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Esteri

BREXIT E OMICIDIO COX: ECCO QUANTO PESA IL DELITTO

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Tempo di lettura 4 minuti I sondaggi che davano in vantaggio la Brexit, sono ribaltati, a favore del ‘Remain’.

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di Roberto Ragone
In un giallo che si rispetti, e quelli di Agatha Christie sono degni di rispetto, ad un omicidio segue un’indagine. Diciamo che questo accade anche nelle indagini reali. Si cerca di stabilire il movente, l’occasione e i mezzi per commetterlo. Nel caso di Ellen Jo Cox l’occasione è palese, dato che abbiamo addirittura il colpevole colto in flagrante, e arrestato. I mezzi sono costituiti dalle armi del delitto, cioè un coltello e una pistola autocostruita. La personalità dell’assassino ci dovrebbe dare il movente: pare che il 52enne Tommy Mair sia uno squilibrato, al limite della psicopatia, fanatico razzista e seguace di un gruppo americano denominato National Alliance, una traduzione anglosassone della nostra Alleanza nazionale. Il Mayr avrebbe agito perché mentalmente instabile, spinto da un sentimento razzista agli estremi del fanatismo, e contrario alla posizione politica di Jo Cox, la quale, al contrario di lui, era favorevole alla permanenza del Regno Unito in Europa e all’accoglienza dei tanti disgraziati che fuggono dalla guerra e dalla fame. Quindi tutto risolto, parrebbe.

Non è così. Questo nei gialli di Agatha Christie si chiama ‘falso scopo’, una soluzione apparentemente a portata di mano, un colpevole finto che disorienta l’investigatore che è sempre in chi i romanzi gialli legge e apprezza. Non è così perché quando si fa un’indagine, si cerca anche di stabilire quale convenienza avrebbe avuto l’assassino a commettere il delitto, il ‘cui prodest’, a chi va il vantaggio della morte di una persona. Cominciamo col dire che nessuno ha spiegato perché Tommy Mayr, che si presume cittadino americano data la sua appartenenza alla National Alliance – non credo che in una tale organizzazione si possano accettare iscrizioni per corrispondenza, e d’altra parte il core business di tali organismi è proprio la reciproca frequentazione, al fine di rafforzare reciprocamente i propri sentimenti distorti – nessuno ci ha spiegato, dicevamo, perché Mayr si trovasse in UK. È venuto per uccidere la Cox? Aveva, o ha un lavoro? Aveva, o ha, mezzi economici?

I quesiti irrisolti In Inghilterra, e specialmente a Londra, la vita è la più cara del mondo, allora, aveva qualcuno che lo finanziava, qualcuno che gli ha pagato il biglietto d’aereo dagli USA fino a destinazione? In altre parole, chi lo ha mandato in Inghilterra? Da quanto tempo era a Londra, dove abitava? Perquisita la sua abitazione, o albergo che fosse, cosa è stato trovato? Ha un cellulare? Sono stati controllati i numeri in memoria e le telefonate fatte e ricevute? Con chi aveva rapporti in Inghilterra? La morte della Cox ha suscitato grande emozione, e attualmente i sondaggi che davano in vantaggio la Brexit, sono ribaltati, a favore del ‘Remain’. Perfino la presidente del Comitato Nazionale per la Brexit si è dimessa. Tanti cittadini sono rimasti sconvolti da una manifestazione che si vuol far passare come puro razzismo, dissociandosene. Certamente Mayr non ha avuto alcun vantaggio dalla sua operazione, condotta anche con mezzi fortunosi. Uccidere o no un esponente politico favorevole all’Europa, con il suo carico di migranti, non ha risolto il suo problema, anzi lo ha ribaltato come un boomerang; con l’aggravante che ora è in carcere in attesa di una pena che nelle previsioni non dovrebbe essere leggera. Chi sopporterebbe il maggior danno, in caso di uscita dell’Inghilterra dall’Europa? Ci hanno sempre detto e ripetuto che uscire dall’Europa sarebbe una catastrofe, e che uscire dall’euro è impossibile. L’Inghilterra non ha mai voluto l’euro, e ha un’economia molto più sana di quella di tanti Paesi che l’hanno adottato. Se dovesse uscire dall’Europa, molto probabilmente ci renderemmo conto, come vanno ripetendo da anni i migliori economisti mondiali, che non sarebbe una catastrofe, e altrettanto probabilmente si tirerebbe dietro altre nazioni in difficoltà, con quell’effetto domino che è lo spauracchio delle banche mondiali. Le quali banche mondiali riceverebbero il maggior danno, avendo investito migliaia di miliardi in UK. Un altro danno globale sarebbe il mancato controllo dei mercati, visto che uno degli scopi principali di questa Europa è proprio quello di mettere milioni di persone, e di consumatori, a disposizione delle multinazionali che governano il Parlamento Europeo. Un altro effetto indotto sarebbe la caduta, o almeno la revisione degli equilibri, e di tutti gli accordi intereuropei, stipulati fra capi di Stato a tutto vantaggio delle banche, delle lobby e di chi questi organismi controlla.

Poteri forti Allora è lecito supporre che l’omicidio di Jo Cox non derivi dalla mente malata di un qualunque Tommy Mayr, ma che, come Lee Harvey Oswald, lo stesso sia stato sfruttato per scopi molto precisi, e diversi da un semplice attacco di razzismo. Non sappiamo se l’Inghilterra uscirà dall’Europa, o se vincerà il Remain. Non sappiamo neppure se l’uscita da questa Europa potrà portare vantaggio sia agli Inglesi che a tanti che oggi, come in Italia, vivono un momento in cui l’Europa, il suo Parlamento, la Germania e tutte le direttive europee vengono visti come nemici, contrari ad una politica che vada incontro ai bisogni dei cittadini comuni. Non possiamo prevedere se, dopo una eventuale Brexit, altri paesi seguiranno il suo esempio. Sappiamo che l’islanda è uscita dall’euro e dall’Europa, recuperando la propria sovranità e dando una nuova primavera alla propria economia, ma gli Islandesi sono troppo pochi per far testo, e nessuno, oltretutto, ne parla. Le implicazioni sono tante, troppe, e molto complicate e ‘segrete’, e non coinvolgono soltanto banche e lobbies. L’ombra nera della Bilderberg si allunga su questi accadimenti, direbbe il giudice Imposimato. Certo è che si fa fatica a non pensare a quelli che sono genericamente chiamati ‘poteri forti’, che invece fanno capo a persone fisiche con tanto di nome e cognome. Bilderberg, Trlaterale, Massoneria, Servizi Segreti, sono solo dei nomi, delle etichette sotto le quali ci sono persone che agiscono per i propri interessi. Una marcata finanziarizzazione dell'economia mondiale porta a concentrare il denaro in un numero di persone sempre minore, aumentandone la ricchezza, e determinando una sempre maggior crescita del numero dei poveri. Ci fermiamo qui. staremo a vedere cosa succede, e se l’Inghilterra uscirà dall’Europa, risparmiando ogni anno milioni di sterline da versare nelle casse dell’Unione. Per ora il Remain ha segnato un punto a suo favore; a meno che tanti non si rendano conto che una decisione tanto importante non va presa sotto la spinta di una emozione così forte, ma che, in ogni caso, va ponderata.
 

Esteri

Trump in vantaggio su Biden: ecco gli ultimi sondaggi

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Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden nei sette principali Stati in bilico.

Lo rivela l’ultimo sondaggio del New York Times. Si tratta in particolare di Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il margine più stretto è in Michigan, dove il tycoon ha il 42% delle preferenze contro il 40% del presidente, e in Pennsylvania (43% contro 40%). 

Quasi i due terzi dei democratici ritengono che Joe Biden dovrebbe ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca e consentire al partito di nominare un altro candidato. E’ quanto rileva un sondaggio di Ap-Nord Center for Public Affairs Research. 

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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