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BUSINESS RACCOLTA INDUMENTI USATI: L’ANTITRUST SANZIONA AMA, SOL.CO E BASTIANI PER PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE

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Ama, Solco dovranno pagare entrambe 100 mila euro, mentre consorzio Bastiani solo 10 mila euro

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il business dei cassonetti gialli è approdato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che grazie alle segnalazioni del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, aveva aperto in fascicolo istruttorio sulla gestione della raccolta degli indumenti usati che i romani ponevano dei cassetti gialli, destinati per scopi umanitari secondo le pubblicità apposte. Infatti gli stessi claims e etichette apposte sugli stessi cassonetti gialli sono risultati ingannevoli.

Anche AMA sanzionata. Il 29 settembre 2015, l’Antitrust pubblica la sentenza che va a punire la società municipalizzata AMA e due consorzi affidatari per pratiche commerciali scorrette, per un importo complessivo di 210 mila euro, e nel dettaglio la società Azienda Municipale Ambiente AMA di Roma una multa di 100mila euro, stesso importo al Consorzio Sol.co mentre il Consorzio Bastiani vengono comminati 10mila euro di sanzione per pratiche commerciali scorrette.

Il provvedimento. Il provvedimento riguarda le informazioni fornite ai consumatori sulla raccolta degli indumenti usati, poste sui cassonetti gialli e pubblicate nel sito internet della stessa Azienda municipale Ambiente. È risultato in particolare che i consorzi Sol.co. e Bastiani, affidatari del servizio, hanno apposto sui cassonetti stradali di loro proprietà diciture ingannevoli quali “i materiali in buono stato saranno recuperati come indumenti”, “grazie per il vostro aiuto”, “aiutaci ad aiutare”, idonei ad alterare il comportamento economico del consumatore.

Sol.co e Bastiani sanzionati, trasformavano gli indumenti e poi li commercializzavano. Entrambe i consorzi sono oggetto del provvedimento dell’AGCM poiché dall’indagine avviata nei loro confronti è stato accertato che ottenevano benefici dalla trasformazione e vendita degli stessi indumenti regalati dalla generosità delle persone.

 Informazioni fuorvianti dei consorzi Sol.co e Bastiani.I consorzi Sol.co e Bastiani guadagnavano, sugli indumenti. In base alle scritte adesive sui cassonetti, si poteva ritenere che la raccolta venisse svolta per fini umanitari o sociali, mentre s’è accertata invece una concreta utilizzazione degli indumenti a fini commerciali. Quindi le sanzioni sono state applicate anche alla municipalizzata AMA, la società – secondo l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato – che non ha esercitato un’adeguata vigilanza nei confronti dei consorzi affidatari; non ha fornito un modello di adesivo informativo destinato ai cassonetti gialli, come previsto dalle norme in vigore; e infine, non ha reso disponibile sul suo sito internet un adeguato apparato informativo sulle reali modalità e finalità dalla raccolta. A seguito dell’avvio del procedimento, le parti sono intervenute per rimuovere i claims ingannevoli dai contenitori gialli e AMA, in particolare, ha implementato una sezione del sito in cui vengono evidenziati i dati relativi ai soggetti che effettuano la raccolta di indumenti usati e soprattutto la circostanza che tale attività si svolge per finalità commerciali e non benefiche.

Le evidenze acquisite. L’intera filiera del processo di raccolta e utilizzazione degli indumenti usati sviluppa volumi pari a circa 100.000 tonnellate in Italia, di cui quasi 10.000 tonnellate provengono dal comune di Roma. Il materiale raccolto attraverso i cassonetti dedicati viene trasportato presso centri di stoccaggio (attraverso automezzi omologati per il trasporto di rifiuti) e da questi poi trasferiti negli impianti di trattamento, dove gli indumenti sono selezionati e sanificati. Gli indumenti non più riutilizzabili, pari al 5%, vengono inviati in discarica, gli altri, nella misura del 35%, vengono destinati al processo di rifilatura e a quello di produzione di pezzame per il settore industriale. Il restante 60% viene sottoposto ad un processo di sanificazione, al termine del quale gli indumenti usati perdono la qualifica di rifiuti e acquisiscono quella di “materia prima seconda”. La capacità di sanificazione è concentrata in Campania (che serve il Centro-Sud) e in provincia di Prato (che serve prevalentemente il Nord).

Il Consorzio Sol.co. La sperimentazione della raccolta degli indumenti tramite i contenitori gialli ha consentito di riportare i soggetti che operavano in situazione di irregolarità nel perimetro della legalità, attraverso la nascita di cooperative in parte costituite dai precedenti operatori del settore e collegate a Sol.co e a Bastiani in qualità di soci. E’ del 2003 il primo affidamento formale del servizio di raccolta di indumenti da parte di AMA all’ATI Roma Ambiente, composta dai due consorzi.

Il rapporto tra AMA, SOLCO e Bastiani e la storia dell’affaire. L’entrata in vigore del Dlgs. 152/068 ha disciplinato la raccolta dei rifiuti urbani riportando all’interno di tale categoria anche gli indumenti usati. Nel 2008, il servizio viene affidato distintamente a Sol.co. e a Bastiani, da parte di AMA, a seguito di una procedura negoziata riservata a soggetti operanti nel mondo della cooperazione ed organizzati per impiegare categorie disagiate. Da allora, ed ininterrottamente, la raccolta dei rifiuti a Roma è svolta dai consorzi parti del presente procedimento in quanto l’appalto è stato oggetto di una serie di proroghe in capo agli assegnatari originari che, quindi, lo espletano dalla data di aggiudicazione. I cassonetti dedicati alla raccolta degli abiti usati – in numero pari a 1776 – sono di proprietà dei consorzi affidatari del servizio di raccolta, che si servono delle cooperative socie (cooperative sociali formate in prevalenza da fasce svantaggiate di lavoratori) per le attività di svuotamento dei cassonetti e trasporto degli indumenti nei centri di stoccaggio. In particolare, l’affidamento del servizio non prevedeva alcun corrispettivo per Ama, ma solo un quantitativo minimo che i Consorzi si impegnavano a raccogliere, in quanto l’obiettivo dell’Azienda era che venisse organizzata una raccolta capillare e completa di tali rifiuti.

Sanificazione degli indumenti e commercializzazione altro che scopo umanitario. Secondo i dati forniti da Sol.co., le cooperative vendono gli abiti raccolti al Consorzio stesso intorno a 0,35 €/kg . Questo poi rivende il materiale in questione agli impianti di sanificazione e selezione campani a 0,40 – 0,55 €/kg. 35. Risulta che, sia Sol.co. che Bastiani, abbiano richiesto l’autorizzazione alla sanificazione con l’intento di poter procedere in proprio al riuso ed alla commercializzazione del materiale raccolto direttamente.

Insomma un business ben congeniato quello del riciclaggio degli abiti usati che l’Antitrust ha messo fine, un lucro e un ritorno economico non indifferente che i cittadini hanno sostenuto con le loro donazioni. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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