Connect with us

Senza categoria

Brescia, incendio in una discoteca: 17 ricoverati

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

BRESCIA – Un incendio è scoppiato poco prima delle 2 nella discoteca Art di Desenzano del Garda (Brescia). Nel locale si trovavano circa 700 persone che sono state immediatamente evacuate. Sul posto sono arrivati carabinieri, vigili del fuoco e 118 (anche con l’elisoccorso). Diciassette persone sono state trasportate negli ospedali della zona per intossicazione, altre 52 si sono presentate direttamente ai pronto soccorso con problemi respiratori. Nessuno appare in pericolo di vita.

“A causa di un guasto alla macchina dell’aria – ha spiegato su Facebook la proprietà – si è verificato un incendio esterno con immissione di fumo all’interno della nostra casa Art”.

Dalla prima ricostruzione il fumo dell’incendio che ha costretto ad evacuare la discoteca sarebbe entrato nei bocchettoni dell’aria e arrivato così nel locale.

Cronaca

Sentenza Open Arms: conseguenze politiche per Salvini e la Lega in gioco

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Con l’arringa difensiva che si conclude oggi il processo si avvia alla conclusione con la richiesta di condanna a 6 anni di reclusione per il ministro accusato di sequestro di persona, mentre la PM Giorgia Righi, sotto scorta, continua a rappresentare l’accusa

Dopo settimane di tensione e insulti social, la Procura di Palermo ha deciso di assegnare una scorta alla PM Giorgia Righi, una delle magistrate coinvolte nel processo contro il ministro Matteo Salvini. La decisione arriva a seguito di minacce e attacchi online, a cui Righi è stata oggetto dopo la richiesta di condanna nei confronti del leader della Lega.

Il processo, che vede Salvini imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, è legato all’episodio del 2019, quando, durante il governo giallo-verde, il ministro dell’Interno rifiutò l’approdo alla nave Open Arms, con 147 migranti a bordo. La Procura di Palermo aveva richiesto una pena di sei anni di reclusione per Salvini, accusandolo di aver ostacolato l’ingresso dei migranti in Italia.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito politico e giuridico, con una valanga di reazioni a favore e contro l’iniziativa giudiziaria. A pochi giorni dalla sentenza, i sostenitori di Salvini sono scesi in piazza per esprimere solidarietà al loro leader.

Giorgia Righi, che fa parte della Direzione Antimafia, era l’unica magistrata del pool accusatorio a non avere ancora una protezione, nonostante le numerose minacce ricevute. Dopo i numerosi insulti sui social e i commenti minacciosi, la Procura ha deciso di assegnarle una scorta, per garantire la sua sicurezza.

In una nota ufficiale, il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, ha sottolineato che “le intimidazioni non sono mai giustificabili” e che le istituzioni sono chiamate a proteggere i magistrati che svolgono il loro dovere “con serietà e indipendenza”. La decisione di tutelare Righi arriva dopo un’intensa pressione mediatica e politica che ha scosso il processo e il dibattito pubblico.

Il processo prosegue con l’arringa difensiva del legale di Salvini, Giulia Bongiorno, che ha ribadito la posizione del suo assistito, accusando la ONG Open Arms di essere stata responsabile del ritardo nell’approdo, e quindi, delle difficoltà nei soccorsi. “Open Arms ha avuto innumerevoli opportunità di fare sbarcare i migranti, ma ha scelto di ‘bighellonare’, rifiutando l’approdo a diversi porti”, ha dichiarato Bongiorno. L’avvocato ha poi sostenuto che la nave avrebbe potuto dirigersi verso la Spagna, paese di bandiera, senza dover aspettare l’autorizzazione da parte delle autorità italiane.

Intanto, mentre in aula si svolgevano le udienze, in piazza Politeama, a Palermo, i sostenitori di Salvini si sono radunati per una manifestazione di solidarietà. Tra i presenti, oltre a numerosi militanti della Lega, c’erano anche i ministri Giuseppe Valditara, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti, insieme a parlamentari nazionali e regionali del partito. “Sono qui per sostenere Matteo Salvini, che ha difeso l’Italia e i suoi confini”, ha dichiarato Giorgetti, all’arrivo in piazza.

La vicenda ha trovato anche eco a livello internazionale. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha espresso il suo sostegno a Salvini con un tweet, in cui ha scritto: “Siamo con te, amico mio! Matteo Salvini merita una medaglia per aver difeso l’Europa”. Orbán ha condiviso una foto di Salvini davanti all’aula bunker di Palermo, aggiungendo che il leader della Lega avrebbe difeso i valori e i confini dell’Europa contro l’immigrazione incontrollata.

Il sostegno da parte del governo ungherese ha sollevato polemiche, con critiche da parte delle opposizioni italiane e di alcune organizzazioni per i diritti umani, che hanno sottolineato come la questione dei migranti non riguardi solo la protezione dei confini, ma anche il rispetto dei diritti umani e dei trattati internazionali.

Con l’arringa difensiva che si conclude oggi, il processo si avvicina alla fase finale. Il giudice dovrà prendere in considerazione le argomentazioni delle parti e la richiesta della Procura, che invoca una condanna esemplare per l’ex ministro dell’Interno. Salvini, che è stato più volte al centro della politica italiana con la sua linea dura sui migranti, potrebbe affrontare una sentenza che non solo influenzerà la sua carriera politica, ma anche l’immagine della Lega, che si è schierata compatta al suo fianco.

In ogni caso, le implicazioni del processo sono destinate a rimanere al centro del dibattito politico e giuridico per settimane. L’attenzione ora è puntata sul verdetto finale e sulle possibili conseguenze politiche di un caso che ha suscitato forti reazioni e diviso il Paese.

Continua a leggere

Cronaca

Notte di orrore a Gravina di Puglia: uomo dà fuoco all’auto con la moglie e la soffoca mentre fugge

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La città è sotto shock, mentre le autorità chiedono un’azione immediata contro la violenza di genere”

Gravina di Puglia (BA) – Una notte di terrore ha scosso la tranquilla cittadina di Gravina di Puglia, quando un uomo ha brutalmente assassinato la moglie, dando fuoco all’auto in cui si trovava e soffocandola mentre tentava di fuggire. L’orribile crimine ha lasciato la comunità in stato di shock e ha riacceso il dibattito sulla violenza domestica in Italia.

Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, l’uomo, identificato come Marco R., 45 anni, avrebbe agito in seguito a una violenta lite con la moglie, Maria G., 40 anni. I vicini hanno riferito di aver sentito urla provenienti dall’abitazione della coppia poco prima della tragedia.

Anna L., una residente del quartiere, racconta: “Ho sentito delle grida strazianti e poi ho visto le fiamme. È stato terribile. Non riuscivo a credere ai miei occhi quando ho visto quell’uomo che impediva alla moglie di scappare dall’auto in fiamme.”

Il sindaco di Gravina, Fedele Lagreca, visibilmente scosso, ha dichiarato: “Siamo devastati da questa tragedia. La nostra comunità non aveva mai vissuto un orrore simile. Dobbiamo fare di più per prevenire questi atti di violenza estrema.”

Il Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, ha convocato una riunione d’emergenza del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Questo crimine efferato richiede una risposta forte e immediata. Intensificheremo i controlli e le misure di prevenzione, ma è necessario un cambiamento culturale profondo per sradicare la violenza di genere.”

La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha rilasciato una dichiarazione: “Quanto accaduto a Gravina è inaccettabile. Dobbiamo agire con fermezza per proteggere le donne e educare gli uomini al rispetto. Il Governo sta lavorando a nuove misure per contrastare la violenza domestica.”

L’episodio ha scatenato una serie di manifestazioni spontanee in città. Centinaia di cittadini si sono riuniti in piazza, con candele e cartelli che chiedono giustizia per Maria e azioni concrete contro la violenza sulle donne.

Giovanna M., attivista locale per i diritti delle donne, ha commentato: “Quante altre donne devono morire prima che si prenda sul serio questo problema? Abbiamo bisogno di più centri antiviolenza, di formazione nelle scuole e di un sistema giudiziario che protegga realmente le vittime.”

Il parroco della chiesa locale, Don Luigi, ha espresso il dolore della comunità: “Siamo tutti sotto shock. Maria era una donna amata da tutti, sempre pronta ad aiutare il prossimo. Non riusciamo a capacitarci di come sia potuto accadere tutto questo.”

Le forze dell’ordine hanno arrestato Marco R., che ora si trova in custodia cautelare. Il Procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, ha assicurato: “Faremo tutto il possibile per garantire che giustizia sia fatta. Questo crimine efferato non resterà impunito.”

Mentre la città piange la perdita di Maria, cresce la richiesta di azioni concrete per prevenire futuri episodi di violenza. La tragedia di Gravina di Puglia si aggiunge alla lunga lista di femminicidi in Italia, evidenziando la necessità urgente di affrontare questo problema sociale con misure efficaci e un cambiamento culturale profondo.

La comunità si sta mobilitando per organizzare una fiaccolata in memoria di Maria e di tutte le vittime di femminicidio, mentre le autorità promettono di intensificare gli sforzi per combattere la violenza di genere. Resta da vedere se questa tragedia sarà finalmente il catalizzatore per un cambiamento reale e duraturo nella società italiana.

Continua a leggere

Cronaca

“L’altra donna nel potere”: Maria Rosaria Boccia accusa Meloni di sessismo e rilancia su Sangiuliano

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Maria Rosaria Boccia, imprenditrice e figura vicina al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha rilasciato un’intervista esplosiva al quotidiano La Stampa, puntando il dito contro la premier Giorgia Meloni e denunciando atteggiamenti sessisti nei suoi confronti. Boccia sostiene che Meloni l’avrebbe definita “l’altra persona” nella relazione con Sangiuliano, accusandola di essere trattata “con arroganza” e senza il rispetto che, a suo avviso, merita.

“Chi si richiama ai valori dell’essere donna ha il diritto di difendere la propria dignità”, ha dichiarato Boccia, facendo un paragone con la decisione di Meloni di chiudere pubblicamente la sua relazione con Andrea Giambruno dopo il tradimento. “Mi chiedo perché io vengo additata senza nome e cognome”, ha continuato, lanciando un’accusa diretta alla premier.

L’intervista non si ferma qui: Boccia ha rivelato di aver iniziato a registrare conversazioni con il ministro Sangiuliano dopo che lui le avrebbe detto una frase inquietante: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai”. Secondo Boccia, queste prove documentali servirebbero a dimostrare la verità dei suoi racconti, che altrimenti non verrebbero presi in considerazione.

L’imprenditrice ha anche affermato che il ministro sarebbe sotto ricatto da parte di alcuni esponenti del potere, tra cui direttori di settimanali, e che la questione coinvolgerebbe altre figure politiche, senza però fare nomi precisi. “Chi sono i veri ricattatori nei palazzi del potere? Questo dovreste chiederlo a lui”, ha dichiarato, lasciando intendere che ulteriori dettagli potrebbero emergere.

Boccia ha poi raccontato di viaggi personali fatti insieme al ministro, come il concerto dei Coldplay e quello de Il Volo, che secondo lei non erano legati all’attività istituzionale di Sangiuliano. Ha affermato di avere prove fotografiche e chat a supporto delle sue dichiarazioni.

Nel frattempo, il ministro Gennaro Sangiuliano si difende, cercando di riprendere il suo lavoro e valutando la presentazione di un esposto in Procura contro Boccia. Nonostante un’intervista al Tg1 in cui ha cercato di ricostruire la sua immagine, le accuse continuano a pesare sul ministro. La tensione rimane alta, con Boccia che promette ulteriori rivelazioni in arrivo.

La vicenda sembra tutt’altro che conclusa e si profila uno scontro legale tra le parti, con il ministro della Cultura che dovrà affrontare non solo le accuse personali, ma anche un’inchiesta pubblica sempre più incalzante.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti