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di Paolino Canzoneri
LONDRA – La lingua inglese è sempre stata usata in Europa e nel mondo per via della sua semplicità e schiettezza, scevra da complessi meccanismi grammaticali, per decenni ha assunto un ruolo fondamentale quale mezzo efficace per la comprensione fra diverse popolazioni divenendo una condizione indispensabile ad ogni livello di comunicazione sociale. Prima lingua estera in ogni indirizzo scolastico, ha confermato e confermerà la sua presenza almeno fino a quando le "pratiche" del Brexit potrebbero invertire questa prassi pluridecennale. Sembra infatti che la lingua inglese possa scomparire fra le lingue della Comunità Europea. La presidente della commissione Affari Costituzionali del Parlamento UE Danuta Hubner nonchè grande economista deputata in rappresentanza della Polonia, ha paventato questa ipotesi che lascia stupiti e anche un po preoccuppati perchè in un futuro neanche tanto lontano, nonostante l'inglese sia ad oggi la lingua più usata negli interscambi verbali tra i deputati, potrebbe nel giro di poco uscire anche anche dalle abitudini come già è avvenuto qualche giorno fa quando il capo negoziatore prescelto da Bruxelles, l'ex Ministro degli Esteri francese Michel Barnier, chiamato per condurre la trattativa con il Regno Unito circa le operazioni da condurre per il Brexit, ha chiarito che preferirebbe utilizzare la sua lingua madre per le discussioni e per redigere tutta quella serie di documentazione necessaria per la complessa uscita del Regno dalla comunità europea. Una sostanziale perdita a livello ufficiale dell'uso della lingua inglese. Comprensibile lo sdegno di Theresa May ma è pur vero che il conto da pagare di certe scelte azzardate avrebbero dovuto includere anche tutte quelle conseguenze piccole o grandi che potranno essere che al momento sembra proprio non siano mai state considerate in modo serio. Danuta Hubner ha sostenuto con determinazione: "Abbiamo una norma in base alla quale ogni Paese membro della Ue ha diritto di scegliere una lingua ufficiale; gli irlandesi hanno scelto il gaelico. Malta il maltese. Soltanto la Gran Bretagna ha scelto l'inglese. Perciò, se nella Ue non ci sarà più la Gran Bretagna, non ci sarà più neanche l'inglese". Scapperebbe un sorriso un po maligno nel vedere come tutti gli "effetti collaterali" stiano pian piano togliendo il sonno al Regno Unito che dopo anni e anni di insolente comportamento da viziati d'Europa, stiano accorgerndosi di antipatie e ostilità fra i deputati di Bruxelles che sembra proprio che "non le mandino a dire". Sta di fatto che la Commissione ha già iniziato ad avvalersi di altre lingue come tedesco e francese cosi come riporta lo stesso Wall Street Journal. Effetti del Brexit nonostante sia palese che la lingua inglese giochi ancora un ruolo dominante ma sembra che sia una tendenza che arreca un certo imbarazzo visto che si tratterà di una lingua "extracomunitaria". Rimane tempo a sufficienza per comprendere quanto tutto questo divenga una faccenda seria da risolvere lontani da ripicche personali e sopratutto che non diventi una scusa per un immobilismo in tempi difficili dove risposte e soluzioni garantiranno lo svolgimento corretto delle attività di Bruxelles. "God save the Queen".
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