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Cultura e Spettacoli

CALCIO: QUATTRO MESI DI SQUALIFICA A BELLOLI

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Tempo di lettura 2 minutiL'ex presidente della Lega Dilettanti apostrofò il calcio femminile come "quattro lesbiche"

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di Silvio Rossi

 

Il Tribunale Federale Nazionale ha comminato a Felice Belloli, ex presidente della Lega Dilettanti un’inibizione di quattro mesi per le frasi pronunciate durante la riunione del Consiglio Direttivo del Dipartimento Calcio Femminile del 5 marzo 2015. Al termine dell’incontro, il dirigente disse “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”, frase puntualmente riportata nel verbale della riunione. La contestazione per Belloli è stato il mancato rispetto e gli effetti lesivi della reputazione di un organo federale, e di tutto il movimento del calcio femminile. Nelle motivazioni del tribunale, l’attribuzione della frase al soggetto incriminato non viene messa assolutamente in dubbio, perché inserita nel verbale, confermata da diverse persone presenti all’incontro, e nessuno ha smentito tale ricostruzione, perché gli altri consiglieri, al massimo, hanno testimoniato di non aver udito la frase, ma nessuno ha affermato che l’ex presidente non l’abbia pronunciata.


La sentenza è stata accolta con un pochino di freddezza dal movimento calcistico femminile, che forse si attendeva una pena maggiore. Contattato lo staff della Res Roma Calcio Femminile, ci rispondono che la cosa importante è che Belloli non ricopra più il ruolo di presidente della Lega Dilettanti, hanno valutato positivamente la squalifica come segno evidente che le lamentele delle giocatrici, e di tutto il movimento che le sostiene non erano un capriccio, ma una chiara richiesta di rispetto delle persone. Giudicano però la pena troppo leggera, anche se in un mondo come quello del calcio, in casi ugualmente gravi, difficilmente sono state comminate pene più severe. Indipendentemente dalla lunghezza della squalifica, si spera che il movimento calcistico, a tutti i livelli, non veda in futuro più dirigenti che pronuncino più frasi come le “lesbiche” di Belloli o i “mangia-banane” di Tavecchio. Il nostro calcio merita di più, perché continuare a tenere questi personaggi nelle stanze dei bottoni contribuisce solamente ad allontanare i ragazzi e le ragazze dalla pratica sportiva.


Per evitare che personaggi dalle parole censurabili popolino le stanze che contano del nostro sport, oltre alle squalifiche, si dovrebbe fare, al loro incontro, come De Filippo suggerì a chi andava a chiedergli consiglio per mostrare il loro risentimento al Duca Alfonso Maria di Sant'Agata dei Fornari. Siamo convinti che per certe persone, un pernacchio, sia mille volte più umiliante di una sentenza di un tribunale sportivo.