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Cronaca

Braccianti morti, Salvini dichiara guerra al caporalato: “Svuoteremo i ghetti”

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Il giorno dopo la morte di 12 bracciati agricoli, tutti immigrati, nell’incidente stradale avvenuto sulla statale 16, nei pressi di Lesina, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sono a Foggia. “La bussola di questo governo – anche nell’approccio che abbiamo avuto nei confronti dell’immigrazione – è quella di garantire la dignità della vita e la dignità del lavoro. Per quanto riguarda il fenomeno del caporalato dobbiamo rafforzare gli strumenti di controllo e prevenzione e introdurre misure di sostegno al lavoro agricolo di qualità”: così su Facebook il premier Conte raccontando le ragioni della sua visita a Foggia.

Salvini ai migranti: ‘Aiutiamoci’ – Vertice in prefettura a Foggia convocato dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo i due incidenti in cui, sabato scorso e ieri, sono morti complessivamente 16 braccianti agricoli stranieri. Il vertice con il ministro Salvini segue l’incontro, sempre in prefettura, con il premier Giuseppe Conte. Sia il ministro sia il premier hanno incontrato una delegazione di migranti. Ai giornalisti è stato concesso di entrare nella stanza in cui si tiene la riunione solo per alcuni minuti e per scattare alcune foto. In questo frangente Salvini, parlando con i migranti ha detto loro “aiutiamoci reciprocamente”. Poi il vicepremier e i migranti hanno fatto alcune foto insieme.

“La lotta alla mafia e allo sfruttamento è una priorità mia e del governo. Useremo tutte le armi a disposizione per non far nuocere questi delinquenti”, ha detto Salvini al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza a Foggia. “Svuoteremo progressivamente i ghetti, non è possibile che in una società avanzata esistano dei ghetti”, ha aggiunto il ministro dell’Interno a Foggia sottolineando che si sta già lavorando e sono a disposizione “alcuni milioni di euro per superare la fase emergenziale”. “Dobbiamo inoltre aggredire – ha aggiunto – i patrimoni dei mafiosi che campano con il caporalato”.

Si indaga anche per verificare se fossero nelle mani dei caporali i 12 bracciati agricoli: lo rende noto all’ANSA il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro che coordina le indagini avviate in riferimento agli incidenti stradali che hanno provocato nel Foggiano, in poco più di 48 ore, la morte di 16 braccianti agricoli immigrati.

“Sono state avviate due distinte indagini – ha precisato Vaccaro – una riguarda l’incidente stradale, per capire la dinamica e tutto ciò che può averlo causato, anche se c’è da dire che in entrambi i casi sono morti i due autisti dei pullmini sui quali erano stipati i poveri migranti. L’altra indagine è stata avviata sul caporalato”. “Stiamo cercando di individuare – aggiunge il procuratore – le aziende in cui hanno lavorato gli immigrati per verificare anche le eventuali condizioni disumane in cui lavoravano. Si stanno verificando gli orari, per vedere da che ora a che ora hanno lavorato, capire se c’è stato sfruttamento ed intermediazione”.

“Questa povera gente ha avuto problemi anche per trovare posto in ospedale. Sono dovuto intervenire personalmente per far sì che venissero trovati posti sia a Foggia che in altri ospedali della provincia”. Lo racconta all’ANSA il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro, che parlando dei feriti degli incidenti stradali che hanno provocato nel Foggiano, in poco più di 48 ore, la morte di 16 braccianti agricoli immigrati, pone l’accento su un problema sul quale è dovuto intervenire personalmente per evitare una situazione a dir poco incresciosa. “Io credo – ha aggiunto Vaccaro – che ci sia bisogno di interventi straordinari per risolvere una situazione divenuta tragica, insostenibile. Non è possibile assistere ad uno scempio del genere, sulla pelle di povere persone che vengono qui con la speranza di poter migliorare le loro condizioni di vita”.

LUNEDI’ 6 AGOSTO – Erano in 14, probabilmente viaggiavano in piedi, stipati in un furgoncino bianco con targa bulgara che poteva trasportare al massimo otto persone e che si è capovolto sull’asfalto dopo lo schianto: una scena apocalittica, con i corpi straziati tra le lamiere. Dodici i morti, tre i feriti. Le vittime sono tutti braccianti agricoli extracomunitari che tornavano da un’altra dura giornata di lavoro nelle campagne del Foggiano. L’impatto tra il pulmino ed un tir che trasportava un carico di farinacei, è avvenuto sulla statale 16, all’altezza dello svincolo per Ripalta, nel territorio di Lesina, nel Foggiano.

Sale così a 16 il numero dei morti che si contano in due incidenti stradali avvenuti a poco più di 48 ore di distanza l’uno dall’altro e che mostrano drammaticamente, per una tragica fatalità, le stesse modalità e circostanze. Solo sabato scorso, allo stesso orario, le 15.30, altri quattro braccianti nordafricani che erano a bordo di un pulmino bianco sono morti nell’impatto con un tir carico di pomodori, sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri. Quattro i feriti, anche loro migranti, che sono ricoverati in gravi condizioni in ospedale. Su questo incidente, che ha mobilitato tutte le sigle sindacali, si indaga per caporalato, per verificare, cioè, se le vittime fossero nelle mani di caporali. La stessa indagine potrebbe ora riguardare anche l’incidente stradale di lunedì. Sembra che il furgone con a bordo i migranti stesse procedendo verso San Severo quando l’autista, forse a causa di un colpo di sonno o forse per un malore, avrebbe perso il controllo del mezzo che ha invaso la corsia opposta, scontrandosi frontalmente con il tir carico di farinacei che viaggiava in direzione opposta. Dodici braccianti sono morti sul colpo. I tre feriti, tra cui anche l’autista del camion, sono stati ricoverati nell’ospedale di San Severo: nessuno di loro è in pericolo di vita. Per estrarre le vittime dalle lamiere i vigili del fuoco hanno fatto intervenire una gru. Sul posto anche i carabinieri, la polizia stradale e ambulanze del 118. Anche in questo caso, come già si è verificato sabato scorso, le vittime non avevano documenti di riconoscimento e la loro identificazione richiederà tempo.

E’ probabile, così come è stato accertato per le vittime di sabato, che il furgone carico di migranti, per lo più africani, stesse rientrando nel Ghetto di Rignano, sgomberato nel 2017 e dove in realtà ne è già sorto un altro, con circa 600 roulotte. L’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha annunciato che saranno avviate tutte le procedure per un aumento del numero degli ispettori contro la piaga del caporalato. E il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha detto che chiederà controlli a tappeto per combattere sfruttamento e caporalato.

Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, è convinto che “si può, si deve fare qualcosa e subito” e precisa che la Regione ha stanziato le risorse per garantire un trasporto più sicuro dei lavoratori dell’agricoltura. “Ma per predisporre un servizio di trasporto pubblico – dice – è necessaria la collaborazione delle aziende agricole che, con la massima trasparenza, devono farne richiesta comunicando numero di lavoratori, orari di lavoro, tragitti di percorrenza. Questo non avviene mai, non è mai avvenuto sino ad oggi”.

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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