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di Angelo Barraco
San Francisco (California)- Una delle più grandi minacce per il mare è il petrolio; quando esso si tergiversa causa danni irreparabili. E' quanto successo in California, davanti al litorale di Santa Barbara, dove la rottura di un oleodotto della Plains All American Pipeline LP ha causato la fuoriuscita di oltre 400 mila litri di petrolio, la macchia avrebbe un’estensione di circa sei chilometri e una larghezza di cinquanta metri. Le splendide spiagge di Santa Barbara che in estate sono affollatissime, adesso sono invase e macchiate dal petrolio che la ha trasformate in una distesa monocromatica nera.
La Guardia Costiera è intervenuta insieme ad una società che si occupa della ripulitura dell’acqua e un’organizzazione che si occupa della salvaguardia della fauna; sono accorsi anche numerosissimi volontari. I danni ambientali potrebbero essere ingenti e una stima attualmente non c’è, la compagnia petrolifera però ha dichiarato di aver chiuso l’oleodotto tempestivamente per limitare i danni che può causare il petrolio all’ambiente.
Nelle spiagge di Santa Barbara vi era stato già un disastro petrolifero il 28 gennaio del 1969 dove si sono tergiversati in mare circa 10.000-14.000 tonnellate di greggio in mare. Un altro disastro entrato nella storia è stato quello avvenuto nelle splendide Isole Galapagos, in cui la petroliera “Jessica” ha disperso in mare 568 tonnellate di greggio in quel fatidico gennaio del 2001. Per bonificare un territorio contaminato, spesso ci vogliono mesi o anni e molte risorse economiche, ma, le risorse spesso mancano e la bonifica non arriva mai. Di conseguenza quelli che da sempre sono stati definiti paradisi naturali diventano sempre più aree contaminate dall'oro nero.
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