2010 – c.d. “Operazione Cobra 67”, in ordine ai reati di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti –  detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti –  estorsione – nonché di danneggiamenti seguiti da incendio.

In data 10 Dicembre 2010 il G.I.P. di Caltanissetta dichiarava cessata l’efficacia della misura coercitiva per decorrenza dei termini e veniva contestualmente disposto a carico dell’Alletto l’obbligo di presentazione alla P.G., successivamente revocata in data 12.04.2012.
Alletto Ivan Vincenzo, però, soggetto dotato di spiccata pericolosità sociale, nel corso dell’estate 2013, minacciava pesantemente la sorella del neo collaboratore di giustizia Condorelli Daniele (classe1991) , con lui correo nell’ambito della suddetta operazione di polizia denominata “Cobra 67”, per garantirsi l’impunità.

In particolare nel mese di Settembre 2013, la sorella minorenne del summenzionato collaboratore, rendeva dichiarazioni a questa Squadra Mobile in merito alle minacce di morte proferite dall’Alletto all’indirizzo del germano del tipo “che era meglio che il fratello non veniva a Caltanissetta visto che se lo prendeva lui lo ammazzava” oppure “che era meglio se spariva dalla circolazione e che comunque, non appena loro avessero in qualche modo incontrato il  fratello Daniele, gli avrebbero tagliato la testa”.
Infine, in altra circostanza l’Alletto Ivan Vincenzo dopo avere incontrato casualmente la sorella del collaboratore la apostrofava come “Condorelli 2 l’Infame”.-
La minore, nel corso del tempo, aveva subito minacce anche da parte di altri  tre soggetti gravitanti nella consorteria criminosa di questo Centro, che, tuttavia, non si sono esposti in prima persona a proferire le minacce ma si sono limitati a spalleggiare l’Alletto.

Seguiva attività investigativa di riscontro che comprovava la condotta delittuosa posta in essere dal pluri-pregiudicato Alletto Ivan Vincenzo, all’esito della quale  veniva inoltrata, alla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, una corposa annotazione di indagine che inchiodava alle sue responsabilità penali l’Alletto Ivan Vincenzo. 

In data 30 Novembre 2013, il Tribunale di Caltanissetta – Sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari – Dr. Lirio Conti, esaminata la richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di applicazione della misura cautelare in carcere, in pieno accoglimento alla tesi investigativa avanzata da questa Squadra Mobile circa la pericolosità sociale manifestata dall’Alletto Ivan Vincenzo, emetteva ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nr. 2058/08 R.G.N.R. e nr. 1453/09 R.G.G.I.P., sempre nell’ambito delle indagini preliminari instaurate a seguito dell’operazione di polizia Cobra 67.
Dopo le formalità di rito, Alletto Ivan Vincenzo è stato associato presso la Casa Circondariale di Caltanissetta a disposizione dell’A.G. procedente. L’odierno arrestato, ha confermato la nomina del proprio difensore di fiducia Avvocato Maria Francesca Assennato del Foro di Caltanissetta.
 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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