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Esteri

Brexit: il Parlamento britannico deve votare per avviare l'iter. Miller sfida May

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Tempo di lettura 2 minutiQuesto rappresenterà una sorta di indebolimento del governo che sempre più dovrà fare i conti con il Parlamento che comunque evidenzia una sorta di spauracchio collettivo

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di Paolino Canzoneri

LONDRA – A sorpresa arriva lo storico verdetto dell'Alta corte di Londra che contro ogni previsione ha accolto il ricorso di alcuni attivisti pro Unione Europea che richiedevano il voto del Parlamento di Westminster per avviare il processo Brexit. Il giudice ha umiliato il governo di Theresa May che rivendicava il pieno e assoluto diritto di riferirsi all'articolo 50 del Trattato di Lisbona anche ricorrendo alla Royal Prerogative. Una diatriba legale apertasi con una netto e perrentorio "Il Parlamento è sovrano" che non lascia dubbi sul fatto che i magistrati britannici stabiliscono che malgrado l'esito del referendum popolare sul divorzio dall'UE è il Parlamento che deve decidere ed è risaputo che il Parlamento è costituito da una fortissima maggioranza per il "remain" ma è pur vero che non sarà facile dissentire dalla volontà della popolazione che in forte maggioranza ha scelto di uscire dall'Unione. Eroina del giorno la donna d'affari Gina Miller che ha organizzato la campagna europeista e che fiera ha annunciato la vittoria del suo fronte proprio davanti l'entrata del Parlamento. Adesso dopo il ricorso annunciato dall'esecutivo la palla passerà alla Corte suprema che per i primi di dicembre ufficializzerà il verdetto e qualora il governo ne uscirà nuovamente sconfitto le operazioni di uscita subirebbero un certo ritardo rispetto la tabella di marcia prospettata da Theresa May. Questo rappresenterà una sorta di indebolimento del governo che sempre più dovrà fare i conti con il Parlamento che comunque evidenzia una sorta di spauracchio collettivo e una sempre più crescente impressione di fare da cavia, d'essere i primi a sperimentare sulla loro pelle quello che significa e quello che comporterà l'uscita dall'Unione Europea. Intanto la Scozia sostiene Gina Miller; il governo autonomo gudato dal premier Nicola Sturgeon si schiera con la Miller e la Scozia minaccia di indire a distanza di due anni un secondo referendum per la scissione dal Regno Unito e per la conseguente permanenza nell'Unione Europea. Sembra palese come l'Hard Brexit paventato felicemente dalla May stia sempre più diventando un "soft Exit" perchè la Gran Bretagna sembra sempre più vicina al mantenimento di almeno un piede in Europa.